Scienze |
Mars500: Un giorno dentro l'esperimento - 1 |
11 Luglio 2012 | |||||||||||
Un racconto basato sulle interviste rilasciate dall'equipaggio e sui dati emersi dall'esperimento Mars500, il viaggio simulato su Marte. Un giorno vissuto dal punto di vista dell'astronauta italiano e “Marswalker” Diego Urbina.
Si tratta di un'opera di finzione che non intende in alcun modo rappresentare opinioni e pensieri personali dei protagonisti
Ti svegli nella solita cuccetta, alzandoti ti muovi a fatica all'interno della tua minuscola camera, quelle 4 pareti ricoperte di listelli di legno, che ormai conosci a memoria. Vorresti fare una doccia, ma non puoi, l'hai già fatta 6 giorni fa, e ve ne è concessa soltanto una ogni 10 giorni. Allora ti sciacqui la faccia e ti dirigi verso la cucina, dove incontri i tuoi compagni di viaggio, li saluti con un sorriso e un gesto della mano e loro ricambiano. Osservi quegli uomini e tutto a un tratto realizzi di conoscere anche loro a memoria: i loro visi, le espressioni, il carattere, ogni piccolo tic e abitudine... conosci tutto di loro, e al tempo stesso, sai di non conoscerli affatto. Il comandante, Sitev Alexey Sergevich, è esattamente come un comandante dovrebbe essere: preparato, pragmatico e sicuro di sé. Quando gli hai chiesto se avesse un hobby, lui ti ha risposto “svolgere il mio dovere in maniera eccellente”... e da quello che hai avuto modo di vedere non si trattava di una sbruffonata. Prima di imbarcarsi in questa missione, lavorava nella marina militare russa: è un esperto di immersioni, ha anche istruito parte del personale dell'ISS su come muoversi nelle attività extra-veicolari, in assenza di gravità, un po' come ha fatto con voi durante il training.
Dopo essere tornato dalle esplorazioni su Marte, chiacchierando a tavola hai raccontato di come, dentro alla scomoda tuta spaziale, per un attimo ti era quasi sembrato di essere veramente sulla superficie di un altro pianeta, prima che il tuo sguardo individuasse la parete che delimitava l'ambiente di simulazione. Il comandante Sergevich aveva obiettato che era importante avere un normale orientamento spazio-temporale, lui era sempre consapevole del luogo in cui si trovava, aveva aggiunto. Sitev Alexey Sergevich è fatto così, nessuna sorpresa che l'abbiano messo a capo dell'equipaggio: una volta inquadrato l'obiettivo niente lo può distrarre, tutto quello che non è funzionale, è superfluo. Spesso con gli altri membri dell'equipaggio vi divertite a immaginare cosa farete il 521esimo giorno: il giorno in cui finalmente rivedrete il Sole e tornerete a mescolarvi tra gli esseri umani. Quando, notando il suo silenzio gli avete chiesto: “E tu cosa farai comandante? Cosa sogni?” la sua risposta è stata: “Non sogno ancora nulla. È troppo presto”, poi era tornato a giocare con un simulatore di volo per computer. Tornando alla realtà ti siedi al tavolo della colazione, ma subito noti che il cibo è diverso dal solito. Quando chiedi delucidazioni, ti rispondono che fa parte dell'esperimento, come tutto il resto; qui dentro ti rendi continuamente conto di vivere in un esperimento: ogni aspetto della tua vita quotidiana è accuratamente preparato, osservato e studiato da squadre di scienziati che analizzano dati per capire come ha reagito il tuo corpo a una data alimentazione, team di psicologi che scavano nelle risposte dei tuoi test, nei tuoi resoconti giornalieri, per scoprire come la tua mente reagisce all'isolamento. Decidi che è meglio non pensarci, in fondo sei qui proprio per questo, perché i risultati di questo esperimento in cui vivi saranno determinanti per portare l'uomo su Marte. Fai colazione con calma (il programma giornaliero prevede 1 ora per la colazione), scambiando battute con gli altri “viaggiatori”. Il dibattito si sposta presto sulle notizie che vi arrivano da fuori, dal resto del mondo: ti aspettavi di perdere un po' il contatto con gli avvenimenti esterni, invece non è affatto così, le “news dal mondo” rappresentano un argomento di discussione importante tra di voi.
Da quando è iniziato l'esperimento, sembra essere successo di tutto: il catastrofico terremoto in Giappone, la “primavera araba” e la guerra in Libia... ma l'evento che vi ha colpiti più di tutti è stato l'incidente nella miniera cilena. Quando, poco dopo l'inizio dell'esperimento, 33 minatori sono rimasti intrappolati sottoterra per mesi, vi siete tutti sentiti molto simili a loro, anche se la vostra situazione non è pericolosa né drammatica. Finito questo momento conviviale è tempo del briefing, o incontro operativo, durante il quale programmate i lavori che dovrete svolgere e i test che dovrete sostenere. Oggi ti tocca un esperimento fisiologico sulla massa muscolare, è uno dei tuoi test preferiti. Romain Charles nel frattempo appare sconsolato, lui deve affrontare un insopportabile test della durata di un giorno e mezzo: prima bisogna sprecare un sacco di tempo al computer, con uno specifico programma che Romain definisce stressante, ma la parte peggiore è dover dormire con addosso una cuffia per l'elettroencefalogramma, stretta e scomoda. Per fortuna non viene ripetuto di sovente, e tu l'hai sostenuto poco tempo fa, quindi è possibile che fosse l'ultimo. La tua attività preferita nella tua vita da cavia è la palestra: ogni giorno dovete passare un'ora ad allenarvi, seguendo vari metodi di allenamento nel corso dell'anno; il fine è scoprire quale programma sia in pratica più efficace per far lavorare quei muscoli che in assenza di gravità non sono utilizzati. Questa è una parte fondamentale del programma di ricerca: non sarebbe carino se dopo quasi un anno di volo, gli astronauti atterrassero su Marte solo per scoprire di non riuscire più a mantenere una posizione eretta con la gravità (seppur più debole di quella terrestre). Certo, questo è uno di quei settori in cui il fatto di condurre l'esperimento sulla Terra rappresenta un grosso limite, sarebbe molto più interessante vedere le reazioni del corpo in assenza di gravità, in un periodo così prolungato, ma forse non è così lontana come ipotesi...
È già da un po' che parlate della possibilità che l'esperimento sia ripetuto sull'ISS, la stazione spaziale internazionale, e ogni tanto ti sorprendi a sognare a occhi aperti, immagini che al posto di un poster o di un monitor ci sia un oblò che si affaccia su di un grande pianeta azzurro, sulla cui superficie vivono e si affannano esseri minuscoli, tanto che non riesci neanche a vederli. Poi qualcosa richiama la tua attenzione e ti ricordi di essere su quel pianeta azzurro, alla periferia di Mosca, dove sono stati ricostruiti i moduli spaziali che porterebbero l'uomo su Marte. In tutto ci sono 5 moduli: il Simulatore di superficie Marziana è il più vasto, con un volume di 1200 metri cubi. Tu sei uno dei tre membri dell'equipaggio ad aver camminato sulla superficie simulata di Marte: è stato un vero sollievo trovarti in un ambiente spazioso dopo tutto il tempo passato in spazi angusti, con lo sguardo che non può spaziare per più di tre metri. Di contro, per il periodo di quasi un mese in cui vi siete ritrovati separati dal resto della squadra, voi tre avete dovuto vivere nell'EU-50, il modulo più piccolo di tutta la simulazione, di soli 50 metri cubi. I moduli più usati sono l'EU-100 e l'EU-150 (la cifra corrisponde al volume) utilizzati rispettivamente come quartiere medico e sede di esperimenti e come alloggiamento, comprensivo di sei camere private, salotto, cucina, toilette e quadro di comando principale. Infine, il modulo EU-250 funge da magazzino, da serra per gli esperimenti e ospita anche la palestra.
È in questi ambienti che si svolge la tua vita da cavia, ovviamente gli spazi sono piuttosto ristretti, il che porta ad un side-effect sicuramente interessante per gli psicologi che vi stanno studiando: non si può evitare a lungo un membro dell'equipaggio che ti sta antipatico o con cui hai litigato. In un primo momento pensavate che quest'aspetto avrebbe potuto creare dei problemi nella vita sociale della squadra, invece ha portato a un comportamento che è difficile trovare fuori di qui: la sincerità. Ovviamente non si tratta di un Eden, ma di semplice pragmatismo, perché risolvere subito le inevitabili dispute, chiarire le proprie esigenze e non lasciare niente in sospeso è l'unico modo per sopravvivere in un ambiente simile. Sapete tutti di dover condividere questi spazi ridotti tra di voi, per 500 giorni, senza la possibilità di poter interrompere la convivenza, quindi l'unica soluzione possibile è quella di affrontare i problemi sul nascere. Ci sono sempre incomprensioni nei rapporti sociali tra gli umani, figurarsi in una situazione così estrema: a volte si ritiene troppo pesante il carico di lavoro, altre volte ricevi meno lettere dall'esterno rispetto a qualcun altro, altre ancora sono pure banalità, ma per quanto banali, questi piccoli attriti non possono essere lasciati irrisolti. Così tra voi si è creato un legame unico, vi siete trovati obbligati a vivere insieme e alla fine siete diventati un gruppo compatto e coeso, questo è qualcosa che sei sicuro mancherà a tutti fuori di qui. Nonostante tutto la cosa che ti manca di più è proprio la gente, il fatto di incontrare persone nuove, che possono sempre arricchire il tuo bagaglio di esperienze; in fondo tornare sulla Terra all'inizio sarà proprio come trovarsi su un nuovo pianeta, con quell'immenso cielo blu, a ricordarti che sei solo un essere minuscolo su un pianeta azzurro. 1 - continua
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