Scienze |
Cantando sotto la pioggia... di detriti |
06 Ottobre 2011 | ||||
Il pericolo per il rientro del satellite UARS è ormai scampato: la NASA infatti ci informa che i detriti dell’Upper Atmosphere Research Satellite, un colosso grande come un bus, di quasi 6 tonnellate, se hanno raggiunto la superficie terrestre, sono sprofondati nell'Oceano Pacifico. Eppure questo caso fa emergere un'inquietante realtà: quella dei detriti orbitanti. Sempre dal sito NASA infatti si viene a sapere che sono più di 500mila i detriti orbitanti intorno alla Terra, mentre la DLR (l'agenzia aerospaziale tedesca) ci mette in guardia dal rientro del ROSAT, il cui impatto sulla Terra è previsto entro il mese di Ottobre. ROSAT è l’abbreviazione di Röntgen Satellite, un satellite risalente ai primi anni '90 lanciato per lo studio dei raggi X. Sarebbe proprio questa caratteristica a renderlo ancora più pericoloso: i materiali di cui è costituito sono infatti studiati per resistere ad elevate temperature; questo aumenta la possibilità che i detriti raggiungano la superficie terrestre. Alcuni di questi potrebbero pesare addirittura 400 kg: un potenziale distruttivo enorme, se si pensa al caso della “palla di fuoco” che in Argentina (a Monte Grande, periferia di Buenos Aires) ha causato la morte di una donna e ha ferito otto persone, distruggendo due case e tre automobili. Mariano Ribas, a capo del planetario astronomico di Buenos Aires, sostiene che un meteorite delle dimensioni di un televisore può causare questo tipo di danni, non escludendo tra l'altro che si tratti di un frammento di UARS, dato che l'incidente è avvenuto proprio nel giorno (26 Settembre) e nelle ore in cui si sarebbe verificato l'impatto del satellite. Se un frammento grosso come una TV può distruggere due case, immaginate cosa può fare un detrito di 400 kg... brividi? Sappiate allora che l'Italia è una delle possibili zone di “rientro” dell'ormai ex colosso orbitante. Se volete prendervela con qualcuno, prendete di mira gli Hacker russi: pare infatti che sia stato un attacco informatico russo a mettere fuori uso, nel 1998, il sistema di mantenimento in orbita del telescopio tedesco. Secondo la DLR ci sarebbe una probabilità su 2.000 che un essere umano venga colpito da frammenti del ROSAT, una percentuale piuttosto bassa, ma comunque superiore a quella calcolata per UARS (1 su 3.200). Inquieta sapere che non si ha idea di quale possa essere la zona d'impatto. Basti pensare che ancora oggi non si sa dove abbiano effettivamente impattato i resti del satellite NASA, rientrato sulla Terra il 26 settembre. Quindi, verso la fine di Ottobre, ci troveremo di nuovo con il fiato sospeso, sotto un'imprevedibile pioggia di detriti spaziali.
L'imponente numero di “rifiuti” orbitanti costituisce inoltre una seria minaccia per i satelliti ancora in funzione, oltre che per le navicelle spaziali e, soprattutto, la stazione orbitante internazionale. Non a caso la NASA ha stabilito una precisa prassi di controllo di questi oggetti, che viaggiano a velocità che raggiungono i 28mila chilometri all'ora, tenendoli sotto costante monitoraggio per evitare incidenti catastrofici. Ci ritroviamo ancora una volta a fare i conti con un passato in cui non si è guardato al futuro: è vero che i satelliti in questione hanno fornito un importante contributo al progresso scientifico, ma dall'altra parte insidiano i progetti attuali e perdipiù rischiano di caderci in testa. Il caso di UARS ci ha insegnato che non siamo in grado di prevedere i movimenti e le dinamiche di questi corpi fuori controllo, l'impatto previsto per giovedì 22 Settembre si è infatti verificato sabato 24, e tuttora non si è certi dell'ora esatta, né del luogo d'impatto. Il ruolo rivestito dai media durante tutta la vicenda è poi stato emblematico: la notizia è stata snobbata fino all'ultimo (la conferenza NASA in cui si parlava del rientro dell'UARS è infatti datata 9 Settembre) per poi presentarsi in toni catastrofisti a poche ore dall'impatto. Eppure, come sostiene lo stesso ente aerospaziale statunitense, sono innumerevoli i detriti che “rientrano” nell'atmosfera terrestre ogni anno. Perché allora tutto questo allarmismo intorno al caso dell’UARS? Ci sono degli interessi in ballo, o qualcuno ha semplicemente “annusato” la notizia sensazionale? Che si tratti di un esperimento sociologico per vedere la reazione pubblica di fronte ad un evento simile? E se facesse parte di un piano per prepararci per qualcosa di più grosso? Magari ROSAT, o Apophis, il meteorite che potrebbe colpire la Terra nei prossimi decenni? |