Storia

Magia e incanto di Fontanafredda

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30 Luglio 2024
I volti dell’ultima coppia originale dei pali antropomorfi
I volti dell’ultima coppia originale dei pali antropomorfi

L’Europa che precedette l’epoca attuale post impero romano fu popolata da una civiltà millenaria spiritualmente progredita identificata col nome di Celti che fu combattuta dai romani e dalla chiesa attraverso un vero e proprio genocidio, l’ultimo dei quali è stato la strage dei Catari nel 1200. Tuttavia non tutto è andato perduto, essi lasciarono in eredità la cosiddetta “conoscenza popolare” costituita dai rimedi naturali e pratiche rituali di ogni genere. Elementi vitali di quella antica conoscenza che spazia tra scienza e metafisica dove le persone prosperavano in pace tra loro e in rapporto continuo con le forze invisibili come il cosiddetto piccolo popolo, gli abitanti dell’autre-monde


Viaggiando tra i vigneti delle Langhe nei pressi di Serralunga d’Alba troviamo l’ingresso di Fontanafredda, un’ampia tenuta di circa 50 ettari, creata da Vittorio Emanuele II, Re di Sardegna nel 1858.

Il nome della tenuta fa riferimento alla presenza di fonti particolarmente fredde che nel patrimonio di leggende popolari possiedono proprietà magiche. Nella cosmologia dei Druidi europei le fonti erano luoghi frequentati dagli abitanti del mondo invisibile dove questi potevano interagire con il nostro mondo. I Druidi potevano colloquiare con queste entità e richiedere aiuto per situazioni di vario genere, che riguardavano le loro comunità.

Arrivando all’ingresso della tenuta, al confine dei vigneti, per prima cosa troviamo numerose statue antropomorfe simili a menhir con in cima dei volti abbozzati, che ricordano, in piccolo, i Moai dell’Isola di Pasqua. A guardarli appaiono proprio quali silenziosi e immobili protettori magici delle coltivazioni.

Più avanti un cartello informativo racconta che ci troviamo davanti alla Vigna Magica di Mirafiore. Attorno al 1970 furono ritrovati sepolti presso una vecchia vigna, detta “Camongin” due di questi pali collocati alla testa dei filari. Pare facessero parte di ventiquattro coppie scolpite che scandivano il paesaggio della vigna. A seguito delle ricerche fatte in occasione di questa scoperta presso gli anziani locali, venne poco alla volta alla luce la tradizione che vedeva le pietre come protettori magici delle uve.

Una delle stele ricostruite dai “picapere” e collocate nella vigna
Una delle stele ricostruite dai “picapere” e collocate nella vigna

L’attuale proprietà della tenuta ha fatto scolpire da un “picapere”, nome degli scalpellini nel dialetto locale, altri dodici esemplari di pietra, ricollocandoli a presidiare le vigne come un tempo.

La tradizione della Vigna Magica di Mirafiore ha ispirato anche il nome del vino che vi si produce: Vino della Pietra Magica.

All’interno della tenuta troviamo il "Bosco dei Pensieri", che si distingue per essere uno degli ultimi boschi antichi rimasti nella Bassa Langa e per ospitare più di 40mila piante tra alberi secolari, vigneti e noccioleti. Un luogo incantato scampato, almeno negli ultimi secoli, alla persecuzione della chiesa che imponeva l’abbattimento degli alberi secolari che erano oggetto di culto per l’antica religione. Non a caso in Europa non sono molti gli alberi plurisecolari.

La tenuta Fontanafredda si costituisce nel 1858 ad opera di Vittorio Emanuele II. In quell’anno infatti le tenute di Giacomo Roggeri a Serralunga d’Alba vengono acquistate dal re per farne dono d’amore a Rosa Vercellana, più nota come “la Bela Rosin” sua amante per decenni, insignita da lui col titolo Contessa di Mirafiore e Fontanafredda per divenire poi sua moglie morganatica.

La figura di Rosa Vercellana ritorna altre volte in Piemonte. Va precisato che la “Bela Rosin” proveniva dalla zona di Moncalvo, zona di grande presenza dell'antica religione catara e pertanto si ritiene fosse sensibile ai principi di sacralità del territorio e al rispetto dei culti dell’antica religione. Inoltre, come vedremo più avanti, la sua presenza potrebbe avere ispirato innovazioni sociali non proprio comuni in quell’epoca che invece facevano parte della visione egalitaria dei Catari.

Durante il periodo in cui i due amanti vissero nel Parco della Mandria a Torino, che il re aveva fatto recintare, venne inclusa un’area considerata sacra per le popolazioni dell’epoca, dove da tempi immemori esse celebravano i propri riti ispirati ai ritmi della natura.

Le sorgenti, luoghi cari ai Druidi che ne conoscevano i segreti
Le sorgenti, luoghi cari ai Druidi che ne conoscevano i segreti

Gli Anziani non si scoraggiarono e quando il Re andò ad abitare nel castello che si era fatto costruire per lui e per la sua amante, la "Bela Rosin", andarono come postulanti a chiedere a questa la possibilità di accesso all'antico sito dei loro riti ancestrali.
La "Bela Rosin" non ebbe difficoltà a concedere questo accesso, per due motivi: la familiarità che aveva con gli Anziani per le comuni radici catare che la portavano a comprendere il loro bisogno, e inoltre perché la zona di accesso si trovava a nord delle abitazioni reali e quindi non creava alcun problema.
Come si può immaginare, il re aveva una moltitudine di amanti con le quali generò numerosi figli ma il rapporto che lo legava alla Bela Rosin non aveva eguali. Infatti Vittorio Emanuele II la sposò donandole varie tenute, e insignendola dei titoli di Contessa di Mirafiore e Fontanafredda.

La storia arrivata fino a noi attribuisce a Vittorio Emanuele II il soprannome di “re galantuomo” anche se purtroppo sappiamo che era un accanito cacciatore. Le due tenute, Fontanafredda e La Mandria vennero infatti realizzate per creare un riserva di caccia per sé e per i suoi ospiti, cosa che di sicuro metteva in discussione anche il suo rapporto con la natura.

Possiamo spingerci a ipotizzare che gli stessi principi di cui la Bela Rosina era portatrice furono trasmessi ai due figli avuti dal re, tra cui in particolare Emanuele Guerrieri Conte di Mirafiore, nobile figura di imprenditore che si dedicava al vino e alle persone che lavoravano nella tenuta con un approccio assolutamente moderno, costruendo un vero e proprio villaggio, in cui c’erano i servizi essenziali e dove potevano vivere tutti i dipendenti dell’azienda, conquistandosi così un posto di prestigio tra le più importanti cantine d’Europa.

Le stele collocate tra i filari
Le stele collocate tra i filari

In seguito all’epidemia di filossera del 1929 e alla grande depressione, la tenuta passò alla banca Monte dei Paschi di Siena.

Durante la seconda guerra mondiale il villaggio conservò un po’ della sua “isola felice”: insieme alle case, al pozzo e alle stalle c’erano, tra le altre cose, alcuni artigiani, un grande orto comunitario e un forno. Un insieme di attività che permetteva in un periodo difficile una dignitosa sopravvivenza per gli abitanti e di cui fruivano anche le popolazioni circostanti.

La tenuta venne ceduta nel 2008 a Oscar Farinetti, importante imprenditore piemontese nel settore food, ma un personaggio non proprio animalista: nella sua Eataly, infatti, succedono spesso blitz a cura di associazioni animaliste.

Oggi i vini della tenuta Fontanafredda sono tutti di alta qualità, da diversi anni completamente biologici ed è in atto il percorso che li porterà tutti a breve ad una produzione completamente a base vegetale, ovvero completamente priva di elementi animali. Il vino non è solo uva, e nel suo processo di produzione si usano abitualmente prodotti di origine animale come i concimi o nella chiarifica del vino. Un passo avanti verso il rispetto della vita non umana probabilmente ispirato più dai mutamenti del mercato che richiede prodotti non basati sulla sofferenza animale che dalla sensibilità animalista dei vertici dell’azienda.

Un destino, quello di questa tenuta, che sembra accompagnare con sé nel tempo, in chiave moderna, il rispetto per la natura e per le persone, che le tradizioni catare ci hanno trasmesso. Forse le forze invisibili che l’hanno protetta sono ancora li a vigilare su questo luogo a testimoniare che il mondo spirituale dei Celti è ancora vivo e vitale.

 

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