Scienze |
E' possibile viaggiare attraverso il tempo? |
10 Maggio 2011 | ||||||||||||||||||||
L’unidirezionalità della freccia del tempo sembra impedire il viaggio temporale - Le precognizioni degli scrittori di fantascienza - La scienza moderna prospetta la fattibilità di una vera macchina del tempo - Le dichiarazioni di Hawking - Costruire una macchina del tempo: solo un problema di fondi? - La NASA si prepara a fare viaggi nello spazio-tempo? Siamo prigionieri della barriera unidirezionale del tempo? La nostra vita sembra essere inderogabilmente impostata sul procedere unidirezionale della “freccia del tempo”. Siamo nati, viviamo e moriremo. Prima di noi altre generazioni hanno vissuto la stessa esperienza. E procediamo così, senza poter tornare indietro per rivivere le situazioni già vissute e magari pensare di poterle adattare con il “senno del poi” a risultati più gratificanti. Ciò che è avvenuto rappresenta ormai il “passato”, non esiste più nulla dei momenti particolari che abbiamo vissuto. Non possiamo più scorgere gli elementi che al momento ci sembravano reali e tangibili. Tutto si è trasformato negli eventi del “presente”, che rapidamente è fuggito anch’esso per divenire parte del passato. E noi ci protendiamo inevitabilmente verso il “futuro”, un ente non ben definibile che però scopriamo essere concreto e reale nel momento in cui lo viviamo come l’atto fuggente del nostro “presente”, lasciando intravedere l’ipotesi di una continuità incessante che ci trascina verso di esso. Da quando il lettore ha iniziato a leggere queste righe, quello che era al momento il suo “presente” è divenuto ora il suo “passato”. Le righe di questo testo ancora da leggere sono il “futuro” incalzante e inevitabile a cui sta andando incontro. Un futuro che però non è determinante nel suo percorso, poichè il lettore giunto a questo punto potrebbe decidere di lasciar perdere la lettura di questo testo e di dedicarsi a qualche altra occupazione.
Questa possibilità di cambiare il percorso della “linea temporale”, o “world line”, è stata rappresentata dai ricercatori della fisica quantistica in maniera più che mai esauriente con lo schema del cono luce, un modello di esistenza costruito sul diagramma cartesiano che mostra come la velocità della luce ci chiude in un ambito ben preciso in cui i fenomeni che conosciamo si possono manifestare e noi stessi possiamo esistere. Un ambito determinato dalla costante della velocità con cui si propaga la luce che rappresenta contemporaneamente l’infinito fluire delle linee temporali di ogni individuo, della galassia e di tutti i corpi celesti compresi nell’universo. Tutte soggette alla probabilistica che può intervenire a caso. Il sistema quantistico in questione è costituito da due coni che si congiungono attraverso le rispettive punte. In quel punto di incontro c’è il nostro Presente, il qui e ora; nel cono in basso c’è il nostro Passato, nel cono in alto c’è il nostro Futuro. Al di fuori di questo sistema c’è quello che i fisici quantistici hanno chiamato con il nome suggestivo di “Altrove”. Un’altra dimensione di esistenza che, se mai esiste, noi non potremo mai visitare poichè siamo fatti di materia e siamo legati a fenomeni che sono specifici dell’universo creato dal Big Bang entro i limiti della costante di propagazione della luce. Un universo costituito dallo sviluppo degli eventi, che hanno iniziato con la grande esplosione del Big Bang iniziale e hanno portato alla creazione di materia, galassie, pianeti e noi con la nostra consapevolezza di esistere. Eventi che, se rapportati alla nostra vita ordinaria, nel passato risultano evidenti e focalizzati poichè hanno tracciato i termini dell’esperienza personale e della natura, ma quelli che potrebbero verificarsi nel Futuro rimangono inimmaginabili. In parte ipotizzabili ma comunque soggetti ad ogni soluzione probabilistica. Più è specifica la nostra scelta di una qualsiasi azione e più sembra esserci autodeterminismo, ma se si allarga la valutazione a situazioni legate ai grandi numeri, ci si rende conto di appartenere ad un disegno globale che non riguarda i destini dei singoli individui, bensì un'azione fenomenica globale che agisce sull’intero universo.
I limiti della velocità della luce sembrano determinare non soltanto il fluire del tempo, ma anche la natura dell’universo in cui viviamo. Nulla di quanto possiamo conoscere supera entro certi limiti di tolleranza la velocità della luce, così come non possiamo immaginare con esattezza che cosa potrà accadere fra pochi istanti entrando nella dimensione del Futuro. L’universo stesso sembra essere imprigionato in questa logica che la teoria relativistica di Einstein ha tracciato impietosamente, distruggendo ogni possibile suggestione di poter esplorare altre dimensioni e soprattutto di poter tornare indietro o di andare avanti nel tempo. Il passato è il passato, un guscio vuoto dell’esistenza vissuta dall’umanità, vitale ormai solo nei ricordi o nella conservazione delle immagini della cultura mediatica. Il passato sembra non esistere più e rimane integrato nel presente, il quale non vuole rinnegare il suo passato, mantenendolo vivo nella storia che rappresenta le sue radici. Un presente comune a tutti gli esseri viventi che interpretano gli eventi in una apparente unica dimensione in cui si fanno coincidere Passato-Presente-Futuro. Una dimensione culturale che erroneamente viene interpretata come senso di esistenza reale, dominata dall’inflessibile “freccia del tempo” che porta l’umanità verso le soglie del Mistero. Le prospettive della scienza moderna Tuttavia oggi alcuni ricercatori non si arrendono di fronte all’ipoteca della costante ineluttabile della Freccia del Tempo e cercano di tradurre il sogno del viaggio del tempo in una realtà concreta e tecnologicamente possibile. In effetti la scienza moderna sta rivedendo poco alla volta le sue posizioni negazioniste e le prospettive della fisica quantistica consentono di avanzare promettenti ipotesi che la fisica newtoniana e quella relativistica impedivano di immaginare.
Sino ad oggi la teoria della relatività di Einstein negava la possibilità di muoversi nel tempo. Ma le nuove scoperte scientifiche stanno mettendo in crisi i paradigmi fisici su cui la stessa si sosteneva. Lo stesso limite invalicabile della velocità della luce sembra essere messo in discussione da nuovi esperimenti sul comportameto delle particelle subatomiche, mostrando l’aspetto di un universo ancora più complesso di quanto rivelava la fisica relativistica. Si può ritenere che proprio questa stessa apertura da parte della scienza potrebbe rappresentare la piattaforma di quelle basi teoriche che qualcuno nel futuro potrà utilizzare per costruire finalmente la macchina del tempo sognata da George Wells. Addirittura si potrebbe avanzare l’ipotesi che, se il futuro esiste di per sé come fenomeno temporale già posto davanti a noi, allora probabilmente qualcuno ha già potuto viaggiare nel tempo. Forse, in questo stesso momento, sta viaggiando nel tempo proprio grazie all’apertura scientifica e le basi teoriche impostate in questo presente... Ci possono essere due possibilià di intendere la natura del futuro, la dimensione verso la quale siamo continuamente proiettati. Potrebbe essere che l’universo sia un grande gioco virtuale dove il nostro presente è costituito dalla “rezzatura della materia”, ovvero dalla materializzazione dell’intero universo ad ogni scandire di istante, secondo un preciso schema di software, e quindi il futuro non esiste se non come azione di movimento apparente dovuta alla suddetta materializzazione. Oppure potrebbe essere che il futuro esista come parte di un ente quantistico in cui non vi sia la distinzione Passato-Presente-Futuro. In questo caso stiamo convivendo, nella nostra “porzione temporale” con Gengis Kan e con un certo John Smith che incontreremo magari casualmente domani. In ogni caso, al di là di ogni possibile ipotesi e definizione della dimensione del tempo, oggi il viaggio temporale non sembra più essere una semplice speculazione filosofica senza fondamento scientifico. Oggi c’è una certa parte della scienza che si dichiara apertamente a favore della fattibilità del viaggio nel tempo e propone addirittura modelli teorici con cui costruire vere e proprie macchine del tempo. Hanno iniziato a parlarne tre scienziati americani, Kip Thorne, Ulvi Yurtsever e Michael Morris. Il primo è noto negli ambienti scientifici per aver scritto un poderoso trattato sulla relatività e insieme hanno lavorato da tempo a problemi di astrofisica relativistica. In un loro lavoro comune, pubblicato dalla rivista specializzata “Physical Review Letteres”, i tre ricercatori hanno dichiarato che è possibile, in linea di principio, costruire una macchina del tempo.
Il loro lavoro si incentrava sulle possibilità offerte dai cosidetti “wormholes”, tunnel quantistici che si snoderebbero attraverso l’universo in grado di consentire ad una astronave di spostarsi istantaneamente tra più dimensioni temporali andando oltre il limite imposto dalla teoria della relatività di Einstein che nega per l’appunto la possibilità di viaggiare nel tempo. Hanno fatto eco al loro lavoro alcuni ricercatori del Centro Nazionale di Ricerca Scientifica di Meudon presso Parigi, i quali hanno ribadito la possibilità teorica dei viaggi nel tempo. Due scienziati israeliani, Amos Ori e Yakir Aharonov dell’università di Tel Aviv, hanno proposto la possibilità di costruire concretamente una macchina del tempo utilizzando le proprietà di un buco nero, costruendone appositamente uno di dimensioni idonee in laboratorio. Non eccessivamente grande ma che sia appena in grado di sovvertire il flusso unidirezionale della freccia del tempo e quindi consentire ad una capsula temporale e ai suoi “crononauti” di potersi spostare, a piacere, avanti e indietro nel tempo. E’ ben vero che c’è stata anche una parte della scienza che si è opposta a questa prospettiva, come l’astronoma Margherita Hack o il fisico Tullio Regge, i quali hanno dichiarato che la possibilità di costruire una macchina del tempo risulta in definitiva strampalata e senza fondamento poichè si tratta di andare contro il principio dell’entropia, che sostiene e evidenzia appunto l’unidirezionalità della freccia del tempo. Ma l’entropia è un fenomeno effettivamente reale? Lo studio delle particelle subatomiche dimostra che nel mondo dell’infinitamente piccolo la freccia del tempo non esiste! Il pensiero di Stephen Hawking: solo un problema di fondi? Di parere diverso dai suoi due colleghi italiani sembra essere invece uno scienziato del peso scientifico qual è Stephen Hawking, che insegna fisica matematica a Cambridge, nella cattedra che fu di Isaac Newton e che è stato ideatore della meccanica dei cosidetti “black holes” cosmici. La sua posizione in merito ai viaggi attraverso il tempo è emblematica e manifesta l’attuale cammino e la metodologia della scienza moderna. Questo ricercatore era partito anch’egli da una posizione personale contraria alla fattibilità dei viaggi temporali, sempre a causa del limite imposto dalle costanti stabilite dalla teoria relativistica. Poi però, quale esponente della ricerca sullo sviluppo moderno delle prospettive impostate dalla stessa teoria relativistica, si è ricreduto per via delle nuove scoperte effettuate sulle proprietà quantistiche dei “buchi neri” ed è divenuto oggi uno dei più autorevoli assertori della possibilità di viaggiare nel tempo. Secondo Hawking, viaggiare nel tempo oggi non è più un’utopia, né una semplice speculazione teoretica. Per Hawking i viaggi nel tempo sono possibili, “e potrebbero essere una delle conseguenze dei rapidi viaggi interstellari”.
Questa affermazione si riferisce al fatto che una astronave che combinasse contemporaneamente un salto nello spazio e uno nel tempo avrebbe la possibilità di viaggiare sulle lunghe distanze galattiche senza dover impiegare generazioni di astronauti per andare dalla Terra ad una tra le stelle più vicine. Evento che assicurerebbe una facile colonizzazione umana di altri mondi extrasolari e una sincronicità, commerciale e scientifica, utile per gli interlocutori degli opposti fronti planetari. Del resto, viaggiando in maniera convenzionale, secondo quanto prevede la teoria relativistica, gli interlocutori si troverebbero sfasati di millenni e ciò renderebbe nullo ogni tentativo di colonizzazione di altri mondi extrasolari o il contatto, perché no, con eventuali altre civiltà aliene. Approfondendo gli studi sull’argomento, lo scienziato inglese ha concluso che enormi campi gravitazionali come quelli rilevati intorno a stelle collassate “possono invertire il flusso del tempo”. Il problema sarebbe rappresentato dalla fattibilità di costruire un “buco nero” in laboratorio e soprattutto trovare l’energia necessaria per poter attivare la “macchina del tempo” e inviare un uomo attraverso il tempo. Tuttavia per Hawking questi non sarebbero problemi insormontabili. Addirittura, secondo il ricercatore, una certa branca della scienza moderna “sarebbe già oltre gli esperimenti concettuali”. La NASA si prepara a fare viaggi nel tempo? L’affermazione di Hawking non può far altro che portarci a credere che qualcuno, già nella nostra epoca, stia sviluppando esperimenti pratici sui viaggi nel tempo. Forse militari o qualche altro ente particolarmente interessato ai viaggi intergalattici come la NASA? Non rimane che chiederci, a questo punto, quanto questi esperimenti siano andati “oltre la fase concettuale”. Al momento, per quanto si sa, ricerche sul viaggio nel tempo sono già in corso nei laboratori di Cambridge, in Inghilterra, e al California Institute of Technology negli USA. Senza dimenticare quanto sta avvenendo a Ginevra, dove nei laboratori del Cern si sta tentando di realizzare un mini “buco nero” per finalità non ben dichiarate dallo stesso ente. Costruire una macchina del tempo, secondo quanto ribadisce lo scienziato Michio Kaku della City University di New York, comporterebbe una enorme fornitura di energia.
A questo problema risponde ancora Hawking sostenendo che la macchina del tempo non è affatto una utopia, relegabile al teorico, e che si può costruire benissimo anche in questo secolo a patto che i governi garantiscano i fondi necessari per portare avanti questa ricerca. Dichiara che “quello che serve è soprattutto una apertura mentale tale da esaminare anche le possibilità che potrebbero sembrare troppo fantasiose”. E in effetti questo sembra essere il solo vero problema attuale, determinato dai preconcetti di molti ricercatori che incapaci di rinnovarsi oltre la loro preparazione accademica tendono a un conservatorismo delle idee e invecchiano di conseguenze la scienza, impedendole di portare l’umanità verso nuovi confini di conoscenza. Oggi, nella comunità scientifica, si è giunti finalmente a discutere sulla nuova possibilità teoretica di superare la velocità della luce, altro grande limite imposto dalle implicazioni della teoria relativistica di Einstein. E a questo proposito si stanno conducendo positivi esperimenti di verifica. Ma è certo che sull’argomento sono stati persi almeno una cinquantina di anni di ricerche a causa dell’opposizione e dell’ipoteca culturale di una certa parte dei fisici di allora che, basandosi sui loro preconcetti in materia, hanno di fatto impedito di condurre gli esperimenti necessari per la verifica delle nuove teorie. Gli stessi esperimenti che invece oggi cominciano a lasciare intravedere nuovi e promettenti comportamenti delle particelle dette “superluminali”. Una scoperta che può aprire anche nuove prospettive di applicazione nel campo dei viaggi del tempo. Il contributo della fantascienza La “freccia del tempo”, simbolo della unidirezionalità, termine coniato dall’astrofisico Arthur Eddington nel 1927, è sempre stata mostrata come inderogabile. Essa mostra il fluire del tempo mentre viene percepito, un fluire in una sola direzione che non consente di tornare indietro, senza poter accelerare la sua velocità né procedere verso il futuro prima della sua consueta manifestazione. Eppure il viaggio nel tempo è un sogno che accompagna l’uomo da millenni. Il desiderio di ritornare nel passato per recuperare la perduta giovinezza, per rivedere persone care che sono venute a mancare, per correggere errori della propria vita che hanno segnato il presente. Oppure più semplicemente per curiosità, per poter vedere com’era il mondo dei dinosauri, per assistere ai grandi eventi che sono ricordati dalla storia, per studiare le grandi civiltà antiche. Molti scrittori di fantascienza hanno trattato con dovizia questo argomento e hanno sviluppato scenari temporali di ogni genere.
E’ un classico il romanzo di George Wells, “La macchina del tempo”, in cui uno scienziato dell’epoca vittoriana si spinge alla scoperta del futuro, partendo dal suo ‘800 romantico e foriero di scoperte tecnologiche, per trovarsi ad incontrare una futura umanità decaduta, in ostaggio della violenza di semiuomini imbarbariti e antropofagi. Non sono mancate naturalmente altre opere, romanzi e film, che sono usciti dall’apparente immutabilità dello scorrere della freccia del tempo per offrire una esperienza immaginativa dell’ “impossibile”, come può sembrare il viaggio nel tempo. Possiamo ricordare due noti romanzi di science fiction quali “La fine dell’eternità” di Isaac Asimov e “Oltre l’invisibile” di Clifford Simak che affrontano il tema dei viaggi nel tempo e i suoi numerosi e affascinanti paradossi. Tra i film più noti sul tema dei viaggi nel tempo possiamo citare il film degli anni ‘60 “L’uomo che visse nel futuro”, con Rod Taylor, tratto dal romanzo di Wells, o “L’uomo che cadde sulla Terra” del ‘76 interpretato dalla rockstar David Bowie, in cui un ambiguo scienziato proveniente da un pianeta assetato, collocato nel futuro, agisce sul presente per modificare la linea temporale che conduce al suo tempo nel futuro. Fu un successo di pubblico anche la trilogia degli anni ‘80 di Robert Zemeckis, “Ritorno al futuro”, che raccontava la storia di un ragazzino americano (Michael J. Fox) alle prese con uno scienziato bizzarro inventore di una macchina del tempo camuffata da automobile con la quale i due scorrazzano avanti e indietro nel tempo. Una breve storia dell’avventura del viaggio nel tempo Il viaggio nel tempo ha affascinato per millenni uomini di ogni epoca. Possiamo fare una rapida panoramica cronologica che illustra le tappe culturali di personaggi che hanno sognato l’impossibile per renderlo possibile: 3000 a.C. La maggior parte delle antiche civiltà credeva che il tempo fosse ciclico e che gli eventi si riproponessero in cicli regolari.
1771 Louis-Sébastien Mercier scrive l’opera "L'An 2440, rêve s'il en fut jamais" tradotto in inglese con il titolo di "Memoirs of the Year Two Thousand Five Hundred", ovvero "Memorie dell'anno Due Mila Cinquecento". Il lavoro è un romanzo utopistico ambientato nell'anno 2440. Un testo estremamente popolare (superò le venticinque edizioni dopo la sua prima pubblicazione nel 1771). Il romanzo descrive le avventure di uno sconosciuto che, dopo avere preso parte ad una discussione riscaldata con un amico filosofo sulle ingiustizie di Parigi, si addormenta e si trova improvvisamente in una Parigi del futuro. L'eroe di Mercier nota tutto quello che può di questa Parigi futuristica: la riorganizzazione dello spazio pubblico e del sistema giudiziario; il conforto e la praticità dell'abbigliamento dei suoi abitanti; l'assenza di monaci, preti, prostitute, mendicanti, saltimbanchi, chef di pasticceria, militari tronfi della propria divisa, schiavitù, arresti arbitrari, tasse, lobbies, commercio estero, caffè, tè e tabacco. 1838 Il “Periodico Letterario di Dublino” pubblica la storia di un viaggio nel tempo scritta da un autore anonimo. In questa storia, il narratore sta aspettando sotto un albero per salire su una vettura che lo porterà a Newcastle, quando si trova improvvisamente trasportato indietro nel tempo di più di un migliaio di anni, dove incontra il Venerabile Bede in un convento che gli rivela gli sviluppi, anche ironici, degli eventi dei prossimi secoli. 1861 Il botanico e geologo Pierre Boitard, di nazionalità francese, scrive il libro “Paris avant les hommes", pubblicato poi in inglese dal titolo “Paris before Men”. In questa storia il personaggio principale è trasportato nel passato, nella preistoria, per la magia di un" demone zoppo", dove incontra animali oggi estinti come il Plesiosauro, e un antenato umano dai tratti scimmieschi con cui interagisce attivamente per la sua sopravvivenza e per pura curiosità. 1887 Lo spagnolo Enrique Gaspar y Rimbau pubblica a Barcellona il libro "El anacronópete", un neologismo che vuole indicare "colui che viaggia contro il fluire del tempo". Il romanzo è il primo a rappresentare una macchina che viaggia attraverso il tempo: l'anacronópete. L'anacronópete è descritta come una enorme scatola di ferro, alimentata dall’elettricità, guidata da quattro grandi apparecchiature pneumatiche che finiscono in tubi in cui passa il fluido García che impedisce ai passeggeri di ringiovanire durante il viaggio a ritroso nel tempo. La macchina all’interno contiene anche qualche genere di sopravvivenza, inclusa, fra le altre meraviglie, una sorta di scopa che pulisce i pavimenti da sola.
1895 L’autore britannico H.G. Wells pubblica "The Time Machine". Il protagonista del libro è un inventore dilettante che vive a Londra. E’ identificato semplicemente come “The Time Traveller”. Il Time Traveller racconta dettagliatamente la sua esperienza di viaggio nel tempo e l'evoluzione dei suoi dintorni mentre egli si muove attraverso il tempo. Mentre viaggia, la sua macchina gli permette di osservare il cambiamento veloce del mondo circostante. Osserva il sole e la luna che attraversano il cielo e le modifiche agli edifici e al panorama. La sua macchina gli produce un senso di disorientamento quando è al suo interno, mentre procura debolezza quando si trova fuori, vicino ad essa. Il suo viaggio lo porta all'anno 802.701 d.C., dove trova una comunità apparentemente pacifica, pastorale, costituita da creature umane dall’aspetto felice e semplici che si definiscono “gli Eloi”. Il Time Traveller riesce ad arrivare con la sua macchina del tempo nel lontano futuro, almeno a 30 milioni di anni dalla sua epoca. Là vede le ultime poche cose viventi su una Terra morente, che ha cessato la sua rotazione, e vede il sole che nei millenni è cresciuto sino a divenire una stella gigante rossa. Nel suo viaggio successivo, vede ancora il sole rosso, e per due volte vede il bagliore di Mercurio e poi di Venere che precipitano sulla sua superficie. Continua a fare salti corti attraverso il tempo, e vede il sole continuare a crescere, sempre più rosso e più fioco. 1905 La teoria speciale di Albert Einstein mostra che lo spazio e il tempo sono relativi, non assoluti, e che il tempo è una quarta dimensione di un ente fisico che egli chiama "spazio-tempo." 1916 Einstein asserisce che lo spazio-tempo è curvo.
1949 Lo scienziato Kurt Gödel dimostra matematicamente che è possibile viaggiare attraverso il tempo. 1957 Il fisico teoretico americano John Wheeler conia il termine "wormhole" (l'idea di wormholes fu già inventata tuttavia nel 1921 dal matematico tedesco Hermann Weyl in connessione con la sua analisi della massa in termini di energia di campo elettromagnetico). Il termine "wormhole" deriva da un'analogia usata per spiegare il fenomeno. Se un verme sta camminando sulla buccia di una mela, potrebbe decidere di prendere una scorciatoia per giungere a un punto al lato opposto della mela stessa, scavando attraverso di essa, invece di percorrere l’intera distanza. Allo stesso modo il viaggiatore potrebbe prendere la via di un wormhole cosmico per spostarsi al lato opposto dell'universo. In fisica, un wormhole rappresenta una scorciatoia attraverso lo spazio-tempo. Un wormhole ha almeno due “bocche” che sono connesse ad una sola gola o tubo. Se il wormhole è attraversabile, si può viaggiare da una bocca all'altra passando attraverso la gola. Attualmente non esiste alcuna osservazione diretta dell’esistenza dei wormhole e rappresenta solamente una soluzione matematica prevista nella teoria della relatività generale. Un wormhole potrebbe permettere il viaggio attraverso il tempo. Wormholes dell'intra-universo connettono un'ubicazione di un universo ad un'altra ubicazione (nello stesso tempo presente). Un wormhole dovrebbe essere in grado di connettere ubicazioni distanti nell'universo creando una scorciatoia attraverso lo spazio-tempo e permetterebbe un viaggio più veloce di quello che potrebbe essere compiuto nello spazio normale. 1967 Il fisico americano John Wheeler conia il nome"black hole”, buco nero, per descrivere le singolarità dello spazio-tempo. 1974 L’astrofisico Frank Tipler dimostra che il viaggio nel tempo è possibile nelle vicinanze di cilindri infiniti in rotazione, confermando che i percorsi attraverso il tempo possono essere realizzati.
1988 Kip Thorne dell’Università di Caltech suggerisce di usare gli wormholes come un possibile mezzo per l’attuazione del viaggio nel tempo. 1991 Richard Gott all'Università di Princeton dimostra che le “stringhe cosmiche” potrebbero essere usate per viaggiare nel tempo.
2003 Scienziati del Centro Europeo per la Ricerca Nucleare (CERN) progettano di usare il loro grande anello per creare mini-buchi neri allo scopo di studiare la Radiazione di Hawking. I media citano l’evento associandolo all’idea di esperimenti sul viaggio nel tempo condotti con l’ausilio di questi mini buchi neri creati in laboratorio. 2003 Nasce il gruppo di ricerca "Time-Travel-Portal" dedicato allo studio del fenomeno del tempo e delle possibilità dei viaggi temporali. È costituito da JohnTitor Shan e da altri amici Viaggiatori del Tempo.
2005 Il 7 maggio 2007 viene tenuto l’incontro “The Time Traveler Convention” al MIT con la speranza di attuare un contatto con crononauti provenienti dal futuro. La Convention viene organizzata da Amal Dorai con l'aiuto dei membri del MIT che fanno parte del gruppo Tau Zeta. Venne considerato significativo per gli scopi della Convention pubblicizzare l’evento sulle prime pagine del New York Times, di Wired e Slashhdot. Le coordinate spazio-temporali della manifestazione continuano ad essere pubblicate indefinitamente, in modo che gli eventuali futuri viaggiatori del tempo possano essere informati e avere l’opportunità di farsi riconoscere dai ricercatori del MIT. L'ubicazione era 42.360007 gradi di latitudine a nord, e 71.087870 gradi di longitudine a ovest. La Convention ispirò anche una esecuzione musicale, “The Time Travelers Convention”, in cui si racconta che tre studenti universitari nell’imposssibilità di cambiare il passato, ripongono in una Convention la possibilità di prendere a prestito una macchina del tempo di un viaggiatore temporale. 2008 Scienziati del CERN, il più grande laboratorio di fisica delle particelle del mondo, sviluppano la struttura di ricerca denominata LHC (Large Hadron Collider). L'apparecchiatura viene progettata per operare sulle particelle subatomiche al fine di creare dei buchi neri in miniatura. Gli ambienti scientifici fanno trapelare l’idea che questi buchi neri possano servire a creare degli altrettanti minuscoli “wormholes” dentro i quali far passare segnali, a mezzo di particelle subatomiche, in grado di comunicare con altri ricercatori di almeno settant’anni nel futuro. In merito a questa serie di esperimenti, il CERN ha ricevuto alcune critiche da parte della comunità scientifica mondiale che prospettava il pericolo che il mini buco nero prodotto potesse distruggere la Terra. Viaggiatori del tempo - 2 |