Scienze di Madre Terra

I Cristalli per guardarsi dentro

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15 Febbraio 2013


Nelle culture dei Popoli naturali i cristalli sono una presenza predominante. I loro usi possono andare dalla terapeutica al simbolismo, dalla protezione dalle negatività alla divinazione per ricevere “segni” e indicazioni dagli Antenati. Ma vengono anche usati per compiere un viaggio all’interno di se stessi, al fine di conoscersi meglio e poter percepire il proprio vero io.

La visualizzazione interiore con i cristalli costituisce un aspetto dell’uso delle gemme e una interessante occasione per cercare dentro di noi le risposte ai nostri problemi.

Visualizzare se stessi, guardarsi dentro, scoprire chi siamo veramente: a tutti prima o poi capita di porsi questo problema. A molti capita di rimanere con mille interrogativi senza risposta.

È difficile conoscere se stessi al di là dei soliti ruoli che, spesso nostro malgrado, ci si trova a interpretare. Soprattutto è difficile affrontare seriamente la questione: di solito si hanno troppe cose più “urgenti” da fare, a cominciare dagli impellenti problemi quotidiani.

Conviviamo con una vasta serie di problemi, piccoli e grandi, di facile e difficile soluzione: spaziamo normalmente dai problemi spiccioli, quotidiani, ai problemi psicologici e a quelli metafisici. Si è abituati a convivere con i problemi e non ci si fa più caso, non si considera l’innaturalezza di questa situazione.

Addirittura si arriva a considerare “normale” vivere in modo disarmonico, e lo snodarsi della vita quotidiana non aiuta certo nella soluzione dei mille problemi che si affacciano. Lo stress e la continua corsa caotica dietro le cose da fare non sono una condizione favorevole per iniziare a mettere ordine nella propria vita. E così ci troviamo a barcamenarci tra input diversi, molte volte in contrasto fra di loro, tra molteplici sollecitazioni che richiedono di adeguarci al ruolo del momento (di madre, di figlio, di marito, di fidanzata, ecc.), bersagliati da richieste espresse e non. In questa situazione è inevitabile che si creino dei conflitti interiori, con malesseri non ben identificati, ma avvertiti come una generica violenza che l’esistenza sembra infliggerci.

Ma le cause di malessere non provengono solo da sollecitazioni esterne: dobbiamo fare i conti anche con le pulsioni interiori, una produzione propria che fa venire a galla messaggi tutt’altro che chiari ma indubbiamente fastidiosi, soprattutto quando sono in netto contrasto fra di loro. Sentimenti opposti che contraddicono scelte fatte, reazioni inaspettate verso situazioni apparentemente conosciute, improvvisi sensi di fastidio verso una persona amata… contraddizioni che sembrano rivelare un altro noi stessi, un perfetto sconosciuto che si nasconde dentro di noi e che ci rende insicuri nella gestione della nostra persona.

Ed ecco che sembra scontato subire varie patologie, quali timidezza, senso di inadeguatezza e di estraneità, disagio, confusione mentale, ritenendole oltre tutto, dato il gran numero di persone che ne sono affette, la normalità. È noto che i problemi psicologici non si fermano al coinvolgimento mentale, ma il più delle volte investono anche il piano fisico provocando, nella somatizzazione, una fastidiosa serie di disturbi psicosomatici.


Ma l’individuo non ha a che fare solo con problematiche quotidiane e psicologiche. Si trova di fronte ad altri problemi di ben più vasta portata, quali gli interrogativi metafisici, il senso da dare alla propria vita, il problema della morte (chi non ci ha mai pensato?). E tuttavia questi ultimi sono continuamente rimandati a tempi migliori: si pensa sempre di avere qualcosa di più impellente a cui dedicarsi, oppure si riservano le proprie ansie esistenziali a quella sfera intima di se stessi, inavvicinabile a chiunque. O ancora, se ne fa una questione puramente intellettuale, completamente slegata dalla ricerca di una soluzione pragmatica al problema.

Questa situazione rende difficile se non impossibile avere un rapporto armonico con noi stessi, perché in realtà non sappiamo chi siamo.

In definitiva, chi c’è dietro tutti i nostri Io fittizi o parziali? Dietro i ruoli che ogni giorno ci troviamo a interpretare? Dov’è il nostro Io reale, quello vero, incontaminato?

Sono domande alle quali si dà per scontato che non si possa rispondere, semplicemente perché non si è aiutati ad affrontarle.

Non c’è nessuno che possa rispondere per noi ai nostri quesiti esistenziali, non la famiglia né il proprio partner, non certamente una religione o un’ideologia: nei momenti salienti della nostra vita in fondo siamo soli con noi stessi, soli nelle nostre scelte e nelle nostre difficoltà.

Ma come affrontare queste problematiche se non conosciamo le nostre reali esigenze e le nostre potenzialità?

È difficile rispondere, eppure dentro ognuno di noi c’è uno sconosciuto che in casi particolari rivela delle facoltà assolutamente inusuali. A tutti sarà capitato di trovare una inaspettata lucidità in momenti particolarmente difficili, o di avere un’intuizione che fa prendere d’istinto la decisione giusta, o di saper risolvere situazioni intricatissime con un’azione decisa. O anche di avere delle precognizioni che fanno prevedere con assoluta certezza una situazione futura non ipotizzabile.

Sono eventi rari, ma accadono.

Questo ci fa intuire delle potenzialità a noi sconosciute, almeno a livello cosciente. Ci lascia pensare che le risposte ai nostri problemi non sono molto lontane, anzi vicinissime: sono dentro di noi. Ma come fare per raggiungerle? Come poter far emergere quell’Io sconosciuto e segreto che si nasconde dietro le barriere della mente?

I cristalli non possono rispondere al posto nostro, poiché non possono sostituirsi a noi. Ma rappresentano un’occasione per iniziare ad affrontare il problema. Ci raggiungono da una dimensione per noi irraggiungibile, lontanissimi dal nostro tempo e dal nostro quotidiano, e fanno da tramite con una tradizione antica che parla di armonia e di conoscenza.

Tra le scienze di Madre Terra troviamo la visualizzazione interiore con i cristalli, un modo per affrontare quelle problematiche psicologiche e spirituali che derivano dalla non conoscenza di sé.

Consiste infatti in un metodo, patrimonio dell’antico sciamanesimo druidico, che permette di visualizzare il proprio sé reale per poter colloquiare con esso. Secondo i Nativi i cristalli possono potenziare la Visione, uno stato percettivo di coscienza che porta in contatto con la vera natura dell’esistenza.


La visualizzazione interiore con i cristalli può essere considerata, in ultima analisi, come una meditazione da sviluppare a più livelli di approfondimento.

Come primo obiettivo da raggiungere vi è la conquista della pace interiore quale presupposto indispensabile per poter iniziare un serio lavoro di introspezione. Del resto, non sarebbe possibile iniziare una ricerca sulla propria natura reale senza dedicarsi prima di tutto a costruire una condizione di armonia all’interno di se stessi. Questo presupposto coincide con l’esigenza della maggior parte degli individui, soprattutto di quanti si riconoscono nelle problematiche che abbiamo accennato qui sopra: chi vive nei problemi avrà prima di tutto esigenza di benessere.

Uscire dalle proprie ansie, trovare armonia dentro e fuori di sé, stare bene con se stessi e gli altri, conquistare una condizione psicofisica ottimale: questo è il primo obiettivo che ci possiamo porre quale essenziale punto di partenza per una ricerca interiore.

Ottenuta questa base di benessere, si può procedere con la visualizzazione interiore per ottenere consapevolezza e chiarezza esistenziale.

La visualizzazione interiore, a mezzo dei cristalli, risulta potenziata e “guidata”: la guida è rappresentata appunto dal cristallo, un catalizzatore “neutro” che non presenta il rischio di un’interferenza umanizzata e quindi personalizzata. Il cristallo, nella sua purezza, rappresenta un riferimento al di sopra delle parti e al di là della logica mentale che è alla base delle problematiche individuali.

Con i cristalli e la visualizzazione interiore si può cominciare ad avere un rapporto con se stessi non più basato su parametri accettati per ovvietà, ma su basi nuove e reali. Possiamo scoprire gli insegnamenti che abbiamo dentro di noi e che aspettano di darci preziose indicazioni sulla nostra vita. Possiamo scoprire finalmente chi c’è dietro quella coltre fumosa fatta di ansie, aspettative, problemi non risolti, identità non focalizzate.

E soprattutto possiamo scoprire la nostra creatività: al di là dei problemi c’è probabilmente un essere libero che ha voglia di giocare e scoprire la vita senza limiti e inibizioni, con tutte le sue legittime curiosità nei confronti dell’esistenza che lo circonda e con la sua giusta esigenza di essere felice.

Nel percorso della visualizzazione interiore, i cristalli si rivelano un prezioso strumento per entrare in contatto con il Vuoto, lo Shan dell’antico druidismo, la realtà vissuta al di là delle interpretazioni sensoriali e concettuali. Secondo i druidi, l’energia neutra del Vuoto, percepita attraverso il cristallo, si presenta come una terapeutica globale, in grado di curare qualsiasi tipo di disarmonia umana, ma è anche da considerarsi come un prezioso riferimento spirituale per chi cerca il senso da dare alla propria vita.

 

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