Antartica |
Le Piramidi dell'Antartide |
21 Settembre 2012 | ||||||||||||
La scoperta di tre grandi piramidi sul continente dei ghiacci apre a nuove prospettive sulla sua storia. L’Antartide e il perduto Eden delle tradizioni celtiche. Il mistero irrisolto delle rovine dell’antica città antartica
Il mistero della questione antartica Il continente antartico, dalla sua recente scoperta avvenuta nel 1820, è sempre stato ritenuto come una terra desolata e senza valore, ricoperta da ghiacci perenni che hanno impedito la comparsa di qualsiasi forma di vita sul suo suolo. Anche le popolazioni dei continenti limitrofi, inspiegabilmente, già dall’antichità non hanno mai tentato una qualsiasi forma di colonizzazione, come invece è avvenuto per le aree dei ghiacci dell’Artico dove esistono tuttora molti insediamenti di Eskimesi e di Inuit. Il continente antartico è rimasto dimenticato dalla storia del pianeta per secoli sino ai giorni nostri. Vero è che, inspiegabilmente, già nel 1531 cartografi come Oronzio Fineo lo raffiguravano abbastanza accuratamente nelle carte geografiche e i nobili medievali lo facevano rappresentare negli affreschi che adornavano i loro palazzi. Si può citare l’incredibile dipinto del 1560, esistente tuttora nel castello della Manta in Piemonte, che riporta un planisfero dove viene raffigurato il Polo Sud. L’Anno geofisico internazionale del 1957 ha segnato finalmente la rivalutazione dell’Antartide, che da quel momento è divenuta oggetto di ricerca da parte di quasi tutte le nazioni del pianeta, le quali vi hanno impiantato molte basi scientifiche con lo scopo di studiare la morfologia dei ghiacci, l’andamento dei venti e le tracce dell’inquinamento che affligge l’atmosfera della Terra. La convinzione di avere a che fare con un continente sterile è stata ben presto confutata dai reperti che sono stati scoperti sul suo suolo. Alcuni ricercatori hanno infatti riportato in luce i resti fossili di antiche foreste dell’Antartide, costituite da grandi estensioni di alberi alti almeno trenta metri che hanno lasciato al suolo una grande quantità di fogliame fossile. Scoperta che ha fatto ritenere ai geologi che anticamente, almeno trenta milioni di anni orsono, il continente antartico non era ricoperto di ghiacci come adesso, ma doveva possedere un altro clima, stimato addirittura di tipo stagionale, in grado di ospitare grandi foreste e vegetazione di ogni genere. E se ospitava foreste e vegetazione non è escluso che all’epoca vi fosse anche la presenza di forme di vita animale e probabilmente anche la presenza di esemplari della specie umana.
In questa prospettiva geologica del continente antartico si possono rivalutare le antiche tradizioni celtiche che narravano di un perduto continente posto agli antipodi dell’Europa che sarebbe stato la culla dell’umanità. Credenza condivisa dalla Chiesa e dalle Società Iniziatiche del medioevo europeo che ipotizzavano l’esistenza di questo continente, stimando che proprio in una terra persa nell’oscurità del pianeta si celasse il segreto dell’Eden perduto a cui l’umanità non poteva più far ritorno. Dante Alighieri, considerato come un grande esoterista del medioevo e membro di una organizzazione ermetica secondo molti riferita al simbolismo della Rosa, ha lasciato nella sua opera più famosa, la Divina Commedia, vari insegnamenti iniziatici per gli appartenenti alla sua congregazione. Non a caso, in una prosa contenuta all’interno della sua opera, egli afferma: “O voi che avete gl’intelletti sani, Mirate la dottrina che s’asconde Sotto il velame delli versi strani”. Dante Alighieri fa anche espliciti riferimenti all’Eden identificandolo con il continente antartico. Nel corso del suo viaggio attraverso i tre mondi ultraterreni della Divina Commedia, il Poeta narra che giunge ai piedi del Monte Purgatorio, che si erge al centro di un’isola. Una montagna che sarebbe stata innalzata per via dell’impatto dell’angelo ribelle, Lucifero, con la Terra. In cima a questa montagna viene collocato il Paradiso Terrestre, l’antico Eden perduto dell’umanità. Proprio al di sopra di questa montagna, e quindi dell’Eden, Dante Alighieri colloca la presenza nel cielo di quattro stelle luminose che inevitabilmente portano ad una similitudine con quelle della costellazione della Croce del Sud che, con le sue quattro luminose stelle, rappresenta una caratteristica inequivocabile dell’emisfero australe. In questa zona la Croce del Sud fa da controparte al ruolo del Grande Carro, in quanto è visibile nel cielo in tutte le notti dell'anno e consente di individuare il Polo Sud celeste.
Una costellazione che si può osservare solamente dall'Emisfero Sud. Dante Alighieri non avrebbe potuto citarla in alcun modo se qualche tradizione esoterica non glielo avesse riportato. Dante Alighieri scrive in proposito una frase apparentemente sibillina, ma da cui si evincono i termini dell’antica saga vissuta dall’umanità: ”I’ mi volsi a man destra, e puosi mente a l’altro Polo (Nda: verso il Polo Sud), e vidi quattro stelle non viste mai fuor ch’a la “prima gente”. Goder pareva ‘l ciel di lor fiammelle: oh settentrïonal vedovo sito, poi che privato se’ di veder quelle!”. È evidente il riferimento di Dante Alighieri circa questa “prima gente”, intendendola come capostipite dell’umanità. Una prima umanità che doveva vivere in un continente circondato dalle acque del mare e sovrastata da una luminosa costellazione formata da quattro stelle principali. Una citazione dell’antica saga della specie umana che secoli più tardi, nel 1879, verrà ripresa negli elementi del monumento torinese apparentemente dedicato all’impresa del Traforo del Frejus. Un monumento dalla forma piramidale, che neppure si affaccia sul versante dell’opera ingegneristica a cui viene attribuito. Una piramide che, come nella narrazione della Divina Commedia, è sovrastata da una creatura alata che riporta il simbolismo della venuta del dio celeste Fetonte. La leggendaria creatura celeste che, riecheggiando l’esoterismo degli Elohim biblici e della pietra celeste luciferina caduta dal cielo, fece dono all’umanità della mitica coppa del Graal, la cui conoscenza emancipò la prima umanità dalla notte della storia del pianeta. La scoperta delle tre piramidi dell’Antartide Se il continente antartico fosse stato effettivamente abitato dai primi uomini, come cita Dante Alighieri, oggi sarebbe inevitabile trovare sulla sua superficie, oltre che i vari reperti di foreste fossili, anche tracce dell’antica presenza umana dei progenitori dell’umanità. Finora, nessuno dei gruppi di ricercatori presenti nelle basi insediate sul continente dei ghiacci ha mai riportato alcuna notizia di ritrovamenti di manufatti e di costruzioni che potrebbero essere attribuibili all’opera di creature intelligenti. Si potrebbe dire, al contrario, che probabilmente anche se ciò accadesse, non potrebbe trasparire altro dalla loro ricerca visto che viene applicata una rigorosa censura sull’accesso all’Antartide e alle relative informazioni.
Possiamo trovare conferma di questo atteggiamento censorio prendendo atto di quanto ebbe a scrivere un ufficiale della base americana McMurdo, nel 2000, sul giornale “The Antarctic Sun” pubblicato sul suolo antartico dal governo americano. L’articolo era intitolato “Continente immacolato, ma con oscuri segreti” e riportava alcune conclusioni emblematiche: “In tutte le ricerche che si svolgono in questo grande continente, vi è una sospetta mancanza di attenzione a certe teorie, assolutamente straordinarie, che meritano un esame approfondito”… "Sto parlando dell’evidenza che è stata sollevata a più riprese, che rivela che non siamo i primi esseri viventi ad abitare questo luogo, e che la ricerca scientifica non è l'unica attività che viene svolta qui”… “Quando riconosceremo che ci possono essere molte più cose oltre le apparenze che abbiamo sotto gli occhi?”… “La verità viene fuori, tuttavia, da poche anime coraggiose che cercano delle risposte ad alcune domande inquietanti. Esiste nel loro lavoro una forte evidenza che rivela che l'Antartide è stata abitata molto tempo fa da creature sconosciute, quando la temperatura di questo continente era molto più calda”. In effetti ci sono “anime coraggiose” che, giocando a rimpiattino con i divieti che gravano sulla libera esplorazione del continente antartico, riescono di volta in volta a scoprire cose nuove e non convenzionali sulla storia e sulla natura dell’Antartide. È il caso dell’équipe di otto ricercatori americani e europei che, nel corso delle loro esplorazioni dello scorso anno, hanno dichiarato di aver rilevato e documentato la presenza di tre grandi piramidi tra i ghiacci dell’Antartide. Due di queste piramidi antartiche sono state trovate a circa 20 chilometri dalla costa verso l’interno del continente, mentre la terza risulterebbe trovarsi molto vicino alla costa, addirittura osservabile da bordo dalle navi che incrociano la zona.
Non emergono ancora dettagli precisi sulla scoperta in quanto l’équipe vuole raccogliere elementi sicuri prima di renderla pubblica ufficialmente, senza rischiare di perdere la primogenitura della scoperta. Al momento gli otto ricercatori non hanno dato altri riferimenti e hanno rilasciato solamente delle immagini che mostrano le tre piramidi. In queste si possono osservare senza equivoci tre strutture piramidali a pianta quadrata. Potrebbe trattarsi di montagne qualsiasi che i movimenti geologici hanno modellato occasionalmente nell’attuale forma, ma la regolarità delle loro proporzioni porta a suggerire che potrebbero benissimo essere strutture artificiali. Del resto abbiamo altrettanti esempi di elevazioni in Europa che sono state considerate per molto tempo, nonostante la loro forma piramidale, come formazioni naturali. Ma con l’analisi delle loro strutture si sono rivelate come opere artificiali. Possiamo citare il caso delle piramidi di Visoko in Bosnia che sono risultate essere ricoperte da cemento artificiale e le cui origini vengono fatte risalire a 15-30 mila anni fa. In Italia, tra quelle scoperte recentemente, possiamo citare la grande piramide della Val Curone in Lombardia e quella di Benevento in Campania. Piramidi che a prima vista erano state scambiate per grandi colline, ma che poi in realtà all’analisi della loro storia e della loro struttura si sono rivelate come piramidi costruite dall’uomo almeno 20-30 mila anni fa. Il gruppo di ricercatori dell’Antartide che ha fatto la scoperta delle tre piramidi non vuole tuttavia lasciare nessun dubbio intorno alla veridicità del ritrovamento e si appresta ad eseguire una nuova spedizione, sempre che la censura, che sembra aleggiare sul continente antartico, non impedisca di attuare il loro proposito. Potrebbe essere anche che non ne sentiremo più parlare. Né di loro, né della loro scoperta. Non sarebbe la prima volta che sul caso del continente antartico si verificassero casi inspiegabili di occultamento di informazioni.
Il caso irrisolto delle rovine della città antartica Che sia vera o meno, la notizia della scoperta delle tre piramidi tra i ghiacci dell’Antartide non sembra essere la sola che può sollevare il velo sulla reale storia del continente. I media avevano già dato notizia dell’esistenza di rovine di una antica città scoperta nel 2002 tra i ghiacci del continente antartico da una troupe televisiva dello Studio Atlantis TV della California. Una notizia suggestiva che secondo le cronache dei giornali statunitensi sarebbe stata occultata in seguito dal governo USA, facendo sparire i filmati interessati e la stessa troupe. Le rovine della città sarebbero state rinvenute nell’area che riguarda il Lago Vostok, oggi già al centro di ricerche da parte del governo americano, dove, sotto tre chilometri di ghiaccio, si celerebbe un grande lago incontaminato e la presenza di un “oggetto metallico di forma circolare che porta a disturbare la navigazione degli aerei che lo sorvolano”. La troupe televisiva californiana, dopo aver girato un video e aver dato l’annuncio ai media internazionali, sarebbe scomparsa senza dare più notizia della sorte dei suoi membri. Fonti della Marina americana hanno sostenuto che due ufficiali avrebbero recuperato il video in una discarica abbandonata, a circa 160 chilometri a Ovest della stazione antartica Vostok. I due ufficiali della Marina avrebbero visionato il video dichiarando successivamente di aver potuto vedere “Spettacolari rovine e altre cose che non eravamo in grado di specificare”. Dopo questo ritrovamento, un portavoce del governo americano avrebbe detto che "il governo degli Stati Uniti cercherà di bloccare la messa in onda di un video, trovato dai soccorritori della Marina in Antartide, che rivela presumibilmente che un imponente scavo archeologico, di 3 chilometri quadrati, è in corso al di sotto dei ghiacci". Un portavoce della società televisiva californiana avrebbe replicato: "Questo video è di proprietà di AtlantisTV, noi l'abbiamo girato. È anche il nostro. E non appena ci sarà giustamente restituito, lo manderemo in onda. Fine della storia". Quali interessi si muovono intorno al continente antartico? Possibile che le nazioni mandino laggiù équipe di ricercatori, con finanziamenti stratosferici, solo per studiare i venti e l’inquinamento dell’aria? L’Antartide sembra rappresentare sempre più un vero X-File. Non resta che rimanere in attesa di ulteriori eventi, nella speranza che sfuggano alla censura. |