Il blog di Stefano Milla

Libere associazioni

Stampa E-mail
01 Novembre 2013


Non so da quanti mesi procedevo senza sosta in mille attività diverse, cercando spesso con difficoltà a tenere le fila di ogni cosa tra viaggi, una nuova sceneggiatura, la continua ricerca di fondi per una nuova produzione, la famiglia, il trasferimento negli Stati Uniti, i documenti, la ricerca di location, i casting… Mille ruoli diversi, mille cappelli da cambiare a seconda dell'interlocutore o del compito. Un incessante movimento, stoppato quasi all'improvviso da un inesorabile, ineluttabile e drasticamente destabilizzante evento: la tonsillite!

Come molte mogli amano notarlo, spesso noi "maschietti" veniamo inchiodati da un raffreddore e subito sembriamo in fin di vita.

Ma vi assicuro che le tonsilliti di cui soffro da quando andavo alle scuole medie, sono qualcosa di assolutamente compromettente. Immaginatevi la sensazione di una febbre a quaranta, ma senza febbre (motivo per cui non ero assolutamente giustificato a stare a casa da scuola!); difficoltà a respirare, soprattutto durante le ipotetiche ore di sonno; difficoltà a concentrarsi e fiaccheria generale. Uno schifo, insomma. Erano almeno un paio d'anni che non mi sentivo così. Le ho provate tutte: ai tempi della scuola mi imbottivano di antibiotici, poi ho provato ogni tipo di rimedio naturale, compresi i consigli di ogni nonna incontrata lungo il percorso. Nulla.

La soluzione è sempre stata la più semplice e ovvia: riposo.

In fondo credo che questo tipo di malanno sia una somatizzazione, un modo che prende il mio corpo per concedersi una vacanza, sperando di intorpidire anche la mia mente. Almeno per un po'…

Il problema invece è proprio il contrario, soprattutto in periodi come questo. Con il corpo momentaneamente "fuori uso" la mente continua nell'inerzia di un turbinio di ruoli e compiti, che nell'impossibilità di essere concretizzati si distorcono in pensieri che si inseguono senza sbocco. All'improvviso, mentre il corpo si ferma nello spazio, la mente continua il suo percorso, scollando il tempo dallo spazio, incrinando la realtà delle cose, disarmata dall'improvvisa impossibilità di… fare. Pensare senza poter fare. Per un Toro come me è devastante: avere chiara, limpida e perfetta l'immagine della lama da forgiare ma non avere la forza e la capacità di alzare il martello. Un vero incubo! Allora la mente si lancia libera in un'orgia di libere associazioni, nell'attesa che il corpo risponda di nuovo ai comandi. Un delirio che parte dal tentativo di riprogrammare tutto il tempo "perso"; dal cercare soluzioni a problemi e compiti che necessariamente saranno rimandati; fino alla perdita totale dell'orientamento, nel gap sempre maggiore di tempo e spazio. "Ogni istante ha il suo futuro", dicevo una volta. Il futuro di questo senso di disagio sembra infinto. Un giorno di prigione per i popoli che vivono ancora con uno stile di vita arcaico, corrisponde ad ucciderli. E' una sensazione che ho avuto fortissima in Africa, ma credo sia lo stesso per un aborigeno, o un nativo americano. E' vero: perchè per chi non concepisce il domani, ogni istante del presente vale una vita. Poi mi viene in mente che ho appena visto un documentario che parlava di come la luce per essere elaborata in immagini dal cervello impiega un intervallo di tempo che ci fa vivere praticamente "fuori sync" dall'istante in cui gli eventi attorno a noi effettivamente accadono. Ancora uno scollamento tra spazio e tempo.

Per percorrere uno spazio ci vuole tempo. Ma anche questo è un concetto relativo. Penso a quante migliaia di chilometri ho percorso in quest'ultimo anno, di come è successo di cambiare sei aerei in una settimana, di cui due transoceanici; penso come invece negli ultimi giorni di mio padre mettersi da sdraiato a seduto era un'impresa titanica. Spazio e tempo che si dilatano e si contraggono, come un respiro.

Penso che infine la più incredibile interpretazione di spazio e tempo nella quale l'uomo si è ingegnato è proprio un cerchio di pietre, dove lo spazio viene usato (anche) per misurare il tempo. Che trovata geniale, lucida e perfetta.

Penso che tra poco William esce da scuola, e questo mi permette di ritrovare uno spazio che corrisponde al momento in cui devo viverlo. Penso che ci sarà un domani, e che starò meglio. Penso che a breve il mio corpo potrà di nuovo rincorrere i miei pensieri, riducendo il distacco che gli hanno lasciato. Penso che sto pensando troppo e che basta pensare che tempo e spazio non possono stare lontani per troppo. Penso che il qui e l'adesso sono qui e adesso e che sono dei doni senza prezzo; penso che se siete arrivati a leggere fin qui, ho già approfittato troppo del vostro tempo. Penso che l'unica cosa buona della tonsillite… è che passa!

Grazie per aver condiviso anche questo mio delirio… Arrivederci al prossimo post!

 

Seguici su:

Seguici su Facebook Seguici su YouTube