Alimentazione Vegan

No agnelli a Pasqua, il Vegan fa la differenza

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04 Giugno 2025
No agnelli a Pasqua, il Vegan fa la differenza

Ci possono essere tanti motivi per non mangiare l’agnello a Pasqua o in altre ricorrenze, ma il motivo che fa fare un salto all’evoluzione umana è solo quello etico.


Riconoscere gli agnelli come nuovi individui nati alla vita, che possono godere dell’affetto della loro mamma, dei loro fratelli e dei loro simili porterebbe ad affermare una nuova visione dell’esistenza e del rapporto che tutti indistintamente possono sviluppare con essa, accomunati dallo stesso senso di stupore su ciò che ci circonda dal momento della nascita.

Sì, certo, questa può essere considerata solo della filosofia, ma è filosofia di vita che si eleva al di sopra di ciò che possiamo mangiare per far crescere e nutrire il nostro organismo. Una filosofia che può ispirare e guidare le nostre azioni e le nostre intenzioni a partire dal rispetto di noi stessi e di tutto ciò che ci circonda, rispetto per il pianeta che ci ospita e rispetto per la vita in senso universale.

Per quanto riguarda l’agnello: sappiamo esattamente di cosa si tratta?

Spesso è solo un pezzo di carne nel piatto, cotto e condito in vario modo che, per abitudine e ipnosi collettiva, finisce per essere un cibo a cui molti si adeguano nel mangiarlo in occasione delle feste pasquali, perché “sempre così si è fatto”.

In realtà si tratta di un essere vivente, un cucciolo vittima di una mattanza: citando i dati Istat 2023, è stato calcolato che dei 2 milioni di capi macellati in tutto l’anno, 375.000 vengono uccisi proprio nei giorni prossimi alla Pasqua, solitamente dopo un viaggio estenuante, spesso dall’Est Europa, che può durare fino a 30 ore.

Gli agnelli vengono strappati alla madre quando hanno un solo mese di vita e sono poi uccisi per la loro tenera carne. Ma prima di essere uccisi subiscono trattamenti crudeli e disumani: pesati e appesi per le zampe, ammassati e caricati nei camion e all’arrivo scaricati come oggetti e destinati alla pratica di stordimento che non sempre viene effettuata secondo regolamento e quindi inefficace in cui rimangono coscienti, addirittura con macellazione di gruppo durante la quale possono assistere all’uccisione dei loro simili.

La loro sofferenza è indubbia e terribile, così come la disperazione della madre che continua a cercare per giorni e giorni il suo piccolo.

Pochissimi sono a conoscenza di cosa succede davanti ai mattatoi dove arrivano i camion pieni di agnelli: il pianto di questi cuccioli che chiamano la madre è, a dir poco, straziante.

Gli agnellini, alla fine, risultano essere nient’altro che cose, carne da macello, nel senso letterale del termine. La loro mercificazione viene fissata con un valore in denaro rispetto al peso.

La vita di un cucciolo destinato a essere ucciso dissanguato vale oggi circa 10 euro al chilo, secondo la cifra fissata dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea).

Ma questo triste destino in questi giorni non è solo riservato all’agnello, perché comunque anche altri animali vengono uccisi per finire sulle nostre tavole a Pasqua e in altre festività. Chiamarle feste risulta un eufemismo perché, in fin dei conti, pure noi stessi umani, nel momento in cui proviamo a guardare il fenomeno da un’altra prospettiva, possiamo iniziare a intravedere in quale meccanismo diabolico la società maggioritaria ci abbia incastrati: mangiare esseri vitali e senzienti pari a noi e forse pure migliori di noi.

Secondo gli approfondimenti scientifici l’alimentazione a base vegetale è riconosciuta come dieta completa e utile non solo per nutrirci ma per mantenerci in salute
Secondo gli approfondimenti scientifici l’alimentazione a base vegetale è riconosciuta come dieta completa e utile non solo per nutrirci ma per mantenerci in salute

Anche se, secondo i dati Istat 2023, in Italia dal 2010 al 2016 le macellazioni di agnelli sono diminuite quasi del 50%, sono poi rimaste stabili e gli attuali 2 milioni di uccisioni all’anno fanno ulteriormente riflettere, perché, in realtà, non dovrebbero proprio esistere.

Dunque la domanda è: ma perché continuare con tutto questo obbrobrio e disumanità?

Forse è davvero giunta l’ora di cambiare e mettere in discussione delle scelte alimentari legate a tradizioni ormai superate.

Sì, perché non abbiamo bisogno di mangiare carne, anzi se vogliamo stare bene e auspichiamo un futuro prospero per i nostri figli e nipoti, la carne non dovrebbe avere più un posto a tavola, lasciando il posto a un’alimentazione a base vegetale e senza sofferenza animale.

Ci sono innumerevoli studi che confermano come le diete a base vegetale siano complete e utili non solo a nutrirci, ma anche a mantenerci in salute.

In un lavoro della dottoressa Luciana Baroni e collaboratori, pubblicato su Foods a luglio 2024, vengono evidenziati i molti vantaggi di una alimentazione a base vegetale.

Si tratta di un lavoro scientifico che conferma come le diete a base vegetale, che comprendono tutti gli alimenti commestibili del regno delle piante, come cereali, legumi, verdure, frutta, noci e semi, possono fornire al nostro corpo numerosi fattori protettivi, come fibra e fitocomposti, limitando l'assunzione di nutrienti nocivi come grassi saturi, ferro eme e colesterolo. Gli effetti benefici sulla salute sono stati riportati per molte principali malattie croniche, sia in studi osservazionali che di intervento. La letteratura scientifica indica che chi segue una dieta a base vegetale ha un rischio minore di contrarre alcuni tipi di cancro, cancro in generale, obesità e sovrappeso, diabete di tipo 2, dislipidemie, ipertensione e malattie vascolari.

Come ancora riportato da Baroni, l’adeguatezza dei nutrienti delle diete a base vegetale è stata confermata dai principali esperti di nutrizione, come l’Accademia di nutrizione e dietetica, i dietisti del DoC in Canada, la Società tedesca di nutrizione e la Società Italiana per la Nutrizione Umana.

Viene inoltre sottolineato che per noi la dieta ottimale è una dieta a base vegetale, ricca di carboidrati complessi, fibre e acqua, limitando al contempo grassi, colesterolo, sale e zuccheri. In una dieta plant based, i carboidrati complessi sono forniti principalmente da cereali e legumi, fibre di tutti gli alimenti vegetali non trasformati e l'acqua, che è il componente principale di verdure e frutta. Le proteine si trovano negli alimenti vegetali ricchi di proteine (legumi) ma sono presenti anche in quantità inferiori in altri alimenti vegetali (cereali, verdure, noci e semi). Il consumo vario di alimenti provenienti da tutti questi gruppi dietetici garantisce l'adeguatezza dietetica per le proteine, che nella dieta ottimale dovrebbero rappresentare non più del 10-15% dell'energia totale.

Un menù a base vegetale a Pasqua, dagli antipasti ai dessert, è la scelta vincente per non fare del male agli animali e festeggiare felici
Un menù a base vegetale a Pasqua, dagli antipasti ai dessert, è la scelta vincente per non fare del male agli animali e festeggiare felici

Viene anche evidenziato come questa alimentazione sia antinfiammatoria e a protezione del cuore: “Nelle diete a base vegetale, i marcatori di infiammazione nel sangue, in particolare l'hsCRP (proteina C-reattiva ad alta sensibilità), risultano inferiori e questo riduce il rischio di malattie croniche. In uno studio clinico su persone affette da malattia coronarica, dopo 8 settimane di dieta 100% vegetale questo marcatore si è ridotto del 32% rispetto alla dieta proposta dall'American Heart Association (associazione medica che si occupa dello studio delle malattie cardiovascolari)”.

La scienza man mano sta confermando la validità dell’alimentazione vegan e le persone che passano a una dieta plant-based riconoscono di sentirsi bene e in forma, sazi e con una maggiore lucidità mentale.

Uno studio pubblicato nel 2023 su NPJ Science Food ha confrontato l’effetto saziante di pasti ricchi di fibre rispetto a quelli basati su diete onnivore. I risultati hanno dimostrato che le diete a base vegetale aumentano il senso di sazietà post-pasto grazie alla presenza di acqua e fibre. I legumi come lenticchie, ceci e fagioli, combinati con cereali integrali, forniscono infatti un mix di nutrienti perfettamente saziante. La sessa cosa vale per tutti i vegetali e ortaggi di stagione, che sono per loro stessa natura ricchi di fibre.

Inoltre il fabbisogno proteico per ogni individuo può essere facilmente soddisfatto con un’alimentazione vegetale. Basti sapere che legumi, cereali, tofu, tempeh, seitan e frutta secca forniscono proteine ricche e complete.

Già una ricerca di qualche anno fa, pubblicata sul Journal of the American Dietetic Association, aveva evidenziato come una dieta vegana ben pianificata è nutrizionalmente adeguata ed in grado di fornire proteine sufficienti a persone di tutte le età, compresi gli atleti e le donne in gravidanza.

È evidente da tutto questo che non abbiamo bisogno di mangiare animali e loro derivati.

La Vita è un bene prezioso e un diritto per tutti. Toglierla ad esseri pari a noi come gli animali da reddito, al solo macabro scopo di portarli nel piatto a tavola per mangiarli, oggi non ha nessun senso e nessuna ragionevole o scientifica giustificazione.

Per tornare alle feste pasquali, perché non costituire una nuova tradizione culinaria, fatta di ricette vegetali semplici e gustose, la cui produzione non fa del male agli animali, aiuta il Pianeta e la nostra salute?

L’alternativa esiste ed è semplice optare per un menù a base vegetale dagli antipasti ai dessert.


Miriam Madau è medico omeopata e nutrizionista vegano. Conduce su Shan Newspaper le rubriche “Felicemente Veg” sull’alimentazione vegana e “H2O” sull’omeopatia. Conduce inoltre la trasmissione “VeganSì” su Radio Dreamland www.radiodreamland.it


Riferimenti:

 

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