Il blog di Stefano Milla |
Somatizzazioni |
29 Gennaio 2014 |
È logico, direte voi, accusare qualche contraccolpo. Ma il mal di gola si fa feroce dopo che all'alba guardo fuori dalla finestra del mio Hotel: abituato ad alberi verdi, prati smeraldo e montagne arrossate dal sole mi trovo improvvisamente in un mondo in bianco e nero, fatto di ruderi industriali, che hanno reso di cemento anche lo sguardo delle persone. E il freddo è senza speranza. Non percepisco lo stimolo pionieristico di quando alle stesse temperature guardavo le stelle oltre le cime di alberi millenari in Nevada. Solo freddo. Dopo il mal di gola un timpano mi inizia a pulsare, poi una debolezza infinita mi pervade e le ossa lanciano dolori di febbre e stanchezza. Normale dopo un balzo del genere, giusto? Non ne sono pienamente convinto. In pochi mesi sto rimbalzando da una parte all'altra dell'Oceano pensando finalmente di aver trovato un luogo da dove ricominciare, un luogo da chiamare finalmente casa. E ora l'ho lasciato non sapendo quando mi sarà possibile tornarci, per venire (non me ne vogliano i Lettoni!) in un luogo grigio, freddo e che non ispira un grande futuro... Ma sono qui per un lavoro che mi tratterrà solo una settimana, poi tornerò in Italia per finire le riprese del mio film. In "Salvate il Soldato Ryan", Tom Hanks diceva: "Se tutto questo mi aiuta a tornare a casa, allora sono pronto a farlo." Bene. Tutto questo mi aiuta a tornare a casa. Allora facciamolo, malgrado tutti gli acciacchi dovuti al freddo o alle mie somatizzazioni. |