Antartica |
I segreti dell’Eden Perduto |
12 Aprile 2012 | ||||||||||||||||||||||
Che ci fosse un segreto da svelare in Antartide, non lo pensavano solamente la Chiesa e le Società iniziatiche del medioevo ma anche il Terzo Reich nazista che organizzò una spedizione dai risvolti mai chiariti. Che cosa si nasconde tra i ghiacci del continente antartico?
I nazisti in Antartide e la leggenda della città subantartica Il continente antartico era praticamente sconosciuto al mondo occidentale sino alle grandi esplorazioni di inizio ‘900. In quest’epoca molte nazioni presero a interessarsi della sua esistenza e iniziarono a rivendicare la loro sovranità su varie parti del territorio antartico senza tuttavia rendere effettivamente esecutive le loro deliberazioni. Nel dicembre del 1938 spettò alla Germania nazista dichiarare la sua sovranità su un’area dell’Antartico orientale che battezzò con il nome di “Neuschwabenland” ovvero “Nuova Svevia”. Un’area di 600.000 chilometri quadrati scoperta già nel 1931 dai norvegesi, ma mai occupata e studiata a fondo. Solo dopo la seconda guerra mondiale, con la sconfitta della Germania nazista, la zona in questione venne rivendicata nuovamente dalla Norvegia e prese il nome di “Terra della Regina Maud”. All’epoca degli eventi, per quanto si evince dalle cronache del tempo, la Germania nazista organizzò con una nave, la Schwabenland, una spedizione che aveva lo scopo, apparentemente dichiarato, di studiare in maniera più approfondita il continente antartico. Facevano parte della spedizione un buon numero di biologi, cartografi e ingegneri. La nave, comandata dal capitano Alfred Ritscher, con il supporto di due idrovolanti raggiunse il Polo Sud il 20 gennaio 1939. Alla spedizione era stato invitato anche l’ammiraglio statunitense Byrd, per via dell’esperienza accumulata con le sue precedenti esplorazioni del Polo Sud, ma egli rinunciò a parteciparvi.
Una volta arrivati sul continente antartico, si ha notizia che i nazisti, nel corso delle loro esplorazioni, avrebbero effettuato alcune scoperte inaspettate: rilevarono aree libere dai ghiacci e la presenza di sorgenti calde, ma soprattutto rilevarono, sempre secondo le cronache del tempo, la presenza di un canale sottomarino che tagliava in due il continente antartico. Probabilmente il “Grande Rift Antartico” studiato nel secolo scorso. Quel che segue è cronaca raccolta da varie testimonianze dell’epoca e da diretti testimoni che l’hanno documentata. Durante le loro esplorazioni, i nazisti rilevarono che la spaccatura subantartica sfociava in una serie di grotte poste al di sotto dei ghiacci dell’Antartide. A seguito di questa scoperta, si dice che Hitler avrebbe ordinato, nel 1940, la costruzione di una base antartica destinata a dare appoggio strategico agli U-Boot, i sottomarini da guerra impegnati negli oceani del pianeta ad attaccare i convogli alleati. In questo sistema di grotte i nazisti avrebbero costruito in due anni una base denominata “Base 211” poi ribattezzata "Neu Berlin". Una vera città sotto il ghiaccio, comprensiva di alloggiamenti, magazzini militari e ospedale. Un grande complesso alimentato in parte con l'energia geotermica, oggi riscoperta come energia alternativa e usata in molte abitazioni civili dell’Europa. Secondo altre voci, sorte dopo la fine della seconda guerra mondiale, questa base avrebbe poi ospitato in parte i gerarchi e i criminali di guerra nazisti sfuggiti alla cattura degli Alleati.
La presunta scoperta del canale transantartico, e tutte le voci relative all’esistenza di basi di U-Boot, probabilmente diffuse dalla propaganda nazista del tempo, alimentarono la credenza che dall’Antartide si aprisse un varco che conduceva all’interno della Terra andando a sostenere la teoria della “Terra Cava”. Una teoria che prevedeva che l’interno della Terra fosse completamente vuoto e che sul guscio interno esistessero continenti e oceani come sulla superficie, il tutto illuminato da un piccolo Sole. L’interno della Terra sarebbe stato abitato dagli antichi progenitori dell’umanità che avrebbero accolto con amicizia i nazisti considerandoli i continuatori della “razza eletta”. L’idea sembrava coincidere in parte con le antiche tradizioni che vedevano i sopravvissuti dell’Antico Eden rimasti nella terra d’origine, riparati all’interno di confortevoli caverne subantartiche.
Le cronache del tempo in effetti riportavano che i nazisti si sarebbero imbattuti nella loro esplorazione sotterranea in una città abitata da una antica razza di umani e di creature sauroidi che convivevano da sempre pacificamente all’interno del continente antartico. Se questa narrazione fosse vera, visto come si è conclusa la seconda guerra mondiale, non si può certo pensare che i nazisti abbiano avuto un qualsiasi aiuto da parte di costoro. Anzi, risulta che i nazisti non realizzarono mai completamente la loro base ed evacuarono l’Antartide prima ancora della fine del conflitto mondiale, probabilmente dissuasi dai suoi custodi. La missione High Jump degli USA in Antartide Conclusa la seconda guerra mondiale, il 2 dicembre 1946 anche gli Stati Uniti organizzarono una spedizione verso l’Antartide. L’operazione, questa volta ricca di mezzi e di uomini, era stata progettata dal “United States Navy Antarctic Developments Program” della US Navy statunitense e battezzata “High Jump Operation”. L’operazione era stata presentata come una missione esplorativa del continente antartico e il comando simbolico era stato affidato all’ammiraglio americano Richard Byrd, che in precedenza aveva condotto varie esplorazioni sul territorio antartico, ma il vero comandante della missione era l’ammiraglio Richard Cruzen. Ma più che una missione scientifica la spedizione “High Jump” sembrava avere caratteristiche decisamente proprie di un intervento militare.
L’operazione comportava una vera e propria task force costituita dalla portaerei Philippine Sea, da due cacciatorpediniere (USS Brownsen e USS Henderson), due rompighiaccio (USCGC Burton Island e USCGC Northwind), quattro navi di appoggio logistico (USS Yankee, USS Canisted, USS Merrick e USS Capacan), una nave per comunicazioni (USS Mount Olympus), un sommergibile (USS Sennet di classe Balao) e due navi per appoggio idrovolanti (USS Currituck e USS Pine Island). In tutto la task force era completata da dodici idrovolanti, sei elicotteri e 4.700 marines. Inevitabile chiedersi che cosa gli USA stavano cercando in Antartide. Erano preoccupati di verificare l’eventuale presenza ancora operativa della presunta base nazista 211 di appoggio agli U-Boot, che avrebbero potuto attuare inaspettate azioni di pirataggio anche dopo la fine del conflitto mondiale? Oppure stavano cercando di stabilire un contatto con le misteriose creature rettiloidi che dimoravano in Antartide, la cui esistenza era stata rivelata agli Alleati dai gerarchi nazisti catturati?
Era previsto che la missione avrebbe operato in Antartico per 18 mesi, invece inspiegabilmente ebbe termine solo dopo tre settimane, nel febbraio del 1947. Al suo ritorno dall’Antartico, l’ammiraglio Byrd, nel corso di una intervista, rilasciò una sorprendente dichiarazione all’agenzia di stampa International News Service sulla nave USS Mount Olimpus, poi pubblicata il 5 marzo 1947 dal quotidiano cileno El Mercurio. In questa intervista Byrd dichiarava che gli Stati Uniti avrebbero dovuto rimanere in uno stato di “allerta continua” per “fronteggiare la possibilità di un attacco ostile che potrebbe provenire da entrambi i poli”. Non spiegò mai il significato di questa sua asserzione, ma era evidente che veniva messa in relazione a quanto la missione “High Jump” poteva aver trovato sul continente antartico. In ogni caso il segreto militare fu invocato dal governo americano su tutto quanto poteva riguardare l’operazione “High Jump” e non si seppe mai più nulla delle eventuali scoperte fatte dagli americani in Antartide.
Intorno alla missione “High Jump” sono sorte in seguito voci sensazionalistiche e sono nate varie leggende che riportano come nel corso di questa spedizione l’ammiraglio Byrd fosse entrato nella presunta cavità interna della Terra e avesse incontrato gli antichi abitanti dell’Eden e i gerarchi nazisti da essi ospitati come rifugiati. Addirittura risulterebbe che i nazisti mostrarono loro velivoli di tecnologia avanzatissima, i “Fliegender Scheiben”, apparecchi ad ala circolare descritti all’epoca come veri e propri “dischi volanti” simili a quello che Adamski dichiarò di aver fotografato negli anni ’50 nel deserto dell’Arizona. Alla sua morte, all’Ammiraglio Byrd venne attribuito un diario segreto che lui stesso avrebbe completato il 24 dicembre 1956. Un documento che sarebbe stato rinvenuto dal capo archivista del “Polar Byrd Research Center” dell’università di Columbus, Ohio. In questo diario Byrd narrava che, mentre sorvolava con il suo aereo la distesa antartica, venne coinvolto in una sorta di “tempesta magnetica” simile a quelle ipotizzate per le navi scomparse del “Triangolo delle Bermude” e di essere entrato nella profonda cavità terrestre guidato da oggetti volanti a forma discoide che recavano le insegne della svastica nazista. Ad acuire maggiormente le voci di segreti di stato e di complotti in atto per nascondere quanto era stato trovato nell’Antartide, nel 1949 accadde che il Segretario della Marina Americana Forrestal, fautore dell’operazione "High Jump", venne trovato morto a seguito di quello che allora fu ritenuto un suicidio inspiegabile e imputato ad un inaspettato collasso nervoso. Una base segreta nell’Antartico? Nazisti o rettiliani?
Le vicende antartiche dei nazisti e dell’Ammiraglio Byrd riecheggiano ancora oggi a distanza di anni e prendono corpo nell’idea che in Antartide esista una base segreta di oggetti volanti non identificati. In parte questa credenza prende spunto dalla base militare 211 realizzata dalla Germania nazista in Antartide che, oltre a costituire una base logistica per gli U-Boot, avrebbe dovuto anche ospitare le “V7”, i “Reichsflugscheiben”, velivoli ad ala circolare, l’arma segreta con cui il Führer avrebbe tentato di sovvertire all’ultimo l’esito della seconda guerra mondiale. La vicenda si lega alle voci riportate dagli ambienti nazisti secondo le quali i nazisti del Terzo Reich, durante le esplorazioni del ’39, avrebbero incontrato proprio sul continente antartico una razza aliena che già dimorava sul continente di ghiaccio e che usava aeromobili di forma discoidale che ispirarono i tecnici tedeschi nella fabbricazione della loro ultima arma segreta.
Un rapporto di scambio che non dovette durare molto, visto che i nazisti abbandonarono ben presto l’Antartide per realizzare altre basi in Argentina. L’idea di una base subantartica di oggetti volanti a forma discoide ha comunque superato l’ipotesi di un’origine nazista e oggi esistono molte documentazioni che portano a considerare che invece l’Antartide potrebbe ospitare una base di creature aliene o almeno ritenute tali. In questo caso si potrebbe parlare ancora una volta dei rettiliani che dall’origine dei tempi avrebbero condiviso l’antico Eden con la specie umana e che oggi dimorerebbero ancora insieme in confortevoli rifugi nelle profonde caverne subantartiche.
La loro tecnologia sarebbe molto più avanzata di quella del genere umano, che nei millenni ha dovuto subire una regressione culturale e scientifica causata, dopo l’abbandono dell’Eden, dal suo peregrinare sulla superficie della Terra alla ricerca di nuovi ambienti in cui sopravvivere. Non mancano infatti gli avvistamenti dei cosiddetti UFO, gli “Unidentified Flying Objects”, che sarebbero stati visti più volte sorvolare il cielo dell’Antartide, oppure emergere dalle acque circostanti. Ma non sono solo dichiarazioni di cultori dell’argomento o di occasionali testimoni. Nel gennaio 2011, uno dei primi comunicati emessi dall’organizzazione “WikiLeaks” di Julian Assange, nota per aver divulgato nell’anno precedente vari segreti di tutte le nazioni, riportò che nelle stanze del Cremlino moscovita circolava un rapporto preparato per il Presidente Medvedev dalla “Russian Space Forces” (VKS), 45th Division of Space Control. WikiLeaks riportava la notizia di vari cablogrammi segreti degli Stati Uniti che dettagliavano come gli USA, dal 2004, stessero ingaggiando una vera e propria guerra contro degli oggetti volanti non identificati che sembravano avere la loro base sul continente antartico o in ogni caso nell’oceano australe che lo circondava.
In relazione a questo rapporto, gli USA stabilirono un livello di allerta militare il 10 giugno 2004 dopo che un considerevole gruppo di UFO, “emerso all’improvviso” dall’oceano australe si avvicinò a Guadalajara, in Messico, a 1600 chilometri dal confine americano. Senza tuttavia che accadesse altro, poiché gli UFO furono visti ritornare alla loro base nell’oceano circumpolare. Secondo il rapporto presentato al Presidente Medvedev, il pericolo immediato era costituito dall’emersione improvvisa di queste grandi flotte di UFO, che provocavano onde enormi causate dalla loro uscita improvvisa da quella che veniva ritenuta essere la loro base sottomarina. Il rapporto citava, in merito a questi eventi, il caso del Clelia II, una nave da crociera antartica con un centinaio di persone a bordo, che nel dicembre del 2009 avrebbe rischiato di affondare quando venne coinvolta dalle gigantesche onde prodotte dall’emersione improvvisa di oggetti non identificati che uscivano dalle acque dell’oceano circumpolare. Per via dell’urto di un’onda alta quasi dieci metri, uno dei motori della nave venne messo fuori uso. In quell’occasione vennero anche interrotti temporaneamente i sistemi di comunicazione e l'elettricità di bordo. A fronte di quanto WikiLeaks ha rivelato è inevitabile ricordare ciò che ebbe a dichiarare l’ammiraglio Byrd al suo ritorno dall’Antartico con la missione militare “High Jump”, ovvero che gli Stati Uniti avrebbero dovuto rimanere “in uno stato di allerta continua” paventando una minaccia che poteva provenire da entrambi i poli. Cosa si nasconde realmente sul continente antartico? E’ possibile che siano solo tutte coincidenze fortuite? Julian Assange, dopo aver rivelato attraverso WikiLeaks il contenuto del cablogramma segreto degli USA, è stato arrestato. Un’altra coincidenza? |