Animalismo |
I diritti degli animali nella Costituzione |
15 Gennaio 2015 | ||||||||||||||
Una proposta rivoluzionaria che ha lo scopo di tutelare gli animali come esseri senzienti. Una progressiva rivisitazione di tutta la legislazione in materia, secondo criteri nuovi, più rispettosi della salute degli animali, del loro benessere, della compatibilità etologica cui, già oggi, fa riferimento il codice penale
Si è tenuto lo scorso 14 dicembre a Milano presso l’Hotel Principe di Savoia l’evento “Animali e ambiente: dal cuore alla Costituzione”. L’iniziativa, organizzata dalla FIADAA (Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente) e dal movimento “La Coscienza degli Animali”, aveva lo scopo di presentare il Manifesto che propone l’inclusione della tutela degli animali nella Costituzione. Erano presenti i presidenti delle associazioni fondatrici della FIADAA: LAV, ENPA, OIPA, Lega del Cane e Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, nonché i presidenti e i delegati delle 34 associazioni aderenti alla Federazione oltre a un folto pubblico costituito da umani e da amici a quattrozampe. Madrina dell’evento era l’ex Ministro Michela Vittoria Brambilla che come sempre ha condotto con passione e determinazione l’incontro insieme ai presidenti delle associazioni fondatrici della FIADAA. SOS Gaia, membro della Federazione, ha partecipato all’evento ed ha raccolto la testimonianza dei principali promotori dell’iniziativa. Recita il Manifesto: “Siamo convinti che sia finalmente arrivato il momento di accogliere, tra i beni e i valori tutelati dai principi fondamentali della nostra Costituzione, l’ambiente, gli ecosistemi e gli animali in quanto esseri senzienti, capaci cioè di provare piacere e dolore e come tali degni non solo di rispetto ma anche di una diversa considerazione giuridica.”
Il Manifesto-appello è stato sottoscritto, per primo, dal professor Umberto Veronesi ed è stato definito dall’On. Brambilla come “la madre di tutte le battaglie” per i diritti degli animali. Abbiamo intervistato alcuni dei principali promotori dell’evento, in primis la “madrina” dell’iniziativa Michela Vittoria Brambilla: Ci sono davvero delle possibilità che venga inserita la tutela degli animali nella Costituzione? La mia proposta di legge depositata alla Camera prevede proprio questo: inclusione della tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e di tutte le specie animali nella Costituzione. Il suo esame è già cominciato lo scorso 6 novembre. Io chiedo davvero il sostegno di tutte le forze politiche dell’arco parlamentare perché questo sogno diventi realtà. È una grande battaglia di civiltà. Altre costituzioni dei Paesi europei già prevedono questo, dalla Germania, all’Austria, la Svizzera e altre. Quindi l’Italia deve essere al passo con il grande cuore degli italiani. E questo cambierà le sorti degli animali, concretamente? Naturalmente nel momento in cui la tutela degli animali è riconosciuta dalla Costituzione e dalla Repubblica in quanto esseri senzienti capaci di provare dolore, piacere, con diritto alla vita e quindi al rispetto, ma anche a una diversa tutela giuridica, tutto il diritto a cascata ne verrà informato e quindi non potranno più esseri considerati dal Codice Civile oggetti, cose.
Oggi un animale si può pignorare come si fa con un’auto se si non pagano le rate del leasing. Tutto questo cambierà e lo stesso vale per l’ambiente: il nostro non sarà più il paese dove chiunque scarica nei nostri mari, nei nostri prati, rifiuti tossici di ogni genere, poiché diventeranno reati ambientali punibili e perseguibili dal Codice Penale, tanto quanto lo saranno quelli degli animali. Raccogliamo una dichiarazione di Carla Rocchi, Presidente dell’ENPA: C’è speranza davvero di inserire nella Costituzione la tutela degli animali? I tempi sarebbero più che maturi, le persone civili semplici e normali lo considerano normale, sono soltanto le elucubrazioni della politica che ancora non l’hanno capito. Ma basta guardare una creatura come questa (indicando una femmina di beagle salvata dalla vivisezione – N.d.A), sapere che esce da un laboratorio di sperimentazione, sapere che dovrà essere rimessa in forma e ridata a una famiglia che le voglia bene e la rimetta in condizioni di vivere, per capire che ci vuole rispetto, che ci vuole considerazione, che queste creature devono essere difese non solo da noi che siamo volontari ma devono essere difese dalle leggi. Sono le leggi che tutelano le persone e gli animali e mettere la loro difesa addirittura in Costituzione è un passo secondo me già stramaturo. Se la politica lo vorrà cogliere avrà fatto soltanto il suo dovere.
Con l’occasione intervistiamo Gianluca Felicetti, presidente LAV, che sta presentando in Italia il libro sulla vivisezione appena uscito, scritto a quattro mani con Michela Kuan. Il libro “Oltre il filo spinato di Green Hill” che cosa stigmatizza? Dopo la battaglia di Green Hill che vedrà l’aspetto giudiziario, una sentenza, proprio nelle prossime settimane c’era la necessità di fotografare la realtà della vivisezione oltre il filo spinato di Green Hill. Quello è un capitolo comunque chiuso, abbiamo ottenuto una modifica normativa che a prescindere da come andrà al tribunale non permetterà per legge la riapertura di quell’allevamento perché siamo riusciti a far vietare l’allevamento dei beagle per la vivisezione. Però, accanto alla soddisfazione e grazie al movimento di cittadini Coordinamento Fermare Green Hill e del comitato locale di Montichiari in provincia di Brescia dove c’era questo allevamento che ha iniziato questa battaglia, se non riusciremo a concretizzare altre vittorie contro la vivisezione per lo sviluppo dei metodi sostitutivi, abbiamo garantito a 3000 beagle una vita degna di essere vissuta, ma non a quei 3000 animali di ogni specie che ancora muoiono ogni giorno in Italia secondo le statistiche ufficiali del Ministero della Salute per la vivisezione.
(La battaglia per Green Hill è stata vinta dalla LAV con una sentenza storica che ha condannato i responsabili dell’allevamento – N.d.A.) Abbiamo chiesto una impressione al presidente dell’OIPA Massimo Comparotto: Come vede il futuro dell’animalismo visti i passi che si stanno facendo in questo momento? Il futuro non può che essere positivo. Passi già ce ne sono stati perché unire associazioni animaliste che hanno una propria mentalità e una propria specificità è stato già questo un primo traguardo difficile e importante. Stiamo vedendo che dal punto di vista legislativo grazie anche alla presidentessa della federazione l’Onorevole Brambilla molte cose si stanno ottenendo. Le associazioni finalmente hanno messo in comune la propria esperienza, la propria professionalità, le proprie capacità e il futuro non può che essere positivo, già i primi passi li stiamo vedendo.
Ed infine abbiamo avuto il piacere di conoscere lo stilista Elio Fiorucci e di scoprire che è animato da un grande amore per gli animali e che si batte attivamente per i loro diritti. Abbiamo raccolto nelle sue parole la sua indignazione e la sua passione nella difesa degli esseri indifesi:
Elio Fiorucci è un grosso nome della moda e per questo è molto bello averla qui perché scopro che è un grande animalista. Come nasce questa sua sensibilità? Nasce dalla mia famiglia perché mio padre era già nemico della caccia e dei cacciatori e mi ricordo ancora che avevamo una casa in campagna, e quando si apriva la caccia mio padre usciva e urlava contro i cacciatori “andate via assassini!”.
A un certo punto questa idea che gli animali hanno dei diritti come i nostri è maturata sempre di più. Lui diceva “questi poveri uccellini che stanno facendo la traversata” poiché erano uccelli migratori, noi avevamo la casa sul lago di Como “che decidono di partire con tutta la famiglia, si fermano ad abbeverarsi nel nostro laghetto, e i cacciatori arrivano e sparano...” Per portarsi a casa che cosa? Non li mangiavano neanche, li lasciavano lì. Questo piacere del colpo di fucile, questo piacere della morte dell’uccellino non era una cosa accettabile già allora. Ma dico, perché ancora adesso c’è la caccia? Ammazzare un essere indifeso, in una gara impari. Se anche l’uccello avesse un fucile dici va be’, facciamo una gara, ma quell’essere è indifeso, o è nascosto con i suoi piccolini. Gli spari un colpo di fucile, ma dov’è l’eroismo? Ma dov’è il cuore, dov’è l’intelligenza? Sbagliamo tutti nella vita, io ho fatto più sbagli di tutti forse, però alla fine questa cosa qui non la digerisco. Non la digerisco perché è un’ingiustizia, il forte, quello con il fucile in mano, che a un certo punto uccide quell’altro che è assolutamente indifeso. Il coraggioso è quello che ha il fucile? No, il coraggioso è quello piccolino. Quello che merita assistenza e attenzione è l’uccellino, non il cacciatore che ha comprato il fucile nuovo. Se tutti i soldi che spendono i cacciatori li dessero in beneficenza farebbero meglio! La caccia è come una droga. È una droga per gli scemi secondo me.
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