| Leggende e Tradizioni |
Sulle tracce di un passato leggendario |
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| 19 Novembre 2025 | ||||||||
L’antica danza di spade del Bacchu Ber testimonia la presenza di comuni tradizioni europee le cui origini si perdono nella notte dei tempi
A volte, durante una lettura, una ricerca, un viaggio, una casualità qualsiasi, si incontrano elementi strani, che catturano l’attenzione e incuriosiscono. Sono elementi fuori posto, che sembrano emergere da un passato lontano, da una cultura dimenticata di cui si è perso il contesto e anche il significato. Così ci è successo per il Bacchu Ber, la danza di spade che si svolge ogni anno nel quartiere Pont de Cervières di Briançon. È una danza davvero particolare e piuttosto misteriosa, intanto perché è antichissima e poi per il suo svolgimento e la melodia che l’accompagna. Sulle sue origini non si sa praticamente nulla. C’è chi, per via del nome, la fa risalire alle feste in onore del dio Bacco, chi parla di origini celtiche ma di preciso nessuno lo sa. Forse ha in sé un potere terapeutico perché viene eseguita il giorno di San Rocco che, oltre ad essere il patrono del quartiere, era anche invocato in tempi di peste per salvare la popolazione dall’epidemia.
È da ricordare anche che Briançon fu per alcuni secoli la capitale della Repubblica degli Escartons, la repubblica degli uomini liberi, che comprendeva cinque territori alpini tra la Francia e il Piemonte, in un tempo in cui le montagne invece che tracciare confini erano elemento di unità. Tra il 1300 e il 1700 gli Escartons sperimentarono un modello sociale diverso da quello del resto della popolazione. A loro “venivano riconosciute le libertà fondamentali, …come la libertà di movimento all'interno del territorio, il diritto alla proprietà privata (anche per le donne), la partecipazione popolare all'elezione dei rappresentanti, la stesura e l'applicazione di nuove leggi civili e penali, la gestione mirata del territorio (uso dell'acqua e delle foreste) e la distribuzione delle tasse.” (1) Proprio nel territorio che era stato della mitica città di Rama, era certo rimasto il riferimento all’esperienza antica che l’aveva fatta esistere e che trovando spazio e tempo favorevoli aveva messo nuovi germogli. Possiamo ipotizzare che le misteriose origini del Bacchu Ber derivino proprio da questo filone di esperienza.
La danza viene eseguita su un palco di legno, da nove uomini vestiti di bianco, con una fusciacca rossa intorno alla vita, un nastro nero al collo e scarpe nere. Disposti in cerchio, fanno il saluto e poi ognuno, tenendo con la mano destra l’impugnatura della sua spada, con la sinistra prende la punta della spada del suo vicino. Battendo ritmicamente i piedi i danzatori eseguono delle figure geometriche con le loro spade. Le alzano e le abbassano, passano sotto in modo da disegnare triangoli, rettangoli e stelle. L’ultima figura, detta la lève, vede un danzatore al centro del cerchio composto dagli altri. Questi intrecciano le spade intorno al suo collo e per tre volte poggiano un ginocchio in terra per poi rialzarsi insieme. La danza viene eseguita due o tre volte, prima nella piazza della chiesa di San Rocco e poi nella Place Jean Jaurès. Ogni volta dura circa venti minuti. In casi eccezionali viene eseguita da due cerchi di danzatori. Il ritmo viene scandito dai piedi dei danzatori mentre la melodia, chiamata la Dratanla, è cantata dalle donne, di solito dodici e di età diverse, vestite nel costume tradizionale di Pont de Cervières. La Dratanla non ha delle parole, o per lo meno le sillabe cantate non sembrano tali, e dice: "La dratanla, la dra, la dratanla - Et dralala, la dratanla, la dra la - La dratanla, la dratata la dra - La dratanla, la dra - La dratanla, la dratanla, la dra, la la dra". Quest’anno i cerchi dei danzatori erano due e la festa, il 16 agosto, giorno di San Rocco, ha raccolto tantissima gente di tutte le età. Bambini, ragazzi, adulti e anziani sentivano in questo rito qualcosa che apparteneva loro, come in tutte le feste dei paesi dall’anima celtica. C’era un clima di festa e di attenzione e quella danza era davvero, come diceva il coordinatore dell’evento, un ponte tra il passato ed il futuro.
Feste analoghe si svolgono ancora oggi in cittadine che nei secoli scorsi hanno fatto parte della Repubblica degli Escartons. Abbiamo così le famosissime feste degli Spadonari in diversi paesi della Val di Susa (Venaus, San Giorio, Giaglione) ma anche delle valli adiacenti in cui la cultura occitana è sempre presente (Fenestrelle, Sampeyre, Villar, Bagnasco) e persino nella pianura (Castelletto Stura). A differenza della Bacchu Ber sono quasi tutte caratterizzate da costumi molto ricchi e spesso con copricapi fioriti. Curiosamente anche in tutto il continente europeo troviamo danze di gruppo con le spade in cui si ritrovano simbologie analoghe. Per esempio le numerose Morris Dances in Inghilterra, la Schembartlauf in Germania o la Ezpata Dantza dei Paesi Baschi. Tra queste danze ci sono spesso dei punti in comune, ad esempio la connessione con il culto di San Rocco, i colori bianco e rosso di alcuni costumi, le figure che i danzatori compongono con le spade, l’uso di tenere la propria spada con una mano e con l’altra tenere la punta di quella del vicino come ad esempio nel Bal da Sabre di Fenestrelle, l’uso di vistosi copricapi fioriti. Anche se nella Bacchu Ber i costumi sono molto semplici rimane il legame con i fiori, infatti sopra i danzatori viene appesa una ruota fiorita. Tutte queste feste tradizionali hanno origini che si perdono nella notte dei tempi ma evidenziano un antichissimo patrimonio culturale comune a tutto il continente europeo che affonda le sue radici in un passato millenario che è tutto da riscoprire. Per saperne di più: https://www.shan-newspaper.com/web/leggende-e-tradizioni/170-san-giorio-una-festa-antica.html |