Scienze di Madre Terra |
I Cristalli, una porta sull’Invisibile |
23 Marzo 2015 | |||||||||
Le scienze “maledette” che indagano sull’ignoto
Madre Natura ci fornisce molti strumenti per indagare sulle realtà ancora sconosciute che ci circondano. Dalle proprietà delle rocce o dell’acqua all’uso dei colori, delle piante o delle stesse forze telluriche del pianeta, tutto ciò che ci circonda potrebbe fornirci preziosi elementi di studio se non fossimo ipotecati dai limiti dello scientismo che ha creato delle barriere invalicabili nella ricerca. Uno di questi strumenti è rappresentato dai poteri nascosti dei cristalli, un’antica scienza che ancora oggi i Popoli nativi usano correntemente per curare, per predire il futuro e soprattutto come guida nel loro percorso spirituale. Tuttavia è difficile indagare sull'uso dei poteri delle gemme attenendosi agli stretti parametri scientifici che ci fornisce la scienza ufficiale. Si è indagato sull'universo che ci circonda e sulla dimensione umana analizzando apparentemente tutti gli aspetti possibili, ma le dimensioni sconosciute sul rapporto tra l'uomo e l’universo sono ancora moltissime e inquietanti. La scienza del mondo maggioritario è ipotecata dal metodo del “rasoio di Occam”, un principio nato da Guglielmo di Occam, monaco vissuto nel '300. Occam affermava: "Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem", "le entità non vanno moltiplicate oltre il necessario". Il principio del rasoio di Occam sembra rispondere alla necessità di interpretare il principio naturale del pragmatismo come un atto immediato di partecipazione all'esistenza. Ma il principio venne poi strumentalizzato dalla Chiesa del tempo che interpretò il pensiero di Occam come un rasoio che tagliava via le cose non necessarie, cioè tutto ciò che non era in linea con il pensiero della Chiesa.
Su questo principio si è instaurato uno status quo e una gerarchia di potere che difende lo stesso status quo. Una gerarchia che stabilisce cosa sia utile o meno, ai fini della ricerca, e che rappresenta l’eredità moderna dell’aristotelismo conservatore. Oggi occamismo e pragmatismo si fondono in un solo concetto che viene usato tuttora nella ricerca scientifica ed è il cardine ideologico della scienza moderna. Questo principio è all’origine dei preconcetti e dei luoghi comuni che oggi stabiliscono una gerarchia di campi di ricerca, differenziandoli tra argomenti “seri” e argomenti “poco credibili”. Lo status quo ha creato dei confini precisi che inibiscono nell’indagine sulle dimensioni ancora sconosciute all’uomo, stigmatizzando i temi che non possono essere considerati degni di attenzione scientifica, come il potere dei cristalli. Ben diversa è la posizione della scienza dei Popoli naturali. Il loro massimo riferimento è la Natura, intesa nella sua dimensione globale e depositaria di un grande mistero, definita dallo sciamanesimo druidico con il termine Shan. Secondo la filosofia dei Nativi Europei, lo Shan è fonte di conoscenza da cui l’uomo può attingere e alla cui natura intrinseca può partecipare. Da questo assioma scaturisce una precisa ricerca pragmatica e senza dogmi nei confronti della Natura. È evidente che i Popoli naturali oggi non dispongono di sofisticati laboratori di ricerca e che le applicazioni della ricerca molto spesso sono accompagnate da elementi culturali che possono apparire sicuramente stravaganti o folkloristici, ma il principio rimane, ed è determinante. Così come accade per le concezioni dell’universo che sono prospettate dalla scienza, ritenute frutto di un grande lavoro di ricerca avanzata, allo stesso modo non possiamo considerare le interpretazioni dei Popoli naturali, risultato del loro riferimento alla Natura, come frutto di ignoranza e di superstizione. Possiamo invece considerarle una importante testimonianza del rapporto con la qualità più segreta della Natura.
Dal contatto con la Natura i Popoli naturali hanno sviluppato una ricerca unitaria che comprende anche tutti quei campi di ricerca non ancora perlustrati dalla scienza moderna. Materie come i poteri sconosciuti dell’uomo, la terapeutica naturale, l’influenza dei cristalli o dei colori, ci danno un'idea della vastità dei campi ancora da approfondire e sarebbe poco scientifico tentare di dimenticare che tali fenomeni esistono e talvolta si manifestano spontaneamente. Ma data la difficoltà di attuare una indagine con il supporto degli enti di ricerca, è impresa ardua ottenere risposte certe sul motivo per cui le gemme siano in grado di provocare particolari condizioni. Non possiamo tuttavia negare che questi fenomeni si verifichino e che forse potremmo gestirli secondo tecniche appropriate. Del resto, la nostra stessa dimensione umana è un fenomeno ancora tutto da perlustrare. Viviamo la nostra esistenza fluttuando tra gli stati percettivi di coscienza. La nostra esperienza di vita si modifica continuamente ed è un continuo percorso tra stati emozionali, stati razionali, intuizioni spirituali. Il semplice passaggio tra il sonno e la veglia ci dà l’idea di come la nostra percezione della realtà sia in continuo mutamento. Ogni sera ci prepariamo, con complicati rituali, vestiti con abbigliamenti appropriati, compiendo abluzioni e quant’altro, all’incontro con una dimensione completamente diversa dalla percezione ordinaria, ma ormai abbiamo accettato questo cambiamento di stato come una cosa del tutto naturale. Eppure non sappiamo dove esattamente andremo varcando quella soglia, chi incontreremo, se e quando torneremo alla realtà conosciuta. L'appuntamento notturno con la dimensione del sonno è ancora oggi un mistero sul quale si fanno molte ipotesi ma senza nessun dato certo. Ma gli stati percettivi di coscienza non si limitano al sonno e alla veglia: sono molteplici e si manifestano con sfumature molto diverse tra di loro, che ci danno svariate percezioni della realtà, in alcuni casi in conflitto tra di loro. Una forte emozione è in grado di alterare la percezione della realtà fino all'esaurirsi del processo emotivo in atto, al punto da condizionare le valutazioni razionali degli avvenimenti che si verificano durante tale processo. Esistono stati di coscienza più evoluti, in cui una particolare lucidità percettiva permette di affrontare dimensioni diverse da quella quotidiana. Sono stati di coscienza che a volte affiorano spontaneamente nel corso della vita, "tuffi" in altre dimensioni che ci fanno intuire un nostro potenziale che non sapevamo di possedere. Stati particolari a cui molte volte non si sa dare un significato, ma che permettono di intravvedere una realtà diversa, con orizzonti più ampi e senza confini precisi.
In molti casi, da quei momenti particolari scaturiscono intuizioni o felici ispirazioni artistiche: il mondo dell'arte e della letteratura è colmo di testimonianze di questo genere. Ma la cosa interessante è che il contatto con queste dimensioni sconosciute può essere attivato e gestito, togliendolo dalla casualità. La ricerca di comunicazione con le dimensioni oltre i confini del visibile accompagna l’uomo da sempre, e i mezzi usati sono molteplici. Nelle culture dei Popoli naturali esiste una ricca iconografia sui metodi di comunicazione con le realtà diverse da quella ordinaria: i riti sciamanici, le evocazioni, ma anche la danza e la musica rappresentano i mezzi più antichi per raggiungere stati di "trance" che consentono l'accesso in altre dimensioni. Gli sciamani nativi usano strumenti che aiutano a varcare la "soglia" sulla dimensione voluta. I mezzi di comunicazione sono vari: gli addobbi rituali, l'uso dei colori, il pendolino radioestesico, sono tutti "strumenti" usati allo scopo di facilitare il passaggio attraverso porte su altre dimensioni e le eventuali comunicazioni con le entità che le abitano. I cristalli, usati per comunicare con eventuali entità dell'aldilà e per trarre ispirazioni, possiedono tutte le caratteristiche per farne uno strumento ideale. Se consideriamo che determinati strumenti possono evidenziare facoltà latenti, come il pendolino radioestesico per le facoltà ESP, possiamo ipotizzare che le gemme, già di per sé "cariche" di loro proprietà intrinseche, a contatto con l'uomo esaltino le facoltà di quest'ultimo, e le due potenzialità si assommino.
La gemma è in fondo un pezzo dello stesso pianeta che ha generato l'uomo, e come tale è affratellata all'uomo stesso. Il fatto che si renda accessibile all'uomo solo dopo un processo complicato e della durata di milioni di anni, come quello della formazione delle rocce, la rende ancora più misteriosa ed affascinante. Se consideriamo poi che alcune di esse, ad esempio il diamante, hanno un'età addirittura di almeno tre miliardi di anni, come hanno dimostrato recenti studi compiuti all'Università di Parigi, non c'è da stupirsi che si possa rimanere affascinati e magari ammaliati da questi prodotti della natura che paragonati a noi sembrano avere il dono dell'immortalità e che paiono trasmetterci dei messaggi. Le gemme sembrano prendersi cura di noi, come dimostra l’uso dei cristalli per curarsi. La terapeutica con le pietre fa parte di quelle cure naturali che nel lontano passato erano accreditate tra le scienze ufficiali e che oggi si tende a riscoprire, anche se fra molto scetticismo. Metodi come la pranoterapia, la fitologia, la cromoterapia sono tutti basati su una terapeutica che usa sistemi naturali imperniati sulla cura dell’individuo inteso come entità unitaria, composta di corpo, mente e spirito. I risultati sono molto spesso inaspettati. Tra le medicine naturali più note in passato troviamo senza dubbio le pietre ad uso terapeutico: Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia fornisce notizie molto esaurienti sull'argomento e soprattutto lascia intendere quanto fosse diffuso tale metodo alcune migliaia di anni fa. Nello sciamanesimo druidico esiste un antico libro di sapienza, chiamato Hatmar (la ruota degli archetipi) nell’antica lingua Shannar, formato da 22 pietre. Le 22 pietre dell'Hatmar contengono un bagaglio filosofico che si esprime nella sua globalità prendendo in considerazione l'insieme delle 22 gemme ad esso riferite. Tuttavia ognuna delle 22 pietre contiene proprietà peculiari che possono essere usate separatamente o abbinate in maniera combinata. Un simbolismo analogo a quello dei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi o alle 22 Rune dell’alfabeto vichingo. Secondo gli insegnamenti dei Popoli naturali, dagli Apache agli aborigeni australiani, ogni pietra è depositaria di un insegnamento riferito all'archetipo che essa rappresenta, espressione di un messaggio filosofico che si apre ad un piano esistenziale globale. Ma oltre a questo, la gemma contiene proprietà intrinseche, applicabili a situazioni diverse, dalle problematiche psicologiche a quelle sociali, dai problemi sentimentali a quelli quotidiani, dalla ricerca dell’aspetto mistico fino alla cura delle malattie. Ogni pietra contiene preziose proprietà terapeutiche che opportunamente usate possono dare risultati sorprendenti. Gli antichi insegnano che da ogni pietra si può trarre ispirazione o guida per la gestione della propria vita. Nella loro globalità, le 22 pietre dell’Hatmar rappresentano un vero e proprio percorso spirituale costituito da precise tappe esperienziali. Se mai un giorno queste materie fossero nobilizzate liberandole dallo scetticismo in cui lo scientismo le ha relegate, magari potremmo migliorare la nostra qualità di vita con l’aiuto dei preziosi regali che Madre Terra ci dona. |