Leggende e Tradizioni

Bricco Lu

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18 Novembre 2013

Bricco Lu, l’altura astigiana ammantana da leggende

Un antico bosco sacro dei Celti?


Ho sentito parlare per la prima volta di Bricco Lu da una ragazza durante una chiacchiera a proposito di Masche. Per chi non lo sapesse, Masche è il termine con cui in Piemonte si indicano tante strane cose: fenomeni paranormali, esseri fatati, piccolo popolo, eventi misteriosi e soprattutto quelle che comunemente sono conosciute come Streghe. La ragazza (con la quale mi scuso, ma non ricordo il suo nome) mi raccontava che il luogo viene usato ancora oggi ed è ritenuto ricco di forza e di energia.

Il nome è particolare. Per i non piemontesi va detto che “bricco” sta per altura, vuoi una montagna, vuoi una collina anche bassa. Sembra che LU sia l’abbreviazione di LUCE, infatti il luogo è anche detto “Bric d’la lu” e quindi il nome starebbe a significare “altura della luce”, un nome singolare ed evocativo oltre che estremamente poetico. E LU potrebbe anche derivare dal nome del dio celtico Lug, il dio della luce, appunto.

Per arrivare a Bricco Lu bisogna prendere la strada per Costigliole d’Asti. Arrivati in paese si piega a sinistra, verso la frazione Madonnina. Dopo un po’ di strada si comincia a vedere Bricco Lu. Il panorama è splendido: colline, vigne, l’orizzonte lontano dolcemente ondulato, qualche bruma…

Si supera il piccolo borgo di Madonnina, dove si trova un santuario dedicato alla Beata Vergine delle Grazie. Il Santuario, edificato intorno a un pilone votivo sorto in seguito a miracoli attribuiti alla Madonna, è anche detto Nostra Signora di Lù o anche Cappelletta delle sette vie perchè sorge su di un crocicchio. Superato il Santuario, si prosegue per una strada di campagna verso la collina. Ad un certo punto ci si trova davanti ad una sbarra che viene abbassata solo la notte e, con l’ultimo tratto di strada, si raggiunge un piazzale di forma circolare da cui si ha una splendida visione a 360° delle colline circostanti e nel quale si può parcheggiare. Dal lato opposto si trova una cascina abitata.

Dal basso non si nota nulla, la cima della collina sembra occupata dalla vegetazione che appare quasi impenetrabile. Per raggiungere la cima ci vuole poco, ma si deve camminare tra la sterpaglia. Quando si arriva, però, si resta attoniti. La sommità del bricco è circolare e piana, il bordo è circondato da 12 cipressi, alcuni dei quali in buono stato, altri un po’ sofferenti. Si nota che alcuni sono stati sostituiti di recente perchè sono piante giovani, mentre altri sono alti e pieni. Sul pianoro sono cresciute sterpaglie ed anche qualche “gaggia” (acacia). Da un lato è cresciuto quasi un piccolo boschetto e dal lato opposto si individua ancora la via originaria di accesso che scende tra le piante. Si nota che il posto è in qualche modo ancora curato e frequentato: perchè, se no, ripiantare i cipressi al posto di quelli morti? Perché piantarli proprio sul bordo, in modo da mantenere la forma di un cerchio?

C’è una leggenda su Bricco Lu, che così racconta:

“Viveva, in un cascinale del Bricco Lu, uno sfortunato giovane di nome Poldo, innamorato di Gentucca, bellissima fanciulla. Quando la sua amata raggiunse l’età da marito, numerosi erano


I cipressi sul bordo della radura

i pretendenti. Nell’incertezza il padre convocò tutti gli aspiranti alla mano della figlia per la fiera di San Lorenzo dell’11 agosto, promettendola in sposa a colui che si fosse presentato con la migliore

coppia di buoi. Poldo era povero e non sapendo a chi chiedere aiuto, nella disperazione

invocò il diavolo e questi apparve. Stretto il patto, Poldo si trova subito in mezzo alla fiera con la

più superba coppia di buoi aggiogati a un rosso carro e fra le mani un “pungolo d’oro”. Poldo sposò Gentucca e la portò nella sua casa al Bricco Lu dimenticando il triste patto. Trascorso

un anno, nella notte di San Lorenzo il diavolo torna ad esigere l’anima che Poldo gli aveva promesso. Il silenzio della notte fu rotto da un boato e una voragine ingoia Poldo, i buoi stregati, il carro e il “pungolo d’oro”. Gentucca, folle di dolore morì, ma il suo spirito non placato ritorna

sempre la notte di San Lorenzo a ricercare lo sposo rapitole dal demonio.”

La leggenda non è diversa da molte altre che coinvolgono l’azione del demonio per stigmatizzare un luogo di tradizione pagana. Le tradizioni locali parlano infatti di Bricco Lu come di un luogo dove si ritrovavano le Masche. Sono molti i luoghi che hanno questa fama e tutti sono luoghi particolari. Sede di Sabba satanici? O luogo di incontro di sciamani legati alle antiche tradizioni celtiche che tanto sono rimaste penetrate nelle nostre terre del Piemonte? Potrebbe essere un antico “nemeton”, il bosco sacro dei Celti? In questo caso, potrebbe essere stato indicato con la dubbia fama di “posto delle masche” proprio per demonizzare un luogo sacro legato alla tradizione dello sciamanesimo druidico.

Certo è che sul Bricco Lu si respira un’aria di pace e di serenità e ci si sente protetti dal cerchio dei cipressi. Si sente il vento che soffia sulle colline e lo sguardo si perde lontano, verso orizzonti sfumati dove la magia sembra materializzarsi danzando nel cielo.

 

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