Animalismo

Essere vegetariani

Stampa E-mail
02 Maggio 2012

Per il rispetto della vita degli animali, per la sostenibilità ambientale e per la salute del nostro corpo


Nel mondo contemporaneo è oramai conoscenza comune che cibarsi con prodotti animali provoca una grave ingiustizia alimentare, difatti mentre i popoli ricchi mangiano carne e soffrono di patologie per eccesso di cibo, le popolazioni povere sono costrette a morire di fame perché i raccolti della produzione agricola vengono dirottati negli allevamenti per nutrire gli animali destinati al macello, quando quegli stessi prodotti sarebbero sufficienti a sfamare tutti.

Essere vegetariani è una scelta di vita e in Italia negli ultimi anni il dieci per cento della popolazione, oltre sei milioni di persone, preferisce alimentarsi in modo responsabile ed ecosostenibile. Una recente indagine con elaborazione dati Eurispes colloca il nostro paese al primo posto in Europa per numero di vegetariani.


Essere vegetariani per salvare il pianeta

L’oncologo Umberto Veronesi ci dice che mangiare vegetariano è un dovere e una filosofia di vita che si sta trasformando in necessità per ragioni etiche, ambientali e di salute.

Uno studio pubblicato dall’ONU nel giugno del 2010 dal titolo “Assessing the Environmental Impacts of Consumption and Production” affronta l’aspetto ecologista del problema, sottolineando che da qui al 2050, per via dell’aumento della popolazione mondiale, vi sarà inevitabilmente un maggior consumo di carne, pesce, latte e uova, con conseguenze devastanti per l’ambiente, prevenibili soltanto con una rinuncia all’assunzione di questi cibi.

Il rapporto dell’ONU per la prima volta punta il dito sui prodotti animali consigliando una dieta vegetariana quale unica soluzione ai problemi ambientali e alimentari del pianeta.

Dai prodotti animali provengono infatti maggiori danni all’habitat, rispetto a quelli dovuti a tutte le costruzioni che realizziamo in ogni angolo del pianeta con sabbia e cemento e a tutta la produzione di plastica e metalli.


Dimostrazione della PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) a Tokio in difesa degli animali e dell’ambiente

Il rapporto ONU indica ancora nella zootecnia una delle cause primarie dell’inquinamento e del riscaldamento globale, evidenziando che i cosiddetti “animali da reddito” rappresentano un investimento poco proficuo, visto che in termini energetici sono necessarie 25 kcal di cereali per ottenere 1 solo kcal di carne bovina, così come per produrre 1 kcal di carne di agnello ci vogliono 57 kcal di cereali, per 1 kcal di uova 39 kcal di cereali, per 1 kcal di latte e di carne di maiale 14 kcal di cereali, per 1 kcal di tacchino 10 kcal di cereali e infine per 1 kcal di pollo 4 kcal di cereali.

In definitiva, per ricavare un chilo di carne bovina in proporzione vengono utilizzati: 6,5 chili di cereali come il frumento, l’avena, l’orzo, il mais, i piselli secchi e la farina di soia; 36 chili di foraggi come il fieno secco; 15.500 litri di acqua includendo anche il volume di quella necessaria alla produzione dei mangimi di cui si nutre il bestiame. E inoltre vengono emessi nell’atmosfera 36,4 chili di anidride carbonica.

Nell’indagine dell’ONU viene detto ancora che gli allevamenti degli animali consumano un mare di acqua potabile, il 70% di quella globalmente usata per le attività umane. Ecco alcuni esempi dell’impronta dell’acqua necessaria ai processi produttivi di alcune derrate alimentari: per i vegetali l’impronta dell’acqua è di 322 litri per 1 chilo di prodotto, per la frutta di 962 litri per chilo, per il latte 1.020 litri per chilo, per i cereali 1.644 litri per chilo, per i legumi 4.055 litri per chilo, fino a arrivare alla carne che necessita di 15.500 litri per chilo. Sull’acqua è utile ancora ricordare che soltanto il 3,6% è destinato al consumo domestico per le nostre necessità quotidiane.

Ma il rapporto evidenzia gli ulteriori danni che le fattorie causano.

L’agricoltura che si occupa della alimentazione degli animali usa i due terzi dei terreni fertili del pianeta, sottraendoli alla produzione dei cereali destinati all’uomo e, come abbiamo visto, è perciò responsabile della fame nel mondo ed è inoltre la causa primaria della deforestazione in quanto, ogni anno, per far posto alle coltivazioni vengono abbattuti alberi che occupano un territorio grande come la Grecia. Soltanto negli ultimi 25 anni sono state eliminate il 10% delle foreste.

Dagli allevamenti provengono il 19% delle emissioni di gas serra visto che i rifiuti di origine animale rilasciano il 40% delle emissioni di metano e il 65% dell’ossido di azoto, molto più pericoloso dell’anidride carbonica.

Inoltre nelle fattorie vengono usati fertilizzanti e pesticidi che distruggono la flora e la fauna ambientale, gli animali sono costretti a vivere con metodi crudeli e in pessime condizioni igieniche che facilitano la propagazione di patologie e malattie come l’influenza suina (H1N1), l’influenza aviaria (H5N1), l’afta epizootica, l’encefalopatia spongiforme e infine la BSE (mucca pazza), malattia nata negli allevamenti dove ai bovini vengono fatte mangiare farine di origine animale invece che i vegetali.


Piramide alimentare vegetariana

Nel tentativo di ridurre gli effetti di queste gravi patologie gli allevatori propinano agli animali notevoli quantità di antibiotici che hanno consentito agli agenti patogeni di sviluppare una difesa contro il farmaco. Un incredibile danno per tutti! Nel 2009 le vendite di antibiotici confermavano questa tendenza, l’80% è stato smerciato per gli usi degli allevamenti mentre soltanto il restante 20% è stato adoperato per le malattie umane.

Ma lo scempio non finisce qui perché le deiezioni animali si diffondono nell’ambiente, contaminando le coltivazioni, le falde acquifere e danneggiando quindi l’ecosistema planetario.

Le fattorie, oltre che moderni lager dove gli animali vengono maltrattati e uccisi, sono delle vere e proprie fabbriche di virus; uno dei casi più conosciuti è l’influenza aviaria che nel 2003 colpì gli allevamenti dei polli del sud est asiatico e in seguito si diffuse dagli uccelli agli animali domestici fino a arrivare all’uomo.

Riguardo le sindromi influenzali, uno studio del 2008 ha localizzato nelle dense e popolose città, come Bangkok e Hong Kong, i luoghi dove ogni anno si formano i virus che poi si propagano nel resto del mondo. Secondo la World Health Organization ogni anno dal 5 al 15% della popolazione mondiale contrae il virus influenzale: circa 4 milioni di persone si ammalano gravemente e ben 250.000/500.000 muoiono per complicazioni.

È evidente che, se gli esseri viventi, uomini o animali, vengono costretti a vivere in scarse condizioni igieniche e in sovraffollamento come negli allevamenti e come nelle zone dell’Estremo Oriente e del Sud-Est asiatico, la nascita e la diffusione delle malattie virali è una questione di ordinaria amministrazione.


L’importanza dell’alimentazione vegetale sulla salute umana

Il luogo comune classifica gli uomini come “onnivori” perché possono nutrirsi con una grande varietà di cibi vegetali e animali; è però da chiarire se lo sono veramente dal punto di vista anatomico. Uno studio dell’internista Milton R. Mills, che oggi pratica la sua dieta vegetariana al Fairfax Hospital del Virginia e in alcune cliniche gratuite di Washington D.C. negli Stati Uniti, ha eseguito un accurato confronto delle caratteristiche anatomiche che distinguono i carnivori dagli erbivori.


L’alimentazione vegetariana influisce positivamente sulle prestazioni sportive, come dimostrano gli atleti Carl Lewis, Edwin Moses, Martina Navratilova e moltissimi altri

Ecco alcuni riscontri: il tipo di mandibola dei carnivori è ad angolo non ampio mentre quello degli erbivori e umano è ad angolo ampio; il movimento mandibolare dei carnivori è a tranciamento, mentre quello degli erbivori come quello umano presenta movimento laterale, posteriore e anteriore; l’apertura della bocca in rapporto alla dimensione della testa per i carnivori è grande, mentre per gli erbivori e per gli umani è piccola; i denti incisivi dei carnivori sono corti e acuminati, quelli degli erbivori e umani sono ampi, piatti e a forma di spada; i denti canini dei carnivori sono lunghi, affilati e curvi mentre quelli degli erbivori e umani sono corti e smussati; la lunghezza dell’intestino tenue dei carnivori va da 3 a 6 volte la lunghezza del corpo, mentre quello degli erbivori e degli uomini va da 10 a 11 volte; il colon dei carnivori è semplice, corto e liscio, quello degli erbivori e degli umani è lungo, complesso e con anse.

Il colon e l’intestino dei carnivori sono corti al fine di trattenere il meno possibile i residui tossici della carne in quanto la putrefazione della stessa inizia subito dopo l’uccisione dell’animale, invece nell’uomo sono più lunghi perché progettati per trattare cibi vegetali, velocemente digeribili e che non generano tossine.

In definitiva, questo confronto chiarisce le differenze tra i carnivori e i vegetariani, togliendo ogni dubbio sulla classificazione degli uomini tra gli erbivori.

Vediamo ora quali sono le gravi patologie a cui l’uomo può andare incontro mangiando carne e pesce: l’arteriosclerosi, il tumore, l’osteoporosi, l’ipertensione, il diabete, le malattie cardiovascolari, la calcolosi urinaria, la gotta, le allergie e il colesterolo; possono ancora provocare un’anomala accelerazione del battito cardiaco, eccitare l’organismo causando una seguente depressione, acidificare il sangue e infine ossidare le cellule determinando l’invecchiamento precoce.

Inoltre, mangiando la carne vengono ingeriti gli ormoni somministrati agli animali per farli crescere abbondantemente e rapidamente, le intense terapie a base di antibiotici e di cortisone, infine le sostanze tossiche che l’organismo dell’animale produce in preda allo stress e al panico al momento della sua uccisione.

Il rapporto “Nourishing the Planet” di Vital Signs del Worldwatch Institute, pubblicato nell’ottobre del 2011, ha stimato che riducendo il consumo di carne rossa diminuirebbero dell’11% i decessi degli uomini e del 16% quelli delle donne. Numeri che tutti possono verificare e che, valutati oggettivamente, consiglierebbero di smettere di mangiare carne.

Essere carnivori rende anche più aggressivi e violenti, insensibili al dolore e alla morte anche degli altri esseri umani, abitua a giustificare i soprusi e ad applicare la legge del più forte e non è un caso che la società moderna è una rappresentazione pratica di questi assurdi principi.

Il grande scrittore dell’Ottocento Lev Tolstoj eliminò la carne dalla sua dieta perché era contro la crudeltà nei confronti degli animali e in una delle sue celebri frasi disse: “mangiare carne sviluppa gli istinti peggiori, promuove lussuria e disordine”.

In questi ultimi anni nei paesi occidentali è iniziata, tramite campagne pubblicitarie, la lotta all’obesità infantile. In Italia più del 30% dei bambini ne soffre a causa di una alimentazione disordinata, ricca di cibo spazzatura e con troppa carne.


Tutta Hollywood sta diventando vegetariana. Amore per gli animali, forma fisica e assenza di tossine sono i motivi che spingono le celebrity a diventare vegetariane. Una vera e propria mania che sta diventando moda

Ad Ancona, dal 2008 è partito il progetto “Frutta nelle scuole” che prevede ogni anno la distribuzione di confezioni di frutta fresca biologica proveniente da aziende del territorio. A Roma sono state organizzate varie campagne, tra cui quella promossa dal Comune che verrà inaugurata il 15 settembre 2012, basata su un gioco con il coinvolgimento delle farmacie, dei genitori e dei bambini. In sintesi il gioco suggerisce di seguire un regime alimentare salutare, mangiare 5 porzioni di verdura e frutta, non vedere la TV o giocare con i videogiochi per più di 2 ore, fare almeno 1 ora di moto e infine non ingerire bibite zuccherate.

L’anno scorso, fortemente voluta e sostenuta dalla moglie del presidente Michelle Obama, è stata pubblicata negli Stati Uniti la “Piramide alimentare” il cui consiglio nutrizionista è molto semplice: più dei tre quarti del nostro cibo deve essere di origine vegetale, più frutta e verdura, meno cereali possibilmente integrali, mentre soltanto il restante quarto può essere destinato alle proteine alternando latte, carne, pesce, uova e legumi. Nella “Piramide alimentare” la carne e il pesce non vengono eliminati ma almeno ne sono ridotte le porzioni.

Nei paesi occidentali, e in particolare negli Stati Uniti, le persone ingurgitano troppe proteine, un maschio adulto può arrivare fino a 100 grammi al giorno, equivalenti a più di quattro o cinque volte la quantità raccomandata dagli scienziati non condizionati dall’industria della carne.

Le proteine sono indispensabili e preziosissime per il nostro corpo, contribuiscono a mantenere integri gli organi, la pelle, i muscoli, le ossa, il sangue, le cellule, gli ormoni e infine gli enzimi, e inoltre per esse non esiste come per gli altri nutrienti un organo di accumulo, il deposito è costituito da loro stesse, va da sé che se non se ne introducono a sufficienza l’organismo le ricava sottraendole ad altre parti del corpo. Di contro però anche mangiare troppe proteine è rischioso perché si trovano in alimenti ricchi di grassi che favoriscono l’obesità.


Ma il nostro corpo di quante proteine ha bisogno?

Il latte materno destinato ai lattanti è sicuramente un importante misuratore delle nostre necessità; bene, questo latte possiede soltanto il 5,9 per cento di proteine.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il fabbisogno di proteine dovrebbe essere circa il 5%, mentre l’American Journal of Clinical Nutrition sostiene che soltanto il 2,5% delle nostre calorie quotidiane dovrebbe provenire dalle proteine.

Ora vediamo i consigli del nutrizionista per smettere di mangiare carne e pesce senza avere problemi. Le proteine possono essere prese dalle uova e dai formaggi se non si è strettamente vegani, ma anche dalla soia e dagli altri legumi come piselli, fagioli, ceci e lenticchie, dal grano, dal lievito di birra, e infine dai funghi.


Tra i vegetariani famosi: Bill Clinton, Brad Pitt, Drew Barrymore, Steven Seagal, Michelle Pfeiffer, Dustin Hoffman, William Shatner

Alcuni oligoelementi quali lo zinco e il selenio sono presenti nel latte, nel formaggio e nelle uova, come anche la vitamina B12, mentre gli omega 3 si possono assumere dalle noci. La frutta di stagione è ricca di polifenoli, antiossidanti e vitamine, il calcio possiamo assumerlo dal latte, dal cavolo, dagli spinaci, dalla cicoria, dalle mandorle, dalle noci e dalle arance.

Il ferro lo possiamo ricavare dalle fragole, dai cavolfiori, dai legumi, dalla cicoria e dalle noci. Dagli agrumi e dai kiwi possiamo ingerire vitamina C che rende biodisponibile il ferro.

La rivista scientifica Journal of American College of Nutrition quest’anno ha pubblicato uno studio di un gruppo di ricercatori americani effettuato su 13.292 persone riguardo le proprietà benefiche del consumo della frutta secca, come le noci, le mandorle, gli anacardi, le nocciole, i pinoli e i pistacchi. I risultati rilevano che i consumatori di questa frutta non accumulano grassi, non hanno problemi di metabolismo e di obesità addominale, non soffrono di pressione e glicemia alta, mentre è stata notata la presenza di un’alta densità di colesterolo buono e un basso livello di proteina C-reattiva che, al contrario, potrebbe originare una varietà di malattie croniche tra cui alcune cardiopatie. La ricerca conclude che, per favorire una sana alimentazione, occorre mangiare regolarmente frutta secca.

In una indagine dell’Università inglese di Southampton pubblicata nel 2006 sulla rivista medico-scientifica British Medical Journal condotta fin dagli anni '70 su un gruppo di 8.179 persone, è stato scoperto che i bambini che non mangiavano carne avevano una intelligenza superiore mantenuta con la crescita. La dottoressa Catherine Gale, responsabile della ricerca, ha indicato in 5 punti a favore dei vegetariani la differenza del quoziente di intelligenza.

In un’altra ricerca pubblicata sul Nutrition Journal nel marzo 2012 da due scienziate americane, la dottoressa Bonnie L. Beezhold del Dipartimento di Nutrizione della Benedictine University (Illinois) e la dottoressa Carol S. Johnston della School of Nutrition and Health Promotion dell’Arizona State University, è stato rivelato che mangiare verde fa bene, migliora la salute fisica e quella mentale, induce ottimismo e motivazioni e che inoltre i vegetariani rispondono meglio allo stimolo dello stress rispetto agli onnivori, grazie all’azione antiossidante dei vegetali e alla mancata ingestione degli acidi grassi omega 6 che disturbano l’umore.


L’astrofisica Margherita Hack, vegetariana e attivista dei diritti degli animali

Aggiungo ancora che nel secolo scorso gli insegnanti inglesi raccomandavano di nutrirsi vegetale perché chi mangia carne non possiede self control. Infine Umberto Veronesi ci dice: “I vegetariani vivono più sani e più a lungo. Ed è scientificamente provata una correlazione tra diete ricche di grassi saturi (provenienti da fonti animali) e molte malattie gravi, tra cui alcuni tumori”, mentre “frutta e verdura, oltre a contaminarci meno degli altri alimenti, sono scrigni di preziose sostanze come vitamine, antiossidanti e così via.”


Le motivazioni etiche

La motivazione principale che spinge la maggior parte delle persone ad aderire alla dieta vegetariana è il rispetto della vita degli animali maltrattati e uccisi nelle fattorie lager della società moderna. Numerosi studi sugli animali in campo etologico, neurobiologico, endocrinologico, psicologico e filosofico forniscono riscontri a favore della loro capacità di provare una vasta gamma di emozioni, tra le quali paura, gioia, felicità, vergogna, imbarazzo, risentimento, gelosia, collera, rabbia, amore, piacere, compassione, rispetto, sollievo, disgusto, tristezza, disperazione e cordoglio. Ed è quindi pienamente dimostrato che gli animali se vengono maltrattati e torturati soffrono e sentono il dolore come noi.

Inoltre posseggono qualità che noi abbiamo perduto, come la presenza vigile, le emozioni prive di filtri, il gusto per la vita. Basta guardare lo sguardo profondo e attento dei gatti.

I ricercatori che si occupano dell’etologia cognitiva, studiando il loro comportamento ne riscontrano ordinariamente l’intelligenza; dall’ingegneria dei bonobo che costruiscono i loro giacigli sulla cima degli alberi, alle scimmie che imparano facilmente la nostra lingua mentre hanno una grande padronanza del loro linguaggio gestuale, alle api che si esprimono tramite una danza che prende posizioni diverse a seconda di quello che vogliono comunicare, fino a arrivare all’incredibile conoscenza dell’automedicazione in possesso di tutti gli animali e oggi presa a riferimento da molti medici per le terapie umane.

Gli studiosi dedicano anche una attenzione particolare ai giochi perché gli animali mentre giocano dimostrano incredibili capacità, possono invertire il loro ruolo ponendosi sia in condizione di vantaggio che di svantaggio, in quanto di regola ciascuno di loro vince il 50% dei suoi incontri e allo scopo di ottenere questo risultato calibrano il comportamento. Difatti nella loro socialità il gioco ha una notevole importanza per negoziare accordi, per organizzare le interazioni e infine per imparare a controllare gli impulsi acquisendo un “self control” molto utile anche nelle azioni quotidiane.

La studiosa dei primati Isabel Behncke Izquierdo nell’analizzare il comportamento dei bonobo ha notato che essi imparano giocando da soli o con gli altri e che il gioco per queste scimmie è utile a risolvere i problemi senza ricorrere alla conflittualità.

Quindi gli animali sono esseri senzienti e intelligenti e noi umani dovremo osservarli per imparare da loro a vivere in maniera semplice e diretta.

In realtà nel nostro mondo queste creature vengono usate in tutti i modi: come carne da macello, costretti a vivere nelle fattorie lager, trasportati in viaggi della morte, come oggetti nell’ambito della cosiddetta ricerca che si serve della vivisezione, uccisi dai cacciatori, uccisi per essere derubati delle loro pellicce, pupazzi per i circhi o per gli zoo, sfruttati dai militari per scopi bellici e infine nel migliore dei casi come giocattoli per i bambini.


Fanno orrore le innumerevoli e inutili sofferenze che gli uomini provocano a questi esseri, nostri compagni di viaggio sul pianeta. E tra di loro sono veramente tanti quelli che provano a ribellarsi alla schiavitù impostagli.

Nel 2011 la mucca Teresa dopo essere scappata da un allevamento del messinese per sfuggire al suo triste destino, si è tuffata nello stretto di Messina nuotando in direzione di Reggio Calabria fin quando trovandosi in difficoltà è stata recuperata dai soccorritori. Lo sguardo inquieto e impaurito della mucca al momento della cattura sulla spiaggia ha colpito alcune persone intervenute, in particolare Mariella Casablanca che si è prodigata per salvarle la vita e da quel momento è diventata vegetariana. In seguito, grazie all’interesse di alcune autorità locali, la mucca insieme al suo vitellino nato subito dopo, è stata sistemata in un luogo tranquillo e sottratta all’allevatore e alla sfortuna di finire in bistecche.

Sempre l’anno scorso ha suscitato clamore la storia del montone fuggito da una fattoria del Northamtonshire che dopo aver saltato una siepe alta un metro e mezzo ha ingravidato 30 pecore. Il montone grazie alle sue prestazioni sessuali è stato chiamato “Randy”, in italiano libidinoso, ed essendo diventato una star della BBC si è salvato dalla morte sicura in un macello inglese.

Infine un pensiero particolare ai crostacei sottoposti a gravi maltrattamenti, nonostante esista un preciso regolamento che vieta pratiche per loro dolorose. In più supermercati sono ancora tenuti vivi nel ghiaccio tra enormi sofferenze, mentre in alcuni ristoranti vengono sistemati negli acquari in attesa di essere uccisi e cucinati. Ho personalmente visto alcuni di questi animali all'interno di un grande acquario di un ristorante mentre tentavano invano di scappare arrampicandosi sul vetro, una scena agghiacciante. Inoltre è normale, anche se proibito dal regolamento, che a questi animali parcheggiati negli acquari vengano legate le chele, tanto in caso di controllo delle autorità locali è sufficiente che il ristoratore rassicuri che gli vengono sciolte la notte.

Ma chi controllerà se è vero?

Insomma, un orribile ordinario quotidiano dove le altre specie che vivono insieme agli uomini subiscono ogni tipo di tortura e crudeltà prima di essere uccise.


Una celebre frase di Platone “la natura tutta è imparentata con se stessa” sottolinea come l’uomo e la natura rappresentino i due estremi dell’universo inteso globalmente.

Purtroppo il problema dell’uomo moderno è invece quello di non vedere l’interrelazione esistente tra lui, l’ambiente e gli altri esseri viventi, in virtù della quale inquinare, maltrattare e uccidere equivale a fare del male a se stessi.

In conclusione, l’atteggiamento etico insito nella dieta vegetale rappresenta un atto di giustizia nei confronti degli animali torturati e sacrificati e nei confronti degli uomini che muoiono di fame.

Essere vegetariani è sicuramente il primo passo dell’umanità verso un mondo migliore, dove gli animali potranno finalmente vivere dignitosamente accanto agli uomini.

 

Seguici su:

Seguici su Facebook Seguici su YouTube