Animalismo

Circhi con animali: storica vittoria degli animalisti britannici

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29 Giugno 2011

Mozione contro i circhi con animali approvata nel Regno Unito


Il bando all’uso di animali selvatici è giunto al penultimo passo, ora tocca al governo metterlo in atto.

Il 23 giugno sera, nel Regno Unito è stata ottenuta una storica vittoria a favore degli animali nei circhi: i 50 deputati della Camera dei Comuni britannica che hanno partecipato al dibattito su una mozione relativa al divieto di uso degli animali selvatici nei circhi, hanno votato unanimemente a favore del divieto (che dovrebbe partire dal 1 luglio 2012).

Ora il governo britannico sarà costretto a porre in atto tale divieto: anche se, in generale, le risoluzioni del Parlamento non sono vincolanti per il governo, in questo caso, data la storia di questa vicenda, il governo sarà costretto ad ascoltare i deputati (e i suoi cittadini) per non perdere la faccia.

Ma esaminiamo un po’ “tutta la storia”, e vediamo quanto il governo ci tenesse a far usare gli animali ai circensi, fino a che punto sia arrivato per tentare di ottenere questo, e come, alla fine, abbia perso clamorosamente.

Da anni varie associazioni britanniche, e in particolare Animal Defenders International (ADI), si stanno impegnando per sensibilizzare cittadini e politici sulla sofferenza degli animali nei circhi e per ottenere il bando all’utilizzo di animali negli spettacoli circensi.

A maggio 2011 ADI ha rilasciato i risultati del suo sondaggio on-line, condotto da YouGov, che chiedeva a un pubblico imparziale di cittadini sopra i 18 anni se avrebbero approvato un divieto agli animali nei circhi. Il 72% ha risposto che avrebbe sostenuto il bando, e solo l’8% era contrario.

Un altro sondaggio condotto tra i deputati aveva mostrato che il 63% di loro avrebbe visto con favore tale bando, mentre solo il 14% sarebbe stato contrario.

Data la situazione, il governo aveva inizialmente acconsentito a porre in atto un bando sull’uso di animali selvatici nei circhi, ma il Dipartimento dell’Ambiente, Alimentazione e Affari Rurali venne costretto a ritornare sulla sua decisione dopo le pressioni di David Cameron, il Primo Ministro inglese, appassionato cacciatore. Al posto del bando venne dunque proposto un sistema di licenze, che però avrebbe lasciato la situazione sostanzialmente immutata, perché a tutti i circhi con animali sarebbe stata concessa la licenza richiesta.

Per giustificare questo blocco di un divieto così voluto da molti cittadini, il ministro per Benessere Animale, Jim Paice, aveva sostenuto che tale divieto non sarebbe stato in linea con le direttive europee e che infatti esisteva una causa in corso dell’UE contro l’Austria proprio per questo motivo (l’Austria ha da anni bandito gli animali nei circhi). Ma si venne poi a sapere che questa causa non esisteva affatto. Allora il governo iniziò a sostenere che il divieto di uso di animali avrebbe violato la legge sui diritti umani!

Intanto però il pubblico continuava a fare pressione: di recente, oltre 32.000 persone hanno firmato una petizione on-line promossa dal quotidiano “The Independent” ed è stato organizzato un massiccio invio di email, ma anche fax e telefonate, ai deputati.

Tre deputati decisero dunque di proporre una mozione al governo su questo tema, chiedendo che il divieto venisse messo in atto, senza scuse di alcun genere; la discussione della mozione si è tenuta appunto il 23 giugno, ma la cosa eclatante è che durante il dibattito, il relatore, Mark Pritchard (uno dei tre proponenti la mozione) ha raccontato come, la settimana prima della discussione, sia stato contattato dall’ufficio del Primo Ministro, che prima voleva corromperlo e alla fine l’ha minacciato di ritorsioni, se non avesse ritirato la mozione.


Pritchard teneva molto a questa mozione, quindi ha rifiutato i favori offertigli e non si è piegato alle minacce, anzi, ha raccontato tutto questo pubblicamente davanti agli altri deputati durante la discussione alla Camera dei Comuni.

Ha spiegato come prima gli fosse stato offerto un lavoro all’interno del governo e come, dopo il suo rifiuto, sia stato chiamato al telefono e gli sia stato detto che, se non avesse ritirato la mozione, il Primo Ministro (che è del suo stesso partito) avrebbe considerato questa mossa “in modo davvero negativo”.

Prima dell’inizio della discussione, i deputati del partito di governo (Conservatori) erano stati avvisati che su questo tema non vi sarebbe stato un voto “secondo coscienza”, ma avrebbero dovuto seguire la direttiva di partito e votare contro.

Però, man mano che la discussione procedeva, con tutti i deputati che ascoltavano attoniti la vicenda delle promesse e della minacce a Pritchard, il governo si è reso conto che avrebbe perso comunque, e quindi ha lasciato libertà di voto, per non perdere la faccia. E la mozione è stata approvata.

A questo punto, il governo non può fare altro che metterla in atto.

Jan Creamer, direttore esecutivo di ADI, ha dichiarato: “Il pubblico chiede un bando, le associazioni animaliste chiedono un bando e ora anche i politici hanno reso ben chiaro che richiedono un bando. Un bando è quindi nell’interesse pubblico e il governo deve procedere a metterlo in atto senza ulteriori ritardi”.

Pare dunque che stavolta il bando si possa davvero ottenere, ma viene da chiedersi: perché mai in una questione decisamente marginale per un governo (anche se importantissima per gli animalisti), il Primo Ministro si è dato così tanto da fare per affossare questa normativa, fino ad arrivare a rendersi ridicolo?



 

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