Società |
Tutti sotto il Rasoio di Occam |
08 Dicembre 2012 | ||||||||||
Il pensiero di un monaco medievale ipoteca la società moderna. I problemi e i paradossi del conflitto storico tra la vera scienza e la falsa scienza dello scientismo occamista nell'esperienza umana del mondo moderno
Il significato di una libera ricerca Chi può mai dire che cosa può meritare di essere o meno l'oggetto di una qualsiasi ricerca scientifica? L'universo in cui viviamo è fonte di una manifestazione pressoché illimitata di fenomeni di ogni genere. Alcuni di questi, più vicini alla percezione sensibile, si manifestano nella nostra dimensione quotidiana. Altri sono meno evidenti all'immediatezza dei sensi e fuori dalla nostra immaginazione, ma anch’essi, nella concretezza della loro sostanza, finiscono per coinvolgerci nostro malgrado. Va da sé che l'universo non è prodigo nel rivelare i suoi segreti e i ricercatori debbono impegnarsi con costanza e determinazione per ricavare la conoscenza utile ai bisogni dell’umanità. Sino a quando non si è giunti a realizzare una certa scoperta scientifica, nulla poteva palesare in anticipo la possibilità di conoscerla. Solo l’apertura mentale dei ricercatori, il loro intuito e la loro perseveranza possono portare a realizzare precisi risultati in un universo che maschera gelosamente la sua vera natura. Eppure l'universo, anche se geloso custode dei suoi segreti, dissemina di indizi tutto l'estendersi dell'esistenza, lasciando ai legittimi curiosi, che non si accontentano dell'ovvietà posta dai sensi e dalla propria cultura, la possibilità di andare oltre le apparenze sensoriali. Se così non fosse non ci sarebbero mai state le grande scoperte scientifiche in tutti i campi dello scibile umano. Non ci sarebbe mai stato un Pasteur a ipotizzare, senza mai averli visti, i batteri per creare dei vaccini. Non ci sarebbe mai stato un Einstein che, andando contro il monolitismo ideologico della fisica newtoniana, ha potuto enunciare la rivoluzionaria fisica della relatività.
Non ci sarebbe mai stato neppure uno Schliemann che, seguendo la sua intuizione che interpretava l'opera di Omero come una traccia storica, ha scoperto la mitica città di Troia andando contro l’accademismo della sua epoca. Il ricercatore è un curioso che si apre in maniera totalizzante alla conoscenza dell'universo in cui vive, per capirlo e per utilizzare il frutto delle sue scoperte allo scopo di ampliare la sua percezione cognitiva dell'esistenza e contribuire a migliorare la condizione umana. È inevitabile che non si ponga limiti di alcun genere, altrimenti incorrerebbe nell'attuazione di una ricerca limitata e di sterile significato.
Il “Rasoio” culturale di Guglielmo di Occam Il problema attuale della Scienza ha avuto inizio quando secoli addietro, intorno al 1300, un monaco francescano inglese, Guglielmo di Occam, si trovò a contestare il riferimento che la Chiesa del tempo dava in maniera prioritaria e totalizzante alla dimensione catechistica, centralizzando potere e risorse economiche. Occam aveva asserito pertanto che non si doveva solo guardare al mondo dell’aldilà e discutere di questioni teologali, ma occorreva anche e soprattutto dare attenzione alle cose essenziali della vita quotidiana delle persone. Ovvero, che non bastavano solamente le preghiere, ma occorreva guardare anche ai bisogni immediati e concreti dell'uomo, poiché egli era al centro dell'attenzione divina. Con molta prudenza per non inquietare il potere della Chiesa, e con lo stile latino del tempo, aveva affermato: “entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem”, ovvero "le entità non vanno moltiplicate oltre il necessario". Ma la sua predicazione non era sfuggita alla Chiesa del tempo e seguì immediatamente la minaccia di un processo dell’Inquisizione e di un inevitabile rogo. Il povero monaco, per salvarsi la vita, si ritrovò a dover ritrattare il senso di quanto aveva affermato, riproponendolo in un nuovo significato, ovvero: "guardiamo all'essenziale, cioè al campo teologico della Chiesa, e non perdiamoci in cose che non servono”, quelle umane per l’appunto. Un principio che consolidò l’ideologia religiosa della Chiesa, caratterizzando il suo conservatorismo dogmatico contro il quale nessuno doveva opporsi. Un principio politico che è stato cooptato inevitabilmente dai vari sistemi sociali e ideologici conservatori della storia e che venne ripreso più tardi addirittura dalla corrente illuminista francese che stava organizzando la nuova Scienza laica post-rivoluzionaria. Ci si può rendere conto dell’influenza degli occamisti sulla Scienza illuminista da un semplice esempio: dopo la rivoluzione francese, l’accesso ai Musei dove erano custoditi i campioni di meteoriti venne impedito per non dar credito alla convinzione della gente che sosteneva che dal cielo cadevano pietre infuocate. Evento che invece gli uomini di Scienza occamista avevano sempre negato e deriso come superstizione dovuta all’ignoranza e che avrebbe portato a far perdere credito al loro prestigio accademico. L’ipoteca culturale del “Rasoio” di Guglielmo di Occam Dalla disavventura ecclesiale di Guglielmo di Occam e dall’insegnamento della gestione del potere della Chiesa medievale nacque così il cosiddetto principio del "Rasoio di Occam" che i difensori dei sistemi conservativi sociali e di ricerca hanno definito come un infallibile “principio di razionalità”. Un rasoio che impone un preciso principio e una precisa ipoteca alla Scienza attuale, la quale traduce l’affermazione medievale in: "bisogna fare ricerca solo su quanto serve e si dimostra concretamente serio, tutto il resto deve essere tagliato via". Su questo principio si è attestata la forma conservatrice della Scienza attuale, che si discosta dall'ambito della pura Scienza di ricerca per imporre una visione moralistica della ricerca stessa. Questa "scienza nella scienza", ravvisabile nel concetto di occamismo scientista, si è posta obiettivi che rispondono ai bisogni etici di un qualsiasi status quo che sta impegnando le sue risorse in suoi obiettivi specifici e di parte.
Inevitabilmente questa visione della ricerca ha dato vita a strutture burocratiche e gerarchiche, necessarie per poter affermare e imporre ciò che è meritevole di ricerca e ciò che non lo è. Un principio che ancora oggi viene proposto negli istituti scolastici come metodo scientifico, dimenticando che proprio su questo principio ecclesiale il cardinale Bellarmino processò, per le sue tesi di osservazione astronomica, Galileo Galilei che si trovava ad essere il propugnatore di un vero metodo scientifico sperimentale. Vale la pena di riflettere su quanto ha scritto Bertrand Russell in “Storia della filosofia occidentale” a proposito dell’occamismo: "...Tra gli scrittori di storia della filosofia esiste la tendenza a interpretare gli uomini alla luce dei loro successori, ma questo è in genere un errore. Si è detto del principio di Occam ch'egli avrebbe provocato la fine della scolastica, e che sarebbe stato un tema precursore di Cartesio o di Kant, o di qualsiasi altro filosofo moderno che fosse il favorito di questo o di quel critico. Secondo Moody, con il quale sono d'accordo, tutto questo è sbagliato. Occam, egli sostiene, si occupò principalmente di restaurare un genuino Aristotele, liberato sia dalle incrostazioni agostiniane che da quelle arabe. Questo era stato anche, entro limiti piuttosto ampi, l'obiettivo di San Tommaso; ma i francescani, come abbiamo visto, avevano continuato a seguire Agostino molto più da vicino di quanto Tommaso non avesse fatto. Analisi del resto già condivisa nel Medioevo quando l’influenza del pensiero occamista sollecitato dalla Chiesa si stava imponendo messianicamente sulla cultura del tempo. Il filosofo medievalista Antonio Poppi ha scritto in merito nella sua “Introduzione all'aristotelismo padovano”: "...La situazione culturale veneta della seconda metà del Trecento proietta riflessi sinistri nell'epistolario del Petrarca, ove rimbalza l'eco della sua vivida preoccupazione per le deleterie conseguenze del nuovo aristotelismo degli occamisti..." Non dimentichiamo che Aristotele, tra le varie manifestazioni del suo conservatorismo, era colui che affermava: “le donne possono essere considerate come uomini di natura inferiore”. L’azione dell’occamismo nella società moderna Oggi il "tagliare via ciò che non serve" rimane una comoda scusa che porta a sostenere il conservatorismo delle idee dei vari status quo, sociali e di ricerca, che non vogliono che venga toccato il loro sistema di prerogative e privilegi basato su precise e ristrette ideologie. Necessariamente in ciascuno di questi status quo si vengono a creare gerarchie che si occupano di stabilire "quel che serve e quello che non serve" e svolgono immancabilmente un’azione repressiva per ottenere i risultati che si prefiggono.
Paradossalmente, gli occamisti impongono nel campo della Scienza il principio del Rasoio di Occam come se si trattasse di un principio di valutazione razionale, dimenticando il senso politico che portò Guglielmo di Occam a predicarlo come protesta al ruolo conservatore della Chiesa del suo tempo e quindi con una valenza assolutamente morale che non ha nulla di scientifico né può essere considerato un metro valutativo razionale. Al contrario, gli occamisti hanno volutamente dimenticato il metodo di valutazione razionale suggerito da Galileo Galilei da applicare a una libera ricerca: “osservare i fenomeni per come si presentano, riprodurli nella sperimentazione per comprenderli e quindi redigere le leggi che li dominano per poterli utilizzare a favore della conoscenza e del benessere comune”. Spesso gli occamisti moderni si dichiarano atei e materialisti, senza alcuna personale prospettiva esperienziale della loro vita se non quella di attestare le loro convinzioni in cui cercano rifugio per via della presenza di un universo troppo grande e misterioso per la loro capacità di comprensione. Oggi gli occamisti rappresentano una forte lobby che spaccia il proprio scientismo ideologico come Scienza e sembra ipotecare seriamente la ricerca e il futuro dell'umanità. Un movimento che nel nostro tempo ha trovato supporto presso correnti di praticanti dell’illusionismo e che ha coinvolto inaspettatamente anche sprovveduti ricercatori del mondo scientifico. Una corrente culturale partita dagli Stati Uniti, che come si sa è patria delle varie società segrete universitarie come “Skull and Bones”, appoggiata dai vari apparati del caso nei Paesi in cui si trova a operare. L’applicazione del Rasoio di Occam da parte degli occamisti è semplice e addirittura banale se non, in conclusione, anche catastrofica. Ad esempio, in medicina, se un farmaco non funziona lo si getta via e si prova con un altro fino a quando si trova quello che più o meno funziona. Con metodo pedissequo e inesorabile. Poco importa se a rimetterci sono i pazienti e le cavie da laboratorio. Poco importa se accanto al loro inarrestabile e monolitico apparato ci sono correnti di pensiero che suggeriscono metodi terapeutici meno cruenti e più sicuri per la vita umana. Metodi che vengono bollati come “pseudoscienze” e accantonati senza neppure essere seriamente presi in considerazione. Sbandierando il principio di razionalità del Rasoio di Occam gli occamisti hanno modo di indurre i giovani studenti degli Istituti in cui si sono insediati a cadere facilmente nel loro gioco, mostrandosi come profeti per la realizzazione di un futuro senza ignoranza e superstizione, e facendoli sentire come i predestinati e gli eletti per una grande missione di civilizzazione del mondo. C’è da credere invece che, ad oggi, senza la presenza mortificante dell’occamismo, avremmo una società non gerarchizzata e libera, medicinali migliori, tecnologia d'avanguardia, risorse energetiche ecosostenibili e una concreta e libera ricerca che potrebbe migliorare la condizione del genere umano. Il pensiero occamista, nella sua difesa di un universo culturalmente immobile, non ha neppure confini di parte che lo leghino alle ideologie che lo supportano. La teoria della relatività, ad esempio, giunse a inquietare il conservatorismo occamista di tutto il mondo. Nel Terzo Reich, Walter Gross nel 1940 ebbe a dire: "..le cosiddette teorie di Einstein non sono altro che il delirio di una mente inquinata da teorie liberali e democratiche. Gli scienziati della Germania non possono pertanto condividerle". Dall'altra parte della barricata ideologica, sempre in quell'anno, il Giornale astronomico dell'Unione Sovietica fece eco dicendo: "...la teoria di un universo dominato dalla relatività è solo il frutto della mente perversa dei fascisti, l'estremo disgustoso tentativo di propagandare una ideologia controrivoluzionaria e prossima a morire..."
Il dogmatismo occamista, che ipoteca l'universo in una visione di parte e che determina l'esistenza o meno dei fenomeni a seconda di una convenienza, o di una ristrettezza culturale aprioristica, non si ferma nei laboratori e nei santuari degli apparati occamisti, ma giunge a colpire tutti noi nel nostro quotidiano.
Da una parte abbiamo le materie cosiddette "serie", dalla partita di pallone all'ultimo festival di varia natura, alle vicende del gossip politico. Dall'altra abbiamo la negazione e la messa al bando di fenomeni che inevitabilmente accompagnano e sono parte integrante dell'umanità dall'inizio della sua comparsa sulla Terra. All'inizio del secolo "insigni" scienziati dichiararono che un’automobile non avrebbe mai potuto superare i limiti dei sessanta chilometri orari altrimenti l'uomo alla guida sarebbe morto! Einstein fu rifiutato come socio dei circoli universitari di alcune Accademie del tempo per via delle sue idee sulla teoria relativistica, considerate strampalate e poco serie dal punto di vista scientifico. Il 19 febbraio 1922, alla Reale Accademia delle Scienze di Torino, la candidatura di Albert Einstein venne rifiutata. La votazione (un solo voto risultò favorevole, quello del suo proponente) testimonia l'atteggiamento dei membri dell'Accademia verso le innovazioni scientifiche di Einstein. Per non parlare del premio Nobel per la Fisica del 1923, Robert Andrews Millikan, che affermò: "L'uomo non riuscirà mai a sfruttare l'energia dell'atomo... Gli elementi che compongono il mondo non possono essere manomessi dall'uomo né disintegrandoli l'uomo potrebbe trarne alcuna energia". Nel 1943 Thomas J. Watson, presidente dell'IBM, asseriva con profonda convinzione: "Non credo che in tutto il mondo si riuscirebbero a vendere più di cinque computer”… Gli faceva eco in tempi più recenti Richard van der Riet Woolley, che nell'assumere la carica di astronomo reale di Inghilterra affermò con assoluta convinzione: "I viaggi nello spazio sono pure fantasie, non si potrà mai lasciare il nostro pianeta.” Si potrebbe continuare con molti altri tristi esempi che dimostrano come l’occamismo abbia ostacolato da sempre il cammino dell’umanità. Di fronte a questi paradossi del pensiero dello scientismo occamista, sorge spontanea una inevitabile domanda: a quali scoperte scientifiche avrebbe potuto giungere la Scienza se non fosse stata ipotecata dalla visione moralistica dell'occamismo? A quali vette di sapere avrebbe potuto giungere l'umanità avendo occasione di risolvere, in anticipo sui tempi, tutti i problemi ambientali e le malattie che l'affliggono in questi ultimi secoli? |