Archeologia |
Una seconda Sfinge a Giza? |
02 Maggio 2011 | ||||||
Il ritrovamento di prove storiche mostrano che fino al secolo XI d.C. esisteva una seconda Sfinge sul plateau di Giza, che in seguito è stata smantellata.
Nel 1858, François Auguste Mariette fu incaricato dal duca di Luynes di verificare la dichiarazione di Plinio il Vecchio che la Sfinge era stata costruita, e non era monolitica. Aprì una trincea nei pressi della piramide di Khufu (IV Dinastia, 2589-2566 a.C.) e in un santuario di Iside (risalente al I secolo a.C.), dove trovò la cosiddetta "Stele dell'Inventario". La stele afferma che "durante il regno di Khufu, egli ordinò la costruzione di un monumento della lunghezza della Sfinge". Questo porterebbe logicamente a concludere che la Sfinge fosse già lì, e che la teoria accreditata, cioè che la Sfinge sia contemporanea di Khefre (IV dinastia, 2520-2494 a.C.), non è corretta. Non c'è da stupirsi quindi che la maggioranza degli egittologi provi ad attirare l'attenzione lontano dalla Stele dell'Inventario, perché pone troppi quesiti. Alcuni preferiscono affermare che questa stele era l’elenco di un inventario del tempio di Iside e che, pertanto, risalga solo alla XXVI Dinastia. Forse, ma Mariette, il suo scopritore, passò più di dieci anni di ricerca sull'altopiano di Giza, e finì per avere la convinzione che la stele fosse stata eretta da Khufu stesso. Fu il capitano Giovanni Battista Caviglia che, nel 1816, pulì la Sfinge e i templi intorno ad essa dalla sabbia, e attribuì la costruzione della Sfinge a Khefre a causa della vicinanza della sua piramide. Tuttavia, non una sola iscrizione ha confermato questa connessione e la Sfinge non è nemmeno allineata con questa piramide. Vi è anche un testo del faraone Amenhotep II (ca. 1448-1420 a.C.), in cui la Sfinge è menzionata come "più antica delle piramidi". Poi vi è la famosa Stele dei Sogni di Tuthmosis IV (XVIII Dinastia, 1420-1411 a.C.), in cui alcuni egittologi (troppo frettolosamente) credono di aver visto il nome di Khefre su un pezzo di iscrizione - oggi non più presente - sulla stele, tra le preghiere rivolte ad una divinità, anche se il nome non è, in realtà, in quella posizione, ma solo nel contorno di una sola sillaba, il che è lungi dal rendere conclusiva tale affermazione. Essi hanno inoltre inserito, nella traduzione, una seconda sillaba che non esiste sulla stele stessa! Tuthmosis IV era solo un principe e, al momento, non un erede al trono. Dopo una battuta di caccia, si riposava all'ombra della testa della Sfinge, che era l'unica parte del monumento ancora al di sopra del terreno - poiché le strutture sottostanti erano tutte coperte dalla sabbia. Nel suo sonno, sognò che la Sfinge gli chiese di essere scoperta dalle sabbie. In cambio, la Sfinge promise di dargli forza e fortuna. Infatti, Tuthmosis decise di dar seguito al suo sogno e divenne subito dopo Faraone, così come divenne molto ricco. Tuttavia, ciò che è particolarmente interessante sulla Stele di Sogni di Tuthmosis IV è la rappresentazione della Sfinge. Ce ne sono due! Analogamente, si può vedere che due Sfingi siedono sulle costruzioni architettoniche, vale a dire un piccolo tempio con un cancello. L'usuale interpretazione degli egittologi è che questi templi sono semplicemente la rappresentazione di ciò che è presente nella parte anteriore a sud della Sfinge. Tuttavia, una tale conclusione non dovrebbe soddisfare, poiché è ben noto che le regole della prospettiva per gli antichi Egizi erano molto severe, e nessun artista ufficiale si sarebbe permesso di allontanarsi dalla realtà di una tale misura. Soprattutto, nella Stele dell'Inventario, vi è menzione di un fulmine che colpì il tetto di una seconda Sfinge, così come un sicomoro, un albero sacro in quei tempi, fu bruciato dallo stesso fulmine. Il fulmine segnò l'inizio della fine di questa seconda Sfinge. Secondo l'archeologo Michael Poe, che fa riferimento a frammenti di papiro del Medio Regno, la seconda Sfinge si trovava faccia a faccia con l'ancora esistente Sfinge. Essa era situata sull'altra sponda del Nilo, e fu distrutta da una violenta piena del fiume Nilo all’incirca nel 1000 d.C. La popolazione locale usò le pietre della struttura per ricostruire i propri villaggi. Questa tesi è confermata da altri testi, come quelli del grande studioso e geografo arabo Al-Idrisi (1099-1166 d.C.) nelle sue due enciclopedie geografiche (Kitab al Mamalk, Al-Mamsalik e Kitab al Jujori). Egli cita la presenza di due sfingi a Giza, monumenti che descrive in maniera molto dettagliata: uno è in pessimo stato, lambito dalle acque del Nilo, e diverse sono le pietre mancanti. Anche altri autori citano l'esistenza di due sfingi.
Il famoso storico Musabbihi scrive di una "sfinge minore rispetto alle altre" (probabilmente perché l'altra era ormai molto rovinata a quel tempo), dall'altra parte del Nilo, fatta di mattoni e pietre (Annali di Rubi II, ca. 1024). In definitiva, questi racconti presentano prove concrete che, in origine, vi fossero due sfingi: una, la Sfinge che esiste ancora, e una seconda Sfinge sul lato opposto del Nilo, fatta di mattoni, prima danneggiata e in tempi relativamente moderni, nell'XI secolo, usata come una cava, poi completamente smantellata. La domanda più importante, tuttavia, è questa: perché non si è più scritto nulla su questa seconda Sfinge? Cosa c'è da nascondere? Perché non ricordare la sua demolizione insieme con la rimozione del rivestimento esterno della Grande Piramide, che è stata ugualmente utilizzata dalla gente del Cairo, per le proprie case? Forse il motivo è più complesso: queste Sfingi nascondono un accesso a qualcosa che sta sotto l'altopiano di Giza? Facciamo notare che nel X secolo d.C. il più grande cronista e storico arabo citò l'esistenza di porte che davano accesso a gallerie sotterranee sotto la Sfinge. Questa, tuttavia, è un'altra storia. Antoine Gigal, scrittrice e ricercatrice, è corrispondente permanente per l’Egitto della rivista francese “L’Egypte” |