Leggende e Tradizioni

Seborga, un borgo misterioso nell’entroterra ligure

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04 Febbraio 2024
Piazza San Martino a Seborga
Piazza San Martino a Seborga

Tra Ospedaletti e Bordighera una delle 150 micronazioni del mondo


Camminando per le vie di Seborga si è subito immersi in una atmosfera d’altri tempi densa di armi, cavalieri e segreti che dovevano essere nascosti alla vista dei più.

Già il nome stesso, Seborga, che in documenti più antichi era chiamata Sepulchrum o Castrum Sepulchri, sembra lasciar trapelare che qui sia sepolto qualcosa che doveva esser custodito e quale miglior modo per nascondere qualcosa il tumularlo in una tomba avvolta dal più assoluto silenzio? Ma cosa sarà mai stato sepolto qui visto che pare non siano mai stati ritrovati resti di tombe nobiliari? Magari potrebbe essere una reliquia oppure un segreto immateriale.

In ogni caso questo paese sembra ammantato di mistero e nel percorrere le sue piccole e strette vie se ne percepisce l’odore.

Cominciamo dalla sua storia, controversa e piena di contraddizioni: infatti Seborga è un comune italiano ma è anche un Principato.

Sì, è un Principato con tanto di Principe, un consiglio della Corona, delle guardie, una bandiera, una moneta (il Luigino che non possiede valore legale ma che circola come moneta di scambio all’interno del paese), dei francobolli, un passaporto e persino un inno nazionale!  Ovviamente il tutto non riconosciuto dallo Stato italiano, perché Seborga ha pure un Sindaco della Repubblica italiana e ufficialmente fa parte dell’Italia.

Lapide dedicata a Hugues de Payns, Gran Maestro Templare
Lapide dedicata a Hugues de Payns, Gran Maestro Templare

Seborga esiste dal 954 d.C., anno in cui il Conte Guidoni di Ventimiglia donò il territorio di Seborga ai monaci benedettini dell’Abbazia di Sant’Onorato di Lérin. A partire dal 1079, con l’autorizzazione del Papa Gregorio VII, gli Abati dell’Abbazia di Sant’Onorato di Lérin poterono fregiarsi del titolo di Principi-Abati di Seborga e fino al 1729 si succedettero ben centonove Principi-Abati.

Col passare dei secoli la situazione economica-finanziaria del paese peggiorò e i monaci cominciarono a pensare di vendere il borgo.  L’atto di vendita del Principato di Seborga a Vittorio Amedeo II di Savoia fu sottoscritto a Parigi il 30 gennaio 1729 ma sembra che quest’atto non sia mai stato ufficialmente registrato (e che la somma pattuita per la vendita non fu mai pagata da Casa Savoia) così gli abitanti di Seborga chiedono che venga riconosciuto lo status di Principato indipendente. Il primo Principe di Seborga è stato Giorgio Carbone che regnò dal 1963 fino al 2009 e attualmente a capo del Principato di Seborga c’è una donna, la Principessa Nina Menegatto, eletta nel novembre 2019. Infatti il Principato non è dinastico ma elettivo e il principe viene eletto dal popolo. La Principessa Nina, così come i suoi predecessori, è intenzionata a continuare la battaglia per il riconoscimento dell’indipendenza di Seborga.

Seborga è anche una delle 150 micronazioni del mondo cioè un paese che si considera indipendente ma che non è riconosciuto tale dai governi e dalle maggiori organizzazioni internazionali. Si tratta di una pratica molto più diffusa di quanto si possa immaginare quello di proclamarsi re o principi di una minuscola porzione di territorio e dichiararne l’indipendenza.

Ma le contraddizioni di Seborga non sono finite qui.

Più tormentata è la vicenda della “Nullius Diocesis”, ossia del fatto che il Principato di Seborga non è compreso territorialmente in alcuna Diocesi e non è sottoposto al Vescovo ma solo e direttamente al Papa. Alcuni vescovi cercarono di riportare Seborga sotto il loro dominio ma intervenne sempre il Papa a ristabilire le cose. Strano, vero?

Tra l’altro questo Stato vanta anche una storia di pace infatti non è mai stato coinvolto in guerre e anche ai giorni nostri, pur essendoci delle guardie della Corona, queste non hanno molto da fare perché non c’è delinquenza.

Chiesa dedicata a San Bernardo di Chiaravalle
Chiesa dedicata a San Bernardo di Chiaravalle

E che dire poi dello stemma? Se notate, il motto che lo contraddistingue è “Sub umbra sedi”, espressione abbastanza ambigua perché si può tradurre “sedetti sotto l’ombra” ma anche “sotto l’ombra della sede” o “mi sono seduto all’ombra”. In ogni caso di che ombra parla? L’ombra di chi? Forse si riferisce a questa lapide dedicata a Hugues de Payns, dove c’è scritto “Gran Maestro Templare siediti all’ombra su questa pietra e proteggi Seborga secondo il giuramento dei Templari”?

La storia di Seborga infatti pare essere legata alle avventure misteriose dei cavalieri Templari. Sembra che proprio nella chiesa dedicata a San Bernardo di Chiaravalle, il santo in persona nel 1117 abbia ordinato i primi 9 cavalieri. Ancor oggi in questa chiesa vengono incoronati i principi e sul sagrato si possono notare gli stemmi dei Templari.

È particolare anche che la festa nazionale di Seborga sia il 20 agosto, giorno in cui si festeggia anche San Bernardo di Chiaravalle, patrono del Principato di Seborga nonché cavaliere Templare: sarà solo una coincidenza? Per celebrare questa ricorrenza quest’estate il 20 agosto si sono svolte due cerimonie: la prima al mattino di cui non si è stranamente fatta pubblicità e in cui cinque cavalieri del gruppo Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonis hanno svolto un rituale presso la chiesetta del santo, la seconda, quella ufficiale, alla presenza della Principessa Nina di Seborga, in cui è stata celebrata una messa nella chiesa del Santo e a seguire una  processione per le vie del paese con la statua di San Bernardo.

La Principessa Nina di Seborga durante la festa nazionale
La Principessa Nina di Seborga durante la festa nazionale

In effetti nel paese si trovano dei simboli templari, a partire dalla piazza San Martino di forma sostanzialmente circolare con al centro una croce templare circondata da due cerchi concentrici, da una rosa e poi da altri due cerchi concentrici.

E che dire della bandiera poi che presenta 9 bande orizzontali di colore azzurro poste ad ugual distanza tra loro? Sul sito del Principato c’è scritto che le 9 bande azzurre simboleggiano i primi 9 cavalieri templari che secondo alcune leggende avrebbero ricevuto l’investitura proprio a Seborga. Ma dulcis in fundo ecco lo stemma di S.A.S la Principessa di Seborga dove compare il simbolo della rosa, anzi ce ne sono tre! Dal sito del Principato: “In araldica, la rosa è simbolo di bellezza, onore e merito riconosciuto.” Ma questa particolare rosa qui riprodotta è anche un simbolo dello Sciamanesimo Druidico che significa la conoscenza, la massima espressione dell’Ascesi e la via iniziatica.

In ogni caso una rosa sboccia quando le condizioni lo permettono e chissà che questo stemma non voglia comunicare l’intenzione della Principessa e degli abitanti di costruire Seborga come un’alternativa alle società moderne, un paese libero e indipendente abitato da un gruppo di sognatori!

 

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