Sciamanesimo |
La Radiestesia per accedere alle segrete risorse interiori |
13 Novembre 2014 | ||||||||||||||||
L'uomo moderno, abituato a servirsi totalmente della cultura maggioritaria, finisce per ignorare il bagaglio di risorse umane che sono sempre presenti in qualsiasi occasione. La radiestesia può rappresentare un ausilio didattico per procedere alla loro riscoperta
Il potere dell'intuizione radiestesica Una leggenda dell'antico sciamanesimo druidico narra di Arda, l'esploratore che un giorno, all'alba della storia dell'uomo, si era trovato lontano dal suo accampamento in mezzo ad una torrida savana sotto il sole cocente. La sete lo aveva assalito tormentandolo. Invano aveva cercato un riparo qualsiasi per trovare sollievo sino al giungere della notte. Ad un certo punto si fermò per pensare al da farsi. Il suo istinto gli aveva fatto intuire che l'acqua non era lontana. Ma dove? Tutto intorno c'era erba bruciata dal sole. Arda non capiva. Il suo istinto non lo aveva mai tradito, ma dove cercare l'acqua se a vista d'occhio non si vedeva nulla? Non rimaneva che ritenere che dovesse trovarsi una polla sotterranea del prezioso liquido, ma in quella vastità riuscire a determinare quale fosse il punto dove poteva scavare era pura follia. Così, rimanendo pensieroso, cominciò a camminare lentamente in una direzione qualsiasi giocherellando con il suo bastone da viandante per meglio concentrare i suoi pensieri. Ed accadde l'incredibile. Arda stava tenendo tra i due palmi le estremità del lungo bastone, flettendolo dolcemente in uno sconsolato assaggio di forza, quando l'arco che si era formato scattò all'improvviso verso il basso. Stupito di quanto gli era successo, Arda si fermò perplesso. Che fosse stato Mat, il grande spirito celeste suo benevolo protettore, a mandargli un segno? Si inginocchiò di colpo e prese a scavare freneticamente con le mani. La prima terra umida comparve quasi subito. Aveva trovato l'acqua, era salvo. La leggenda ci tramanda il segno di una scoperta importante quasi quanto quella della ruota. L'uomo, migliaia di anni fa, aveva scoperto il sistema di imbrigliare, in una forma strumentale, un aspetto delle risorse personali dell’intima natura umana.
L'umano dell'antichità più remota aveva appreso in quel modo che poteva percepire la realtà che lo circondava, non solo attraverso i consueti cinque sensi, che in ogni caso lo limitavano alla percezione delle forme e di altre caratteristiche della materia sensibile. Quell'evento ricordato in maniera leggendaria aveva consentito di rendersi conto di possedere una ulteriore percezione che si manifestava attraverso una sorta di intuizione interiore ma che si rivelava solo con opportuni strumenti "eso-sensoriali". Un’esperienza che gli faceva percepire anche le cose che non vedeva o che non sentiva sul piano dell'ordinario. E non solo per quanto riguardava gli oggetti, ma anche per le situazioni che potevano verificarsi. Addirittura spingendosi a percepire quelle nel futuro inoltrato. Di qui a collegare che tali intuizioni avessero origine da se stesso il passo non fu certo breve. All'inizio venne concepita l’idea di dèi benevoli che suggerivano consigli a seconda della devozione dimostrata, ma in seguito, con il perfezionarsi della conoscenza della struttura dell'individuo ad opera dello sciamanesimo druidico, non si ebbe difficoltà alcuna a mettere in relazione al fenomeno percettivo di natura eso-sensoriale tutta una serie di processi più intimi del Profondo della psiche. Comparvero così vari oggetti di divinazione e di prospezione a scopo pratico e medico. Tra questi c'era ovviamente la verga rabdomantica della leggenda, poi quella della "forcella rabdomantica". Affiancati dal cosiddetto "pendolo radiestesico" che avrebbe poi aperto all’uso nelle pratiche divinatorie dei templi egizi e presso imperatori e medici dell’Impero romano sino a giungere ai salotti di fine millennio. Grazie all'uso del pendolo, il fenomeno della percezione intuitiva, ribattezzata in seguito con il nome di "sesto senso", poté diventare di uso più comune, costituendo più recentemente oggetto di varia sperimentazione presso molti ricercatori. Il segreto degli antichi iniziati La pratica radiestesica fa parte di una tradizione altamente iniziatica la cui conoscenza era considerata un segreto svelato agli individui dalle divinità primordiali affinché ne facessero un uso ragionato, sia per il benessere materiale che spirituale e che, come nel caso dell'Antico Egitto, costituisse una base di preziosa conoscenza della classe sacerdotale. La Bibbia ribadisce questo concetto di una elargizione di conoscenza divina con un ben preciso significato esoterico, nel racconto di Mosè che usava la sua prodigiosa verga di legno affinché trovasse prima il guado attraverso il Mar Rosso e poi scoprisse l'acqua nella zona del Sinai ad uso del suo popolo errante. Sempre la Bibbia porta a testimonianza della patente di antichità e del mistero iniziatico relativo al fenomeno rabdomantico una frase tratta dal libro del profeta Osea (VI,12): "Il mio popolo ha consultato il suo legno e la sua bacchetta divinatoria e ha fatto il pronostico del suo futuro".
Ammiano Marcellino, uno storico romano di età tardo-imperiale del IV secolo a.C., nel suo trattato "Rerum gestarum libri XXXI" descrive dal canto suo un metodo parallelo a quello biblico, usato anche dai sacerdoti dell'antica Roma imperiale per ottenere responsi a mezzo dell'interpretazione dei movimenti di un pendolo, che lui stesso definisce di uso arcaico ed ereditato per antiche vie di conoscenza. Nell'estremo oriente, gli architetti di quattro millenni di anni fa impiegavano verghe o pendoli per la prospezione dei terreni dove avrebbero dovuto sorgere dei palazzi o altre costruzioni al fine di assicurarsi dell'assenza di emissioni nocive nel sottosuolo determinate dal passaggio di fiumi sotterranei e da giacimenti minerali. Le stesse pratiche che anche gli edificatori degli allineamenti megalitici dei menhirs di Carnac, nella Bretagna meridionale, sembrerebbero avere seguito. Nel XVI secolo, in Germania, la pratica radiestesica trovò addirittura una intensa applicazione nelle ricerche minerarie compiute da operatori d'élite. Giorgio Agricola, uno scienziato e mineralogista tedesco del 1550, unanimemente riconosciuto come il padre della mineralogia, nel suo trattato di metallurgia "De re metallica" asserisce che l'esplorazione preventiva del terreno ad opera di un rabdomante si reputava assolutamente necessaria per l'apertura concreta di ogni nuova miniera. Infine, intorno all'inizio del 1800, la rabdomanzia giunse a sollecitare l'interesse dei salotti dell'illuminata borghesia francese, dove, tra eccitanti esperienze di tavolini spiritici danzanti e di archi voltaici che scaturivano da rudimentali pile, si fece strada in maniera più popolare e divulgativa per giungere rivalutata sotto una luce scientifica sino ai giorni nostri. In quei salotti si impose l'uso del pendolo, ovviamente molto più comodo da utilizzare tra le ristrette mura di una abitazione di quanto si potesse fare con una bacchetta forcuta rabdomantica che aveva bisogno di più spazio per poter essere resa operativa. Sempre in questa occasione, il nome dell’antica scienza mutò e dal termine di "rabdomanzia" si passò a quello di "radiestesia", che comportava il significato di "sensibilità alle emanazioni radianti" e fu con questo nuovo nome che riuscì ad interessare i cultori della parapsicologia giungendo sino al nuovo millennio. La ricerca eseguita in questi salotti portò a scoprire che l'impiego del pendolo consentiva lo stesso genere di ricerche effettuato con gli strumenti rabdomantici, ma estendendo con facilità il suo campo metodologico ad altri settori di ricerca, come per la diagnostica applicata direttamente sulle parti del corpo dei pazienti, oppure per la ricerca mineraria attuata sulle carte geografiche che sottraeva i radiestesisti alle faticose prospezioni sul terreno. Ancora oggi questa antica scienza rappresenta un valido supporto strumentale per ogni individuo che vuole supportarsi sull'utilizzo delle sue specifiche risorse personali. Ci sono dei limiti innegabili che la scienza alle volte non può valicare per aiutare l'uomo e questi alla fine non può contare che su se stesso. Ci sono malattie che non trovano ancora un rimedio in soluzioni ortodosse e che trovano magari soluzioni nell'intuito di non addetti ai lavori. Ci sono situazioni che sfuggono dai manuali di marketing che vengono tuttavia risolte dall'intuito dell'imprenditore. Ci sono infine casi in cui si è lontani dall'apporto strumentale della tecnologia e delle conoscenze scientifiche e nulla, se non l'istinto, può venire in soccorso all'uomo.
Ciascuno di noi, infatti, può trovarsi in un caso qualsiasi senza una bussola, senza un termometro, senza un orologio, senza un barometro, senza un medico che possa suggerire un farmaco, e senza qualunque altra cosa che la civiltà moderna possa offrire. Ma l'individuo del mondo maggioritario non può fidarsi empiricamente del suo istinto. Nella dimensione culturale del mondo maggioritario, ipotecata da ideologie e dalle varie religioni egli non è facilitato alla riscoperta delle facoltà interiori del suo Profondo tanto da fidarsi ciecamente delle sue intuizioni né tanto meno è capace di dare una corretta interpretazione alla pulsione intuitiva profonda del suo sesto senso che si mescola con altre pulsioni emotive o di matrice culturale. Viene allora in aiuto l'utilizzo di particolari tecniche strumentali basate sull’affinamento della percezione inconscia che sono in grado di rivelare in tutta la sua purezza il messaggio della pulsione intuitiva. Nel tempo, queste tecniche subliminali hanno preso numerose definizioni: rabdomanzia, psicoestesia, radiestesia, ecc. e si sono servite di numerosi strumenti complementari, dalla verga rabdomantica al pendolo radiestesico. Ancora oggi un certo numero di persone che non hanno capito la natura subliminale del fenomeno danno importanza allo strumento curando in maniera morbosa le sue caratteristiche di colore e di materiale che spesso non hanno nulla a che fare con le prestazioni operative. La fenomenologia del paranormale Esistono manifestazioni di fenomeni che sono inspiegabili alla luce delle leggi conosciute in natura, e di cui la Scienza stessa è incapace di scoprirne le cause determinanti, che vengono catalogati come "fenomeni paranormali" o attività "ESP", Extra sensory perception. Sono manifestazioni a volte spettacolari e negate dalla cultura scientista degli "skeptics" poiché giungono a rivoluzionare lo status quo culturale che difendono come loro certezza esistenziale. Ci riferiamo a fenomeni come la levitazione o le apparizioni di entità di defunti, oppure ancora altre manifestazioni non convenzionali come la premonizione e la telepatia. Per fare un semplice esempio di questa fenomenologia basti pensare a un classico esempio che a volte succede e che non appartiene alle leggi della probabilità, cioè sentire squillare il telefono e sapere in anticipo chi ci sta chiamando. Ai ricercatori che hanno affrontato con metodo questo campo di fenomeni "paranormali" una cosa è certa: cioè che questi fenomeni sono strettamente legati all'attività profonda della psiche umana. In questa prospettiva, ciascuno di noi può possedere facoltà operative a livello paranormale. Esse giacciono latenti nel nostro sistema psichico, pronte a manifestarsi sotto la spinta di idonee sollecitazioni, come la stimolazione dell'ambiente o l'azione ipnotica. Alcune di queste facoltà paranormali si sviluppano meglio solo in determinati individui, mentre altre di minor effetto spettacolare, ma non per questo di minor importanza, sono praticamente alla portata di una vastissima percentuale di persone.
La più comune, la più basilare potremmo suggerire, è quella che si identifica nella fenomenologia radiestesica, che non richiede alcuno sforzo biologico del sensitivo né la perdita delle sue energie vitali. E in proposito si può addirittura dire che la radiestesia è in grado di offrire una valida chiave per gettare un barlume di luce sulla fenomenologia paranormale attraverso la sperimentazione pratica, rivelando la presenza operante dell'Inconscio o Profondo, artefice di tutte le manifestazioni extrasensoriali della psiche sulla materia. La dimensione segreta dell'Inconscio La mente è una istanza complessa che si struttura in un sistema articolato di elementi interdipendenti tra di loro. Uno di questi è il cosiddetto "Immediato", una finestra aperta sul torrente di pulsioni che giunge dal Profondo. Abitualmente si vive il senso della propria esistenza attraverso questa istanza mentale. Questo, secondo la visione dell'antico sciamanesimo druidico, viene inteso come una sorta di ologramma tridimensionale che riproduce, secondo l'interpretazione genetica di specie, il mondo esterno come si trattasse di un diorama che consente di trovarsi calati nel mondo esterno alla sfera microcosmica individuale in una illusoria partecipazione diretta. Oggi si potrebbe dire che l'Immediato può rappresentare un vero e proprio schermo di un televisore che mostra una visione in 3D e consente una interazione con gli eventi che proietta. Uno schermo virtuale su cui rimaniamo incollati a guardare e ad interpretare tutte le sollecitazioni che si affacciano come l'aspetto e la qualità dell'esistenza vissuta. Sino raggiungere poco alla volta una forma di consapevolezza riferita a quanto è offerto dallo schermo dell'Immediato che tuttavia non corrisponde assolutamente alla realtà dell'esistenza vissuta dall'individuo. Basti pensare come una emozione suscitata da una degratificazione o un pasto mal digerito creino nel diorama olografico un senso di sofferenza esistenziale che muta paradossalmente con il mutare delle condizioni che si verificano ma che non ha nulla a che vedere con il senso reale della Natura, quello che gli antichi sciamani definivano il termine di Shan, il Vuoto imprendibile dai concetti mentali. In effetti questo Immediato non è altro una "finestra" che viene tenuta aperta dal cervello sul mondo dell'universo materiale esterno, che non possiamo vedere per quello che è realmente in quanto ipotecati dai filtri genetici cerebrali. Ne sono un esempio le differenti modalità di percezione rilevate nelle altre specie viventi, ciascuna con un suo peculiare ologramma interattivo con la struttura fisica dell'universo, da un gatto ad un essere umano.
L'immediato, nel paragone che si può fare con uno schermo televisivo, è soggetto ad un "tubo catodico" che porta a comparire le "immagini" costituite da una serie di dati. Secondo la conoscenza degli antichi sciamani questo tubo catodico è ravvisabile nell'attività del Profondo, o Annurat, l'Inconscio riscoperto poi dalla psicoanalisi, che alimenta l'Immediato di varie pulsioni che giungono dall'oscurità più segreta e irraggiungibile della matrice dell'universo. La struttura di questa istanza che agisce nel sistema mentale è complessa. In parte è costituita da una sorta di memoria genetica personale e in parte da una porta di accesso alla matrice più intima dell'universo, in uno stato, si potrebbe dire, di "entanglement" quantistico con il tutto. Nell'attività del Profondo si accalcano antichi ricordi di infanzia e altri di pochi giorni orsono, assieme a bagagli di archetipi di comportamento e di riconoscimento delle esperienze primordiali del genere umano. Il profondo è una sorta di "buco nero" della psiche. Qui dentro avvengono processi e percezioni inimmaginabili che portano dal mondo ordinario a frontiere sconosciute di esistenza. Ed è la sua attività a consentire l'esperienza che viene definita come "sesto senso". La sua attività dimostra che esiste l'equivalente di altri organi di senso da quelli ordinari che sono tesi alla percezione di un aspetto "diverso" della materia. Probabilmente in grado di percepire dimensioni ulteriori dell'architettura del cosmo, come quella di "vedere" il passato e il futuro allo stesso modo con cui si recepisce il presente. Organi di senso del genere erano probabilmente necessari quando la vita sviluppò i suoi primi passi sulla terra, in un mondo pieno di insidie di ogni genere e che proprio al loro funzionamento doveva la sopravvivenza delle creature primordiali. L'avvicinarsi di un pericolo mortale, costituito tanto da nemici di specie che da incendi e terremoti, dovevano essere percepiti prima che si verificassero poiché erano le situazioni determinanti per la sopravvivenza e che i soli sensi fisici non bastavano a rilevare. A quel tempo l'individuo era in grado di ascoltare e di vedere nelle radici opposte alla materia sensibile per identificare il pericolo e la sua natura e di prevederne l'azione. Era stato appena tratto dal biblico fango ed era ancora in grado di vedere ed operare attraverso di esso in quello che poi si sarebbe identificato come il Profondo. Oggi sembra che sia una qualità andata perduta da parte degli esseri umani della società maggioritaria, ma ancora viva presso la cultura dei Popoli naturali e le varie specie animali. Quando la vita del pianeta si stabilizzò e l'evoluzione donò all'individuo la neocorteccia del cerebro evoluto egli, poco alla volta, tese a utilizzare al fianco delle sue facoltà ESP anche strumenti intellettuali in grado di migliorare la qualità della propria vita. Nella società del mondo maggioritario, dominata dall'utilizzo della neocorteccia che dà sostanza alle ideologie che lo caratterizzano, le facoltà concesse dal Profondo sono state dimenticate e sostituite solo con il suo ruolo terapeutico adottato nella psicoanalisi per reprimere stati turbativi dell'individuo. Ma le facoltà ESP del profondo non sono affatto morte del tutto, anzi, sono ancora oggi più vive ed operanti che mai.
Anche nel nostro secolo, dominato dalle culture preconfezionate del mondo maggioritario, chi può negare di aver vissuto prima o poi una qualche esperienza paranormale: un sogno premonitore che ha portato ad una vincita al gioco del Lotto, una intuizione improvvisa di pericolo che ha salvato da un mortale incidente o un pensiero improvviso che ci avvisava della scomparsa della persona cara che in quel momento era lontana da noi? La radiestesia e le pulsioni subliminali dell'Inconscio La manifestazione più comune dei fenomeni ESP rimane sempre l'esplosione percettiva del sensitivo che, come un "fulmine a ciel sereno", si evidenzia imperiosamente in mezzo ad altre sensazioni o a vari pensieri. Nasce come una sottile impressione che rapidamente si trasforma in una vera e propria certezza, tanto che non si può fare a meno di considerare reale la percezione allo stesso modo che se fosse procurata a mezzo dei sensi fisici. Cosa accada di preciso in queste occasioni al sensitivo è difficile da spiegare in breve. Si può solamente affermare che una precisa informazione, tra le tante captate e trattenute nelle strutture di senso proprie del Profondo, è riuscita ad emergere nell'Immediato sino a porsi all'attenzione dell'Io consapevole. Il dato ESP si è affacciato nella dimensione olografica dell'Immediato proponendosi nell'evidenza della sua importanza ed è stato immediatamente recepito sul piano consapevole e valutativo della coscienza. Nel tentativo di determinare una prassi del paranormale, proprio l'Immediato assume una importanza notevole nella teorizzazione di una possibile psicologia dell'ESP. Esso rappresenta una vera e propria porta di transito a mezzo della quale il sensitivo, secondo un training di addestramento, può accedere alla percezione della natura dell'universo o addirittura, utilizzando le sue leggi particolari, giungere ad operare sulla materia del mondo fisico. La teorizzazione dell'esistenza dell'Immediato nel sistema mentale, ha consentito di stabilire una vera e propria prassi operativa del paranormale. Ne è un esempio quanto ci può rivelare la prassi di lavoro ESP che è resa possibile a mezzo della radiestesia. Questa antica arte del paranormale opera a mezzo dell'"annutai", il "pendolo" costituito da un qualunque grave di modesto peso tenuto in oscillazione tra le dita tramite un filo. A mezzo di questo banale strumento i suoi operatori sono in grado di svolgere funzioni nel campo del paranormale che hanno dell'incredibile, tanto che la radiestesia copre campi di applicazione diversi tra di loro, dalla medicina all'agricoltura, all'edilizia alla ricerca di persone scomparse ed oggetti smarriti. Chi lavora con il pendolo si rende pienamente conto di come opera il proprio Profondo e come egli possa attingervi in maniera talmente costante da farne una scienza in piena regola. L'operatore radiestesico, quando si trova di fronte alla necessità di avere un dato qualsiasi, fa né più né meno quello che facciamo tutti quando abbiamo bisogno di ricordarci un dato memorizzato nella nostra memoria. Egli formula, a voce o mentalmente, secondo una propria abitudine o convenzione mentale, la richiesta specifica del dato desiderato. Poi attende. Nell'attesa cerca di non autosuggestionarsi con la formulazione di una risposta. Si abbandona alla condizione interiore che in gergo viene definita come la "piccola trance".
A questo punto ecco che il dato giunge dal profondo per emergere nell'Immediato. Una pulsione tra le tante che emergono dalla mente, troppo debole per essere riconosciuta. Sarebbe necessario un grande allenamento oppure una necessità contingente fortissima, ma nel caso di una richiesta ESP senza troppa sollecitazione il dato atteso non emerge in modo tale da distaccarsi o farsi riconoscere in maniera particolare. Nel mondo della società maggioritaria si è troppo tempestati da pulsioni inutili e parassitarie, un insieme di dati dette "barsi" dagli antichi druidi, per cui l'operatore del paranormale ha bisogno del pendolo radiestesico per poter riconoscere il dato atteso come comunicato dal Profondo. Gli antichi sciamani del druidismo europeo avevano appreso il metodo di acquietare la mente dalle pulsioni parassite attraverso la tecnica del "Nah'barsi" ed erano in grado di riconoscere i messaggi del Profondo tra quelli non necessari, a tal punto che praticavano senza problemi anche l'esercizio della telepatia. La funzione rivelatrice del pendolo ha spiegazione nel fatto che ogni situazione vissuta nella rappresentazione olografica dell'Immediato, da una emozione momentanea al semplice fatto di volgere gli occhi in una qualsiasi direzione, corrisponde ad una contrazione involontaria e guidata dal Profondo che agisce in maniera subliminale sul sistema muscolare dell'individuo imprimendo nel caso del radiestesista uno specifico movimento del pendolo radiestico. Così come la vista del cibo produce una salivazione fisiologica, anche il dato richiesto che emerge dal Profondo crea una corrispondente contrazione della mano che trattiene il pendolo facendogli compiere una serie di specifici movimenti. Il pendolo si manifesta in questo modo come un prezioso strumento in grado di evidenziare con le sue specifiche oscillazioni e rotazioni l'azione delle contrazioni muscolari subliminali che accompagnano la percezione ESP dell'operatore. Per cui questi può decodificare i moti pendolari e tradurli in dati comprensibili ed utili alla sua indagine. Ma il pendolo non è comunque lo strumento finale della filiera strumentale della fenomenologia paranormale. Esso si rivela come uno strumento da utilizzare per i principianti del campo della percezione ESP, potremmo dire adatto per apprendisti stregoni, nella comprensione e nell'utilizzo dei fenomeni meno evidenti e non convenzionali dell'universo. Qualunque operatore radiestesico può confermare come ci si possa accorgere, dopo anni di seria professionalità ed assidua applicazione operativa, di poter fare a meno del pendolo per svolgere il proprio lavoro, utilizzando in sua vece una diretta sensibilità interiore che ha appreso a riconoscere proprio attraverso l'uso dello strumento radiestesico. |