Scienze |
Samantha Cristoforetti: un simbolo della scienza italiana |
15 Giugno 2015 | ||
Nei suoi quasi sette mesi in orbita si è occupata soprattutto di indagare il comportamento dell’organismo umano in assenza di gravità
Per Samantha Cristoforetti, astronauta italiana dell’Esa, alla sua prima esperienza spaziale, è stata un’avventura sia umana sia scientifica. Sulla Stazione spaziale è stata maestra per gli studenti delle scuole di mezzo mondo e comunicatrice delle sue impressioni per tutti coloro che la seguivano. Ma soprattutto è stata una scienziata e una cavia sottoponendosi a decine di esperimenti preparati da ricercatori di varie nazioni, nove dei quali nati in Italia con il coordinamento dell’agenzia spaziale Asi. Si è occupata soprattutto di indagare il comportamento dell’organismo umano sconvolto dall’assenza di gravità e conducendo nello stesso tempo esperimenti separati che indagavano ancora più in profondità tre delle grandi alterazioni fisiologiche subite in orbita: la perdita di calcio nelle ossa, la perdita di massa muscolare e un cambiamento nel sistema cardiovascolare. La conseguenza è una miriade di fattori che rendono vulnerabile il corpo umano soprattutto dopo il ritorno a terra quando deve riabituarsi alla forza di gravità. Ma le conoscenze che Samantha e i suoi compagni astronauti accumulano in queste condizioni spaziali estreme sono preziose perché le anomalie di cui soffrono lassù sono invece condizioni normali dell’invecchiamento sulla Terra. Trovando quindi il modo di arginare i problemi degli astronauti si conquistano possibilità di cura sulla Terra. E Samantha che ha vissuto un mese in più rispetto al programma iniziale ha accumulato dati ancora più preziosi. «La stazione è un grande laboratorio per la scienza», ribadisce Roberto Battiston, presidente dell’Asi. «Imparare a vivere al suo interno costituisce un primo passo per acquisire le cognizioni necessarie per volare domani verso un asteroide o verso Marte. Ma non solo. In orbita, oltre alla scienza per migliore la vita dell’uomo, si imparano tante cose utili anche alle tecnologie per perfezionare la produzione industriale. Samantha nella sua lunga missione è stata un simbolo, dimostrando quante cose si possono fare nello spazio guardando alla terrestre vita quotidiana». (Dal Corriere della Sera dell’11 giugno 2015 – Per gentile concessione dell’Autore)
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