Scienze

Nube radioattiva al rutenio: il mistero dell’origine dell’anomalia

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22 Novembre 2017
Nube radioattiva al rutenio: il mistero dell’origine dell’anomalia

L’Ispra: nell’aria non c’è più traccia del radionuclide, che non ha mai raggiunto livelli pericolosi. Però non è chiaro dove e cosa abbia generato l’alterazione nel sud degli Urali


«Non esiste alcun pericolo per la nube radioattiva che ha allarmato l’Europa nelle scorse settimane» dice Paolo Zeppa del Centro nazionale per la sicurezza nucleare e radioprotezione dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale). «Ora nell’aria non c’è alcuna traccia del radionuclide Rutenio 106 – aggiunge Zeppa – del quale era stata rilevata la presenza soprattutto tra l’ultima settimana di settembre e nella prima di ottobre».

Ma la vicenda resta misteriosa per la sua origine. Tutto partiva dal pomeriggio del 2 ottobre quando il laboratorio di radioattività ambientale di Milano segnalava alla rete di sorveglianza nazionale dell’Ispra la presenza anomala del radionuclide. «Già allora – precisa Zeppa – non rappresentava un pericolo e la sua presenza non era di rilevanza sanitaria da far scattare il piano nazionale per eventi nucleari e radiologici previsto in questi casi. Il suo livello era ben inferiore alla radioattività naturale esistente nell’ambiente e con la quale viviamo normalmente. Da allora le rilevazioni sono continuate in tutte le regioni italiane».

Ispra ha segnalato subito all’agenzia atomica Aiea di Vienna la rilevazione alla quale giungevano altre indicazioni analoghe da Austria, Francia, Germania e Inghilterra. La zona del rilascio è rimasta e rimane, però, ancora misteriosa. La valutazione fa risalire ad una zona intorno agli Urali ma con precisione e chi ne sia il responsabile ancora non si sa.

Il Rutenio 106 è un radionuclide artificiale prodotto dalla fissione nucleare ed è utilizzato anche nella terapia di alcuni tumori dell’occhio. Quindi la sua emissione può derivare da un incidente di varia natura compresa la generazione del prodotto a fini sanitari.

L’agenzia di Vienna ha chiesto alle varie nazioni informazioni circa i valori registrati e gli eventi che potevano essere accaduti ma nessuno ha fornito informazioni circa eventuali incidenti.


(Dal Corriere della Sera del 22 novembre 2017 – Per gentile concessione dell’Autore)


Giovanni Caprara, giornalista e scrittore, è responsabile della redazione scientifica del Corriere della Sera

 

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