Scienze |
La realtà non è reale |
30 Luglio 2024 | ||||||||
La scienza ci informa che tutta la realtà che noi percepiamo è frutto dell’illusione del nostro cervello
I sensi sbagliano spesso. E le nostre percezioni sono al novanta per cento costruzioni del cervello. Lo dice il neurobiologo Beau Lotto nel suo libro “Percezioni. Come il cervello costruisce il mondo”. Ma lo dice anche il fisico Carlo Rovelli nel suo libro “La realtà non è come ci appare”. Insomma, la scienza, o chiariamo, un gruppo illuminato di scienziati, tutti guarda caso appartenenti alla Gnosi di Princeton, ci informa che tutta la realtà che noi percepiamo è frutto dell’illusione del nostro cervello. La Gnosi di Princeton è il movimento che ha fatto scoprire al grande pubblico l’affermarsi di una nuova e rivoluzionaria tendenza della scienza contemporanea, in rotta con le anguste tradizioni del positivismo, del materialismo e di ogni tipo di scientismo. Una comunità nata a partire dagli anni Sessanta negli Stati Uniti, discreta e misteriosa quasi quanto quella dei Rosa Croce, loro predecessori. Una élite di scienziati decisi a oltrepassare i ristretti limiti delle rispettive discipline, in cerca di una conciliazione tra l’uomo, la natura e l’intero cosmo. Non a caso sono stati definiti “Gli eretici di Princeton”. Sono convinta che questo movimento esista ancora e si muova discretamente, perché guarda caso gli scienziati con la mente aperta arrivano tutti da lì. Ma allora che cos’è reale? “L'illusione è la nostra realtà", dice il neurobiologo Beau Lotto. “Perché del mondo là fuori vediamo il poco che i nostri occhi sono in grado di vedere e ci aggiungiamo quello che il cervello vuole farci credere. Il risultato è una rappresentazione delle cose che non è reale per niente.” Lotto da anni si dedica a questo tema nel suo laboratorio alla University of London. Ma oggi sperimenta anche in uno spazio che ha chiamato “Lab of Misfits” (tradotto: “laboratorio dei disadattati”) ed è un posto dove si incrociano coreografi, musicisti, attori, informatici, neuroscienziati. Tra l’altro, è un laboratorio itinerante: è nato a Londra, ma oggi si trova a New York. E gli animali? Come percepiscono la realtà? I bombi hanno un sistema sofisticatissimo per riconoscere i colori (decisivo per esseri che vivono di fiore in fiore). Le renne vedono la luce ultravioletta e in questo modo riconoscono le superfici di ghiaccio ricoperte di licheni, alimento base della loro dieta. Il mondo del resto non è colorato, siamo noi che lo vediamo così: per esempio, vediamo un colore che chiamiamo verde nella luce di una certa frequenza riflessa in un certo ambiente. In realtà per creare la nostra visione del mondo non usiamo solo gli occhi ma, al novanta per cento, il cervello: come dire che non siamo solo osservatori, ma anche creatori di significato. Chi si occupa di percezione della realtà non può non considerare di avere alle spalle secoli di discussione filosofica, da Platone in poi. La domanda «vediamo davvero la realtà?» è un antico dilemma.
Oggi però le neuroscienze possono cominciare a dare una risposta, studiando gli organi di senso e come il cervello interpreta i segnali che questi gli mandano. La scienza ha evitato a lungo di chiedersi il perché avvengano le cose, concentrandosi sul come. Invece farlo è necessario. E capire che la nostra percezione del mondo è fallace diventa l’inizio di una percezione diversa anche di noi stessi, degli altri, dell’ambiente. Molte sono le teorie di come è nato l’universo, da cui deriva anche la percezione della realtà. La meccanica quantistica La meccanica quantistica ha rappresentato, insieme alla teoria della relatività, uno spartiacque rispetto alla fisica classica, portando alla nascita della fisica moderna. La teoria quantistica dei campi, generalizzazione della formulazione originale che include il principio di relatività ristretta, è il fondamento di molte altre branche della fisica, come la fisica atomica, la fisica della materia condensata, la fisica nucleare, la fisica delle particelle, la chimica quantistica. L'entanglement quantistico, o correlazione quantistica, è un fenomeno non riducibile alla meccanica classica, derivante dal principio di sovrapposizione della meccanica quantistica, per il quale due o più sistemi fisici possono costituire sottosistemi di un sistema più ampio, il cui stato quantico è rappresentato da una combinazione dei loro singoli stati. In questa condizione, in cui i sistemi si definiscono correlati (entangled), la misura osservabile di un sistema determina simultaneamente anche il valore per gli altri. La teoria dell'universo a bolle Abbiamo la teoria dell'universo a bolle che comporta la creazione di universi derivanti dalla schiuma quantistica di un "universo genitore". Alle scale più piccole la schiuma ribolle a causa di fluttuazioni di energia. Queste fluttuazioni possono creare piccole bolle e wormhole. In fisica teorica il multiverso è un'idea che postula l'esistenza contemporanea di altri universi fuori dal nostro spaziotempo, spesso denominati dimensioni parallele. Il concetto di multiverso fu proposto in modo rigoroso per la prima volta da Hugh Everett III già nel 1957 con l'interpretazione dei molti mondi della meccanica quantistica. Successivamente è stato riaffermato come possibile conseguenza di alcune teorie scientifiche, specialmente la teoria delle stringhe e quella dell'inflazione caotica o teoria delle bolle. La teoria dell’universo olografico Abbiamo poi la teoria dell’universo olografico il quale afferma che una descrizione matematica dell'universo potrebbe tranquillamente fare a meno di una delle dimensioni previste. Le osservazioni della radiazione cosmica di fondo, considerata l'"eco" del Big Bang, sono compatibili con questo modello. Per descrivere l’universo potrebbero bastare anche meno dimensioni di quante avremmo mai potuto pensare, e non si tratta di una freddura da matematici: nuovi calcoli dimostrano che si tratta di caratteristiche fondamentali dello spazio stesso: il nostro Universo potrebbe essere un gigantesco ologramma. Secondo il modello attuale, il nostro Universo è nato dal Big Bang, una colossale "esplosione iniziale" avvenuta quasi 14 miliardi di anni fa. Dopo il Big Bang l'Universo ha iniziato a espandersi in modo continuo fino a raggiungere l'aspetto attuale. Resta da capire come mai questa espansione stia procedendo in modo accelerato, ovvero perché l'Universo si "gonfi" sempre più velocemente. Il modello attuale, supportato dai dati sperimentali, si basa su una combinazione fra materia visibile e Materia Oscura e sull'azione della misteriosa Energia Oscura, che sarebbe la principale responsabile dell'espansione accelerata. Secondo una nuova ricerca, le osservazioni sarebbero in accordo anche con un modello alternativo, basato su un Universo olografico. L'ipotesi che il nostro universo funzioni come un enorme e complesso ologramma è stata formulata negli anni '90 del secolo scorso da diversi scienziati, raccogliendo evidenze teoriche in vari settori della fisica delle interazioni fondamentali.
Lunghezza, larghezza, altezza. A prima vista sembra che non ci possano essere dubbi: la realtà che abitiamo è tridimensionale. Eppure una delle teorie più chiacchierate in fisica negli ultimi anni sembra mettere in discussione anche questo assunto consolidato. Il cosiddetto principio olografico afferma che una descrizione matematica dell’universo potrebbe tranquillamente fare a meno di una delle dimensioni previste. Quello che noi percepiamo come tridimensionale potrebbe essere nient’altro che un trucco: un ologramma 3D su un enorme orizzonte cosmico 2D. Se la gravità quantistica in un universo piatto ci consente di avere una descrizione olografica a partire dalla teoria quantistica standard, allora ci devono essere grandezze fisiche calcolabili in entrambe le teorie, e i risultati devono combaciare. Secondo quest’ottica il Modello Standard è decisamente superato. Il modello standard della fisica delle particelle, o semplicemente modello standard, è la teoria fisica che descrive le interazioni fondamentali (eccetto l'interazione gravitazionale): l'interazione elettromagnetica, l'interazione debole e l'interazione forte, e classifica tutte le particelle elementari conosciute. Sviluppato in varie fasi nel corso della seconda metà del XX secolo, ha conosciuto la formulazione attuale negli anni Settanta, in seguito alla conferma sperimentale dell'esistenza dei quark. Da allora, la prova del quark top (1995), del neutrino tau (2000) e del bosone di Higgs (2012) ne hanno consolidato la credibilità. Inoltre, il modello standard ha predetto con grande accuratezza varie proprietà delle correnti deboli neutre e dei bosoni W e Z. Sebbene sia ritenuto coerente dal punto di vista teorico, e abbia fornito predizioni sperimentali, non incorporando l'interazione gravitazionale (come formulata dalla relatività generale), e lasciando alcuni fenomeni irrisolti, il modello standard non costituisce una cosiddetta Teoria del Tutto, quella teoria che Einstein non era riuscito a trovare. Ad esempio, non spiega appieno l'asimmetria barionica, non tiene conto dell'espansione accelerata dell'universo (e di conseguenza dell'energia oscura), non prevede alcuna plausibile particella di materia oscura, non spiega le oscillazioni dei neutrini e di conseguenza la loro massa. Alla meccanica quantistica era già arrivato il filosofo greco Democrito Secondo Democrito tutta la realtà è costituita da atomi che si muovono incessantemente nel vuoto. Gli atomi sono particelle elementari, indivisibili, differenti tra loro solo per caratteristiche quantitative o oggettive come la forma, la grandezza, l’ordine e la posizione, dotate di movimento eterno che è ad esse connaturato. Purtroppo le opere di Democrito non sono state conservate, ne abbiamo soltanto frammenti. Si dice che le sue opere dovevano essere carbonizzate per via del pensiero troppo anticonformista del filosofo. A livello di contenuti Democrito comprendeva sia la sfera filosofica dei presocratici sia altri argomenti filosofici quali la natura, l'uomo, la vita e la giustizia. Ma si sa che i monaci Cistercensi hanno ripulito la storia, rendendola aderente al pensiero cristiano (la storia viene scritta dai vincitori). E dall’anno 1000 fino al 1300 i monaci cistercensi avevano questo compito: riscrivere la storia, togliendo qualsiasi simbolismo pagano, rendendolo cristico. Ma da tutto questo excursus, cosa possiamo ricavare della nostra percezione della realtà? La teoria del cervello trino Il neuroscienziato Paul Donald MacLean ha introdotto la teoria del "cervello trino", secondo cui l'evoluzione del cervello umano sarebbe avvenuta in più fasi che corrisponderebbero all'apparizione sulla Terra delle diverse classi filogenetiche animali. Il cervello rettile è stato il primo a svilupparsi ed è deputato alla sopravvivenza in modo istintivo e alla sopravvivenza della specie. Il cervello limbico o emotivo è presente in tutti i mammiferi e produce emozioni, reazioni emotive. La neocorteccia svolge attività come risolvere problemi, prendere decisioni, riflettere, concentrarsi, mettere in pratica l’autocontrollo e regolare il comportamento sociale. È la sede delle funzioni di apprendimento, linguaggio e memoria. Può anche essere definito come il cervello “razionale”. Quindi è come se ci fossero tre individui che vivono dentro di noi.
Tuttavia la teoria del “cervello trino” è stata contestata in quanto la scoperta che la neocorteccia, dove risiederebbero la coscienza e i pensieri superiori, esiste in qualche misura anche nelle specie meno evolute come gli insetti, le toglierebbe infatti qualsiasi credito. Questa contestazione nasce dai negazionisti dell’evoluzione della specie, dimenticando che siamo animali anche noi. L’antico sciamanesimo druidico Ad aumentare la confusione c’è la teoria, secondo lo sciamanesimo druidico, dei tre mondi: del mondo primario, mondo virtuale e mondo reale. Il mondo primario è quello che condividiamo con la maggior parte degli esseri senzienti e che ci dà l’idea che il visibile sia una cosa molto concreta. Il mondo virtuale è il mondo creato dal nostro profondo, o inconscio, la stessa produzione che viviamo nel sogno notturno. Un continuo film proiettato nella nostra testa. E poi c’è il mondo reale, quello vero, quello non prodotto dal nostro cervello. Purtuttavia, noi proviamo emozioni e sensazioni, siamo esseri senzienti come tutti gli esseri viventi che vivono con noi su questo pianeta. Forse dovremmo prendere spunto dagli animali, che non avendo i dogmi delle grandi religioni storiche, non avendo (per quanto ne sappiamo) i grandi filosofi che interpretano la realtà al loro posto, sono in grado di superare senza bisogno di psicologi o psichiatri, con molta leggerezza e pragmatismo traumi che noi ci portiamo avanti magari per tutta la vita. A conclusione di questo excursus, non abbiamo nessuna certezza che quello che percepiamo della realtà sia effettivamente reale. Federico Faggin, imprenditore e inventore del microchip, ha avuto un’esperienza mistica che gli ha cambiato la vita e con parole sue ha affermato che la scienza considera la coscienza come un epifenomeno del cervello. Invece lui considera la coscienza come parte del Tutto. E si augura che Scienza e spiritualità possano incontrarsi in un’unica ricerca. Il dubbio fa crescere, e sapere di non avere nessuna certezza a cui aggrapparsi è tutto sommato rassicurante. Forse l’unica realtà reale la possiamo trovare oltre il frastuono della mente, nel silenzio assoluto. Per darci delle risposte non abbiamo bisogno del pensiero degli altri. Perché solo noi possiamo essere filosofi di noi stessi. Bibliografia: |