Animalismo |
Una Marcia per dire NO alla caccia |
22 Settembre 2011 | ||||||||||||||
Migliaia di persone da tutta Italia hanno sfilato a Torino contro la caccia
Sabato 17 settembre scorso si è svolta a Torino una grande manifestazione contro la caccia. Più di 4.000 persone, ma molti sostengono che erano almeno 5.000, si sono ritrovate alla stazione di Porta Susa ed hanno attraversato la città fino a Piazza Vittorio Veneto, incuranti della pioggia che li ha minacciati per tutto il corteo fino a sfociare in un vero e proprio diluvio, per fortuna ormai al termine della manifestazione. Un successo in termini di partecipazione che è andato ben oltre le più rosee aspettative. La manifestazione era promossa dalla LAC, Lega per l’Abolizione della Caccia, ed hanno aderito numerose associazioni animaliste tra cui LAV, SOS GAIA, ANIMALISTI ITALIANI, ASSOCIAZIONE VITTIME DELLA CACCIA, WWF, OIPA. Un imponente corteo che si è svolto in armonia e senza intoppi, formato da associazioni animaliste e ambientaliste ma anche da tantissime persone sensibili al problema. Un corteo pacifico e multicolore con striscioni e bandiere, slogan e fischietti, a cui hanno partecipato persone di ogni età provenienti da tutta Italia, e anche amici a quattrozampe che parevano consapevoli dell’importanza di essere presenti.
La manifestazione si è svolta il 17 settembre, una data significativa perchè era la vigilia del giorno di apertura della stagione venatoria 2011/2012. Un giorno nefasto perchè segna l’inizio della grande carneficina che provoca ogni anno centinaia di migliaia di animali sterminati da quegli "amanti della natura" che armati di fucili non hanno scrupoli nel porre fine alla vita di creature innocenti solo per il loro divertimento. SOS Gaia partecipava alla manifestazione con una nutrita rappresentanza costituita da decine di operatori con la T-shirt dell’associazione e con un vistoso cartello che portava la scritta “NO ALLA CACCIA! Rispetto per gli Animali, Dignità per se stessi”. Questa frase esprime sinteticamente la filosofia di SOS Gaia: dare rispetto alle altre forme di vita non è solo un atto di giustizia verso creature deboli, ma è anche un’azione che fa vivere meglio con se stessi. Come si può infatti tollerare che in nome di una presunta superiorità della specie umana si compiano ogni genere di nefandezze verso creature che non sono semplici oggetti, ma dimostrano di saper amare e soffrire come noi?
La battaglia per l’abolizione della caccia è uno dei punti fondamentali di molte associazioni animaliste, poiché rappresenta una evidente forma di violenza che non può essere semplice oggetto di confronto ideologico o di sofismi intellettuali. Porre termine a una vita è un crimine. Non ci sono scuse. Quando poi questo viene fatto sotto l’etichetta “sport”, o con scuse come “necessità di selezionare le specie”, è anche un’offesa alla sensibilità di chi ama gli animali e non li considera dei semplici oggetti da usare a piacimento.
Purtroppo la caccia non è dannosa solo per gli animali ma anche per gli umani: 50 morti e 80 feriti rappresentano il normale bilancio di una stagione venatoria. C’è chi sceglie di vivere in campagna per trovare pace e serenità, ma ben presto si accorge di vivere un vero incubo che dura 5 mesi ogni anno e deve barricarsi in casa, per il timore di mettere a rischio se stessi, i propri bambini e i propri animali. L'attività venatoria condiziona ed incide pesantemente nella qualità della vita delle persone che non la praticano, ovvero la maggioranza. Infatti la stragrande maggioranza degli italiani non vuole la caccia! Dai sondaggi periodici emerge che l’85% dei cittadini italiani è contrario alla caccia. La manifestazione di sabato scorso si è svolta a Torino, e la scelta del luogo non era a caso. In Piemonte nel 2012 si terrà un Referendum Regionale contro la Caccia che non ha precedenti. Un Referendum che è stato vergognosamente bloccato per ben 25 anni da giunte Regionali di qualsiasi colore politico; una sentenza della Corte d'Appello di Torino datata 29/12/2010 ha dato ragione al Comitato promotore del Referendum Regionale, pertanto la Regione Piemonte dovrà obbligatoriamente attivarsi al fine di attuarlo entro l'anno 2012.
Il quesito del Referendum chiederà ai cittadini se vorranno ridurre le attività venatorie attraverso la protezione di 25 specie attualmente cacciabili (17 specie di uccelli e 8 di mammiferi), divieto di caccia su terreno innevato, abolizione delle deroghe ai limiti del carniere per le aziende faunistiche private e il divieto di caccia la domenica. Il Referendum è particolarmente significativo per una Regione che ha recentemente autorizzato la caccia nei parchi e nelle aree protette, norma che si sta propagando a macchia d'olio in tutta la penisola. Marco Francone, presidente della Consulta animalista della Città di Torino, a questo proposito afferma: “Purtroppo i cacciatori riescono sempre ad ottenere dei vantaggi e non è giusto che una minoranza abbia tutto questo riscontro da parte dei politici, con il risultato che chi ci rimette sono sempre gli animali”. Tutte le associazioni animaliste ovviamente desidererebbero l’abolizione della caccia, purtroppo un referendum regionale non può abolire un’attività prevista da una legge dello Stato. Ma in caso di successo di questo referendum l’attività venatoria in Piemonte verrebbe drasticamente ridotta. Secondo Filippo Viberti, responsabile della Lav di Torino “per arrivare all’abolizione totale della caccia la strada è ancora molto lunga, ma il Referendum sarebbe già un ottimo passo avanti. Dopo 25 anni di attesa, è ora che finalmente si fissi una data.” Il Referendum piemontese pertanto assume un significato importante e ci si auspica che le stesse richieste referendarie piemontesi siano proposte in tutte le regioni.
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