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In ricordo di Giancarlo Barbadoro |
07 Agosto 2022 | ||||||||||||||||||||||||
Gli omaggi di chi lo ha conosciuto
Il 6 agosto 2019 Giancarlo Barbadoro lasciava questa terra. Sono già passati tre anni eppure il grande vuoto che ci ha lasciato non si è colmato e la sua assenza si fa sentire sempre più struggente. Tuttavia Giancarlo ci ha lasciato un’immensa eredità fatta di conoscenza, di libertà e di amore. Ci ha lasciato una medicina per risolvere i problemi che affliggono il mondo intero, una chiave per costruire un mondo migliore. Giancarlo ha dedicato la sua vita a difendere i deboli e tra questi, gli animali avevano un posto speciale nel suo cuore. Ha dedicato la sua vita anche a far sì che le tradizioni antiche non scomparissero, quelle tradizioni che esistono in tutti i continenti e che parlano di uguaglianza, di fratellanza, di armonia tra i popoli, compassionevoli verso gli esseri senzienti a qualsiasi specie essi appartengano. Vorrei ricordarlo con una delle sue poesie. Nel ricordo del mio nome
Manciate di anni manciate di secondi mi stanno separando dalla soglia del Mistero. Nulla sarà più detto nulla sarà possibile. Ma non c’è che curiosità verso cosa vado… Ho provato ad immaginare la mia morte Ho provato a immaginare verso che cosa andavo. Che cosa lasciavo. Mi sono visto lasciare alle mie spalle tutto quello che sembrava eterno. Le mie abitudini Il mio nome Il mondo dei miei ricordi Ho visto quelli che rimanevano a continuare indaffarati le loro cose di sempre nell’attesa della loro chiamata chiusi dentro ad un barattolo di esistenza.
Ma che cosa lascio? Un’isola perduta in un’esistenza che nessuno conosce Un ventre materno generatore di vita. Una caverna semibuia illuminata dal pallido bagliore di un sole lontano verso il quale andare… Giancarlo Barbadoro, 3 Ottobre 2003 Gli omaggi dall'Africa Giancarlo è il Silenzio di Samuel Brice Tjomb Intorno a me, osservo il silenzio Anche se mai veramente tranquillo In un mondo alimentato dalla violenza, Figlia delle nostre passioni e delle nostre illusioni E delle credenze autoproclamate, Quando la nostra barbarie semina la confusione. Ricordo le nostre conversazioni,
Quelle di due amici intimi lontani; Che si incontrano solo nell’immaginazione, Per il misterioso potere della meditazione. Chi di noi se ne è andato? Non so per quale destinazione. Nessuno può dirmelo. E questa sensazione che io interpreto male, Questa confusione di gioia e dolore Che fa oscillare il mio pensiero incerto, Come scriverlo e tradurlo, In modo che gli altri ci capiscano? Ho sicuramente amato in africano, un fratello dell'Occidente? ... No, ho visto l'umanità e l'ho accolta Nella sua semplice cortesia; E l'umanità in te mi ha risposto Con questo silenzio parlante che ti avvolge. Non perdiamo le nostre emozioni Non priviamoci dell’amicizia, È l'unico conforto, il nostro tesoro. Gli antichi dei, hai detto, sono morti. Sì, amico mio, avevi ragione, Lascia che te lo dica, caro Giancarlo. Stavamo cercando la nostra strada Nella vasta illusione dell’esistenza. Non stavamo combattendo per l'immortalità. Sorridiamo in silenzio, all'ignoranza Di coloro che opprimono l'amore. Samuel Brice Tjomb è poeta e rappresentante del Popolo Bassa del Camerun
Omaggio a Giancarlo A forza di stare a fianco degli altri immaginiamo che saranno sempre lì perché sono parte integrante della nostra vita ed è così naturale e immutabile, un po' come congelata nel marmo, che dimentichiamo lo spietato conto alla rovescia della vita che crudelmente ci ricorda che siamo mortali e come tali destinati a perdere uno ad uno i nostri cari che costituiscono l'essenza stessa della nostra esistenza. Questi esseri che sono le fondamenta stesse del nostro “tutto” non misurano l'importanza che hanno ai nostri occhi troppo spesso preoccupati di come siamo noi a gestire la nostra vita quotidiana che, bisogna ammetterlo, ci divora inesorabilmente. Quanti momenti preziosi, sprecati, travolti da cose non dette. Momenti persi per sempre, "grazie" dimenticati, "ti amo" non pronunciato per modestia. Progetti costantemente rimandati, convinti che avremo sempre tempo, che il futuro sarà a nostra disposizione eternamente. Queste vite sostitutive che ci sembrano primordiali ci nascondono i veri valori dell'esistenza e ci impediscono di amare intensamente i momenti preziosi che la vita ci offre. Tu eri uno di quei pilastri della nostra vita Giancarlo, raro, prezioso, generoso, discreto, indispensabile, sempre presente per noi e per il Santuario, tutto andava come un orologio, a noi non mancava nulla. Non ti ringrazieremo mai abbastanza per tutto quello che hai fatto per i nostri piccoli amici animali in difficoltà nella Repubblica Democratica del Congo, indistintamente, con la sola missione di “salvarli a tutti i costi”. Un valoroso soldato che ha conosciuto molte ferite senza mai lamentarsi delle battute d'arresto dell'esistenza, per quanto ingrata e ingiusta nei tuoi confronti. Non sei mai stato amareggiato o disilluso e hai sempre potuto ammirare la natura e gli animali che la compongono. Il tuo cuore era troppo grande e tu troppo modesto per permetterci di dirti quanto ti amavamo, quanto avevamo bisogno di te e quanto eri essenziale per il nostro equilibrio. Ora siamo tutti orfani, amputati e distrutti dalla tua partenza che ci fa precipitare nel più completo disordine. Gli anni passano, ma non ti dimenticheremo mai Giancarlo, ci riprenderemo gradualmente da questo terribile calvario continuando più che mai le nostre azioni a tutela degli animali come quello che hai sempre fatto e quello che ha costituito la tua vita. Paterne Huston Bushunju Resp. Rifugio Sauvons nos Animaux della Repubblica Democratica del Congo Omaggio dal Benin
Nonostante la tua assenza fisica, sento la tua presenza costante al mio fianco perché ogni volta che soffia il vento, so che ci sei. Caro fratello e amico Giancarlo Barbadoro, Ho scritto il tuo nome sulla sabbia, Ma l'onda l'ha cancellato. Ho inciso il tuo nome su un albero, Ma la corteccia è caduta. Ho scolpito il tuo nome nel marmo, Ma la pietra è rotta. Ho seppellito il tuo nome nel mio cuore, E il tempo lo ha conservato e lo manterrà per sempre. Con affetto, tuo fratello e amico Ange Hounkonnou Presidente Ecospirituality Foundation Benin
Dal Collegio dei Saggi del Centro Studi Giancarlo Barbadoro È facile, parlare bene di una persona che non c’è più, diventa un messaggio retorico, una convenzione. In realtà di Giancarlo Barbadoro si può – e si poteva quando era in vita – parlarne solo bene. Ho avuto modo di conoscerlo di persona solo negli ultimi anni della sua esistenza terrena: prima era un nome legato a un universo di ricerche, pubblicazioni ed eventi che mi capitava di incrociare. Poi, seguendo i disegni di un destino che ha già deciso per noi, ci siamo conosciuti di persona – la prima volta durante una trasmissione radiofonica che conduceva con l’instancabile Rosalba Nattero – la prima impressione era quella di una persona colma di interessi e di conoscenze, eclettico, geniale e senza dubbio affascinante, con quel suo physique du rôle che ricordava un druido e quel suo cognome che la sorte non casualmente gli aveva donato. Tutti elementi che ne facevano una persona “altra”, intendendo qui l’alterità come un valore aggiunto. Nel poco tempo che ho avuto il privilegio di condividere con lui, ho potuto apprezzarlo, avrei voluto dirgli di più, fare qualcosa insieme ma confesso che ne avevo un po’ soggezione. Era una di quelle persone che inconsciamente ritieni immortali, sembra che non debbano mai lasciarci: ma la vita ha i suoi comandamenti e non possiamo fare altro che accettarli. Certo che, parafrasando Marco Aurelio, se l’uomo non aspira all’immortalità ma alla pienezza della vita, allora Giancarlo quella pienezza è riuscito ad averla, fino in fondo. Ci ha lasciato tanto, ma ci ha lasciato anche un vuoto incolmabile e soprattutto tanti cose a cui pensare, che ne fissano il ricordo, indelebilmente. Ricordi che sono l’eredità più grande: un patrimonio che ci fa sentire meno soli. Oggi mi piace immaginarlo in una sorta di Walhalla, tra gli eroi e magari più vicino a qualcosa che potrebbe somigliare a una divinità, magari metà uomo e metà animale, vista la sua attiva difesa delle altre specie. In quel luogo sarà tutt’uno con la luce, sempre pronto a dire la sua e continuando, da lassù, a volerci bene. Massimo Centini - Scrittore e Antropologo
Giancarlo aveva la capacità di vedere l’essenziale nel particolare, l’insieme nell’unità. Questo tipo di ragionamento gli permetteva di raccontarci gli animali in modo profondo, portandoci a conoscere la loro entità più intima. L’approccio etico gli permetteva di avvicinarsi al rapporto con gli animali con una assoluta empatia, dimostrando una capacità altissima di comprendere il mondo animale accompagnato, non poteva che essere così, ad un profondissimo rispetto per la loro essenza. E proprio la visione etica lo ha portato a elaborare la necessità di una “rivoluzione” etica che ha riassunto nella definizione di ecospiritualità dove si accomuna l’approccio ecologico, di difesa della natura, allo spirito, alla riflessione etica e spirituale dell’individuo. La proposta ha un rilievo importante e lo avrà sempre più poiché si può quasi interpretare come una ribellione rispetto all’indirizzo intrapreso dalla società contemporanea. Comprendo che la parola ribellione può sembrare forzata però rispetto alla deriva della società attuale, alla trasformazione dei principi sociali e civili che sempre più si deformano rispetto al loro significato originale, mi sembra che la diffusione di un’idea che coniughi la difesa ambientale con la proposta di un risveglio spirituale degli individui abbia tutti i caratteri di una vera e propria rivoluzione che potrebbe cambiare, in meglio, le nostre società, al plurale poiché, secondo me, la deriva che stiamo vivendo non è solo italiana o europea ma mondiale. Con l’ecospiritualità si propone speranza perché è un obiettivo che diffonde la possibilità di un approccio diverso alla vita e più vicino ai veri bisogni e che serve a far comprendere quanto siano fallaci le deviazioni individualistiche ed egoiste sempre più diffuse nelle società attuali. Convintamente ci adopereremo per mantenere la memoria di Giancarlo Barbadoro per diffondere il suo insegnamento e quanto ci ha lasciato nella convinzione che oltre che un ricordo possa essere uno stimolo per conoscere e diffondere il suo pensiero e cercare di mantenerlo vivo. Enrico Moriconi, Medico Veterinario, ha rivestito il ruolo di Garante dei diritti degli animali della Regione Piemonte dal 2017 al 2022 Per leggere l’intero intervento di Enrico Moriconi: www.sos-gaia.org/news/1259-ricordo-di-giancarlo-barbadoro.html
Quando ho parlato per la prima volta con Giancarlo non lo ricordo. Ma invece ricordo benissimo, e sempre ricorderò, che diventammo amici. Amici ancora più veri perché ci dividevano anche cose importanti. Ma l'affetto, la stima, l'esserci scelti, hanno sempre superato ogni barriera. E io fui, per sempre, il suo “mangiacadaveri” preferito. Giancarlo aveva e avrà sempre un posto nel mio cuore. Non dimenticherò mai il groppo alla gola che mi prendeva quando, sostituendolo in scena, quando già era molto malato, leggevo le sue poesie ai concerti del LabGraal. Scrissi che era poeta, guerriero e sciamano. Nel suo libro postumo l'ho anche scoperto scienziato. Ciao Giancarlo. Per me le persone si dividono in due categorie: quelle che hanno avuto l'onore di conoscerti e le altre, che nella vita di sono perse qualcosa di veramente grande. Guido Barosio, direttore Torino Magazine
Ci tenevo ad esserci, non solo per il legame, che ormai è noto, che ho con Giancarlo ma con tutta questa famiglia, quella che io reputo comunque una famiglia allargata per intenti, per visioni, per auspici e anche per azioni concrete. Quest'anno ancora una volta di più ci mancherà Giancarlo, così come ci mancherà anche il prossimo anno e così come ci è mancato l’anno scorso. Ma questa volta a livello personale ho vissuto un anno abbastanza difficile e - quasi come una visione - ho avuto un momento di scollamento con l'inizio della guerra, pensando che si fanno due passetti avanti e poi se ne fanno mille indietro. E ho pensato che quello che mi ha aiutato un po’ a rimettere le cose al punto giusto per continuare, è riferirmi a figure come Giancarlo, che ritengo, in un futuro che forse noi non vedremo, fosse il prototipo dei prossimi governanti, se riusciamo a salvare questa terra, perché la selezione, si parla tanto di selezione di classe politica, classe dirigente, noi la facciamo su delle competenze che oggi come oggi hanno svelato la loro pochezza e quindi bisogna avere invece quella marcia in più, quella visione non a livello di marketing politico (ora sono tutti ambientalisti, tutti sono a contatto con la natura).
Io credo che nel lascito di persone come Giancarlo che avevano una visione più ampia e che non si sono fatte demolire dal sistema, il sistema economico, pur dovendoci vivere dentro come tutti noi, io penso che su questo lascito di saggezza e di conoscenza, di voglia di conoscenza applicata all'umanità e all'antispecismo sia l'unica chiave possibile se ci rimarrà del tempo. Antonello Micali, Direttore de Il Risveglio
Tutto qui a Dreamland, parla di lui. Nell’aria stessa si respira la sua visione di un mondo nuovo, ecospirituale, armonico. Il lavoro costante, accorato, accurato di un uomo solo, che ha saputo costruire un futuro per le generazioni a venire. Alcuni di noi hanno avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, e di portarne nel cuore il ricordo. Altri ancora – e ovviamente nel futuro saranno sempre di più – lo hanno conosciuto e lo conosceranno solo attraverso le sue opere. Immaginiamo una ghianda. E’ piccola eppure ha in sé il potere della quercia che un giorno sarà. Dall’unica ghianda crescerà un albero potente, con le radici che affondano nella terra e i rami che si protendono al cielo. Rifugio per gli animali e protezione. Un giorno ci saranno al mondo solo persone che lo conosceranno attraverso le sue opere. Ma è bello pensare a un grande bosco pieno di querce, tutte originarie da quell’unica caparbia ghianda. E sarà allora che, godendosi il fresco delle fronde e l’aria pura, le genti riconosceranno la ghianda. In un nuovo mondo ecospirituale, che sicuramente sarà, le generazioni future vedranno Giancarlo, e lo riconosceranno. AnnaMaria Bonavoglia, Scrittrice
Ero in vacanza quando una telefonata sorprese il mio animo e il mio cuore. Una telefonata che mi diceva che il mio caro amico Giancarlo Barbadoro si era eclissato verso altri mondi, sicuramente migliori dei nostri. Fu un brutto colpo, presi l’auto e senza pensarci tornai a Torino per dargli l’ultimo saluto. Difficile in poche righe dire cosa ha rappresentato per me la sua amicizia. A volte bastava che ci guardassimo senza alcun mormorio vocale per capirci al volo. Quello che era sorprendente era la sua capacità di leggerti prima che tu parlassi, senza contare la sua profondità dell'anima e il suo intimismo che faceva convolare nei testi e nelle poesie delle sue canzoni per il LabGraal. L'espressione più bella che mi viene sempre in mente e che rimarrà indelebile è il suo sorriso e l’espressione sempre serena dei suoi occhi. Poi c'erano i momenti in cui si rideva di gusto e lui amava scherzare con tutti. Ovviamente c'erano anche i nostri confronti su alcune tematiche sugli UFO e sulla politica italiana e internazionale e di solito riuscivamo, dopo un po' di discussioni sempre costruttive, ad avere una visione comune. Adesso sono in vacanza come in quel funesto tempo e posso solamente dirti ciao Giancarlo per tutto l' amore in amicizia che mi hai dato. Sarai sempre nel mio cuore come quel suono del tuo flauto quando faceva uscire quelle note magiche, quelle musicalità che riempivano la mente di chiunque le ascoltasse. Grazie dal tuo amico Gino. Gino Steiner Strippoli, Giornalista Dall’Equipe della Ecospirituality Foundation Tre anni fa, il 6 di agosto del 2019, Giancarlo Barbadoro ci ha lasciati. Fu un momento straziante per tutti noi, membri della Ecospirituality Foundation e di Sos Gaia. Giancarlo era stato, con Rosalba Nattero, il fondatore, l’ispiratore, il riferimento per la filosofia e per il lavoro della nostra Associazione. Era il maestro di vita che propose al mondo intero il termine “Ecospiritualità”, per indicare l’armonia con noi stessi e con la realtà che ci circonda, un’armonia che tanto amore e tanto bene ha portato e porta a tutte le forme di vita sul Pianeta, umane e non umane, tutte ugualmente figlie di Madre Terra. Era l’”Antico”, che trasmetteva l’ancestrale filosofia della Meditazione a chiunque volesse conoscere e migliorare sé stesso e il mondo. Non solo: Giancarlo fu un grande artista: musicista, scrittore, poeta. I suoi versi, raccolti nella preziosa opera postume “Aldilà della soglia”,toccano le corde più profonde e rimarranno sempre come un atto d’amore, un chiaro invito a seguire quel richiamo umano e trascendente che fa di ognuno un essere meraviglioso.
Giancarlo era l’amore della vita per la vita: ci lascia un immenso patrimonio di ricerche, di conoscenze, di insegnamenti. La sua voce ormai ha superato i confini delle terre d’Europa e viaggia per il mondo portando creatività e benessere. Le sue lotte di spirito libero, di sciamano, di guerriero su mille fronti ispirano e ispireranno sempre il nostro lavoro e la nostra vita, così come le opere e le vite di tutte le generazioni future. Il mondo è cambiato grazie a Giancarlo Barbadoro. Noi siamo cambiati. E sentiamo più viva e più forte che mai la sua presenza. Pur in un mondo che pare stia dando il peggio di sé proprio dopo il commiato di Giancarlo, il suo messaggio è forte e chiaro. Ti siamo e saremo sempre riconoscenti dal più profondo del cuore, Giancarlo Barbadoro, amico, fratello, maestro. A te, un grandissimo abbraccio da tutti noi. Elio Bellangero, Vice Presidente New Earth Circle
Nonostante si dica che il tempo cancelli i brutti ricordi, la tua partenza è stata, ed è ancora una lacerazione aperta, inguaribile. Ma mi hai lasciato dei doni talmente preziosi, che ogni giorno non solo colmano il grande vuoto nel mio cuore, ma mi danno la forza e la speranza di poter contribuire a cambiare questo mondo in meglio, attraverso la Pace, la Fratellanza, e l'Amore che grazie a te ho saputo esistessero. Roberto Garosci, Vice Presidente Ecospirituality Foundation
Ricordo. Era il 2, oppure il 3, agosto 2019. Eravamo, Giancarlo e io, seduti a chiacchierare all’ombra di grandi alberi. Chiacchieravamo, parlavamo di progetti, di questioni personali… parlavamo del più e del meno. Ad un tratto Giancarlo si interruppe, guardò intensamente un albero e mi disse “ quell’albero”. E lo disse sorridendo, di un sorriso che non scorderò mai, nel quale c’era felicità, stupore, gratitudine, curiosità, struggimento… senzienza. Il tempo si fermò… e fui trasportato in quel pezzo di Cielo. Mauro Petrillo, Vice Presidente Centro Studi Giancarlo Barbadoro
Più di 30 anni fa conobbi Giancarlo Barbadoro e quell’incontro mi avrebbe cambiato la vita per sempre. Allora ero in cerca del senso da dare alla mia vita ed ero irrequieto e insoddisfatto. Lui tenne un corso di Meditazione e come se fosse la cosa più semplice del mondo, mi svelò il segreto della felicità insegnandomi a vivere nel silenzio e nel mistero. Mi ha fatto scoprire che tutto è Amore, Libertà e Conoscenza. Per me è stato un amico, un fratello, un maestro di vita. Il rapporto con lui non era mai banale e mai come te lo aspettavi e riusciva sempre a farti intravedere un nuovo punto di vista di qualsiasi cosa si parlasse. La cosa che mi ha sempre colpito di lui è l’amore che nutriva per le persone, gli animali e per la vita stessa. Era uno spirito indomito e curioso ed è stato testimone di una storia dell’umanità, diversa da quella che raccontano sui libri di scuola. Sono sempre rimasto incantato quando raccontava la storia del nostro popolo, attraverso i miti, le leggende e le cronache della nostra cultura antica. Il suo scopo è sempre stato quello di piantare un seme per dare la speranza di un mondo migliore e a misura d’uomo per poter vivere in armonia con l’esistenza. Beh, ci è riuscito. La sua mancanza si fa sentire forte ma per lui la morte non era un’opzione da rifuggire ma il motore per accendere la vita. Le sue parole e il suo modo di interpretare la vita ci hanno lasciato un’eredità importante che Rosalba ha raccolto e noi, insieme a lei, porteremo avanti, anche perché Giancarlo non ci ha lasciati soli e il suo spirito è costantemente tra di noi e continua il suo incessante lavoro. Maurizio Maggiore
Mio grande Fratello, da qualunque dimensione tu ti trovi ora avrai senz'altro notato con sconforto che da quando hai lasciato questa Terra il mondo è esploso e l'umanità è precipitata sempre più nella barbarie e nell'ingiustizia. Eppure la tua mano ha lasciato un segno indelebile, ha acceso una luce in questo buio a cui aggrapparsi. Hai sognato e ci hai insegnato a sognare e a lottare per un mondo migliore. Se oggi l'umanità e il pianeta possono avere ancora una speranza questa si chiama Ecospiritualità, la tua visione e la tua missione di vita. E ti saranno sempre grate per questo tuo immenso dono. Tristezza per la tua mancanza, ma anche gioia e gratitudine per avuto l'opportunità di raccogliere e condividere il tuo sogno e lavorare per tradurlo in realtà. Ci manchi Giancarlo, ma come recita una tua incantevole poesia...”Eravamo tutti là...” e sono sicuro ci ritroveremo. Arrivederci, Fratello. Marco Pulieri
Giancarlo era un Ricercatore, con l’umiltà di chi cerca di continuo, di chi non si accontenta della risposta facile, di chi indaga ogni ipotesi. Era uno studioso, che non gerarchizzava la conoscenza, perché era Puro nella sua ricerca. Questo è uno dei doni più cari che, secondo me, ci ha lasciato: le sue ricerche e l’ispirazione per continuarle. Per continuare a portare nel mondo i colori che lui vedeva e che sapeva far vedere agli altri. Grazie Giancarlo. Alice Fardin
Giancarlo mi ha cambiato la vita. Se mi guardo indietro, esiste un prima e un dopo Giancarlo. Per me è stato un amico, un fratello, una guida. Un faro che ha illuminato il mio cammino e continua a farlo ancora oggi, pur non essendoci più. Perché Giancarlo non è morto, non per chi lo ha conosciuto. Più passa il tempo e più manca, ma nello stesso tempo è sempre più vicino e più presente ogni giorno che passa. È presente in ogni cosa e in ogni luogo, in ogni stella che illumina il cielo, in ogni filo d’erba e in ogni alito di vento. Negli occhi di tutti quelli che sognano un mondo migliore. Ci ha lasciato qualcosa di grande, che vive oltre il tempo e lo spazio. Un seme che germoglia, cresce, fino a diventare albero e a spargere a sua volta altri semi intorno a sé. Qualcosa di eterno e di immortale. Elena Cicalé
Lo studio di Giancarlo è ricco di oggetti che catturano l'attenzione, eppure uno apparentemente normale ha sempre colpito e catturato la mia curiosità. Appesa vicino alla sua scrivania c’è una locandina del film 'Star Trek', niente al di fuori dall'ordinario. Ma una data, scritta a mano al bordo della locandina, la trasforma in qualcosa di diverso: un documento storico, una fonte di mistero, qualcosa ricco di un significato, che cela una storia nascosta. Delle tantissime cose che si possono dire su Giancarlo, questa - apparentemente insignificante - rappresenta la sua magica capacità di trasformare, in maniera completamente naturale, l'ordinario in straordinario. Con una riflessione mistica che cambia la tua percezione dell'esistenza per sempre, nel mezzo di una chiacchierata leggera, o una storia raccontata nell'attesa di un caffè, che cambia per sempre la tua conoscenza della storia del pianeta che abiti. Con la capacità unica di trasformare i sogni in progetti e poi in risultati, le parole in tasselli di storia. Quella capacità di trasformare una locandina in un simbolo, un frammento di storia, che ti lascia immaginare volti e storie di una grande avventura in cui Giancarlo ci ha coinvolti e continua e continuerà nel solco da lui tracciato. Marco Petrillo
Come spesso accade, i contemporanei non riescono ad apprezzare grandi uomini, uomini che spesso hanno fatto la storia. Particolarmente vero quando, come nel caso di Giancarlo Barbadoro, hanno rifuggito ogni forma di protagonismo e di accentrazione. Ho un rimpianto: aver creduto che ci sarebbe sempre stato, come un Menhir, e non avergli posto tutte quelle domande a cui lui avrebbe probabilmente risposto in modo quasi evasivo così che io, magari arrovellandomi, trovassi da sola le mie risposte, con un sacrale rispetto dell'individualità.
Incontrarlo è stato un privilegio che più passa il tempo e più mi commuove… Ma anch'io, contemporanea, non ho saputo vederlo subito. Ma a distanza di qualche anno dalla sua scomparsa, il suo ricordo e le azioni che lui ha intrapreso, sono sempre più presenti ed incisive. Ara Giancarlo, la leggenda che verrà. Lidia Cecchetti
Dai suoi compagni del LabGraal Non so da che dimensione è venuto Giancarlo. Sicuramente non la nostra. Lui è sempre stato in grado di vedere oltre le cose e le situazioni con uno sguardo lontano che ha solo chi non vive questa realtà fittizia. Eppure questa realtà l’ha sempre amata ed ha fatto di tutto per renderla migliore a tutti quegli individui, umani e non, che necessitavano un aiuto, un consiglio, un conforto, che cercavano un modo per comprendere meglio questa strana esistenza. Giancarlo è stato definito uno sciamano, un druido e sono certo che lui rifiutasse tutte le etichette. Eppure, pur essendo tutto questo, era molto altro. Per me un fratello, un amico, un riferimento. Ho avuto l’onore di condividere con lui e Rosalba molte imprese e battaglie, molti viaggi che rimarranno per sempre impressi nella mia memoria. Salti spazio-temporali che sono sempre stati permeati da atmosfere e situazioni magiche. Per noi del LabGraal lui era la nostra anima antica, tanto esuberanti noi (mi ha sempre dato del rockettaro…), quanto mistica la sua musica e le sue poesie: profonde, ancestrali, capaci di toccare corde intime e nascoste e suscitare commozione e partecipazione verso un mistero che le note e parole evocavano. E lo fanno ancora…sempre. E sempre lo faranno perché in fondo Giancarlo non se ne è mai andato: il suo messaggio, le sue ricerche, la sua musica le sue poesie sono qui, vive e eternamente capaci di evocare lo stesso stupore. E per noi del LabGraal lui è sempre presente, sul nostro palco, sulla sua sedia, a battere il piede durante le nostre melodie e a incantare il pubblico con la magia del suo flauto. Saremo sempre noi cinque. Luca Colarelli Ogni volta che ci trovavamo con Giancarlo insieme nel LabGraal era come trovarsi in una bolla dimensionale fuori dagli eventi quotidiani e fuori dallo spazio-tempo. E questo succedeva tutte le volte che eravamo insieme. Andrea Lesmo Sono passati tre anni dalla scomparsa del mio amico Giancarlo. Eppure egli continua a vivere nei miei pensieri sempre e comunque. L'eco del suono del suo flauto, la voce del racconto delle sue poesie durante i concerti purtroppo si allontana ma rimane lo stesso come impronta indelebile, un eco cosmica , grande come grande era la sua persona. Gianluca Roggero |