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La Costa Concordia è dritta: cronaca di un’impresa spettacolare |
18 Settembre 2013 | ||||||||||
Si è conclusa con una operazione titanica e con una tecnologia senza precedenti l’avventura della nave affondata che aveva tenuto in ostaggio l’Isola del Giglio per un anno e mezzo. Tutto il mondo ha seguito l’azione minuto per minuto
Isola del Giglio. Dalla nostra inviata Martedì 17 settembre 2013. Alle 4,20 di stamattina si è conclusa l’operazione di raddrizzamento della Costa Concordia, un’impresa che ha catturato l’attenzione dei media di tutto il mondo. La vicenda, come ormai tutti sanno, inizia con il naufragio della nave il 13 gennaio 2012 proprio davanti a Giglio Porto, frazione del comune di Isola del Giglio: una notte drammatica che ha coinvolto tutto l’isola nell’aiuto ai naufraghi. La Concordia, sdraiata su di un fianco, è rimasta lì da quella notte, enorme rispetto al piccolo porto dell’Isola del Giglio. Le operazioni per portare via la nave e far tornare l’isola com’era prima sono andate avanti da allora, procedendo a creare un falso fondale su cui far poggiare lo scafo una volta raddrizzato, a montare sul lato emerso cassoni per garantirne il galleggiamento, a sistemare tiranti per poterlo far ruotare. Intorno alla nave, per tutti questi mesi si è creata una vera città galleggiante, fatta di attrezzature necessarie al lavoro. Si è lavorato di giorno e di notte. La vita dell’isola è stata stravolta.
Infine, domenica 15 settembre l’annuncio ufficiale: lunedì 16, alle 6 del mattino, sarebbe iniziata l’operazione di raddrizzamento coordinata dal sudafricano Nick Sloane, esperto nel recupero di relitti. L’isola viene chiusa e non si può accedere, si cerca in questo modo di arginare soprattutto l’afflusso dei curiosi che in questi mesi è sempre stato enorme; al porto i residenti possono arrivare solo con un pass speciale; ci sono Carabinieri, Polizia, Protezione Civile dappertutto. L’isola è piena di giornalisti che arrivano da tutto il mondo; ce ne sono molti di più rispetto a dopo il naufragio ed invadono ogni spazio possibile. Spesso non c’è rispetto per la sensibilità della gente. Lunedì alle 6 si dovrebbe partire, ma alcuni congegni sono in tilt per la pioggia e la partenza è rimandata alle 9.
L’inizio è lento. Chi guarda dal porto non avverte movimenti. Sembra addirittura che la nave sia troppo incagliata negli scogli per potersi muovere. Ma poi si muove. Di 2 gradi l’ora nelle prime ore. Ad un certo punto si spezzano 4 cavi e l’operazione si ferma, ma per poco, perché è stato previsto il doppio dei cavi necessari e si può procedere anche con 4 in meno. I gradi di rotazione aumentano pian piano. Quando i cassoni, montati sul fianco emerso della nave, toccano l’acqua, dovrebbero riempirsi e invece non succede nulla: c’è aria dentro. Scendono in mare i sub ed aprono le valvole a mano, finalmente i cassoni si riempiono e la nave rapidamente si raddrizza e si appoggia con precisione sulle piattaforme sottomarine. Suonano le sirene in porto e sulle imbarcazioni circostanti. Un attimo di generale commozione e di grande emozione per tutti.
Un momento molto toccante e le lacrime scorrono sui volti di tanti. Un’emozione molto forte per chi ha lavorato, per chi ha coordinato, per chi ha seguito la vicenda, ma soprattutto per la gente del Giglio. Loro sono stati al Porto in tanti, per tutta la durata dell’operazione; sulle banchine del porto veniva naturale ricordare il momento del naufragio; qualcuno ha raccontato cose che non aveva ancora mai detto; sono stati tutti insieme, ancora una volta, come nel momento della tragedia. Tutti si portano in cuore le vicende di quella notte; non dimenticheranno mai volti di uomini, donne, bambini che hanno aiutato; molti non sono stati tranquilli finché non hanno potuto rivedere le persone che quella notte erano disperate perché non trovavano i loro cari, finché non hanno potuto parlare con quelle persone. Ora è un’esplosione di gioia e soprattutto di gratitudine per chi ha reso possibile questa operazione. C’è anche tanto affetto nei confronti di tutte le persone che ci hanno lavorato ed hanno vissuto sull’isola per più di un anno. I Gigliesi cominciano ad intravedere la fine della vicenda e il ritorno ad una vita normale, con l’isola di nuovo come era prima. Al momento le operazioni sulla nave sono bloccate perché si procederà per prima cosa alla ricerca dei resti delle due persone che non sono ancora state trovate. La fiancata emersa dello scafo è impressionante: si vede la strisciata che ha fatto contro gli scogli nel momento dell’impatto, ma i tecnici ne giudicano lo stato molto migliore del previsto. Ora si tratterà di trovare il modo migliore di ancorare anche su questo lato i cassoni che permetteranno il galleggiamento della nave fino al porto dove sarà demolita. La nave è comunque ancora molto immersa e la parte sommersa è da esaminare approfonditamente. Lavoro ce ne sarà ancora tanto e non si prevede lo spostamento prima della primavera 2014, ma, come ha detto anche il Ministro dell’Ambiente, non è questa un’operazione nella quale si possa fare della polemica sui tempi. È un lavoro estremamente complesso, unico nel suo genere e quindi pionieristico, un lavoro che vede lavorare in sinergia molte aziende italiane e straniere, ognuna specializzata in una parte del processo. Se c’è qualcosa che ci può restare nel cuore è proprio questo aspetto: le aziende hanno lavorato insieme, le persone del Giglio hanno generosamente dato tutte insieme il loro aiuto. Un esempio per tutti. Foto Paolicchi |