Società

Il re è nudo

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25 Marzo 2020
Il re è nudo

La nostra terra non tollera più le aberrazioni dell’uomo su ambiente e animali: sta cercando di farcelo capire. Le implicazioni del rapporto nefasto tra economia e diritto alla salute mai così chiare come ora. Scuola e lavoro sperimentano l’utilizzo virtuoso di internet con effetti benefici sul clima, lo stesso ora devono fare politica ed economia


Nel ricco ed opulento Occidente, in cui non c’è oggetto, anche tra i più disparati e inutili, che oggi non si trovi in commercio e soprattutto sulla Rete, mancano invece, e nel momento meno opportuno, mascherine sanitarie, presidi igienici, per non parlare delle rianimazioni: è il simbolo, ineluttabile, del fallimento del modello economico, sociale e politico su cui si basano le nostre società (nella foto di Costantino Sergi il disastro dell'ospedale Eremo di Lanzo); qualcuno lo chiama turbocapitalismo, termine che non amo ma che rende l’idea. Performa molto ma spesso si rompe, come i motori spinti...

In quello che sta capitando del resto ci sono ci sono diversi e conclamati esempi su come l’uomo in generale e quello occidentale nello specifico abbia finora agito su binari che sull’altare del benessere non prevedevano "scambi" per rendere, almeno ai più, quel viaggio sostenibile. Nemmeno per quel territorio che quel locomotore attraversa: il pianeta. Ora che tutti ci apprestiamo all’emergenza, sacrificando oltre a confort e salute, quei diritti e agi finora ritenuti scontati, sarebbe anche arrivato il momento di capire la lezione, perché tutto, se lo si vuole davvero, oltre ad essere “illuminato” è connesso.

Le implicazioni interdipendenti tra aberrazioni umane su ambiente, animali e diritti umani non mancano nemmeno nella narrazione di questa nuova emergenza, che è mondiale. Tutte le analisi e le previsioni, mica degli “sciacalli giornalisti”, di premi Nobel e scienziati sulla necessità di abbandonare un paradigma che trae dallo sfruttamento e dal bieco utilitarismo la sua linfa ferale cui si è aggiunta l’imponderabilità della finanza di oggi, concordano su fatto che il tempo è scaduto. Però è anche vero che le crisi possono essere anche un’opportunità di rinascita e di rivoluzioni forzate che spesso imbroccano la via giusta.

Così come scuola e lavoro sperimentano l’utilizzo virtuoso di internet con gli effetti benefici evidenti che si avranno sul clima moderando la mobilità e le emissioni inquinanti, lo stesso devono fare politica ed economia.

I resoconti che arrivano dalla Cina, peraltro solo parzialmente paralizzata dalla emergenza coronavirus grazie alla capacità di contenimento del contagio, sul crollo dell’inquinamento ed in così poco tempo, ha stupito tutti gli scienziati e lo stesso Dragone ha per la prima volta emanato leggi nazionali sul divieto della macellazione e consumo di cani, gatti e altri animali selvatici. Gli stessi “Wet Market” - mercati umidi - (enormi mercati rionali resi umidi dal sangue che vi si calpesta), che sarebbero all’origine del salto di specie tra pipistrello ed uomo propedeutico al Covid 19 (come fu per Sars e peste suina), sono ora vietati.

Nel ricco ed opulento Occidente, in cui non c’è oggetto, anche tra i più disparati e inutili, che oggi non si trovi in commercio e soprattutto sulla Rete, mancano invece, e nel momento meno opportuno, mascherine sanitarie e ventilatori polmonari. Nella foto di Costantino Sergi: il disastro dell'ospedale Eremo di Lanzo
Nel ricco ed opulento Occidente, in cui non c’è oggetto, anche tra i più disparati e inutili, che oggi non si trovi in commercio e soprattutto sulla Rete, mancano invece, e nel momento meno opportuno, mascherine sanitarie e ventilatori polmonari. Nella foto di Costantino Sergi: il disastro dell'ospedale Eremo di Lanzo

E poi ci sono le aberrazioni tra uomini, il tema della salvaguardia dei diritti negati a seconda delle latitudini e della storia è tutto meno che al sicuro, anzi è in preoccupante indietreggiamento: è su questo aspetto che ora diventa decisiva l’informazione, quella quantomeno onesta: servirà - e Dio solo sa quanto - per innescare in quella gente perbene rimasta al proprio posto al servizio della comunità e dell’umanità, la rinnovata voglia di chiedere o, meglio, esigere, serietà e competenza non solo da medici, infermieri, ricercatori e ci aggiungo baristi, commessi degli ipermercati e pure i giornalisti, bensì dalla politica e dalla economia che ci devono pilotare fuori dal guado.

Una situazione come questa - con 100 anni di conoscenza e coscienza in più rispetto al Secolo delle 2 Guerre Mondiali - va risolta in termini di rapporti tra risorse e mezzi e la redistribuzione che questi implicano, e non coi pur moderni feticci della finanza: «il re è nudo ed è sempre più evidente». Così come lo sono - anche se in Italia ne parlano solo Il Manifesto e il Fatto Quotidiano - i 30.000 soldati americani sbarcati in Europa in questi giorni, ufficialmente per la più grande simulazione bellica e il più grande dispiegamento statunitense nel Vecchio Continente da 25 anni a questa parte: ma senza mascherine...

Postilla alla chiosa sull'operazione Europe Defender 2020: il riferimento è tutto meno che di "matrice complottista". Vera, pianificata e forse sarà depotenziata a causa dell'emergenza coronavirus è la suddetta "simulazione bellica". Vero è anche che le truppe finora giunte non erano attrezzate per il problema contagio, come è vero che fino alla scorsa settimana in America erano tutti alla partita dell'Nba. Altrettanto vero è che il riassetto del dispositivo bellico per difendere l'Europa (in generale da chiunque, come ipotesi strategica per intenderci, cui fa parte l'operazione, è strettamente connesso ad uno stanziamento di 30 mld in parte a carico dei 22 paesi europei aderenti Nato per adeguare la rete stradale europea alle esigenze dei nuovi mezzi militari, soprattutto Usa, che semplicemente in diversi tratti non ci passerebbero. Nel frattempo le economie, soprattutto quelle reali, soffrono e aziende ed esercizi chiudono... Altro che simulazioni. Per non parlare delle priorità...


(Dal Risveglio del 20 marzo 2020 – Per gentile concessione dell’Autore)


Antonello Micali è direttore del Risveglio del Canavese e cronista di La Repubblica

 

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