Società

Il bosone di Higgs è di tutti

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08 Gennaio 2014

Image: CERN


In un centro commerciale nella periferia di Milano, entro in una libreria per cercare di completare la mia lista di regali natalizi.

Libri, tanti libri, alcuni davvero dei pilastri della letteratura contemporanea, altri davvero insulsi, colmi di ricette, diete miracolose e fiori di Bach.

Dei bimbi osservano delle filastrocche recitate in un libro da un maiale vagamente disegnato “alla cubista” (non me ne voglia il sommo maestro…).

Come mi manca Rodari: “come è forte il vigile urbano, ferma i tram con una mano”. Mi aggiro tra gli scaffali e il mio sguardo viene attratto dalle etichette che indicano il genere letterario.

I miei occhi scorrono sino a trovare con sorpresa la scritta “FISICA”. Un libro mi attrae, l’autore è Jim Baggot, “Il bosone di Higgs”.

Il libro è per me un reale colpo al cuore: un evento con quattro leptoni registrato da ATLAS il 10 giugno 2012 campeggia sulla copertina. ATLAS è il rivelatore di particelle dell’LHC (Large Hadron Collider) del CERN. L’immagine sulla copertina del libro è quella riprodotta sulla maglietta che abbiamo indossato durante il CERN Open Days, dove il pubblico veniva a trovarci al CERN. È il simbolo distintivo degli Higgs Boson co-discoverer.

Apro il libro, proprio dove l’autore racconta del seminario del 4 luglio 2012 di Fabiola Gianotti e Joe Incandela, e mi sovvengono le immagini di quel giorno, così come quelle dell’8 ottobre 2013, quando l’Accademia Reale delle Scienze svedese attribuisce il Premio Nobel per la Fisica a Higgs ed a Englert (ma solo ricordando noi…).

Ha proprio ragione la mia “Regina”: we made the history of science.

Anche in questo centro commerciale, nel grigio della periferia di Milano, una briciola infinitesima del mio lavoro rimane negli scaffali di una libreria, pronto per essere regalato, magari proprio nel Natale che stava arrivando. Anche qui, come nell’intero Universo, il campo di Higgs permea il tutto, donando la massa alle uvette e ai canditi del panettone, alle macchinine che presto sfrecceranno sulle piste elettriche dove padri e figli si sfideranno.

Esco dalla libreria e i miei occhi sono umidi per la commozione. Tutti i giorni al CERN discutiamo di questi temi, ma solo un libro in mezzo alle rutilanti luminarie natalizie mi ha rammentato l’enorme dono che mi ha fatto la Vita nel farmi partecipare ad una impresa umana così grande.

La scoperta del bosone di Higgs è ora davvero di tutti.


Valerio Grassi, ricercatore della State University of New York at Stony Brook presso il CERN di Ginevra, è responsabile del sistema di generazione delle alte tensioni per la calorimetria elettromagnetica e adronica ad argon liquido del rivelatore ATLAS e co-scopritore del bosone di Higgs


 

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