Musica

Garbo e “La Moda”, il nuovo album

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16 Marzo 2012

Il quattordicesimo album dell’artista milanese apre un nuovo capitolo nell’Elettro Pop Rock


E’ la moda che ti convince. E’ qualcosa che ti butta per strada, con la moda onori il tuo Dio. E’ così equo essere di moda”.


Dopo l’eccelsa trilogia musicale composta dagli album “Blu” (2002), “Gialloelettrico” (2005), “Come il vetro” (2008), e dopo aver festeggiato trent'anni di carriera con la pubblicazione del lussuoso cofanetto antologico “L'altra zona” (2010), Garbo, l’artista più glam della scena italica, ha realizzato il suo nuovo album intitolato “La Moda” dato alle stampe dall’accoppiata Discipline Venus. Album che rappresenta anche il quattordicesimo disco da studio dell’artista. Una nuova avventura ricca di dieci brani che costituiscono un percorso creativo compositivo al solito fraseggiato da sperimentazioni armoniche, sonore e vocali come è solito “regalare” al mondo della musica il nostro artista. E’ un nuovo capitolo del pop rock pieno di contaminazioni, nella storia di Garbo. Ma perché un album intitolato “La Moda”? Da cosa nasce l’indirizzo di questo titolo! E' lo stesso Garbo che ce lo spiega: “La moda o i modi? Essere omologati o personali? Subire le mode o generarle?... sono domande che mi hanno stimolato fin dall'inizio della creazione di questo mio album. Viviamo progressivamente una realtà in cui la comunicazione sembra essere totalmente standardizzata e che vive a sua volta di luoghi comuni abitati da un linguaggio mediatico culturalmente povero, di facile riconoscibilità e quindi massificato”.


In effetti questo album prende le distanze da mode effimere e passeggere, perché ciò che rimane viceversa diventa storia, proponendo nel contempo un assoluto distacco dal concetto di omologazione. D'altra parte Garbo ci ha abituati ampiamente alla costante “contaminazione” del proprio percorso artistico, come ad esempio la collaborazione negli anni '90 con scrittori e poeti contemporanei, cannibali e romantici (nasce il movimento “Il Nevroromanticismo”). Non per nulla Garbo rappresenta una pietra miliare inconfondibile nella storia del rock sperimentale italiano. Le sue sperimentazioni vocali accompagnate da sonorità elettro-pop hanno condito la scena musicale dagli anni ’80 in poi con brani come “A Berlino... Va bene”, album d’esordio definito dalla critica come un lavoro con l’esperienza del passato e la fantasia del futuro. Poi arriverà il 1982 con Garbo che realizza Scortati che include singoli preziosi e di successo come “Generazione” e “Vorrei regnare”. L’anno successivo sempre strizzando l’occhio a sonorità poco allineate al periodo in corso, farà uscire “Quanti anni hai?”, realizzato in collaborazione con la bellissima voce di Antonella Ruggiero, allora Matia Bazar. L’anno successivo, arriva poi la consacrazione artistica “Radioclima”, tratto da “Fotografie”, con cui vince il premio della critica al Festival di Sanremo. Questi i “primi” importanti passi di Garbo che sono già testimonianza storica della musica italiana. Oggi invece Garbo si chiama “La Moda”, un album geniale dove oltre a Nicodemo, Fabio “Fax” Gatti, Pedro Fiamingo, Andy Fluon, Linda Giacomello, Sarah Stride ed Elisabetta Fadini, ritroviamo anche i fedeli compagni di viaggio Alberto Stylòo e Luca Urbani; quest’ultimo non solo affianca Garbo nella produzione dell'album, ma con lo stesso è anche co-autore di buona parte dei brani che compongono l'intero lavoro. Infine, sempre in tema di amici/complici, un cenno più che doveroso alle due bellissime copertine realizzate a matita dal designer e architetto Massimo Iosa Ghini.


L’album? “La Moda” inizia con una folgorazione elettronica cadenzata intitolata “Sembra”, legata ad un testo affascinante: “Sembra che il mondo sprofondi nel niente e cade lasciandomi vivo. Assomiglio a te... tu lo sai. Hai visto amore com’è strana la luce in questi anni zone d’ombra mi coprono il cuore...”. Il ritmo ipnotico incalza “La Moda” con un esplodere in elettro-rock energico con l’omonima canzone supportata da uno scritto riflessivo: “E’ la moda che ti convince. E’ qualcosa che ti butta per strada con la moda onori il tuo Dio. E’ così equo essere di moda…” Il terzo momento dell’album “Sexy” vive di una durezza ironica non indifferente nelle parole cantate da Garbo accompagnata da un rock sonoro stridente: “…il mio errore è sexy, dimenticare l’ora, guardare la tua mano, la tua contrazione è sexy, quel tuo dio è sexy, la speranza è sexy...” “Quando Cammino 02” ha un ritmo suntuoso, elettro-pop elegante, senza dubbio uno dei brani più trascinanti dell’album con un intreccio vocale giocato da Garbo con Linda Giacomello con la cornice “sintetizzata” da Luca Urbani. Davvero un brano importante! Così come non può essere da meno l’attacco di piano della successiva “Sparare” che poi si produce e si trasforma in una progressiva psichedelica pop music elettronica. Poi Garbo continua la sua disamina sulla vita che “Gira in continuazione”, bellissima song e parole ricche di significati e che pongono quei famosi quesiti: Chi sono io? “Io sono nell’aria che gira in continuazione, sono un pensiero che aspetta il suo pensatore. L’effetto di una droga, o un viaggio senza ritorno. L’angelo custode o il signore di niente... Io sono il tuo sorriso la guerra senza quartiere...” “Il Movimento Notturno” è un incantesimo musicale ancora incrociato dalla voce di Garbo con una voce femminile, quella di Sarah Stride. Poi il sound davvero elegante fa la sua parte, cristallino, soffice leggero come può solo essere un'aria musicale notturna. Da un’atmosfera notturna precedente ad un brano, “Errori”, che “spacca” l’album sia come testo che come energia elettronica. Una vampata elettro-rock terribilmente accattivante che poi di colpo si ammansisce in un ritornello poetico:


“mi piacciono gli errori che fanno cambiare, mi piace quando mi ascolti…” per poi riprendersi in una cavalcata elettronica. Stupendo! Il bello degli album di Garbo è il saliscendi sonoro dei suoi brani che si susseguono uno dopo l’altro senza mai cadere in stanca musicale. Come quando Garbo attacca con la sua penultima canzone “Metà Cielo”, atmosfera strumentale con sintetizzatori che disegnano armonie divinamente celestiali. Si arriva alla conclusione di questo magnifico album “La Moda” e magnifico Garbo e mai conclusione poteva essere più magnifica con questa “Architettura Mig”: i sintetizzatori giocano la prima parte di questo brano in una musica che va oltre i confini del mondo spaziando verso gli universi infiniti, è un vero capolavoro di architettura costruita da suoni realizzati da Garbo e da Alberto Stylòo. Poi arriva un parlato di Elisabetta Ladini: “Evoluzioni sonnambule. Come… tra la ciliegia e l’amore. E’ così... come intuire lo scorcio di un corpo ambulante... Ed è bello vedere come io vinco sull’edera. Romanzo poesie di angoli e volte. E’ come chi diceva che il fango è più antico del granito io dal cristallo riesco a scorgere il mondo e il metallo per sostenerlo. Come corpi vincenti...”

Entrare in questo disco vuol dire volare in un cosmo particolare sonoro e poetico che solo un artista come Garbo, al di fuori dalle mode, può creare lontano da riflussi commerciali.

 

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