Animalismo

Norvegia: dove la caccia alle balene è permessa

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28 Dicembre 2024
Rosalba Nattero con Maria Lien e Liv Johanne Lindsjorn
Rosalba Nattero con Maria Lien e Liv Johanne Lindsjorn

In un recente viaggio in Norvegia abbiamo contattato il Noah, l’organizzazione per i diritti degli animali più grande della Norvegia. Abbiamo intervistato le due rappresentanti del Noah, Maria Lien e Liv Johanne Lindsjorn


L'Animal Welfare Institute (AWI) e altre organizzazioni per la protezione e la conservazione degli animali chiedono al governo norvegese di espandere i test su tutta la carne di balena venduta per il consumo umano e di aggiornare gli avvisi sanitari, dopo che una nuova analisi ha rivelato la presenza di contaminanti che possono portare a un gamma di effetti dannosi e problemi di salute. Questi includono problemi di sviluppo, disfunzione endocrina, cancro e malattie renali.

AWI, Whale and Dolphin Conservation (WDC) e Noah, un'organizzazione per i diritti degli animali con sede in Norvegia, hanno inviato otto campioni crudi e congelati di carne di balenottera minore acquistati online e da negozi di alimentari norvegesi nella loro confezione originale a un laboratorio di Tromsø per un'indagine indipendente. La scoperta più significativa è stata che in tutti i campioni di carne di balena analizzati è stato trovato perfluorottano, sulfonato (PFOS), con livelli fino a 7,2 mcg/kg. Altri studi pubblicati hanno rilevato livelli simili di PFOS nella carne di balena norvegese.

I PFOS fanno parte di una classe di sostanze chimiche note come per- e polifluoroalchiliche (PFAS) che sono state collegate a gravi effetti sulla salute, tra cui alterazioni della funzione immunitaria e tiroidea, cancro, malattie del fegato, malattie renali, disregolazione dei lipidi e dell'insulina e problemi riproduttivi. Sono conosciuti come “prodotti chimici eterni” (“forever chemicals”) a causa della loro persistenza e tendenza al bioaccumulo negli animali, nelle persone e nell’ambiente.

L’Autorità europea per la sicurezza ha stabilito un livello di assunzione settimanale tollerabile (TWI) per i PFAS negli alimenti, uno standard utilizzato in Norvegia. Sebbene gli Stati Uniti non abbiano stabilito standard PFAS per gli alimenti, in aprile la US Environmental Protection Agency ha istituito livelli legalmente applicabili, chiamati “Livelli massimi di contaminanti”, per sei PFAS (compresi i PFOS) presenti nell’acqua potabile.

Rosalba Nattero intervista la rappresentante del Noah, Maria Lien
Rosalba Nattero intervista la rappresentante del Noah, Maria Lien

Al livello medio di PFOS identificato nei campioni testati, il consumo di soli 100 grammi di carne di balena a settimana – circa le dimensioni di un mazzo di carte da gioco – farebbe sì che un essere umano che pesa 154 libbre superi il TWI per PFAS. Ciò non tiene conto di altre fonti alimentari di sostanze chimiche PFAS che si accumulano nel corpo nel tempo.

La Norvegia è già preoccupata per l’impatto del consumo di PFAS sulla popolazione. L’Autorità norvegese per la sicurezza alimentare ha sconsigliato al pubblico di mangiare pesce e crostacei con livelli di PFAS simili a quelli riscontrati nei campioni di carne di balena testati. Tuttavia, il governo norvegese attualmente non fornisce consulenza sanitaria sui contaminanti presenti nella carne di balena. In effetti, la politica del governo norvegese sembra incoraggiare il consumo interno di carne di balenottera minore, come chiarito nelle dichiarazioni di alti funzionari governativi e in varie campagne di marketing sostenute dal governo che affermano che è salutare. La carne di balena norvegese viene esportata anche in Giappone, Islanda e Isole Faroe.

“I consumatori dovrebbero poter avere fiducia che i loro governi forniscano consigli sanitari accurati su quali alimenti evitare o limitare”, ha affermato Sue Fisher, consulente politico senior del Marine Wildlife Program dell’AWI. “L’opinione pubblica norvegese – il cui governo promuove la carne di balena come una scelta alimentare sana – e i consumatori dei paesi importatori dovrebbero essere preoccupati per il livello costantemente elevato di sostanze chimiche permanenti nella carne di balena norvegese”.

In seguito agli appelli di medici e ricercatori norvegesi affinché i bambini mangino meno pesce grasso a causa degli alti livelli di PFAS e altri contaminanti, la ricerca solleva preoccupazioni sul fatto che le persone che mangiano carne di balena potrebbero mettere a rischio la propria salute. Ciò è particolarmente preoccupante per le popolazioni vulnerabili, comprese le donne incinte, i bambini e gli adolescenti. Un recente studio condotto dall’Istituto norvegese per la sanità pubblica ha rilevato che oltre un bambino norvegese su quattro (28,6%) aveva nel proprio organismo sostanze chimiche PFAS che superavano i livelli di sicurezza.

Maria Lien
Maria Lien

“L’Autorità norvegese per la sicurezza alimentare dovrebbe affrontare questo problema”, ha affermato Siri Martinsen, veterinaria e capo di NOAH. “Sebbene solo il 2% dei norvegesi affermi di mangiare regolarmente carne di balena, è importante che le autorità siano oneste riguardo ai rischi. Per NOAH, il rispetto per gli animali, la natura e il clima sono le ragioni principali per lottare contro la caccia alle balene. Ma abbiamo scelto di prendere l’iniziativa di questa indagine perché vediamo che le autorità definiscono la carne ‘sana’, mentre i fatti non sono stati esaminati. Non dovrebbe essere così”.

Noah è un'organizzazione norvegese fondata nel 1989. L'ideologia di Noah si basa sul fatto che gli animali, come gli esseri umani, hanno diritto alla libertà e all'espressione della vita in tutte le sue manifestazioni.

L'organizzazione opera in diversi settori, ad esempio l'allevamento di animali industriali, l'industria dell'intrattenimento, la produzione di abbigliamento e la caccia.

Non ci rassegnavamo all’idea che Norvegia, Islanda e Giappone fossero gli unici tre stati dove è permessa la caccia alle balene. E volevamo fare qualcosa per fermare questo eccidio. O almeno provarci. Ecco perché ho contattato il Noah, che sembrava avere principi molto affini alla nostra associazione, SOS Gaia.

In effetti nell’intervista fatta alle due rappresentanti di Noah, Maria Lien e Liv Johanne Lindsjorn, abbiamo appurato che la maggior parte degli abitanti della Norvegia amano gli animali e si dichiarano animalisti, non amano cibarsi di caccia e men che meno di cacciagione proveniente dalla caccia alle balene.

Il Noah è ovviamente contrario alla caccia alle balene così come quella ai delfini e alle foche, e sta facendo una campagna che dimostri come recenti analisi dei contaminanti indichino potenziali rischi per la salute agli esseri umani dal consumo di carne di balena norvegese.

Per cui l’informazione diventa un argomento essenziale poiché può cambiare radicalmente la mentalità delle persone. Appurato che abbiamo gli stessi principi e perseguiamo le stesse finalità, abbiamo deciso di collaborare insieme per un senso di giustizia verso gli animali, i veri schiavi di questo terzo millennio.



L’Intervista

Liv Johanne Lindsjorn
Liv Johanne Lindsjorn

Rosalba Nattero: Cos’è il Noah e qual è il vostro obiettivo?

Maria Lien: Il NOAH è l’organizzazione per i diritti degli animali più grande della Norvegia, abbiamo oltre 19mila membri in tutto il paese e il nostro obiettivo è incrementare tutti i diritti degli animali, e aumentare il benessere animale di tutti gli animali, sia selvatici che domestici, e anche dei pesci.


Rosalba Nattero: Qual è la vostra attività principale?

Maria Lien: Lavoriamo in molti modi diversi: lavoriamo per cambiare le leggi; ci rivolgiamo ai politici e al governo per emanare delle norme più favorevoli agli animali in Norvegia, ma svolgiamo anche un lavoro di sensibilizzazione. Parliamo con le persone per la strada e cerchiamo di essere molto visibili sui media. Lavoriamo anche con le imprese per aumentare l’alimentazione vegetariana e vegana… quindi lavoriamo in molti modi diversi.

Liv Johanne Lindsjorn: posso aggiungere che lavoriamo anche con molti volontari e attivisti per i diritti degli animali, facciamo manifestazioni e banchetti, partecipiamo a festival e poi contattiamo politici e negozi sulla vendita di prodotti nocivi verso gli animali.


Rosalba Nattero: La Norvegia, l’Islanda e il Giappone consentono la caccia alla balena, cosa state facendo per fermarla?

Maria Lien: Lavoriamo in molti settori diversi, ma una delle nostre principali modalità d’azione è aumentare la consapevolezza che la Norvegia caccia le balene, perché molte persone in Norvegia non ne sono a conoscenza. Quindi abbiamo fatto delle campagne pubblicitarie sui maggiori giornali, mostrando informazioni su quante balene ha ucciso la Norvegia, sul fatto che vengono uccise anche le balene incinte, e così via. Inoltre, lavoriamo anche con i politici per fargli portare il problema in Parlamento, perché per ottenere un divieto della caccia alle balene bisogna necessariamente passare  attraverso il Parlamento. L’anno scorso, poi, abbiamo fatto un’analisi della carne di balena, perché sia balenieri che politici continuano a dire che la carne di balena è molto salutare, così da spingere più gente a mangiare carne di balena. Ma noi abbiamo fatto dei test di laboratorio, sulla carne di balena venduta dai negozi in Norvegia, e abbiamo scoperto che, in realtà, nella carne ci sono moltissime tossine ambientali. È un'altra delle nostre modalità di lavoro, così da portare sempre meno persone a comprare la carne di balena, perché anche questo è un modo per fermare la caccia alle balene, se non è profittevole per i balenieri.


Rosalba Nattero: è una buona strategia!

Liv Johanne Lindsjorn: Sì, e inoltre contattiamo, con i nostri volontari o in prima persona, i diversi negozi, i più grossi della Norvegia, che vendono carne di balena, cercando di farli smettere.


Rosalba Nattero: difendete solo le balene o ogni tipo di animale?

Maria Lien: Il Noah lavora per tutti gli animali: ad esempio le foche, lavoriamo anche contro la caccia alle foche, lavoriamo per tutti i grandi predatori, come lupi e orsi e così via… Anche per gli animali d’allevamento e gli animali da compagnia, come cani e gatti.

Liv Johanne Lindsjorn: Sì, e anche i pesci sono diventati una questione sempre più importante e un tema sempre più centrale per la nostra organizzazione.


Rosalba Nattero:
Abbiamo in comune molte cose! Grazie mille!


www.dyrsrettigheter.no

www.rosalbanattero.net



 

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