Leggende e Tradizioni |
Sciamane, Masche, Streghe |
21 Giugno 2023 | ||||||||||||||||||||
Quando il genere determina un luogo comune
Quando si parla di masche, di streghe o di sciamane è facile cadere nel luogo comune che vede la donna legata a un ruolo che sconfina nella magia. In realtà lo sciamanesimo si riferisce a un culto antichissimo, tra le pratiche spirituali più antiche del mondo, e riassume in sé un insieme di conoscenze, credenze, pratiche religiose, tecniche magico-rituali, terapeutiche naturali, che si possono trovare in varie culture e tradizioni. Eppure in queste antiche tradizioni, tuttora vive e vitali, non c’è differenza tra uomo e donna. Entrambi i generi hanno dei ruoli che possono sconfinare nella spiritualità, senza alcuna differenziazione. Tuttavia le grandi repressioni religiose nei confronti di quella che viene definita come “antica religione” hanno portato a un tentativo di annientamento di tali culture, soprattutto con l’avvento delle grandi religioni storiche, di stampo patriarcale, che hanno introdotto il primato del maschio e il dominio dell’antropocentrismo. Questo processo è iniziato almeno cinquemila anni fa, ma ne subiamo ancora gli effetti. Il dominio del patriarcato ha avuto come conseguenza l’oblìo di queste antiche culture, che se pur siano tuttora vive e mantengano il loro status comunitario, non incidono minimamente nella società maggioritaria in quanto sono considerate, appunto, minoranze etniche. Eppure uno studio delle Nazioni Unite ha stabilito che sono approssimativamente 370 milioni gli indigeni appartenenti a comunità native e queste comunità occupano il 20 per cento dei territori del pianeta. Tuttavia è difficile fare una stima poiché molte tribù rimangono isolate in luoghi molto remoti: isole sperdute nell'oceano o nel cuore della foresta.
Ma è proprio in queste comunità indigene che sopravvive lo sciamanesimo. Lo Sciamanesimo Lo sciamanesimo è la più antica forma di rapporto tra l'individuo e il senso dell'esistenza. Secondo i “Popoli naturali”, definizione che viene data a quei popoli che si riferiscono alla Natura, tutte le creature sono uguali al di là della differenza di sesso e di specie. Addirittura i Nativi americani non fanno differenza tra un sasso o un uomo, poiché sono convinti che ogni creatura prodotta dall’esistenza abbia un suo ciclo vitale. Secondo i Popoli naturali, da quando una creatura ha guardato per la prima volta verso il cielo stellato ed è rimasta rapita dalla grandiosità del suo spettacolo è nato in lei il desiderio di conoscere il mistero che vi ha scorto, unito all’aspirazione di entrare in sintonia con esso, in maniera consapevole, per capire il senso della propria esistenza. Un’esperienza che, nonostante le sovrapposizioni culturali e storiche avvenute nel tempo, è sempre vitale e presente nell'animo di ogni individuo, anche se ciò che hanno prodotto le società maggioritarie non lo lasciano intuire. Oggi esistono varie forme di sciamanesimo, soprattutto presso i popoli della Mongolia, del Nordamerica, delle terre artiche e in Africa centrale. Esiste anche uno sciamanesimo storico nato con il fenomeno della New Age, ma queste manifestazioni, a parte l’interesse che possono suscitare per uno studio antropologico, molte volte non hanno nulla a che fare con il vero sciamanesimo, poiché contaminate dalla cultura patriarcale che si è sostituita all’antica cultura primigenia dei “primi uomini”, come li cita Dante nella Divina Commedia. Lo sciamanesimo non può essere confuso con pratiche di religione a supporto di vari clan, né con un’esperienza ereditabile dinasticamente. Questi sono chiaramente adattamenti di popoli che hanno perduto la loro memoria storica, cancellata spesso ad arte dalla società maggioritaria per distruggere culture che celebrano la libertà dell’individuo e vanno contro la superstizione. Lo sciamanesimo potrebbe essere definito come la religione naturale dell'uomo, nata spontaneamente nella specie umana milioni di anni orsono; una religione o filosofia di vita legata alla Natura in cui ogni individuo può realizzare in totale libertà la propria identità spirituale. L'esperienza senza nome che la distingue scaturisce spontaneamente dall'individuo che si rapporta alla dimensione fisica e mistica dell'universo prendendo a riferimento pragmatico la Natura senza inutili sovrastrutture culturali e ideologiche.
Si potrebbe dire che lo sciamanesimo è paragonabile alla scienza che studia l'universo e abbatte con la sua conoscenza la distinzione tra filosofia e scienza, avvicinando l’individuo al senso del trascendente. Ciascun individuo, al di là del genere o della specie di appartenenza, se si sente coinvolto dal mistero della vita e sente il richiamo imperante del trascendente che si impone su ogni altra cosa, è uno Sciamano in potenza, e questo fenomeno si intuisce anche tra le altre specie, gli animali. Anche tra gli animali esistono differenziazioni di ruoli, e in genere il più maturo, il più intoccabile perché particolarmente intelligente e magari più filosofo, viene riconosciuto leader. Questo succede incredibilmente anche tra gli insetti, ne abbiamo un esempio nella struttura sociale delle api. Tra i Popoli nativi gli animali hanno sempre avuto un ruolo sacro particolare, considerati come “porte” su altre dimensioni. Lo Sciamano, sia esso maschio o femmina, si rapporta alle forze della Natura e da questa ricava le energie ancestrali che essa esprime su piani non sempre convenzionali, ma che rappresentano le radici profonde della presenza umana nell'esistenza. Dall’antica esperienza sciamanica hanno preso spunto nel tempo moltitudini di profeti, filosofie di vita e religioni di ogni genere che hanno promosso, in seguito, propri specifici paradigmi di verità, riuscendo a suggestionare gli individui, colpendoli nei loro bisogni di trascendenza. Tuttavia lo Sciamano non ha solo un ruolo spirituale, ha anche una funzione sociale, di solito in difesa delle proprie tradizioni, dei riti e dei luoghi sacri della Comunità. Ne è un esempio Ola Cassadore, leader spirituale Apache che per anni e fino alla sua morte si è battuta in difesa della montagna sacra di tutti i Popoli Apache, Dzil Nchaa Si An (la “Grande Montagna Seduta” per via del suo profilo particolare), profanata dalla costruzione di un grande osservatorio astronomico. O Davi Kopenawa, lo sciamano che lotta per la terra degli Yanomami. Leader e portavoce della popolazione indigena che vive nella foresta amazzonica brasiliana, si batte per i diritti della sua comunità, contro l'invasione dei cercatori d'oro, favorita dal presidente Bolsonaro. E' il vincitore del "Right Livelihood award", riconoscimento assegnato a persone che si impegnano per la pace, la giustizia, la sostenibilità.
Giancarlo Barbadoro, scomparso nel 2019, nel suo lavoro alla difesa delle tradizioni e dei luoghi sacri dei Popoli nativi era stato nominato delegato di cinque Comunità indigene di ogni continente. Lui stesso era stato incaricato di tutelare e trasmettere alle future generazioni l’antico sciamanesimo druidico che lui identificava nel concetto di “ecospiritualità”, ossia un rapporto di rispetto verso Madre Terra e tutti i suoi figli, a qualsiasi specie appartenessero. Proprio a questo scopo ha fondato, insieme a leader di Comunità indigene, la Ecosprituality Foundation con cui si batteva all’ONU per la difesa delle tradizioni e dei luoghi sacri dei Nativi. Nell’immaginario collettivo, e nella letteratura moderna, lo sciamano è una persona, solitamente maschile, che attraverso la trance entra in contatto con altre dimensioni, uno stregone, un medicone, uno psicopompo, un medium. Viene anche definito “uomo di medicina” (medicine man). In realtà è molto più di questo. Secondo le antiche culture native, uno sciamano (o una sciamana) è una persona che ha stabilito un contatto con il trascendente, ne ha fatto la sua ragione di vita, e se gli viene richiesto, aiuta gli altri a trovare questo sentiero. Ma questo ruolo va al di là del genere. E non è neppure un ruolo, è una condizione di essere, una qualità naturale. Quello che contraddistingue queste figure, sia nel passato che ancora oggi, è il rapporto con la Natura, con Madre Terra, vista come la unica vera nostra grande madre. Una madre che ci alleva, ci dà tutto quello di cui abbiamo bisogno, senza chiederci niente in cambio. Dalla natura le donne sciamane dei Popoli naturali traggono ciò che serve per curare: le piante, le fonti sacre, ma anche il rapporto con quell’aspetto misterioso e mistico che ci spinge ad andare oltre i nostri confini conoscitivi. E questo rapporto non conosce limiti di genere né di specie.
Lo Sciamanesimo druidico A causa dell’opera di evangelizzazione del Nord Europa, molte culture tradizionali sono scomparse del tutto. Altre etnie, per permettere alla loro identità di sopravvivere ed evitare di perdere completamente la loro cultura tradizionale di riferimento, apparentemente si sono lasciate conglobare dalla cultura dominante, nascondendo i segni caratteristici della loro cultura che attirava l'azione della forzata evangelizzazione e della persecuzione. Così è accaduto che in molti casi le caratteristiche etniche delle varie tribù si siano diluite nel melting pot dell’area cristiana, perdendo la loro specifica identità tribale, pur mantenendo saldamente la loro cultura di riferimento che li ha mantenuti egualmente coesi nella nuova condizione storica. Addirittura questo si rivelò un potenziale espansionistico per via della nuova possibilità di poter allargare la propria cultura ad altre etnie: una risposta per sopravvivere alle persecuzioni e continuare il proprio percorso storico al di là delle ingerenze religiose.
Se nella situazione precedente, nella specifica dimensione di etnia, la consanguineità era il mezzo e il supporto che favoriva la trasmissione dell'insegnamento tradizionale, come accadeva ad esempio per i Nativi Americani, in seguito questa consanguineità diventò virtuale, disponibile ad essere vissuta tra coloro che si identificavano nella stessa tradizione di riferimento. La cultura tradizionale mantenuta viva consentiva una consanguineità simbolica che apriva al concetto e alla pratica della fratellanza tra quanti si identificavano nella sua identità culturale. Una consanguineità virtuale, ma non per questo meno efficace, dal punto di vista della trasmissione dell’insegnamento tradizionale, del contesto puramente etnico. Le popolazioni celtiche vivevano già in origine una cultura tradizionale di tipo interetnico. I Celti non erano una popolazione omogenea riferibile ad una sola e specifica etnia, ma bensì costituivano un insieme di popoli che erano giunti nel Nord Europa a seguito di più migrazioni. I druidi furono il collante che mise insieme in un’unica cultura tutte queste popolazioni, il cemento che nella disomogeneità delle etnie presenti sul territorio creò l'identità unitaria di popolo. Dopo le persecuzioni romane e le conversioni cristiane, le etnie originarie erano ormai scomparse nella loro purezza. Si erano fuse con altre che erano confluite nel "melting pot" europeo ed era sopravvissuta solo la loro anima essenziale, ovvero la cultura tradizionale che l'animava e che le dava identità. Di fronte alla storia avevano semplicemente aperto la loro etnia all’accesso di altre tribù, con il risultato che la loro vitalità era cresciuta e poteva avere un futuro. In definitiva possiamo constatare che, in Europa, l’Impero romano e il cristianesimo non hanno soffocato effettivamente tutte le culture che esistevano prima della loro comparsa. Alcune di queste, in silenzio, hanno continuato ad esistere e proseguito il loro cammino generazionale attraverso il tempo, vivendo la loro storia al fianco di un inconsapevole cristianesimo. Lo Sciamanesimo druidico è mantenuto vivo da quelle culture sopravvissute alla Discovery Doctrine, la Bolla papale emanata nel 1452 da papa Niccolò V con l’obbligo dell’evangelizzazione degli indigeni “per diritti divino”, Bolla che ha consentito ogni genere di nefandezza e sopraffazione ai danni delle popolazioni native. Ma le prove generali delle colonizzazioni vennero fatte in Europa con l’istituzione della “Santa Inquisizione” e con lo sterminio dei Catari e dei Templari.
L’Inquisizione è nota soprattutto per la caccia alle streghe: nei 300 anni che vanno dal 1450 al 1750, in Europa furono uccise sul rogo per stregoneria circa 30 o 40.000 persone. Parliamo di "persone" perché molto spesso, specie in alcuni paesi, a finire sul rogo erano anche gli uomini. Lo Sciamanesimo druidico è quindi sopravvissuto grazie ai druidi, quegli sciamani che rispettano le idee di chi ha scelto il cristianesimo e le altre fedi confessionali, ma che chiedono altrettanto rispetto per le proprie idee, per la propria esperienza e per le proprie scelte. Rispetto che può contribuire a una sinergia di intenti per assicurare una vera evoluzione di idee e di socialità per l'umanità affacciata al nuovo millennio. Oggi sono evidenti i legami che uniscono culturalmente Nativi Americani, Nativi Europei e nativi di tutti i continenti, al di là delle distanze geografiche e storiche dei rispettivi popoli. Ma chiediamoci come possa essere mantenuto vivo questo legame, in un mondo maggioritario sempre più egemonizzato dall’economia e dalle grandi religioni storiche, un mondo in cui non c’è apparentemente più spazio per una ricerca libera e laica verso il trascendente.
La Società Vikinga La Società Vikinga era altamente democratica e non faceva distinzioni di genere. L’“Althing” (“assemblea” in norreno) è un’assemblea vikinga nata in Islanda nell’anno 930 d.C. Qui si prendevano decisioni a cui partecipavano tutti i membri della comunità, al di là dei gradi, dei ruoli sociali e di genere, in piena democrazia. Si decidevano le leggi dopo averle discusse tutti insieme. Di solito l’“Althing” si teneva nelle due prime settimane di luglio. Era considerato l’evento principale dell’anno a cui partecipavano anche migliaia di persone accampate nella zona con le tende e a fianco dell’evento principale, l’assemblea, si sviluppavano scambi commerciali, patti, o semplicemente ci si divertiva in incontri intertribali. Il compito principale dell’“Althing” era quello di legiferare nuove leggi o interpretare quelle già esistenti, e amministrare la giustizia. All’“Althing” partecipavano sia Vikinghi che Celti, in quanto entrambi i popoli facevano parte dei primi coloni che si insediarono in Islanda. Del resto entrambe queste culture avevano una matrice comune, come dimostrano i ritrovamenti e i reperti. Ogni uomo e ogni donna potevano intervenire argomentando e portando avanti i propri progetti di legge al di là dei ruoli che rivestivano nella società. Chi non era soddisfatto del suo Capo Clan poteva decidere di cambiare Clan. All’inizio dell’“Althing” le leggi non venivano scritte, ma solo declamate a voce.
Le tracce della parità tra uomo e donna si ritrovano anche in Svezia dove a Birka è stata ritrovata una tomba vikinga appartenente a una guerriera, piena di armi: spade, asce, scudi e altri elementi di tipo più rituale. Non è certo l’unico caso. In Norvegia ci sono quelle che gli archeologi chiamano “tombe anomale”, cioè tombe in cui sono state trovate ossa femminili insieme a oggetti da guerrieri. Un archeologo dell’Università di Oxford ha dichiarato: «Stiamo trovando abbastanza prove che ci dicono che al tempo dei vikinghi i ruoli di genere erano più fluidi di quanto pensassimo e che quindi è possibile che in alcuni casi le donne fossero considerate “socialmente uomini” anche se non lo erano biologicamente, e che per questo potessero avere ruoli di comando militare». Una dichiarazione in cui è evidente la mentalità patriarcale. Nella Società Vikinga, ancora in tempi relativamente recenti, parliamo del periodo dall’VIII all'XI secolo, le donne godevano di uno status sociale e legale di assoluta parità, con tutti i diritti concessi al capo di un clan famigliare. Del resto nelle saghe nordiche vengono tramandate le figure di sacerdotesse guerriere che combattevano nelle battaglie al fianco degli uomini ma avevano anche ruoli di leader spirituali. Le Masche In Piemonte e in Liguria abbiamo la figura della Masca, il termine che indica la strega del folklore piemontese. Tuttavia il termine non è riferito solo alla donna, infatti abbiamo i “Masconi”, quei maschi che hanno ricevuto i “poteri”. In Liguria abbiamo il fenomeno delle Basure, con lo stesso significato. Nelle campagne piemontesi questo folklore è molto sentito: ogni tradizione popolare ha delle credenze magiche peculiari che hanno per protagonisti streghe e stregoni. Esistono numerose leggende sull’argomento e a questo tema sono dedicati studi antropologici, libri, mostre d’arte, musei e feste popolari. A Triora, in provincia di Imperia, c’è un borgo medievale soprannominato “il Paese delle streghe”. Si riferisce a una tragica storia accaduta alla fine del 1500: alcune donne del posto furono infatti accusate di stregoneria, subendo uno dei più celebri processi tenuti del nostro Paese. Così feroce da far soprannominare il paese la “Salem d’Italia”. Ogni anno a Triora in memoria di quegli avvenimenti si celebra una vera e propria festa dedicata alla stregoneria chiamata “Strigora”. In Piemonte, le Masche costituiscono una realtà che fa parte del quotidiano: ogni paese, borgo, contrada o valle ha avuto la propria strega personale che viene ricordata spesso con racconti fantasiosi.
Una caratteristica legata alle Masche è il Libro del Comando, un vero e proprio libro dalle origini misteriose, di cui non si sa la provenienza né chi lo detiene. Un libro molto ricercato dagli alchimisti, in quanto si crede che potesse permettere a chiunque di fare qualunque cosa, in quanto magico. Alcune Masche ed alcuni Masconi, secondo le credenze popolari, hanno la facoltà di disporre del “libro del comando”, ovvero una raccolta di formule magiche, sortilegi ed incantesimi. A seconda del verso con il quale si sfogliava questo libro, le Masche e i Masconi potevano leggere il futuro ed il passato. Nel passato gli agricoltori e i montanari piemontesi attribuivano alle Masche la responsabilità del verificarsi di avvenimenti funesti. Tali avvenimenti venivano denominati mascherìe. E’ indubbio che ancora oggi vengano perpetrati dei riti che potremmo definire “pagani”, per invocare la pioggia o proteggere i raccolti. Le Masche e i Masconi piemontesi frequentavano la chiesa, andavano a messa e ricevevano i sacramenti come tutte le altre persone della comunità. Tuttavia le persone accusate di essere Masche o Masconi venivano perseguitate e spesso processate e condannate al rogo dal tribunale dell'Inquisizione senza alcuna possibilità di scampo. Gli animali totemici Nel mondo dei Popoli naturali, quei popoli nativi che non si sono lasciati assimilare dalla società maggioritaria disegnata dalle grandi religioni storiche, gli animali rivestono un ruolo sacro molto particolare. Gli animali sono considerati in queste culture come delle “porte” su altre dimensioni e, in quanto tali, devono essere rispettati e salvaguardati. Nelle culture dei Popoli naturali è molto presente il simbolismo degli animali totemici, spiriti-guida dotati di potere, conoscenza e guarigione. Tra i Nativi americani, ogni animale ha un ruolo peculiare ed è considerato un elemento catalizzatore. In queste culture c’è un rispetto particolare per tutto ciò che riguarda Madre Terra e i suoi figli, e indubbiamente gli animali sono quegli esseri che hanno maggiormente mantenuto un legame con la Terra.
In pressoché tutti i miti e le leggende dei Nativi americani sono presenti gli animali e di solito hanno una parte predominante. Il bisonte, il corvo, l’orso, il lupo, l’aquila sono i più ricorrenti. Ma ogni animale può essere un elemento sacro per chi lo adotta (o ne viene adottato) come spirito-guida. Nelle tradizioni degli aborigeni australiani c’è ovviamente il canguro, o il cigno nero, l’aquila, il falco, ma c’è anche il cockatoo, o cacatua, una specie di pappagallo nero con le piume rosse che viene preso a simbolo dagli aborigeni Wamba Wamba del Victoria. Anche il ragno, con la sua tela, ha una parte importante. Gli ormai noti “Dreamcatcher” che popolano quasi tutte le nostre case, soprattutto di chi ha dei bambini, sono le tele del ragno dei Nativi americani preposte a fare da filtro ai sogni cattivi per lasciar passare solo quelli buoni. Nella mitologia del popolo Bassa del Camerun un ragno, con la sua tela, è stato il salvatore della loro gente, impedendo l’accesso nella grotta dove si rifugiavano i continuatori della loro tradizione a chi voleva distruggerla. Nelle tradizioni celtiche l’aquila ha un posto di rilievo, così come il cervo, il lupo, il cinghiale, il corvo, l’airone. Tuttavia, al di là dell’iconografia più conosciuta, che spesso risente di una interpretazione culturale secolare (ne abbiamo un infausto esempio nella demonizzazione dei gatti neri derivanti da superstizioni medievali), tutti gli animali, di qualsiasi razza, possono essere elementi totemici. Insetti compresi. Secondo queste tradizioni, incontrare sulla propria strada un animale-guida può essere un evento che trasforma completamente la propria vita, un “segno” inviato da Madre Terra. Un animale-guida può essere fonte di ispirazione, può aprire delle porte su altre dimensioni, può guarirci dalle malattie, è un totem che ci protegge e ci stimola ad evolvere. I Nativi dicono che tutti noi abbiamo un animale totemico, ma dobbiamo imparare a riconoscerlo. In quel caso l’animale-guida diventerà una sorta di nostro “protettore” e fonte di ispirazione per la nostra vita. Ma come si può riconoscere un animale-guida? Secondo le antiche tradizioni, l’incontro può avvenire ad esempio durante il sonno. In questo caso, se l’animale si rivela una guida, se ne conserverà il ricordo dopo essersi svegliati. Oppure l’incontro può avvenire in maniera spontanea, in mezzo alla natura. Non necessariamente con un animale fisico, ma con la sua proiezione mentale.
È indubbio che gli animali vivano, a differenza degli uomini, un profondo rapporto con il pianeta. Vivono naturalmente il principio dell’ecospiritualità, un’armonia con la natura che lascia intuire un contatto con il mistero di cui Madre Terra è depositaria. Se proviamo a considerare gli animali senza lo stereotipo che ce li fa vedere, anche con le migliori intenzioni, come degli esseri da proteggere ma tutto sommato senza una propria cultura e identità, allora avremo delle sorprese. Potremo guardare il nostro gatto o il nostro cane come un grande mistero che sta accanto a noi, e quell’uccello che vola non sarà più solo parte del nostro scenario. Sarà un inviato di Madre Terra che forse ci vuole comunicare qualcosa. Anche la figura del falco ha rivestito per i popoli antichi importanti significati. Presso gli antichi egizi rappresentava il dio Horus che ereditava il potere del dio Osiride, mentre nei racconti delle leggende irlandesi, il falco manifesta un preciso ruolo sacro. Oggi la cultura del mondo maggioritario ci ha privato di questo rapporto magico con gli animali, impedendoci di coglierne i segni, gli insegnamenti e gli aiuti che ci possono arrivare da loro. Impedendoci di vederli come i messaggeri di Madre Terra, i suoi figli privilegiati che hanno mantenuto un rapporto con lei, mentre noi ce ne siamo distaccati. Erroneamente, e molto paternalisticamente, pensiamo che siano loro ad avere bisogno di noi, mentre guardandoci intorno e vedendo il tipo di società malata che ha saputo creare l’uomo, forse siamo noi ad aver bisogno di loro.
Bibliografia: Giancarlo Barbadoro, Il Tamburo dello Sciamano, Edizioni Triskel Davi Kopenawa, La caduta del cielo, Edizioni Nottetempo Mark L. Winston, Il tempo delle api, Il Saggiatore Massimo Centini, Stregoneria, Yume Edizioni Mircea Eliade, Lo Sciamanesimo, Ed. Mediterranee Articolo già comparso sulla monografia “Mystery in History magazine” dedicata alle Stregoneria, pubblicata da Yume Editrice www.yumebook.it. Per gentile concessione della casa editrice Yume. |