Il blog di Giancarlo Barbadoro

La scienza "non è democratica" !

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06 Gennaio 2017


Adesso gli skeptics ne hanno studiata un'altra. Sull'onda della disinformazione attuale sul tema dell'utilità e della possibile pericolosità dei vaccini si inserisce un virologo per dire la sua.

Giusto che la dica in quanto la virologia e quindi il meccanismo funzionale dei vaccini fa parte del suo mestiere. Come se un ciabattino di provata esperienza dicesse la sua sulla consistenza della tomaia delle scarpe.

Ma questo signore preso evidentemente dall'entusiasmo si allarga di suo e tracima dal suo campo professionale per compiere voli stratosferici basandosi sui luoghi comuni e con spirito chiaramente di lana caprina che riporta inevitabilmente alla filosofia degli skeptics.

Ricordo che il movimento skeptics è nato intorno agli anni '80 in USA per iniziativa del canadese James Randi, un prestidigitatore e illusionista che trovò una alternativa più proficua alla sua arte inventandosi la missione di fustigatore della scienza che lo ha portato ad una certa innegabile notorietà.

La scienza "non è democratica" !Strano destino, quello di un prestidigitatore che si ammanta di scienza. Ma anche in Italia abbiamo avuto il caso di un pianista che ha fatto altrettanta strada…

Randi partiva dall'idea che molti fenomeni, apparentemente inspiegabili, di illusionismo erano frutto di una precisa tecnologia e quindi non c'era nulla di miracoloso nella loro manifestazione. Allo stesso modo si mise a dire che tutti i fenomeni non convenzionali di cui parlava la gente, dalla telepatia alle apparizioni dei defunti sino agli avvistamenti UFO, erano inevitabilmente spiegabili con fenomeni noti oppure riconducibili a trucchi abilmente usati dai ciarlatani per sfruttare la credulità popolare.

Le sue conclusioni erano comunque sempre a senso unico per sollevare il sensazionalismo sulla sua capacità intellettuale: i fantasmi non esistevano e chi ne parlava era un buontempone, la telepatia era raccontata solamente dai millantatori e gli UFO li vedevano solo i matti.

Ignorando che a Roma esiste una Chiesa cattolica che raccoglie in esposizione al pubblico prove di manifestazioni non convenzionali, che la NASA ha condotto esperimenti di telepatia con gli astronauti in orbita intorno alla Luna e che Edward Snowden, dopo aver rivelato le spiate della NSA americana sulle conversazioni telefoniche dei Capi di Stato europei, inseguito dalla CIA e riparatosi in Russia, ha continuato a rivelare documenti del Pentagono dicendo che il governo americano aveva dati precisi sugli UFO.

La campagna autoreferenziale di Randi suscitò in ogni caso un immediato interesse in quanti vivevano nel timore che il loro status quotidiano potesse essere sconvolto dalle novità del mondo che continuava ad evolvere. Così come in quelli di una certa categoria di cattedrattici che avevano esaurito la loro capacità di studio sui temi appresi all'università del loro tempo ed erano incapaci di andare oltre e di  aggiornarsi sulle nuove conquiste della scienza.

Ma quella di Randi divenne anche una mentalità censoria da poter utilizzare da parte di quei governi interessati a trattenere dentro le proprie linee guida i ricercatori troppo eclettici.

Nel nostro caso, nulla da eccepire se un virologo dice la sua sui temi che riguardano il suo campo professionale. Solo, volendo andare dietro alle quinte, qualcuno potrebbe obiettare che quello che dice potrebbe essere nell'interesse di certe case farmaceutiche che producono vaccini. Ma non è il caso di entrare nel merito della questione. Non è questo il punto.

Il punto è che questo virologo si allarga, come un esperto ciabattino che voglia divenire tuttologo, proponendo un "Principio di Autorità" secondo il quale solo chi "ha studiato può dire la sua".

Ma è un principio che gli si ritorce contro. In effetti c'è da chiedersi come fa un virologo ad essere esperto anche, ad esempio, in astronomia? L'impressione che si ha è che lui si senta un eletto perché si è laureato in virologia. Non importa se non sa nulla di astronomia, l'importante non è la conoscenza delle cose, ma il metodo con cui gestirla e gli skeptics sanno proprio come gestirla, con il loro "Principio dell'Autorità". Della serie "lei non sa chi sono io!" e quindi mi lasci dire, "che ho sempre ragione".

Il che mi  ricorda quando negli anni '50 in Italia il farmacista di paese era il centro dell'attenzione di chi voleva sapere se il tempo del giorno dopo poteva portare pioggia oppure se quel tal matrimonio s'aveva da fare oppure no.

Comprendo benissimo che la scienza sia una garanzia di lucidità valutativa dei fenomeni della vita, ma occorre dire che c'è scienza e scienza.

C'è la scienza che ha portato l'umanità sulla Luna, basata sul principio sperimentale di Galileo Galilei: osservare senza preconcetti i fenomeni, riprodurli in laboratorio per comprenderli e poi se sono gestibili determinare la loro natura e le leggi a cui sono soggetti.

C'è invece la "scienza" degli skeptics che si riferisce al cosiddetto "rasoio di Occam" inventato da un monaco benedettino inglese del '400 che comporta che tutto ciò che "non serve vada tagliato via dall'attenzione dell'uomo". Un metodo di "ricerca scientifica" che si basa sempre su di una valutazione aprioristica di ciò che serve e di ciò che non serve. Una scienza fasulla basata sulla valutazione del conservatorismo delle idee, ben caro ai cultori dello status quo.

Galileo Galilei fu censurato proprio dalla Chiesa del tempo basandosi su questo principio. L'allora Cardinale Bellarmino si rifiutò addirittura di guardare nel telescopio che gli veniva mostrato per non contraddire le proprie convinzioni e Galileo fu processato.

Oggi in Italia il "rasoio di Occam", dopo un evidente lavoro missionaristico, è proposto addirittura nelle università come il metodo scientifico per eccellenza che consente di "non correre dietro alle bufale".

E su questo principio, per la sua "bufala" innovativa, Albert Einstein, nel febbraio del 1922,  venne cacciato in malo modo dalla Reale Accademia delle Scienze di Torino dagli illuminati accademici del tempo che non accettavano le sue "tesi strampalate degne di una scimmia ignorante"…

Poco tempo fa ero al CERN di Ginevra e parlando con due ricercatori americani mi dicevano che trovavano strani nel loro comportamento parecchi ricercatori italiani in quanto questi non si preoccupavano di impegnarsi a fondo nella ricerca, ma erano timorosi dell'osservanza di un loro metodo morale con cui la conducevano in quanto temevano una caduta di credito in Italia.

Sarà per questo motivo che la NASA, che non usa di certo il metodo del "rasoio di Occam", è andata nello spazio, assieme all'India e alla Cina, al contrario dell'Italia che arranca. Mi chiedo se la causa di questo gap sia dovuta alle ipoteche delle organizzazioni di skeptics che si impongono ai veri ricercatori.

In questi giorni, su Radio 24 del Sole Ventiquattr'ore, c'è pure stata l’intervista del virologo in questione (mai un contraddittorio in par condicio con altre voci che li possano smascherare) in cui egli ha ribadito il "Principio di Autorità" ovvero che c'è la Scienza con la S maiuscola e c’è il  populismo ignorante.

Ma lui fa vera scienza? E' solo un occamista che imbonisce il prossimo con la sua ideologia moralistica e benpensantista del suo scientismo spacciato per scienza.

Mi ricorda il momento in cui gli skeptics “illuminati” dopo la rivoluzione francese dell'800, per non darla vinta alla "conoscenza populista", avevano nascosto per un certo tempo le meteoriti del Museo Reale perchè non volevano essere smentiti sul loro "Principio di Autorità", visto che asserivano da tempo che era impossibile che dal cielo cadessero corpi celesti.

 

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