Misteri |
Le Pietre di Ica |
17 Maggio 2011 | ||||||||||||||||
Una biblioteca di pietra di una umanità vissuta 65 milioni di anni fa
Nonostante le grandi scoperte scientifiche del nostro tempo, esistono dei fenomeni e degli oggetti inspiegabili, delle “anomalie archeologiche”, i cosiddetti OOPART (Out of Place Artifacts) cioè “oggetti fuori posto”. Spesso si tratta di tecnologie o fenomeni anacronistici, fuori dal tempo. Si tratta di oggetti che ad un’analisi scientifica risultano essere molto antichi ma che per la loro funzione dovrebbero in realtà appartenere ad epoche moderne. La loro presenza imbarazza il mondo scientifico perchè secondo la storia ufficiale che ci viene insegnata sui banchi di scuola questi manufatti non dovrebbero esistere. Di molti di questi oggetti il mondo scientifico è costretto ad ammetterne l’autenticità nonostante siano in contrasto con il pensiero ortodosso e rimettano in discussione le attuali tecniche di datazione. Questi oggetti suggeriscono quindi che c’è ancora molto da sapere sulla vera storia del nostro pianeta.
Platone (V secolo a.C.) e Beroso, archeologo e astronomo del III secolo a.C. sostenevano l’esistenza di grandi civiltà scomparse, da studiare con un’attenta ricerca archeologica perchè foriere di importanti messaggi per l’umanità. Siamo soliti pensare che più l’umanità procede secondo la direzione della freccia del tempo e più la civiltà, le scienze e la tecnologia progrediscano. Secondo questa valutazione il passato viene visto come un’epoca di arretratezza, di ignoranza o comunque come un periodo in cui l’umanità era meno evoluta. Qualche decina di anni fa erano inimmaginabili le attuali tecnologie di comunicazione e ciò che si può fare attualmente con i nostri moderni computer o palmari, pertanto se volgiamo lo sguardo all’indietro, tutto potrebbe farci supporre che arriviamo da un periodo di arretratezza e il presente e il futuro ci sembrano aperti ad ogni conquista scientifica. In realtà, al di là delle apparenze, sulla base di tantissimi ritrovamenti in molti luoghi del nostro pianeta, le cose sembrerebbero essere andate diversamente. Le pietre di Ica rappresentano un fenomeno davvero singolare nell’ambito degli OOPART. Costituiscono una vera e propria “glittoteca” (biblioteca di pietre incise) e sembrerebbero trattare la storia di un’umanità vissuta 65 milioni di anni fa. Ica è situata in Perù vicino agli altipiani di Nazca, a 300 km da Lima. Intorno agli anni ‘60, il fiume Ica si ingrossò e finì per inondare le zone circostanti; questa esondazione portò alla luce una grande quantità di pietre di varie dimensioni, da piccoli ciottoli a massi di oltre 2 quintali che presentavano delle incisioni molto particolari e interessanti. Cinque anni più tardi, un contadino della zona regalò una di queste pietre ad un suo amico d’infanzia, Javier Cabrera, medico chirurgo dell’ospedale di Ica e docente di biologia e antropologia all’Università di Ica, archeologo per hobby.
Il dottor Cabrera inizialmente non diede grande valore alla pietra, ma in seguito alcune caratteristiche dell’oggetto lo fecero ricredere sull’importanza del regalo ricevuto. Si trattava di una pietra di piccole dimensioni ma molto pesante e notò su di essa una strana incisione raffigurante un uccello sconosciuto che aveva straordinarie somiglianze con una figura mitologica; condusse alcune ricerche per verificare l’autenticità delle pietre e scoprì che l’uccello rappresentato sulla pietra era uno pterosauro, un rettile alato che viene datato fra i 140 e gli 80 milioni di anni fa.
Sorpreso dalla scoperta chiese al suo amico la provenienza della pietra e decise di compiere delle ricerche per escludere la contraffazione. Cominciò a raccogliere quante più pietre possibile, sia acquistandole dai contadini che avevano fatto i ritrovamenti, sia ricercandole personalmente nella zona di Ica e alla fine della sua ricerca riuscì a mettere insieme una collezione di 15.000 pietre che decise di esporre a proprie spese presso la Casa della Cultura di Ica. Dal punto di vista scientifico le pietre sono fatte di Andesite, di matrice granitica, una roccia di fiume formatasi nel Mesozoico (circa 250 milioni di anni fa) dalla disintegrazione del massiccio andino. Le dimensioni vanno da una decina di centimetri ad un metro di larghezza e sono di colore grigio. Sulle pietre sono raffigurati animali preistorici, scene di astronomia ed astronautica, antichi continenti, cataclismi planetari, medicina e chirurgia, razze presenti sul pianeta, flora e fauna, esodo di uomini sulla terra, strumenti musicali, animali preistorici. Fra gli animali preistorici rappresentati, l’alticamelus, un animale con il corpo da lama e il collo da giraffa, che si è estinto 40 milioni di anni fa. L’agnathus, un pesce primitivo che visse sulla terra 300 milioni di anni fa. Il tirannosaurus, il più grande dei teropodi del cretaceo che raggiunse la lunghezza di 14 metri. Inoltre è rappresentato l’intero ciclo biologico dello stegosauro che si estinse 60 milioni di anni fa. Tra i ritrovamenti, 150 pietre, anche di grande mole, mostrano varie specie di questi colossi, compreso il Tirannosauro Rex; vi sono disegnati i cicli evolutivi dello stegosauro e di un triceratopo, provando che gli animali si riproducevano, contrariamente a quanto pensavamo, come gli anfibi, e del megachirottero, un grande pipistrello, risultato oviparo e non viviparo come da sempre si è creduto. Ciò che colpisce è il dettaglio dei particolari nelle raffigurazioni dei sauri e il fatto che in alcune pietre venga rappresentata la posizione della coda durante il movimento, un dato che noi conosciamo solo da qualche decennio.
Vi sono disegnati mammut, lama e cavalli con cinque dita, estinti da tempo; ma quello che meraviglia sono le numerose immagini dei dinosauri, che vissero nell'arco di settanta milioni di anni, nell’era Mesozoica iniziata 250 milioni di anni fa. Per quanto riguarda le scene di astronomia, sono rappresentati uomini che scrutano il cielo con oggetti del tutto simili a dei telescopi, eppure Galileo concepì il telescopio, con il quale scoprì i quattro satelliti di Giove, solo nel 1543. Sono molte le raffigurazioni di uomini che cavalcano sauri e queste incisioni come molte altre ci parlano della presenza contemporanea di uomini e sauri. Inoltre: cieli percorsi da velivoli, o meglio "uccelli" meccanici con uomini che li cavalcano e disegni uguali a quelli impressi nella vicina piana di Nazca. Uomini dalla testa grande e membra esili sono ritratti mentre li cavalcano e in atteggiamenti abitualmente adottati con gli animali domestici.
La pietra detta “il mappamondo” raffigura le terre emerse con uno strato di vapore che circonda i continenti e che secondo alcuni esperti potrebbe indicare il racconto di una imminente catastrofe climatica. Secondo Cabrera e altri studiosi questa pietra è la chiara raffigurazione del grande cataclisma che interessò il nostro pianeta migliaia di anni fa, riportato nei miti di tutti i popoli. Le prove concrete del suo verificarsi si trovano nello strato d'iridio presente nel suolo in notevole quantità, che denota proprio un incremento dovuto alla caduta di meteoriti e non alla sola attività dei vulcani. La fascia del minerale è di cinquanta centimetri, quindi è facile ipotizzare che un grosso asteroide, o uno sciame di asteroidi, o la coda di una cometa, abbiano incrociato la traiettoria della Terra. Quattro pietre di Ica raffigurano gli emisferi della terra, fra i quali spiccano Atlantide e Mu. Altre incisioni sono state analizzate dai geologi che, servendosi dell'aiuto del computer, hanno confermato che la forma dei continenti e delle terre emerse raffigurate su alcune pietre riproducono con precisione la Terra come era 13 milioni di anni fa. Su di esse si ammirano mappe stellari, che paiono di altri universi. Alcuni studiosi, all’epoca della scoperta, ipotizzavano che le pietre fossero parte di una sofisticata biblioteca, lasciata in eredità da una civiltà svanita nel nulla e la cui avanzata conoscenza tecnologica includeva "uccelli meccanici" o astronavi e navi spaziali che si muovevano nello spazio utilizzando un tipo di energia a noi sconosciuta. Questo il motivo, secondo le loro ipotesi, per cui su molte pietre si osservano le terre viste dall'alto.
Secondo alcuni studiosi sulle pietre sono incise carte geografiche del globo che presentano Atlantide, Lemuria e il continente americano scoperto solo nel 1492. Grande spazio è dato, nel racconto di questa biblioteca di pietra, agli interventi chirurgici. Le pietre rappresentano un vasto e autorevole trattato di chirurgia. Vi sono riportate, con dettagliati particolari, operazioni a cuore aperto, a polmoni e reni, trapianti di cervello, tagli cesarei, trasfusioni, rimozione di tumori, nonché l'agopuntura come forma anestetica. I disegni mostrano che si tratta di pratiche più avanzate delle nostre. Sono rappresentati apparecchi di alimentazione cardiaca e strumenti chirurgici di estrema precisione, tali da far supporre una profonda conoscenza in materia da parte di chi eseguiva o comunque dirigeva il lavoro.
Le pietre mostrano anche l'isolamento e l'estrazione di materiale cellulare presente in una donna in gravidanza; infatti il trapianto veniva effettuato in presenza di sangue di gestante per eliminare la possibilità di rigetto, processo da noi adottato solo dal 1980. In alcune incisioni, la presenza di donne in gravidanza durante gli interventi di trapianto, rappresenta, secondo gli esperti, un chiaro messaggio del fatto che questo popolo possedesse le conoscenze sull’ormone anti rigetto. Sulle pietre sono raffigurate anche le fasi di un trapianto di cervello riuscito, cosa per noi assolutamente impossibile a causa del grande problema di ristabilire il suo funzionamento; infatti noi siamo in grado di mantenere le sue funzioni vitali ma non di unire il cervello trapiantato al bulbo rachideo, al midollo spinale, ai numerosi nervi presenti. Quell’antica civiltà, al contrario, vi era riuscita. Ciò che possiamo osservare è che i disegni sono abbozzati, come se gli autori mostrassero più cura per il contenuto che per la forma, come a trasmettere un messaggio, l'elenco delle avanzate conoscenze in possesso di un antico popolo. Sembrerebbe trattarsi di una "biblioteca" antichissima e gli incisori, o comunque la regia, erano in possesso di precise conoscenze sugli argomenti rappresentati. Le incisioni esistenti sulle pietre sono state autenticate da laboratori in Germania, all’Università di Madrid e da diverse Università USA e riconosciute come estremamente antiche. I riitrovamenti fossili e i frammenti di ossa, presenti nel luogo del ritrovamento, indicano che l'area era antica di milioni di anni. Le analisi condotte sui reperti sono state classificate antiche di dodicimila anni, ma ciò che vi è inciso sopra ci conduce in un passato assai remoto, attraverso i meandri del tempo aprendo a prospettive di ricerca nuove e inimmaginabili. |