Animalismo |
Il Gattile di Torpignattara è in pericolo |
17 Aprile 2014 | ||||||||
Sappiamo tutti che Roma è una città con una vasta area archeologica che deve essere tutelata e valorizzata, ma la nostra città è famosa anche per i gatti che vivono nelle numerose colonie feline insediate proprio tra i ruderi, ed anch'essi hanno bisogno di assistenza e di protezione. A distanza di poco più di un anno dal problema con la Sovraintendenza da parte dell'Associazione che gestisce la Colonia felina di Torre Argentina, che ha rischiato lo sfratto dall'area archeologica per un presunto abuso edilizio per fortuna oggi risolto, ci troviamo ad affrontare un nuovo caso analogo, per un'altra colonia felina situata nel Parco Casilino – Labicano, oggi chiamato Parco Villa De Sanctis. Il nome di Villa De Sanctis deriva dall'ultimo proprietario, Filippo De Sanctis che nel 1942 donò il terreno all'Ente Assistenza Roma. Oggi l'Area, dopo molte vicissitudini per problemi di possesso da parte di altri privati, occupa la zona sud-est della città ed in pochi ettari concentra una serie di attrezzature e servizi per la cittadinanza, un centro sportivo ed un parco verde attrezzato, anche se attualmente abbandonato al degrado, ed una importante area monumentale ed archeologica che verrà integrata con un museo; sono inoltre previste importanti strutture ancora da realizzare. Il nucleo del parco è costituito dall'area delle Catacombe dei Santi Pietro e Marcellino, lunghe 18 chilometri di percorso sotterraneo, ed il Mausoleo di S. Elena completamente restaurato, entrambi soggetti ai vincoli di tutela archeologica.
Il Gattile di Torpignattara si trova nelle vicinanze dell'area archeologica vincolata, e la Soprintendente per i Beni Archeologici di Roma, Anna Buccellato, ha intenzione di far abbattere la costruzione abusiva adiacente ad un casale in via di ristrutturazione, dove vivono i mici. Le operatrici del Gattile dichiarano di aver cercato il dialogo con la Sovrintendente e con senso di responsabilità cercheranno di non avvalersi di una sentenza del TAR che, in passato, ha negato l'autorizzazione ad abbattere il Gattile. Le stesse operatrici però, ritengono che la salute degli animali deve essere tutelata, ed al momento non vi è certezza che questa sia la priorità. Le volontarie gestiscono 20 gatti più 10 in momentaneo stallo nella zona di S. Marcellino ed altri 20 mici a Torpignattara, ci dice la Guardia Zoofila Luciana Angelini responsabile del Gattile: “Più di 50 gatti non riusciamo ad accudire”. Tra questi ci sono vari casi, tra i quali alcuni anziani o malati che hanno bisogno di cibo mirato ed ovviamente di maggiore qualità in base alla loro patologia. Ci confessa ancora Luciana che loro si sostengono soltanto con le donazioni ed hanno quindi bisogno di aiuto dai privati, inoltre i piccoli animali da loro accuditi sono quasi tutti vittime di maltrattamenti o di abbandoni e quindi bisognosi di cure ed attenzioni. Le volontarie recentemente hanno soccorso nei pressi di Villa Certosa, al Pigneto, una gatta in avanzato stato di gravidanza che ha partorito sei cuccioli momentaneamente sistemati a casa di una di loro , che dopo lo svezzamento saranno affidati in adozione.
Quindi la struttura che ospita i gatti verrà demolita perché definita incompatibile con l'ambiente, ma è allarmata la guardia zoofila che gestisce il Gattile, che dice: “Dateci una valida alternativa, queste creature non meritano di vivere all'addiaccio... ci hanno detto che debbono ristrutturare il casale. Sono indignata, per il Comune di Roma i gatti sono cittadini a tutti gli effetti, ma quanta ipocrisia in tale affermazione”. E dice ancora: “Ci vogliono proporre una sorta di pollaio a cielo aperto, privo di stalli. I gatti secondo loro devono vivere sotto le stelle.” È ovvio che la salute dei piccoli animali verrebbe messa in serio pericolo! I vari enti coinvolti, tra cui l'ufficio diritti animali e le associazioni, hanno candidamente dichiarato a Luciana che i gatti sono tutelati, ma il riconoscimento di questo non comporta le pertinenze come i ricoveri e tutto il necessario per farli vivere al riparo dalle intemperie o dei cani a spasso senza guinzaglio. Secondo quanto riportato dai quotidiani RomaToday e Romanotizie, le volontarie propongono due soluzioni: la prima consiste nella sistemazione di uno spazio verde dentro la villa, la seconda nella realizzazione di uno spazio recintato a ridosso del Mausoleo di S. Elena fornito di due casette di 1 metro e 80 centimetri di altezza. Nessuna delle due proposte è stata accettata dalla Soprintendente Anna Buccellato che vorrebbe imporre delle casette alte soltanto 1 metro e 20 centimetri. Con dei ricoveri così bassi, noi possiamo soltanto immaginare i notevoli problemi che incontrerebbero le volontarie per accudire i piccoli animali!
E a tal proposito il comunicato della Associazione parla chiaro: “Abbiamo mostrato tutta la nostra buona volontà. Abbiamo mediato, cercato, valutato, abbozzato, ma ora basta! La Sovrintendenza ci nega di costruire uno spazio degno di questo nome per i nostri cuccioli? Ci dica il perché e ci dica se e dove possiamo farlo! Basta con le ipocrisie, le mezze verità e i ricatti: chiediamo che la Sovrintendente responsabile di zona venga qui a fare un sopralluogo e sia lei ad assumersi impegni e responsabilità. Venga a spiegarci perché in una villa storica siano intollerabili le casette da un 1.80 mentre invece si possono tollerare accampamenti abusivi e una fabbrica! Venga a spiegarci perché due casette mobili di 1.80 mt deturpano un parco quando viviamo sommersi dalle immondizie degli incivili che ci bivaccano! Venga a spiegarci perché quest'area archeologica non possa essere al pari delle altre di Roma, dove le colonie feline sono di casa e creano valore aggiunto! Non chiediamo suite ma non accettiamo sistemazioni che ledono i diritti degli animali e la legge. È una questione di civiltà, è una questione di legalità.” Tra l'altro le casette in legno prefabbricato verrebbero acquistate dalle volontarie che hanno già raccolto tra i cittadini i fondi necessari, inoltre sono piccole, di facile spostamento e di nessun impatto ambientale, ma devono essere almeno di 1 metro e 80, perché dicono giustamente: “Come possiamo pulire e curare i gatti con una simile altezza? Qui vivono gatti malati, maltrattati e fragili fisicamente”. SOS Gaia sta cercando di aiutare a risolvere questa situazione. Da parte nostra c'è una giusta indignazione nei confronti di queste autorità che, invece di aiutare gli sforzi dei privati, i quali, senza chiedere niente si prodigano al sostegno di piccole creature indifese e bisognose, frappongono invece indifferenza se non addirittura continui ostacoli. Viene spontaneo chiedersi: “In che mondo viviamo?” Per informazioni: Luciana Angelini Tel. 333 428 3821 |