Megalitismo

Tazunu, i Megaliti di Bouar

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16 Febbraio 2017
 I Megaliti di Bouar
I Megaliti di Bouar

Testimonianze di un’antica civiltà in Africa Centrale


La regione di Bouar, situata nel nord-ovest della Repubblica Centrafricana, è di grande ricchezza scientifica dal punto di vista archeologico. Situati sulla linea di demarcazione delle acque dei bacini del Ciad e del Congo, i monumenti megalitici sono stati oggetto di uno studio approfondito. L'area megalitica si estende su 130 km di lunghezza e 30 km di larghezza e copre una superficie di circa 7.500 km².

I megaliti del nord-ovest della Repubblica Centrafricana sono conosciuti sotto la denominazione di "Tazanu", "pietre in piedi",  termine con cui nella lingua Gbaya-Kara si definiscono i monumenti megalitici della regione di Bouar.

I megaliti sono stati segnalati per la prima volta dal Comandante J. d’Aubraumont. Il soggiorno  dell'antropologo francese Pierre Vidal nella regione ha permesso di realizzare un primo studio nel 1966, seguito dai lavori di Etienne Zangato dell'Università di Paris X (Nanterre) e di Nicholas David dell'Università di Calgari in Canada.

La zona megalitica di Bouar presenta un interesse scientifico e culturale evidente.

I megaliti di Bouar hanno mantenuto le loro caratteristiche originali. Si differenziano dal punto di vista architettonico, funzionale e geomorfologico per:
La loro situazione sempre alla sorgente di un corso d’acqua,
Il loro orientamento sempre verso est o nella direzione del corso d’acqua,
Il loro spessore quasi sempre identico,
La presenza di cisti alla periferia del sito,
La loro concentricità.

Si può notare tuttavia una tendenza alla degradazione legata al fenomeno dell’erosione, delle azioni antropiche (l’utilizzo delle pietre come materiali da costruzione, il passaggio degli animali) e dei prelievi.
Facciamo il confronto con altri beni simili.
Le civiltà megalitiche si sono sviluppate sotto varie forme in tutto il mondo. In Europa, le troviamo a Stonehenge in Gran Bretagna, in Francia con i menhir e i dolmen del Morbihan.

In Nord Africa, alcuni importanti complessi megalitici sono conosciuti in tutto il Maghreb (Tunisia, Algeria, Marocco, per citare solo questi paesi).
Nell’Africa sub-sahariana esistono anche dei megaliti, in particolare in Senegal sulla riva destra del fiume Gambia, in Mauritania, in Mali (nella regione di Niafunké, il sito di Tundidaro comprende 150 menhir). Inoltre, altri complessi sono conosciuti in Niger, in Togo e nel Ciad, che rappresentano delle tombe che proteggono delle sepolture con delle pietre erette come a Bouar. In Etiopia, infine, si trovano sulle montagne dell’Harrar, e all’est di Addis Abeba si è sviluppata una civiltà di megaliti incisi.


 Il sito funerario di Tazunu Dokoko
Il sito funerario di Tazunu Dokoko

La creazione e l'utilizzo dei megaliti a Bouar
Il Centro Africa (622 984 km2 per 5 milioni di abitanti) è una terra di antico insediamento fin dalla preistoria, ma è anche una zona di confluenza delle grandi correnti migratorie che hanno condizionato il suo popolamento in età moderna. È considerato come un’Africa in miniatura, sia per i suoi paesaggi che per il clima, i stili di vita, le società, l’ecologia e la cultura materiale, tutto questo ha inoltre favorito la creazione di una grande varietà di forme di arte rupestre e di megalitismo.

Bouar è abitata da oltre 30.000 anni (Lavachery 1998). Tuttavia la sua storia rivela un periodo "oscuro" (che si concluderà verso la fine del XIV secolo d.C.) nel corso del quale si sono elaborati gli elementi di base delle tecniche, delle tradizioni culturali, sociali e religiose locali. Gli oggetti litici preistorici, in abbondanza in tutta la regione, testimoniano dell'esistenza di un industria omogenea che si estendeva fino in Camerun. È probabile che le istituzioni politiche e sociali di base, comuni a tutti i regni dell’Africa Occidentale e Centrale e associate ai megaliti, siano stati create millenni fa. Gli altopiani sono stati occupati da gruppi di lignaggio di tipo acefalo prima che dei piccoli stati più o meno strutturati emergano intorno ad alcuni capi. Diversi autori hanno tracciato un abbozzo di un’antica cultura di cacciatori e di una civiltà di Proto-Bantu (quasi 5000 anni fa), alla quale corrisponderebbe un'arte su cui si hanno purtroppo solo dei dati vaghi ed imprecisi (Vansina 1992; Perrois e Notué 1997).


La regione di Bouar è organizzata in un centinaio di “chefferies” (territorio sotto l’autorità di un capo ndt) o regni. Dei megaliti, alcune rocce e alcune pietre sono sacri, venerati in tutte le unità politiche di Bouar in quanto fanno parte del materiale rituale, come luoghi di culto degli antenati o di riposo di alcune divinità. Dei monoliti isolati allineati o raggruppati, di varie dimensioni, di solito grezzi che si presentano sotto forma di blocchi sferici, di pietre piatte o per lo più allungate, erette in verticale, si possono osservare in linea di massima in tutte le “chefferies” Bangassou, secondo varie testimonianze completate dai miei commenti.

 Il grande monolito di Foepemuko
Il grande monolito di Foepemuko

Possono essere recenti o molto vecchi e fanno di solito parte di varie strutture architettoniche generalmente circolari o quadrate. Possono essere sistemati nello spazio addebito alla danza, di fronte al palazzo del re, alle case dei dignitari o delle società segrete, ai confini dei regni, nelle necropoli reali, in prossimità dell’albero sacro, dei laghi di cratere, dei fiumi, delle cascate e di altri luoghi santi. Se alcuni sono alla portata di tutti, la maggior parte è nascosta, perché costruita in luoghi segreti o proibiti (riservati esclusivamente ai soli utenti), il che rende difficile farne l’inventario. Il loro numero, la loro disposizione, il loro colore hanno un significato simbolico.


I megaliti sono degli elementi fondamentali della religione locale e del potere (spesso occulti), e hanno molteplici significati. Hanno inoltre diverse mansioni, reali, divine e rituali. Essi ricevono come tali sacrifici e offerte. Per esempio ogni “chefferie” ha un monolite (a volte una roccia o una roccia e un monolite) che caratterizza la sua fondazione e la sua sovranità, proteggendo inoltre misticamente il paese. Alcune pietre erette sono utilizzate per la giustizia, per delle ordalie o per la divinazione.


La storia dei megaliti: uno studio cronologico ancora da sviluppare

Le questioni delle origini, della storia e della datazione dei megaliti di Bouar, come altrove, costituiscono un autentico rompicapo per gli specialisti. Esse si complicano ancora di più quando si tratta, non di datare il materiale, ma di trovare il gesto inerente alla costruzione di tali monumenti (l’elevazione, il lavoro artistico, la modellatura e le altre azioni che gli riguardano fatte dalla mano dell’uomo). Per vari motivi, i siti delle residenze reali dei numerosi regni di Bouar hanno subito molti spostamenti, provocando spesso anche quelli di alcuni di questi monoliti considerati importanti per la sopravvivenza della comunità. In questo modo anche la recente costruzione di un monolite può essere talvolta solo il risultato di una o più altre costruzioni precedenti in altri siti più o meno lontani dalla loro attuale posizione geografica. Del resto alcuni esperti ritengono che non si può datare la dimensione o la costruzione di un menhir basandosi sul fatto che si erge, poi cade, e può essere nuovamente eretto (ma non necessariamente nello stesso posto) e poi cade ancora oppure viene addirittura spostato; sotto un menhir non ci sono mobili che permettano di datarlo e anche se fosse, a quale periodo della storia del monumento si potrebbe collegarlo? Tuttavia, grazie all'evoluzione della tecnologia, all'uso di vari metodi scientifici e ai numerosi mezzi messi in atto (Mayo in: Les Cahiers de Sciences & Vie: 106), alcuni ricercatori hanno potuto proporre una datazione e una cronologia soddisfacente per i megaliti situati in varie parti del mondo, anche se rimangono ancora molte zone d'ombra in questo campo (Lafranchi 2002). Le stele dell’Etiopia (associate o meno a delle tombe di personaggi importanti) sono stati costruite tra il X e il XIV secolo d.C. La costruzione dei primi tazunu dell’Africa Occidentale e Centrale risalirebbe al I o al II millennio a.C. I monoliti antropomorfi akwanshi della regione della Cross River all’ovest del Grassland sarebbero datati all’incirca intorno all’anno 200 della nostra era per alcuni esemplari, mentre la maggioranza sembra risalire ad un epoca più tardiva (XVI secolo). La costruzione dei monumenti megalitici un pò ovunque nel mondo, occorre ricordarlo, è datata all’epoca neolitica (V millennio a.C. per i più antichi esemplari in Francia per esempio) o molto più raramente alla Protostoria, ed eccezionalmente dei nostri giorni.

L’arte monumentale dei megaliti di Bouar associata ad una religione e a delle istituzioni sociali che risale forse ad alcune migliaia di anni fa è difficile da collocare nel tempo. Ma la sua comparsa è certamente anteriore al XIV secolo d.C. Secondo Perrois e Notué (1997) a Bouar, abitata ininterrottamente da millenni, non abbiamo ancora trovato un singolo megalite senza proprietario, e che non abbia avuto un uso qualunque. La loro riappropriazione ed il loro riutilizzo, in un modo o nell'altro, nascosti o dichiarati, sono una pratica diffusa. Pertanto, anche se molti monoliti sembrano risalire alla fondazione di un regno o di un lignaggio, la loro costruzione può essere anteriore nel caso di alcuni esemplari che i regni si sono appropriati; esempio quelli che appartenevano a precedenti occupanti (scomparsi, assimilati o spossessati).

 Monolito rituale (1,5m) al centro di un cerchio di pietre, una costruzione risalente probabilmente al primo dei dieci capi che hanno regnato
Monolito rituale (1,5m) al centro di un cerchio di pietre, una costruzione risalente probabilmente al primo dei dieci capi che hanno regnato

È ciò che è avvenuto per i monoliti di Foumban, di Bamali, di Bambalang (Fig. 4, 12, 32a e 33), le cui date di costruzione risalgono, anche se sconosciute, a molto prima della fondazione dei regni e degli attuali proprietari, quindi sono anteriori al XV secolo d.C. I fondatori di questi regni trovarono queste opere sul posto. P. de Maret (1992) segnala cinque complessi megalitici, di cui un sito è stato sondato e scavato, nel nord-ovest del Grassland. Egli ammette, senza alcun risultato certo, che non sarebbe sorprendente se questi megaliti del Nord-Ovest risalissero allo stesso periodo (quindi almeno il primo millennio a.C.), dei tazunu centroafricani.


Analisi morfologica e classificazione dei monumenti megalitici

Esistono tre tipi fondamentali di monumenti cosiddetti megalitici: le pietre erette, le pietre ammassate e le pietre disposte in cofani o cassoni chiusi o aperti (Joussaume 2003). I primi due tipi sono più frequenti nel Grassland.

Le pietre ammassate o accatastate dall’aspetto monumentale (meno numerose), spesso associate a delle pietre erette, formano una sorta di tumulo, di piattaforma, di fondamenta di edifici e di strutture architettoniche megalitiche complesse (che delimita lo spazio dei luoghi adibiti alle varie cerimonie). Esse hanno forme diverse per ciò che riguarda il piano (di forma triangolare, a mezzaluna, emisferica, piramidale, circolare, di forma cilindrica) e hanno delle dimensioni molto variabili. Questo è il caso delle strutture architettoniche monumentali, spesso a carattere religioso, fatte di pietre accatastate a formare un cerchio, ciascuna rappresentante un clan o un lignaggio, e formando una sorta di piattaforma o fondamenta talvolta sormontate da un monolito o da una capanna sacra. Accanto a tali costruzioni litiche sono state erette verticalmente altre pietre e piantate inoltre delle erbe medicinali e degli alberi. Il tutto forma una struttura a valenza religiosa, simbolica e magica. Chilver (1965) descrive e presenta una piattaforma in un cerchio di pietre, che costituisce lo spazio per il giuramento (tschi-ebeng) degli antenati e un secondo tipo di struttura litica sormontata da una grande pietra sacrificale che rappresenta l'antenato fondatore della “chefferie”.


Le pietre erette più o meno lavorate, di dimensioni variabili, sono i più monumenti megalitici più numerosi, e costituiscono pressoché la maggior parte del megalitismo di Bouar. Sono principalmente fatte di basalto, ma anche di quarzo, di pietra arenaria o di granito. Possono essere isolate, raggruppate per 2, 3, 4 e molte di più, decorate, scolpite – e possono presentare a volte un aspetto antropomorfo - o essere sotto forma di monoliti, grezzi, allineati, che disegnano varie forme geometriche (cerchi, quadrati) o complessi, oppure possono entrare in combinazioni architettoniche multiple con diverse funzioni. I monoliti isolati, la coppia di monoliti e il trio di pietre erette sono particolarmente diffusi, e intervengono in molti culti e cerimonie rituali. Le pietre erette possono essere di forma fallica, cilindrica, piana, parallelepipedica, tetraedrica e altre. L'altezza media va da 1,50 m a 2,50 m dal livello del suolo (in linea di massima un terzo dell'altezza totale che forma la base sepolta) .Alcuni monumenti superano 3,50 m (i modelli di Bambalang e di Bamali sono a più di 5 m) sopra il livello del suolo, altri hanno meno di 1 m in totale. Il peso delle pietre varia da un centinaio di chili a quasi 30 tonnellate per le più grandi. Le pietre erette sono talvolta raggruppate in numeri simbolici, e hanno significati diversi.


 Alcuni monoliti importanti, simboli del potere e guardiani protettori del paese, che formano un semicerchio. Sono stati collocati ad oltre 2900m di altitudine, probabilmente nel corso del XIX secolo
Alcuni monoliti importanti, simboli del potere e guardiani protettori del paese, che formano un semicerchio. Sono stati collocati ad oltre 2900m di altitudine, probabilmente nel corso del XIX secolo

I megaliti cultuali, sono conservati in luoghi specifici (a volte segreti) a seconda dei concetti religiosi e simbolici. I monumenti megalitici possono essere classificati in tre gruppi principali: i monumenti delle società segrete; i monumenti del re e delle società della famiglia reale; i monumenti del resto del paese (quartieri, “chefferies” indipendenti, lignaggi, clan) o che non fanno parte dei primi due gruppi.

Si può generalmente distinguere, a seconda del colore, le pietre erette dette “bianche” in arenaria e in granito, e le pietre dette “nere” in basalto ed un terzo gruppo che non entra nelle prime due categorie. In caso di necessità il colore può essere aggiunto, dato che assume in questa zona di Bouar un grande valore simbolico e religioso, nell’ambito delle cerimonie rituali alle quali i monumenti sono associati.


Tecniche di costruzione dei monumenti megalitici

Il lavoro, alcune volte colossale, che necessità la costruzione di alcuni megaliti, solleva la questione non solo dell’organizzazione sociale dei gruppi, ma anche quella delle tecniche utilizzate. Le pietre erette ed altri monumenti megalitici di Bouar sono stati costruiti, in generale, solo da personaggi  speciali, da gruppi di iniziazione specifici (in particolare le società segrete del bosco sacro che sono coordinate dai membri del consiglio dei sette e dei nove notabili) le cui funzioni e ruolo variano leggermente da un settore all'altro. Coloro che dirigono la loro costruzione possiedono delle competenze tecniche reali. Essi hanno l’autorità morale, spirituale e religiosa, per determinare la posizione e l'orientamento del monumento, per dargli il suo scopo finale e per radunare e poi dirigere una grande forza lavoro. Una categoria di costruttori che danno il potere occulto ai monumenti al kè (potenza trascendentale, potere occulto, magia).

I costruttori di pietre hanno scelto le forme volute, sia che siano state plasmate dalla natura (o grezze), sia che siano state lavorate in modo più o meno profondo. La costruzione della pietra si svolge dopo una cerimonia religiosa. La data ed il luogo sono scelti con la massima cura dopo aver consultato un indovino. La pietra è trasportata sotto la guida dei membri del consiglio dei nove notabili nel paese   bamiléké. Una buca che è stata scavata accoglie un cane sgozzato (in passato uno schiavo) o vivo con la bocca piena di “medicine” presso i Meta, con il sangue di un caprone, e vari altri ingredienti. Il presidente dei nove notabili o il capo della società tocca e benedice la pietra, poi fa qualche incantesimo.

 Tazunu Kpogbèrè; camera megalitica
Tazunu Kpogbèrè; camera megalitica

Tutto il gruppo lo aiuta a sollevare l’oggetto che sarà eretto. La parte che emerge rappresenta in genere solo i due terzi dell’altezza della pietra, il resto deve rimanere sotto terra, probabilmente per ragioni di stabilità. La costruzione di un menhir richiedeva moltissima gente in base al suo peso, perché a volte la pietra proveniva da una cava situata a diversi chilometri di distanza. Bisognava far rotolare una pietra del peso di diverse tonnellate su dei tronchi di legno e poi raddrizzarla scavando un buco nel terreno per metterla infine in posizione verticale. Tuttavia, la maggior parte dei siti di megaliti mi sembrano essere spesso collocati vicino ad una cava di pietra. Lo sforzo, il trasporto, la mobilitazione e l’organizzazione della folla, i mezzi messi in atto per la costruzione degli immensi palazzi reali di Bouar (con più di 20 m. di altezza e che reggono tonnellate di peso) con la partecipazione di alcune centinaia di individui, se non addirittura più di un migliaio, possono suggerire il modo con cui sono stati (o sono) edificati i più imponenti megaliti di questa zona dell’Africa Centrale.


Funzione e significato dei megaliti

Le forme, le funzioni, gli utilizzi e i significati dei megaliti sono stati un enigma che ha dato adito a molteplici interpretazioni, spesso seguite da accesi dibattiti. Se le pietre erette che R. Asombang  (2004) ha trovato nella zona nord-ovest di Bouar, erano in realtà le vestigia di fondamenta di soffitte e di case, o di strutture usate per lavare i piatti, la stragrande maggioranza di questo tipo di monumenti è stata polifunzionale e ha avuto importanti significati simbolici, rituali, religiosi, esoterici, ecc. Dalla Genesi all'Apocalisse, la Bibbia non sfugge al simbolismo della pietra eretta o del monolite. Infatti Giacobbe eresse un monumento (una pietra), versò dell’olio sulla sua sommità, e chiamò quel luogo Betel, che significa casa di Dio (Prieur 1982). Del resto le pietre erette sono risultate essere tra i primi santuari presso numerosi popoli nei cinque continenti.

Le pietre erette sono utilizzate dalle popolazioni dei regni di Bouar per vari scopi (commemorazione degli antenati, fondazione dei regni, guerra, divinazione, stregoneria, terapia, giustizia, funerario, religioso ed esoterico, gerarchizzazione (indicatore di gradi), estetica , ecc.) che non sono ancora stati ben identificati.

Sebbene ci siano dei monumenti megalitici dedicati esclusivamente a specifiche funzioni di culto, molti esemplari sono multifunzionali e sono utilizzati per diverse attività della vita comunitaria. In questo caso, la funzione o il carattere sacro, occulto o meno del megalite dipende dal contesto della sua costruzione e/o del suo utilizzo. Quindi le caratteristiche non sono sempre attribuite in modo specifico a delle famiglie di opere, ma sono quasi sempre ridistribuite secondo le occasioni e le necessità.


Linguaggio e significati simbolici dei megaliti

Tra il molteplici significati, il linguaggio può essere definito come il modo di esprimersi mediante dei segni che possono essere dei simboli, dei suoni, delle forme o dei gesti. Laddove i segni verbali si basano su una convenzione, i segni artistici o plastici sono invece parzialmente naturali e sostenuti da un rapporto di analogia. In senso lato, la forma di un oggetto culturale come il megalite comprende i suoi aspetti tecnici, plastici ed organizzativi. La lettura o l'osservazione di un tale monumento interessa non soltanto la sua forma, ma anche il suo contenuto. Nello stesso tempo che la percezione immediata può procurarci un significato estetico attraverso la forma, il contenuto veicola dei messaggi. Espressioni (tra le altre cose) di una cultura, di una società in un dato contesto, i megaliti cercano di rappresentare, di fissare ciò che la gente vede, conosce, pensa, crede, che deve ricordare, ecc. i concetti visivi sono più potenti degli stimoli uditivi, più immediati degli altri tipi di ricordi, e inoltre durano più a lungo.

 Sito megalitico che rappresenta il luogo sacro (letteralmente la casa di Dio) che accoglie gli spiriti degli antenati o di una divinità
Sito megalitico che rappresenta il luogo sacro (letteralmente la casa di Dio) che accoglie gli spiriti degli antenati o di una divinità

Comprendiamo meglio l'importanza delle immagini visive e dell'iconografia attraverso il megalitismo, per trasmettere il sapere e come mezzo di comunicazione e di trasmissione di messaggi nelle civiltà a tradizione orale. Questo è il motivo infatti per cui i megaliti hanno una funzione di comunicazione per i valori sociali, religiosi, politici, magici, ecc. e per la coesione sociale. Trasmettono ogni tipo di valore culturale in un linguaggio delle forme visive, essenzialmente simboliche, ricco di significati. Indubbiamente i messaggio comunicati non hanno la precisione del linguaggio parlato, ma hanno un impatto emotivo considerevole, durante le cerimonie. I simboli del megalitismo nell’Africa Centrale sono di una grande coerenza a livello dei significati, ma di una grande varietà per ciò che concerna le espressioni formali. Essi rappresentano in genere tutti gli aspetti del destino umano, le idee, le credenze, esprimono o evocano gli elementi della creazione nell’universo.


Prendiamo nota del fatto che il simbolo è un segno che designa il suo significato per partecipazione. È anche un segno il cui rapporto con il suo significato si basa su un identità parziale o sull’analogia. Il simbolo è polisemico perché rappresenta diversi significati. L'espressione plastica restituisce al linguaggio la dimensione dell’inesprimibile. Infatti anche la difficoltà di percepire il mondo invisibile e il problema di mostrare gli aspetti dei poteri soprannaturali, nascondendo quelli riservati agli iniziati, implicano il ricorso all’uso dei simboli. La funzione primaria di un simbolo, che può essere una pietra eretta, un motivo, un gesto, un canto, una musica, è di ordine esplorativo. Il simbolo permette di cogliere, in un certo senso, un rapporto che la ragione ha difficoltà a definire. Di conseguenza il megalitismo quando diventa l'espressione del visibile e del soprannaturale è particolarmente adatto ad essere incorporato in vari atti di culto e rituali. Infine, il simbolo non deve essere separato dal suo contesto quando viene interpretato nella misura in cui questo sarebbe impossibile. Il simbolismo di un monumento megalitico deve tenere conto di diversi aspetti: il materiale o la materia che lo costituisce, il colore, il numero eventualmente associato all’opera, i disegni decorativi, il luogo in cui è collocato, ecc. Ma l'interpretazione del simbolismo dei megaliti è tutt'altro che facile (Descamps in: Les Cahiers de Sciences & Vie ).


Funzioni e significati religiosi, rituali, esoterici e funerari

À Bouar, l'uomo, grazie alla religione e all'arte, si è creato un'immagine del mondo che gli permette di non subirlo, di dominarlo, da qui la realizzazione di molteplici opere, come i monumenti megalitici. Gli abitanti costruirono un universo organizzato in cui il soprannaturale doveva sottostare alla gerarchia e ai riti della comunità. L'atmosfera magico-religiosa, in cui bagnano i megaliti è allo stesso tempo una delle principali condizioni della loro creazione e una spiegazione della loro destinazione. La religione può essere considerata come l’insieme dei mezzi (preghiere, sacrifici, offerte, cerimonie, ecc.) con cui l'uomo chiede l'aiuto degli esseri soprannaturali. La costruzione e/o l'utilizzo dei megaliti di Bouar sono sottoposti a delle regole, ad un codice, di cui uno dei fondamenti essenziali è la religione locale, che interviene in questo ambito in diversi modi.

 Monoliti rituali neri, associati ad altre piante cosiddette pericolose, di 2m e 2,5m, in basalto. La data determinata è probabilmente il XVIII o XVII secolo (fonte orale)
Monoliti rituali neri, associati ad altre piante cosiddette pericolose, di 2m e 2,5m, in basalto. La data determinata è probabilmente il XVIII o XVII secolo (fonte orale)

Costituisce una fonte di ispirazione per i creatori dei monumenti megalitici: le alleanze con gli animali e le forze della natura, il bisogno di protezione e di potere, il culto degli antenati, il mistero della fertilità sono, tra gli altri, dei temi legati a delle concezioni religiose interpretate in molti megaliti. I rituali, le preghiere, i sacrifici sono essenziali per la costruzione, la messa in opera e l'utilizzo di alcuni megaliti. Infatti, per essere efficienti i supporti delle pratiche magico-religiose, che siano toccati o utilizzati in qualsiasi altro modo, devono essere sottoposti a delle manipolazioni e a dei riti. Pertanto il successo dei culti si trova subordinato agli stretti collegamenti che uniscono i due mondi, il visibile e l’invisibile. È la fusione del materiale e del spirituale che dà il suo potere al megalite e consacra la sua funzione. À Bouar, quando il lavoro dei tecnici è completato, durante la costruzione di un megalite destinato a detenere un potere, un "esperto" che è il ghekè (letteralmente colui che ha il Ke, potere occulto, trascendentale, dinamico e diffuso, magico), interviene per trasformare la pietra in un oggetto dotato di potere. Spesso si tratta di rituali, di cerimonie di iniziazione che danno all'oggetto il suo carattere sacro e pericoloso. La religione, nel gioco del prescritto e del vietato, del permesso e del proibito, indica ai costruttori e agli utilizzatori  dei megaliti i valori e i controvalori della comunità. Questo sembra spiegare l'unità del concetto e il significato della produzione plastica, nonostante la varietà delle espressioni formali. Diversi monumenti megalitici sono dei supporti o dei ricettacoli delle forze occulte o dei concetti religiosi.

Di conseguenza l'erezione di un pietra rituale è accompagnata dal sacrificio di un animale e da vari rituali. Essendo l’oggetto di un culto regolare, la pietra reca tracce di unzione o di oli cerimoniali o sacrificali. La società iniziatica celebra un rituale immolando un animale e versando il sangue, l’olio e il cibo sacrificale sul monolite sacro di Ala'nkyi (uno dei più importanti luoghi sacri e di pellegrinaggio annuale della località). Si incontra anche a Mankon, una pietra eretta chiamata nütchhwerü che si trova in ogni concessione, per proteggere i luoghi contro i nemici, contro la sfortuna e contro la malattia. È anche un altare utilizzato durante i rituali di purificazione dei membri del lignaggio e dei loro alleati. In tutti i regni degli altopiani, i monoliti come luoghi di culto degli antenati o di riposo per alcune divinità, sono onorati per le loro forme, per i loro colori ed eventualmente per il loro numero per il modo in cui sono disposti e per le loro decorazioni. Secondo Tanefo, le pietre bianche (il colore può essere aggiunto al materiale di base) sono associate alla divinità del bene, alla forza fertile mentre le nere sono legate alla divinità del male o ad una forza temibile e distruttiva. Alcune piante  specifiche come l’albero della pace dracaena sp. accompagnano le pietre bianche che ricevono delle offerte composte da elementi come il sale, l'olio di palma, il sangue degli animali di sesso femminile; le nere, associate ad altre piante dette pericolose, sono alimentate dal sangue di animali maschi e si trova della cenere e degli elementi acidi nella composizione delle offerte fatte.


Paterne Huston Bushunju, Repubblica Democratica del Congo, è corrispondente dall'Africa


 

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