Animalismo |
Sognando un mondo migliore |
08 Giugno 2012 | |||||||||||||||
Un evento dedicato agli animali nel sogno di un mondo dove non si uccideranno più creature indifese
Tutto ha avuto inizio 25 anni fa: tra la primavera e l'estate del 1987, 60mila cittadini piemontesi firmano, richiedendo così un referendum per la modifica della normativa regionale sulla caccia. Da allora è passato un quarto di secolo, durante il quale il referendum è stato evitato con ogni mezzo possibile. Questo atteggiamento non ha però scoraggiato il Comitato promotore del referendum, che anzi ha dato vita a una vera e propria battaglia legale, combattuta in tutte le sedi e a tutti i livelli possibili. Finalmente nel febbraio 2011 il TAR emette la sentenza che impone alla Regione di indire il referendum contro la caccia. Di fronte a quest'imposizione, il Consiglio Regionale sceglie il 3 giugno come data per il voto, ma appena un mese prima della consultazione la Regione ha abrogato la legge oggetto del referendum, sostituendola con quella nazionale, molto più permissiva, distruggendo così tutto il lavoro svolto in Piemonte per la tutela della faunistica, suscitando una serie di inevitabili polemiche e reazioni di sdegno in tutta Italia. Bisogna considerare che in Piemonte, come in tutta l'Italia, i cacciatori sono una ristrettissima minoranza: 30mila su una popolazione di 4milioni e 400mila persone, poco più dello 0,5%. Di questa già sparuta minoranza il 66% sono sopra i 50 anni. Guardando i numeri ci si rende conto di come stiano realmente i fatti: i cacciatori rappresentano un anacronismo storico, un residuato di tempi lontani destinato a estinguersi, fossili viventi che starebbero meglio in un museo antropologico che in giro per i nostri boschi, armati di fucile. Persone con una strana deviazione che li porta a compiacersi del fatto di uccidere delle creature indifese, già in molti casi costrette a lottare per la sopravvivenza in un habitat stravolto dall'uomo.
La maggioranza degli Italiani e dei Piemontesi è contro la caccia. Nel 1990 fu indetto un referendum nazionale contro la caccia, in cui purtroppo non si raggiunse il quorum, ma i risultati furono comunque eclatanti: più del 90% dei votanti (il 43% degli aventi diritto) votò per il sì, quindi contro la caccia, e in Piemonte si ottenne il quorum con una nettissima vittoria dei sì. Sempre in Piemonte un più recente sondaggio condotto nel 2002 dall'Istituto Ricerche Albors, ha mostrato come quasi il 90% degli intervistati sia favorevole alla limitazione della caccia. Solo per rendere un'idea di quanto sia assurda questa situazione, basti pensare che in 60mila hanno firmato per il referendum nel 1987, esattamente il doppio del numero dei cacciatori in Piemonte. Eppure si continua a finanziare con soldi pubblici l'attività venatoria, tra l'altro avvalendosi di metodi che infangano ogni forma di rispetto verso gli animali, degradando così la dignità stessa dell'uomo. Va sottolineato che il referendum è in pratica l'unico strumento di democrazia diretta oggi a disposizione del cittadino: privare la popolazione di questo prezioso strumento equivale di fatto a imbavagliare l'opinione pubblica. Ma quella che può apparire come una sconfitta, è in realtà un nuovo inizio, la continuazione di una battaglia di 25 anni, che ora non rappresenta una sfida solo per gli animalisti, ma anche per tutti i cittadini che vogliono difendere i loro diritti democratici. Proprio per questo motivo è stata organizzata per il 3 giugno a Torino (data in cui si sarebbe dovuto svolgere il referendum) una manifestazione nazionale di protesta contro lo scippo del referendum. SOS Gaia, commissione della Ecospirituality Foundation, in collaborazione con il Comitato promotore del referendum ha promosso un evento a sostegno della manifestazione del 3 giugno: una due giorni artistica al Garage di Arte & Cultura di Piazza Statuto 15, a Torino, con lo scopo di informare il pubblico sulla manifestazione. L’evento era accompagnato da un banchetto informativo organizzato da SOS Gaia sotto i portici di Piazza Statuto. L’iniziativa è cominciata venerdì 25 maggio con l'inaugurazione della mostra collettiva di pittura “Sognando un mondo migliore”, curata dalla pittrice Angela Betta Casale, a cui hanno partecipato numerosi artisti, esponendo quadri che avevano per soggetto il mondo degli animali, gli esseri che hanno la sfortuna di condividere la vita sul pianeta con l'uomo. I 15 artisti che hanno partecipato con entusiasmo all’iniziativa si sono dimostrati particolarmente sensibili all’argomento tanto da contribuire con opere nuove ed esclusive, destinate espressamente all’evento. L’incontro è stato inaugurato da Marco Francone della LAV-Lega AntiVivisezione e presidente della Consulta delle Associazioni animaliste della Città di Torino (di cui anche SOS Gaia fa parte) con un intervento in cui ha sottolineato quanto sia importante la vita degli animali anche in relazione alla nostra stessa vita. “Noi siamo indissolubilmente legati agli animali e alla Natura e per questo abbiamo il compito di difendere l’ambiente e le altre specie che vivono con noi sulla Terra, solo così difenderemo veramente noi stessi e la vita” ha detto Francone.
La numerosa folla che ha accompagnato l'inaugurazione della mostra (che sarà visitabile per l'intero mese di giugno il sabato pomeriggio in Piazza Statuto 15), ha fatto da preludio all'evento di sabato, che ha raccolto l'interesse di centinaia di persone: un concerto del LabGraal, gruppo keltic rock di livello internazionale, capitanato dalla vocalist Rosalba Nattero, fondatrice di SOS Gaia. Il concerto è stato introdotto dall’intervento di Roberto Piana, presidente della Lega Abolizione Caccia e promotore storico del referendum sulla caccia, che ha sensibilizzato il pubblico sulla manifestazione del 3 giugno. “Il referendum non è morto, il referendum vive. Abbiamo combattuto per 25 anni e continueremo a combattere” ha dichiarato Piana. Ammetto di essere un fan del LabGraal e di seguirli da anni, proprio per questo posso dire che sono unici, perché ogni loro esibizione travalica i confini dello spettacolo, diventa un'esperienza da vivere e, una volta finito il concerto, ti senti arricchito. Proprio in merito a quest'aspetto devo dire che il concerto di sabato 26 è stato incredibilmente coinvolgente e trascinante. Gli stessi musicisti del LabGraal, Nattero in testa, sentono profondamente il tema per il quale hanno suonato sabato sera, essendo animalisti convinti e attivi da decenni, in collaborazione con SOS Gaia. Le parole di Rosalba hanno aperto il concerto sensibilizzando l'opinione pubblica sul tema degli animali, esseri che non solo devono essere aiutati nelle difficoltà (perlopiù generate loro dall'uomo), ma che meritano un rapporto paritetico con l'umanità, nel rispetto delle loro esigenze, della loro cultura e della loro libertà. Si può certamente dire che il concerto di sabato del LabGraal ha vissuto di questa passione, della fierezza guerriera di chi sa di combattere per una giusta causa e non intende rassegnarsi, ma anzi trova negli ostacoli una maggior determinazione, contagiando il pubblico come un fuoco che avvampa in terreno fertile. Si può fotografare l'intera serata con un'immagine del concerto, quando Giancarlo Barbadoro ha letto una sua poesia dal titolo “Il sogno degli schiavi”, così forte e toccante da guadagnarsi svariati minuti di applausi, commuovendo fino alle lacrime il pubblico. Poi il concerto è continuato, con la consueta energia, alternando momenti conviviali ad altri più intimisti, ma un momento come quello regalato dal LabGraal non scivola via, rimane indelebile, parte di un'esperienza. Così anche la lotta per il referendum resta indelebile, si diffonde come un fuoco in terreno fertile, un fuoco che non sarà certo estinto da un inciampo sul percorso. Come cita il motto di SOS Gaia: “Rispetto per gli animali, Dignità per se stessi”.
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