Scienze

In Marocco piovono meteoriti da Marte

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28 Gennaio 2012

La meteorite marziana di Foumzgit all'esterno (sinistra) e all'interno

Trovati frammenti per un totale di 6,8 kg. Finora erano conosciute solo 99 rocce provenienti dal Pianeta rosso. La Nasa conferma che le meteoriti, cadute a luglio e rinvenute in dicembre, provengono da Marte


Quei sassi piovuti dal cielo in Marocco nel luglio dell’anno scorso e rinvenuti in dicembre vengono proprio da Marte. La caduta era stata avvistata, ma poi sono occorsi mesi per raccoglierli e collegarli all’evento di cui erano stati testimoni anche numerosi turisti. La conferma arriva ora dalla Nasa che li ha esaminati in questi mesi giungendo all’interessante conclusione.
Il lavoro non è stato facile e ha coinvolto specialisti di varie discipline e università americane oltre a quelli dell’ente spaziale ma il risultato è inequivocabile.

I diversi frammenti pesano complessivamente 6,8 chilogrammi e il pezzo più consistente è di 907 grammi. L’ultima volta accadde nel 1962 e allora il bottino era stato più consistente raggiungendo i 108 chilogrammi. Queste meteoriti marziane battezzate Tissint dalla International Socitey for Meteoritics and Planetary Science, sono preziose sotto ogni aspetto.


Un frammento della meteorite detta di Zagami, della classificazione Shergottite (SNC), caduta al suolo il 3 ottobre 1960 nella provincia di Katsina in Nigeria. I ricercatori ritengono provenga da Marte. (Collezione della Biblioteca scientifica della Ecospirituality Foundation)

Prima di tutto quello scientifico perché finora soltanto cinque volte i ricercatori hanno confermato la natura marziana di meteoriti raccolte: quindi i campioni sono davvero pochi, in tutto appena 99. Molti però erano già sulla Terra da milioni di anni e per questo potenzialmente alterati. I pezzi invece appena raccolti e ben conservati nello spazio possono raccontare meglio e con maggior precisione la natura del vicino Pianeta rosso.
Le analisi chimiche compiute in laboratorio, infatti, sono paragonate a quelle condotte dalle sonde su Marte (dalle Viking a Sojourner, Spirit e Opportunity) e che hanno determinato le loro caratteristiche (ad esempio, la composizione isotopica dell’ossigeno).

Il confronto stabilisce l’origine e l’inserimento nella classe nota come SNC (Shergottiti, Nakhliti, Chassigniti, derivazioni dai nomi delle località del primo ritrovamento). La più famosa meteorite marziana è l’ALH 84001 perché sembra contenere addirittura forme di vita fossilizzate. Scoperta in Antartide, il risultato venne addirittura annunciato in una conferenza stampa nell’agosto 1996 dal presidente americano Bill Clinton.
Le pietre marziane si ritiene siano state sparate nello spazio dalla caduta sul Pianeta rosso di un corposo asteroide o cometa. Quando l’orbita della Terra incrocia i frammenti vaganti, questi finiscono per cadere nell’atmosfera come accade con le «stelle cadenti» d’agosto. Ovviamente c’è anche un lato venale nella scoperta in Marocco: i frammenti sul mercato oggi valgono una decina di volte più dell’oro con prezzi variabili da 11 mila 22.500 dollari a oncia. Nonostante ciò sembra siano stati quasi tutti venduti. In attesa di andare a raccogliere pietre vere su Marte e di riportarle sulla Terra con sonde automatiche la scienza si deve quindi accontentare di questi campioni.
Ma per il momento basta.


(Dal Corriere della Sera del 18 gennaio 2012 – Per gentile concessione dell’Autore)


Giovanni Caprara, giornalista e scrittore, è responsabile della redazione scientifica del Corriere della Sera

 

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