La porta si è aperta, puntuale. Le danze festose dei partecipanti si mescolano ai balli gioiosi di creature invisibili agli occhi. Non c’è distinzione fra gli abitanti di questo e dell’altro mondo, siamo tutti insieme, tutti affratellati da una stessa esperienza. I vivi e i morti si incontrano e non si distingue chi siano gli uni e gli altri. Creature dell’Autre-monde si divertono a rincorrersi nel cerchio di pietre, facendosi scorgere per un attimo, per poi scomparire nel nulla.
Le limitazioni dei cosiddetti “vivi” impediscono di vedere cosa accade intorno. Siamo costretti in questo gioco, chiusi nella gabbia che ci limita le facoltà. Loro, invece, possono. Hanno superato la soglia e possono vedere sia loro che noi. Possono ridere dei nostri limiti sapendo che una volta erano i loro. E saremmo noi, i “vivi”?
Stranamente c’è chi, anche da questa parte della soglia, sembra non avere questi limiti. I nostri compagni di forme diverse, non sembrano stupiti di ciò che accade. Per loro, ogni giorno è Samain.
Ma la porta si è aperta, e finalmente anche per noi umani la magia si ripete. Anche quest’anno possiamo incontrarci.
E’ un momento di gioia.
Il Cerchio di Pietre anche questa volta ha mantenuto la sua promessa. |