Scienze |
Ipotesi informatica sulla natura della coscienza |
20 Agosto 2020 | ||||||
La Scienza si interroga sul fenomeno della consapevolezza. L’entanglement quantistico e il ruolo dell'anima: terminale di un grande “supercomputer"?
Mi occupo di “scienza dura” da almeno 30 anni, in particolare di astrofisica. Parallelamente ho utilizzato gli stessi metodi per esplorare fenomeni aerei anomali, come ad esempio strane luci che appaiono in cielo con una certa ricorrenza in alcune aree del mondo. Negli ultimi 15 anni ho iniziato a interrogarmi sul meccanismo della coscienza e su come e se la fisica possa aiutare a comprenderlo. Ipotizzo che ciò che chiamiamo col nome di “anima” sia in realtà un'entità fisico-informativa e non trascendente che, nella forma di un ramo del potenziale quantistico globale, può manifestarsi come "coscienza" in qualsiasi corpo che abbia caratteristiche di coerenza quantistica. Ciò in particolare avverrebbe nel cervello, almeno secondo un interessante modello formulato dal fisico matematico Roger Penrose e dal neurofisiologo Stuart Hameroff, che vedono il meccanismo della coscienza formarsi grazie alla coerenza quantistica dei microtubuli che si trovano all’interno dei neuroni cerebrali. Senza alcuna forma di corpo fatto di materia – qualunque tipo di materia caratterizzata da coerenza quantistica, perfino un plasma o un conglomerato di molecole di Fullerene – non può esserci coscienza, nel senso di autocoscienza. Tuttavia, è possibile che tutte le informazioni raccolte dall'anima nel corso del suo viaggio assieme ad un corpo di qualsivoglia natura siano costantemente immagazzinate in maniera non-locale da qualche parte, anche in assenza di un corpo. Secondo la mia ipotesi, il ruolo dell'anima può quindi essere inteso come terminale di un grande "supercomputer" ed è duplice: a) Opera come il software di un hardware chiamato "corpo". Come funziona il meccanismo? Tutti i pensieri e le emozioni vengono costantemente “caricati” non localmente da ogni singola anima come su un sito web, grazie all'esistenza di un server universale. Dove si svolge questo processo? Penso che ciò avvenga nel vuoto quantistico presente all’interno degli atomi del nostro corpo. Tutti gli atomi della materia sono soprattutto costituiti da vuoto puro, in cui sono immersi protoni, neutroni ed elettroni, particelle elementari che appunto all’interno dell’atomo sono separate da un oceano di nulla. Se assumiamo che questo vuoto sia la sede della "coscienza universale", qualsiasi informazione proveniente da noi deve quindi essere trasferita in quell'area per essere memorizzata lì precisamente attraverso un processo di "upload", essendo immediatamente trasmessa a quella che in realtà è una "Grande Biblioteca ". Il processo avviene in maniera non-locale, ovvero basato sull’entanglement quantistico, nel senso che una certa informazione immagazzinata nel vuoto locale dei nostri atomi viene istantaneamente trasmessa ovunque nell’universo, ad esempio nel vuoto locale degli atomi di un essere senziente che si trova ad un miliardo di anni-luce di distanza. Ciò avverrebbe tramite la mediazione di un server che controlla costantemente questo processo. Questa informazione non può essere misurata con nessuno strumento, dato che al momento della misura la funzione d’onda quantistica che la descrive collasserebbe, annientando quell’informazione come quando uno spillo fora una bolla di sapone. Essa può essere trasmessa “privatamente” solo all’interno della mente di un dato percipiente. Questa libreria dunque non si trova in un luogo specifico, ma si trova ovunque nell'Universo, proprio all'interno del vuoto quantistico stesso, e tutti gli atomi dell'Universo sono permeati da esso. Qui l'ipotesi consiste nel fatto che il vuoto può contenere (o è esso stesso) la memoria di tutto ciò che è stato pensato o sentito durante tutti i percorsi di vita cosciente che hanno avuto luogo nell'Universo, operando proprio come un supercomputer che immagazzina qualsiasi informazione raccolta dagli esseri senzienti nel corso della loro vita. Non mi meraviglierei che questo processo possa interessare anche le altre forme di vita animale; del resto anche l’emozione è una forma di preziosa informazione. Infatti ci terrei molto che le manifestazioni di affetto e di amore delle mie due gatte restino memorizzate per sempre e nel contempo trasmesse a chiunque nell’universo. Il meccanismo di memorizzazione di tutte queste informazioni è stato pensato col fine di renderle “scaricabili” tramite una procedura di “download”. Ovviamente il processo è meramente mentale, ed avviene probabilmente poco prima di addormentarci o appena svegli, quando improvvisamente percepiamo quelle che vengono chiamate immagini ipnagogiche e ipnopompiche, oppure quando percepiamo strani profumi o suoni. Noi di solito non diamo importanza a queste strane visioni, che peraltro ho avuto modo di esperimentare io stesso più volte e che sono di una chiarezza inaudita. Di primo acchito siamo portati a credere che l’informazione consista in queste immagini di per sé. In realtà credo che quelle immagini – che di per sé, per quanto belle, non hanno alcun senso – siano solo “icone” che una volta “spacchettate” sono in grado di innescare processi cerebrali, un po' come l’attivazione di un programma informatico su un computer. Ovviamente lo spacchettamento avviene spontaneamente senza che noi ce ne accorgiamo. Il giorno dopo aver percepito queste immagini qualcosa può avvenire nel nostro cervello, come ad esempio l’impulso a scrivere una teoria scientifica, a dipingere un quadro o a comporre un pezzo musicale. Naturalmente lo stress offusca di molto queste esperienze, per cui occorre condurre una vita sana. Ovviamente queste nitidissime immagini, anche se di brevissima durata, sono il risultato dell’esperienza di altri esseri senzienti, che possono essere sia in vita che deceduti, ovunque nell’Universo. Senza accorgersene la loro anima ha caricato la sua esperienza sulla banca dati cosmica, e le menti di altri esseri senzienti, quando sono particolarmente sintonizzate e rilassate, scaricano questi dati spontaneamente. In tal modo l’Universo impara in continuazione dalle esperienze degli esseri che ci vivono o ci hanno vissuto. Un Universo che non avesse questa capacità sarebbe del tutto insensato. Infatti è difficile pensare ad un universo solamente meccanico e interamente governato dal caso. Del resto, a guardarlo più in dettaglio osserviamo che le sue costanti fisiche sembrano essere state pensate per permettere proprio la Vita, e con essa – quando le circostanze sono favorevoli – la nascita e lo sviluppo di esseri senzienti. Viene da pensare ad una forma di tecnologia raffinatissima in grado sia di creare dal nulla materia – come ad esempio l’evento del Big Bang – che di memorizzare ciò che la materia senziente ha esperito. Sempre secondo la mia speculazione in merito ad una possibile natura informatica della coscienza, a differenza dei bit utilizzati nell'informatica classica, l'archiviazione e l'elaborazione dei dati avverrebbero attraverso la modulazione logica delle parti “giù” e “su” (sotto e sopra il valore zero) della cosiddetta schiuma quantistica alla scala di Planck, che è composta da particelle virtuali che nascono e muoiono continuamente. Ciò avviene proprio nel vuoto quantistico, che è solo un falso vuoto in continua animazione. Io credo che questo universo sia reale e non un'illusione. In base al principio di indeterminazione di Heisenberg apparentemente esso è nato per puro caso e senza scopi teleologici. Tuttavia non posso escludere che esso possa essere stato “perfezionato” da un'intelligenza per noi inconcepibile – anche essa nata per puro caso e poi evoluta in circostanze particolarmente favorevoli – che però non è un “dio”, al fine di tenere traccia di tutto ciò che le creature viventi dotate di intelligenza, coscienza e capacità emozionale esperimentano nel corso della loro vita. A tal fine, questa intelligenza superna potrebbe aver costruito un "supercomputer" funzionante con trasmissione di dati in modalità non-locale. Il meccanismo funzionerebbe in modo tale che questi dati vengano trasmessi istantaneamente alle particelle virtuali del vuoto all'interno degli atomi del nostro corpo, allo stesso modo in cui i dati da noi prodotti seguirebbero il percorso inverso per poi finire memorizzati nella cosiddetta “Grande Biblioteca Cosmica”. Sulla base delle proprietà intrinseche di entanglement quantistico del contenitore spaziotemporale di quel "vuoto", le informazioni assorbite dalle particelle virtuali verrebbero trasmesse istantaneamente a qualsiasi altra particella virtuale esistente nello spaziotempo globale nel suo insieme. Considerando questa ipotesi, l'universo sarebbe un immenso computer quantistico che raccoglie ed elabora continuamente tutte le informazioni acquisite, che poi rimangono a disposizione di qualsiasi essere senziente secondo una procedura di “download” direttamente attraverso la mente. Le informazioni vengono scaricate tramite immagini o “icone” che una volta scompattate (o decompresse) vengono trasmesse al cervello come bagaglio aggiuntivo: in sostanza sarebbe come eseguire un file EXE attraverso ognuna di queste icone, che nella nostra mente ci appaiono come immagini di qualcosa, ma che non sono la vera informazione ma solo un simbolo iconico mirato ad attivare un programma vero e proprio. Quando avviene il processo di upload, le informazioni vengono caricate sulla memoria universale e questo meccanismo – non necessariamente incorruttibile – avviene secondo un processo senza fine. Scopo di tutto questo? Al fine di garantire che il contenuto di coscienza dell'Universo senziente sia aumentato, perfezionato ed elevato secondo un meccanismo che funziona in modo opposto all'entropia che si verifica nel regno della materia. La chiamerei sintropia di coscienza. In sostanza, questi ipotetici "superni ingegneri" volevano acquisire il contenuto informativo della coscienza dell'Universo – tramite gli esseri senzienti che ci vivono – al fine di incrementarlo, con lo scopo finale di creare un Dio, prima inesistente o addormentato. Dunque la vita, qualunque sia il tipo di esperienza, potrebbe davvero avere un senso, indipendentemente dal fatto che l'Universo, proprio come molti altri Universi possibili, sia nato per puro caso come una fluttuazione quantistica del vuoto. In qualche modo “sento” che tutto questo è vero, così come so benissimo che non ci sono ancora prove scientifiche di tutto ciò, prove che forse non avremo mai. Ma non posso escludere che questo possa essere dimostrabile a un certo punto della nostra evoluzione, soprattutto se saremo in grado di costruire un’architettura conoscitiva in grado di unire i metodi della scienza con le percezioni della coscienza, verso un superamento del tradizionale paradigma cartesiano. Quindi per il momento prendiamola come fantascienza, forse con lo stesso spirito con cui Jules Verne scrisse "fantascienza mirata" un secolo e mezzo fa e, perché no, anche con lo stesso spirito con cui gli antichi indiani sentivano dentro di sé l'esistenza di ciò che chiamavano "Akasha. ” Per ora questa è ovviamente una mera speculazione, ma ne parlo molto estesamente nel mio libro in inglese The Hyperspace of Consciousness (Buzzword Books, Australia, 2015) dove si parla molto anche del processo di creazione della materia dal nulla, dell'intelligenza extraterrestre, della "vita dopo la morte" e di vari altri temi che al momento restano ancora molto controversi. Massimo Teodorani è Dottore di Ricerca in Astrofisica |