Indigenous Peoples

Gayanashagowa, “La Grande Legge della Pace”

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01 Agosto 2012

Kenneth Deer, Mohawk Nation

La voce della Confederazione Irochese alle Nazioni Unite


Sono seduto qui e ho ascoltato tutte le dichiarazioni, e sento di dovermi esprimere per conto del popolo che rappresento.

Siedo qui oggi come cittadino dell’Haudenosaunee o, come viene comunemente chiamato, delle Six Nations, o Confederazione Irochese. L’Haudenosaunee comprende le nazioni Mohawk, Oneida, Onondaga, Cayuga, Seneca e Tuscarora.

Abbiamo una lunga storia e una ricca cultura in Nord America. Vediamo la nostra lingua e la nostra cultura in maniera olistica, per includere tutti gli aspetti delle nostre vite, non limitandosi soltanto alle canzoni e alle danze, alle perline e alle piume. La nostra costituzione, conosciuta come la Gayanashagowa o “La Grande Legge della Pace” come è liberamente tradotta, fa parte integrante della nostra cultura. Questa costituzione racchiude la nostra struttura politica, i doveri degli uomini, i doveri delle donne, e il nostro ciclo spirituale insieme a ogni altro aspetto che ne è compreso.

Il nostro popolo possiede i propri racconti sulla creazione oltre alla sua visione del mondo, abbiamo i nostri concetti sul nostro posto all’interno della creazione. Crediamo che la nostra creazione abbia un fine, crediamo di avere un destino da compiere, e di trovarci su questa Terra per raggiungere quel proposito. Lavoriamo al compimento di questo destino ogni giorno della nostra vita.

Uno dei grandi risultati è stato quello di portare le cinque nazioni originali dalla guerra alla pace, per formare l'Haudenosaunee. Abbiamo imparato a sotterrare le nostre armi di guerra sotto l’albero della pace, mettendo da parte l’odio, la rabbia e la sete di vendetta dentro di noi, e ad usare solo buone parole tra di noi per appianare le nostre differenze, con parole che non ci feriscano o offendano a vicenda.


Un Pow wow nella riserva Kahnawake della Mohawk Nation

Abbiamo imparato come comportarci con diplomazia e come rispettarci reciprocamente, e così facendo abbiamo creato una federazione di nazioni potente e ben rispettata. Gli Stati Uniti d’America si sono infatti ispirati alla nostra costituzione per la stesura della loro. Ancora oggi noi continuiamo a impugnare questa costituzione. I suoi insegnamenti trascendono ogni tempo e forma d’oppressione. La forza della nostra cultura risiede nelle nostre menti. Ci viene insegnato chi siamo e il perché esistiamo. Crediamo in noi stessi e nel nostro posto nella creazione. Crediamo che il creatore ci abbia messo qui per un proposito, e per una ragione, e siamo qui per portare a compimento questo destino.

Possiamo mantenere la nostra cultura in vita solo attraverso la tutela della nostra educazione, della nostra economia, dei nostri luoghi sacri, delle nostre politiche e di tutte le nostre strutture sociali. Siedo qui per via della nostra cultura, grazie ai protocolli che abbiamo nella nostra società, per via della nostra diplomazia, perché abbiamo stretto trattati, perché abbiamo una nostra visione del mondo ben definita, perché crediamo di avere il diritto di trovarci qui.

Ma il nostro posto non è nell’ultima fila in fondo alla stanza. Crediamo che ogni nazione dovrebbe essere riconosciuta uguale, e quindi sederci fianco a fianco l’uno con l’altro.

Crediamo che la cultura sia la nostra sovranità. E secondo la nostra cultura, crediamo che la sovranità sia cultura e che la cultura sia sovranità.



Dalla Dichiarazione di Kenneth Deer

alle Nazioni Unite di Ginevra

in occasione dell’Expert Mechanism on the Rights of Indigenous Peoples

Fifth session, 9-13 July 2012



 

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