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Coscienza: cambiamenti di paradigma |
12 Aprile 2023 | |||||||||||||||||||
“La coscienza non può essere spiegata in termini fisici e nei termini di nessun’altra cosa” – Erwin Schrödinger
Vi sono momenti nei quali sembra crollare ogni valore, momenti drammatici che indicano, come termometri metafisici, la temperatura del nostro sentire e del nostro vivere una realtà distopica. Momenti di questo genere si sono succeduti con intervalli più o meno regolari fin dalla notte dei tempi e sono sempre stati seguiti da cambiamenti epocali di paradigma che hanno stravolto la “Visione del mondo” corrente. Guerre mondiali, pandemie planetarie, rivoluzioni e catastrofi di varia natura hanno da sempre partecipato attivamente alla nascita di nuovi scenari culturali e di nuove concezioni sociali e politiche. Associare momenti di crisi planetarie alla nascita di nuove idee rivoluzionarie in grado di scardinare le vecchie concezioni, sostituendole con nuove e ambiziose proposte, è molto più semplice ed intuitivo di quanto potrebbe apparire ad una osservazione superficiale. Albert Einstein che, come tutti sanno, associa il proprio nome a quello delle Teorie della Relatività (Generale, Ristretta e Speciale), rappresenta l’ultimo noto esempio delle ardite considerazioni sopraesposte. Fin dagli inizi della propria carriera, Einstein si rese conto che la Meccanica newtoniana non risultava essere più all’altezza dei tempi, non riuscendo a conciliare le leggi della Meccanica classica con quelle dell’Elettromagnetismo. Il germe della Relatività ristretta stava per germogliare e nel 1916, in piena guerra mondiale, pubblicò un articolo sulla Relatività Generale, proponendo la sua teoria della gravitazione. Nel 1917 applicò la Teoria della Relatività Generale per creare un nuovo modello di universo. Einstein nel 1933, proprio quando Hitler salì al potere, venne accolto negli USA dove poté insegnare presso l’università di Princeton. Essendo lo scienziato di origine ebrea, non fece più ritorno in Germania. Nel 1940, alla vigilia della seconda guerra mondiale, inviò una lettera al presidente Roosevelt nella quale lo informava dettagliatamente degli enormi rischi legati allo sviluppo da parte della Nazione tedesca di bombe funzionanti con una nuova tecnologia, dalla potenza devastante.
Lo scienziato tedesco suggerì a Roosevelt di promuovere studi sulle “nuove tecnologie” basate sulla fissione dell’atomo. Nacque il Progetto Manhattan. In un prezioso documento firmato da Einstein e Bertrand Russell venne assunta una posizione ufficiale contro l’utilizzo della tecnologia nucleare a fini bellici. Le cose stavano cambiando. Per quanto possa sembrare difficile da credere le nuove straordinarie idee di Einstein influenzarono la psiche collettiva inserendo, forse a livello inconscio, un nuovo germe di interpretazione della Realtà che rischiava di comportarsi come un potente grimaldello in grado di scardinare l’ordine costituito. A titolo di curiosità ricorderemo come i nazisti accolsero la buona Novella della Relatività: “Durante gli anni trenta, con i nazisti al potere, i premi Nobel Philipp von Lenard e Johannes Stark condussero una strenua campagna atta a screditare i lavori di Einstein, etichettandoli come "fisica ebraica", in contrasto con la "fisica tedesca" o "ariana". (Fonte: Timetoast.com) Cosa ci può essere di più idiota di una distinzione scientifica basata su presupposti di tipo razziale? Le basi della Teoria della Relatività nacquero in un periodo compreso tra le due guerre mondiali, in uno dei momenti più bui della nostra storia recente. Einstein, considerandosi più un libero pensatore che un autentico filosofo, approfondì il pensiero di Schopenhauer e di Spinoza. Del primo condivideva la visione disincantata dell'Umanità, mentre da Spinoza venne affascinato dalla sua concezione olistica, cioè dall'idea che vi sia un Tutto ordinato secondo le leggi dettate da un'Entità impersonale. L’Olismo afferma che le proprietà di un sistema non possono essere definite come la somma delle proprietà delle sue singole componenti, poiché la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore, o comunque differente, dalle medesime parti prese singolarmente. Secondo tale pensiero, un essere vivente risulta essere un’entità non separabile dall’ambiente circostante. In effetti la cellula, ad esempio, scambia continuamente con l’ambiente nel quale è immersa, atomi e molecole complesse che ne permettono ogni funzione vitale, come respirazione, nutrimento, movimento e riproduzione. Non può esistere un limite preciso che isoli una cellula vivente dall’ambiente circostante. Neppure la membrana cellulare, che per definizione è interessata da una mutevole permeabilità, può manifestare, né lo deve, una completa impermeabilità. A differenza di una macchina, dove le singole parti esprimono il funzionamento in senso deterministico, l’essere vivente si comporta, come vedremo in seguito, da tassello di un immenso mosaico, all’interno del quale intesse incalcolabili relazioni.
Pur essendo uno scienziato moderno di ineguagliabile ingegno, Einstein colse le opportunità dovute al nuovo paradigma epistemologico che egli stesso aveva scoperto e immortalato tramite la Teoria della Relatività, smentendo ufficialmente una sua presunta adesione al positivismo: «Io non sono positivista. Il positivismo stabilisce che quanto non può essere osservato non esiste. Questa concezione è scientificamente insostenibile, perché è impossibile fare affermazioni valide su ciò che uno "può" o "non può" osservare. Uno dovrebbe dire: "Solo ciò che noi osserviamo esiste": il che è ovviamente falso.» (Denis Brian, Einstein: a life, 1996) Lentamente, ma potremmo dire inesorabilmente, si fece strada la proposta scientifica della Fisica Quantistica, che entrò in vivace competizione con la Fisica Classica. I modelli proposti da questa nuova scienza risultavano essere matematicamente esatti ma logicamente controintuitivi. Ancora oggi quando sentiamo parlare di Principio di Indeterminazione di Heisenberg o di gatto di Schrödinger un brivido ci scorre lungo la schiena. Si tratta di concetti nuovi e piuttosto lontani da quelli della Fisica Classica, dove leggi, a volte complesse, descrivono traiettorie, orbite planetarie e velocità di fuga dalla gravità di un pianeta. Con il Principio di Indeterminazione entriamo in una dimensione microscopica abitata da nuove leggi che mal si legano a quelle più note dell’universo macroscopico: il principio di indeterminazione ci dice che non è possibile misurare contemporaneamente e con estrema esattezza le proprietà che definiscono lo stato di una particella elementare. Se ad esempio potessimo determinare con precisione assoluta la sua posizione, ci troveremmo ad avere massima incertezza sulla sua velocità.
Un concetto ancora meno intuitivo è quello del gatto di Schrödinger. Volendo banalizzare potremmo dire che in una scatola sigillata sia presente un gatto e un meccanismo in grado di ucciderlo. Il meccanismo letale è stato programmato per prevedere un 50% di probabilità che il gatto venga ucciso o lasciato in vita. Dopo qualche tempo, ma solo nel momento in cui noi apriremo la scatola potremo verificare la salute dell’animale. Il paradosso afferma che il gatto sia contemporaneamente vivo e morto (sovrapposizione di stati) e che solo il nostro intervento di osservatori possa far collassare in uno dei due stati, vivo o morto, la condizione di salute del gatto. Questo esperimento non interessa normalmente i nostri amici domestici, ma il mondo dell’ultrapiccolo, ovvero quello della Fisica delle Particelle. Volendo fare un altro esempio: pensiamo di lanciare in aria una moneta e di farla roteare per un periodo di tempo indefinito. La successione rapidissima di testa-croce è lo stato normale d’esistenza della moneta. Solamente quando la faremo cadere in terra, facendola “collassare”, scopriremo se apparirà la testa o la croce, ovvero una delle due configurazioni possibili della moneta. Siamo nel 1933, ad un passo dalla seconda Guerra Mondiale, ed Erwin Rudolf Josef Alexander Schrödinger (Vienna, 12 agosto 1887 – Vienna, 4 gennaio 1961) vinse il Premio Nobel con l'equazione che porta il suo nome. Seguirono altre innumerevoli scoperte, come quella dell'entanglement quantistico, o correlazione quantistica. Si tratta della descrizione di un fenomeno fisico proposta da Erwin Schrödinger, non riconducibile o interpretabile con i criteri della Fisica Classica. Si tratta, volendo accennare solo all’argomento, di uno stato di sovrapposizione quantistica nel quale due particelle si comportano come se fossero un sistema unico e comunicano tra loro in modo istantaneo indipendentemente dalla distanza a cui si trovano. Ora, alla luce di queste osservazioni, noteremo che la Fisica quantistica proponga dei comportamenti considerati paradossali in un’ottica di Fisica Classica. Le implicazioni filosofiche e tecniche di queste osservazioni sono molto più ampie di quanto si possa immaginare. Con il passare del tempo la Fisica quantistica assunse un ruolo dominante e, probabilmente in futuro, finirà per relegare le leggi della Fisica Classica a puri esempi limite delle Leggi universali. Tornando ai giorni nostri, giorni sicuramente cupi e poco rassicuranti, l’ombra di una crisi che sembra aver esordito con una pandemia dai contorni inquietanti, si è allargata ad un conflitto bellico tra i più pericolosi di questo inizio di millennio. I vari mass media dipingono un mondo che sembra più orientato alla guerra che alle trattative di pace, sullo scacchiere delle potenze mondiali si sta giocando una partita ad un Risiko applicato alla realtà, un gioco che difficilmente offrirà la possibilità di rivincita… L’Umanità nel suo insieme sembra non rendersi conto del rischio folle di un conflitto mondiale dalla portata catastrofica.
Eppure, come per controbilanciare il malessere, che per moltissime famiglie è diventato male di vivere, sembra affacciarsi una nuova espressione di Luce: una nuova forma di Consapevolezza. Moltissime persone in questi ultimi anni sono state travolte e sopraffatte dalla paura delle malattie o da possibili conflitti, ed hanno reagito chiudendosi in se stesse, diventando completamente vittime delle circostanze e succubi degli eventi. Poche persone hanno saputo reagire con spirito critico, denunciando responsabilità e malversazioni di politici dimostratisi corrotti o di sistemi in gran parte fallaci. Pochi hanno aperto gli occhi cercando al di fuori del mainstream le notizie che possano offrire differenti esposizioni di una interpretazione della realtà che sta facendo acqua da tutte le parti. Cercare la verità non significa essere complottisti, significa non avere gli occhi bendati ed usare la propria testa per verificare ciò che succede intorno a noi. Cercare la Verità significa anche osservare dall’esterno i movimenti di pensiero che sembrano cambiare aspetto col tempo e imparare a domandarci quali siano le autentiche motivazioni che inducono l’uomo ad accettare nuove opinioni e nuovi schemi di comprensione. La visione del mondo positivista, elaborazione ottocentesca del precedente movimento illuminista, ha condotto l’umanità verso un globale materialismo che ha posto sull’altare una nuova divinità: l’Economia. Sotto i riflettori di questa novella “Ipostasi divina”, i valori spirituali cedono il passo a tutti quegli aspetti della vita che puzzano di zolfo. Il successo individuale, l’affermazione personale, l’accumulo delle ricchezze e la ricerca capillare di ogni tipo di esaltazione dei sensi, prendono il posto degli antichi valori morali. La filosofia etica viene relegata ad inutile speculazione intellettuale, le varie religioni con i loro articolati sistemi dogmatici creano più fratture che unioni tra i popoli; le nazioni in eterno conflitto tra loro giocano con la politica seguendo le regole imposte dall’economia: ogni valore diventa oggetto di scambio o fonte di affermazione. Il materialismo sta cercando di far passare il messaggio che tutta la realtà sia esclusivamente materiale, che l’uomo sia una macchina e che tra qualche tempo saremo dominati da apparecchiature computerizzate… che agiranno per il nostro bene imponendo la loro volontà. Eppure qualcosa sta cambiando. L’idea che una forma di Coscienza possa essere connessa alla nostra fisicità, o meglio che la Coscienza sia intimamente collegata alla Materia e che probabilmente possa esserne la sua forma immateriale è alle porte e molto presto ne sentiremo parlare…
Desidero ricordare al Lettore che in questi anni si sta formando la consapevolezza di una nuova interpretazione della Realtà. Tale proposta riguarda due concetti tanto discussi quanto ignorati a livello di disquisizioni scientifiche: la coscienza e il libero arbitrio. Mi riferisco ai Lavori e agli approfondimenti del fisico e inventore italiano Federico Faggin. Abbiamo già proposto alcuni articoli che ne descrivono la figura per sommi capi. Faggin, in seguito ad una intima esperienza metafisica, ha dedicato la seconda parte della propria vita ad approfondire gli aspetti più profondi dell’esistenza, cercando di trovare un vero senso a tutto ciò che ci circonda, integrando la logica della vecchia Scienza, figlia di un Illuminismo trasformatosi in concreto Materialismo, con le speculazioni di matrice mistica e filosofica delle dottrine ermetiche o esoteriche, figlie di antiche e moderne tradizioni. Il progetto di Faggin è straordinariamente ambizioso. Per fare un paragone potremmo affermare che i risultati del lavoro più conosciuto di Albert Einstein, scienziato che si propose con la notissima formula E=mc², misero in relazione l’energia con la massa dimostrando una completa corrispondenza biunivoca: l’energia si poteva descrivere come massa e viceversa. Seguirono studi di natura astrofisica che dimostrarono dettagliatamente che tutto l’universo possiede una quantità di energia-massa pari a zero. Questa sconcertante conclusione venne accettata dai fisici poiché venne dimostrato che la somma di tutta l’energia, della massa, dell’energia oscura e della massa oscura, presenti nell’universo, possedeva un gigantesco valore positivo. Tuttavia la Forza gravitazionale di ogni corpo celeste, galassie, stelle e pianeti che interagiscono tra loro anche ad enormi distanze, possiede un immenso valore negativo che, sommato al precedente, ha come risultato algebrico zero! In una intervista al Prof. Guido Tonelli, uno dei fisici al quale va il merito della scoperta del Bosone di Higgs, pubblicata su Famiglia Cristiana, a cura di Paolo Perazzolo, vengono affrontati i più sconcertanti aspetti della Fisica quantistica: Paolo Perazzolo: Professore, perché le scoperte del bosone di Higgs e delle onde gravitazionali sono così importanti? Guido Tonelli: «Chiudono un percorso iniziato decine di anni fa e avvengono l’una nel mondo dell’infinitamente piccolo, quello delle particelle elementari, e l’altra all’estremità opposta, dove si sta cercando di capire come funziona l’universo nel suo complesso. Prendiamo il bosone di Higgs: questa particella non è una delle tante, ha un ruolo speciale nel differenziare la massa. Fin dall’origine era presente tutta la materia che conosciamo, ma in una forma caotica, una nuvola di particelle senza massa che non si aggregavano, se non fosse intervenuto il bosone di Higgs che raffreddandosi ha occupato l’universo intero, differenziando le particelle: questa differenziazione decide tutto, perché permette ad alcuni quark di formare protoni stabili e “assegna” all’elettrone una massa sufficiente a formare il primo atomo di idrogeno.
In quel momento la materia ha preso la direzione dell’aggregazione, da cui nasceranno le stelle, i pianeti… fino a noi. All’altro estremo stanno le onde gravitazionali, previste da Einstein. Lo spazio-tempo fluttua emettendo un segnale talmente debole che si è pensato che mai avremmo potuto captarlo. Per la prima volta è stato registrato un segnale prodotto da una collisione fra buchi neri avvenuta un miliardo e 400 milioni di anni fa. Queste due scoperte possono diventare strumenti di scoperte ulteriori, che ci condurranno in mondi sconosciuti». P.P. Per la prima volta nella storia l’uomo si è affacciato sulle origini dell’universo: che cosa sappiamo? G.T. «Abbiamo visto con grande sorpresa che l’energia totale dell’universo è zero. Se mettete insieme tutte le galassie, la materia oscura, le radiazioni… e considerate che l’energia di attrazione gravitazionale è negativa, il risultato è un equilibrio perfetto. L’ipotesi è che l’universo sia nato da una fluttuazione del vuoto. Sappiamo che cosa è successo dal momento in cui il bosone di Higgs si è installato fino a oggi, ma non sappiamo che cosa è successo nel brevissimo istante precedente». Quindi durante quella frazione di tempo infinitamente piccola, risalente a circa 13,8 miliardi di anni fa, vi era il Vuoto, ovvero i valori totali di energia, massa ed energia negativa di natura gravitazionale avevano valore zero. Un vuoto sicuramente instabile e forse imbarazzante, finché il bosone di Higgs, la cosiddetta Particella di Dio, si attivò per fornire di massa le altre particelle. Stiamo parlando di un momento cruciale della vita dell’universo, ovvero 10 -³ secondi dopo il Big Bang. In questo istante intervenne una nuova struttura quantistica, l’Inflatone, che avrebbe fatto espandere l'universo da dimensioni miliardi di volte più piccole di un protone fino a quelle paragonabili a un pallone da calcio. Nel Modello standard il bosone di Higgs conferisce la massa alle particelle elementari tramite il fenomeno della rottura spontanea di simmetria, in altre parole, come si è detto, il Bosone di Higgs assegna la massa alle particelle che formeranno la cosiddetta Materia. Alcuni fisici hanno anche ipotizzato che l'inflatone possa identificarsi con il bosone di Higgs.
Dobbiamo immaginare con molta fantasia che in quel fatidico momento, lontano dal nostro presente 13,8 miliardi di anni, avvennero fatti straordinari poiché le condizioni fisiche erano assolutamente differenti da quelle attuali. Diventa quasi impossibile penetrare con la mente in quell’ universo così diverso da quello attuale, nel quale fluttuavano particelle di materia appena formata che scomparivano annichilandosi con forme di antimateria. Materia e antimateria erano quindi presenti agli albori dell’universo in quantità molto simili ma per quale motivo alla fine prevalse la materia? Per delle ragioni non ancora del tutto chiarite, secondo l’ipotesi che Bruno Pontecorvo propose negli anni ’50, grazie ad un fenomeno che lo scienziato definì “oscillazione”: i neutrini si formarono con gli antineutrini, ma questi ultimi si trasformarono da una tipologia all’altra. Fu probabilmente l’aumento del rapporto tra neutrini ed antineutrini a determinare il fatto che oggi ci fa constatare che nell’universo esista solo una quantità esigua di antimateria. Tornando all’ipotesi di Faggin, lo scienziato italiano non contento di questa spiegazione molto materialistica, che nonostante l’appellativo dato al bosone di Higgs di divino possiede veramente poco, propone una coraggiosissima ipotesi che inserisce due variabili inattese: la Coscienza ed il Libero Arbitrio. Dobbiamo premettere che Faggin approfondì gli aspetti più delicati dell’Intelligenza Artificiale, giungendo alla conclusione che sia impossibile immaginare un robot o un computer che possa competere con l’intelligenza creativa dell’uomo. Le macchine sono programmate dagli uomini ma non possiedono la capacità di decidere autonomamente o di “immaginare creativamente” provando emozioni. Questo punto risulta essere fondamentale poiché non dobbiamo confondere le sensazioni e le emozioni con le reazioni meccaniche dovute ad una mente artificiale, sempre programmate e definite da chi inserisce i dati. Faggin propone l’esempio di una rosa e del suo profumo. C’è molta differenza tra creare un analizzatore di molecole che faccia riconoscere al computer il profumo di una rosa e percepire intimamente la sua naturale fragranza. Usando le medesime parole di Federico Faggin, tratte dal suo ultimo libro “Irriducibile”, Mondadori 2022: “Una volta che abbiamo accettato che la coscienza e il libero arbitrio esistono come proprietà fondamentali della natura, la nostra visione del mondo cambia irreversibilmente e si arricchisce immensamente.” A questa considerazione Faggin aggiunge una sintesi finale del proprio pensiero, spiegando come si sia tentato inutilmente di spiegare la coscienza come una proprietà emergente della materia, mentre giunge alla conclusione che sia la materia ad essere una proprietà emergente della coscienza. Se risulta impossibile immaginare una macchina con la coscienza dobbiamo allora domandarci da dove provenga questa proprietà. Faggin sostiene che nulla nasca dal nulla e quindi se la coscienza si manifesta in tutti gli esseri, da quelli monocellulari fino all’uomo, può solo significare che la coscienza fosse presente già al momento del Big Bang. Riprendendo il discorso relativo alle differenze tra intelligenza artificiale e naturale Faggin chiarisce: “esiste un divario incolmabile tra intelligenza artificiale e quella umana, che è caratterizzata dalla comprensione: una proprietà della coscienza spesso sottovalutata e inaccessibile al computer…”
Inoltre: “Mentre i computer e i robot sono macchine classiche, gli organismi viventi non lo sono, poiché elaborano l’informazione usando tutti i fenomeni disponibili nel mondo fisico: quantistici, classici, discreti e continui.” Nella Fisica Classica vige il principio deterministico che vorrebbe indurci a pensare che conoscendo ogni possibile variabile di un sistema sia possibile predire le variazioni future con chirurgica precisione. Mentre nella Fisica Quantistica, con la definizione da parte di Heinsenberg del Principio di Indeterminazione: “il prezioso determinismo della Fisica Classica fu falsato proprio nel punto più critico, perché la natura delle particelle elementari che determinano tutto il resto si è rivelata indeterminabile… Esiste quindi un divario irriducibile tra l’evoluzione quantistica del sistema e la sua misurazione” (F. Faggin). Inserendo la coscienza e il libero arbitrio tra le cause che hanno partecipato fin dall’inizio alla costruzione dell’universo, Faggin descrive queste “nuove” proprietà: “semi all’interno di un Tutto olistico che contiene anche le proprietà fondamentali che permettono l’evoluzione dell’universo inanimato…. …Secondo tale modello, gli organismi viventi sono fenomeni sia quantistici che classici, mentre la coscienza e il libero arbitrio sono fenomeni puramente quantistici: ragion per cui il computer classico non potrà mai essere cosciente”. Faggin accenna anche al problema della morte, dichiarando che quest’ultima riguarda solo il corpo fisico e non la nostra essenza quantistica. Faggin non parla di anima o di spirito, ma utilizza il termine “Seity” con il seguente significato: “Noi, esseri umani, siamo seity che abitano temporaneamente i nostri corpi. Siamo esseri eterni, coscienti, non corpi deperibili. E siamo qui per apprendere aspetti cruciali di noi stessi interagendo gli uni con gli altri nell’universo fisico che abbiamo creato proprio per questo scopo….. ….La vita esiste per dar modo alle Seity di fare nuove esperienze tramite organismi viventi che, in questa visione, sono creazioni delle Seity che coevolvono di pari passo con la loro conoscenza di sé”. Mi sembra evidente che un tipo di affermazioni come quelle sopra riportate possa creare dei veri scossoni emotivi, soprattutto in coloro che rabbrividiscono al solo pensiero che si possa uscire dai limiti di una visione illuministico-materialista. Probabilmente molti di noi non hanno confidenza con le alternative di possibili dimensioni metafisiche e preferiscono trovare conforto nelle più algide visioni che la scienza positivista è abituata a proporre. Eppure tutti, ma proprio tutti, dovranno confrontarsi con tali Dimensioni e iniziare a comprendere che il Determinismo non soddisfa le esigenze del profondo, esigenze che proprio per il fatto che esistono significa che vadano accolte e analizzate.
Forse è giunto il momento storico tanto atteso per iniziare a parlare di anima, spirito e anche seity, senza nasconderci dietro alla paura del ridicolo e senza guardare con sufficienza chi coraggiosamente vuol fare chiarezza inserendo nella propria analisi aspetti della realtà che sembrano sfuggire agli attuali paradigmi della Fisica Classica. La visione del mondo proposta da Faggin dona alle emozioni, all’immaginazione e alla creatività una funzione determinante, affidando a queste categorie un nuovo ruolo che veste l’abito del protagonista. I paradigmi della Fisica classica ci inducono ad affermare che l’universo non nasca dal nulla, ma dal vuoto, da un vuoto caotico e simmetrico che grazie a innumerevoli scontri tra particelle e grazie alla partecipazione di Campi scalari, prima prende forma materiale, quindi si organizza “casualmente”, fino a creare galassie, buchi neri, stelle a neutroni, pianeti… Oppure capolavori di architettura naturale come barriere coralline, protozoi radiolari, foreste pluviali, per poi giungere, sempre “casualmente”, a donare all’uomo la capacità di realizzare opere d’arte come sinfonie, cattedrali, poemi… Nel nuovo paradigma proposto da Faggin, in accordo con la visione della Fisica quantistica, oltre al termine “casuale” viene aggiunto quello di “causale”, ovvero di azione volontaria determinata dal libero arbitrio e dalla coscienza delle “unità di consapevolezza”, le Seity. Senza nulla togliere alla visione della Fisica classica, che si esprime perfettamente nel macrocosmo, vengono aggiunte delle “qualità” non solo umane che, fin dall’inizio del tempo, quindi da 13,8 miliardi di anni, hanno partecipato coscientemente alla creazione dell’universo. Tali qualità sono gli aspetti più controversi e discussi che appartengono agli ambiti della Fisica quantistica, e che operano ancora oggi nel microcosmo o nei giganteschi acceleratori di particelle. Questa nuova visione dona un’autentica dignità a tutti quegli aspetti della vita che non sono presenti nelle concezioni puramente materialistiche. Sono sicuro di aver solamente accennato a una piccola parte dei contenuti del libro di Federico Faggin, “Irriducibile” e invito i Lettori ad approfondire un tema così nuovo, originale e seducente. Tratto da Civico20news www.civico20news.it Per gentile concessione dell’Autore Giancarlo Guerreri è biologo, scrittore e autore teatrale. Tra i suoi libri: “La maledizione di Dante”, edizioni Bonfirraro 2021. Ha partecipato come attore alla realizzazione del Film di Louis Nero “Il Mistero di Dante”. Collabora regolarmente come Redattore con la Rivista on-line Civico20news. È Direttore Editoriale della rivista Delta. |