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A cura del Dr. Valerio Vivaldi
INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica
Astronomical Observatory of Padova
Dipartimento di Geoscienze, Padova University


Passeggiando tra le Stelle


Raccontare di Astronomia può voler dire e significare molte cose, può implicare il seguire una od un’altra strada. Personalmente trovo molto agevole l’ingresso attraverso le “porte” del Cosmo passando per un tema ben legato a questo mondo: l’osservazione.

Sin dai tempi più remoti, infatti, l’uomo ha sempre dedicato molto tempo e molte risorse ad essa, divenendo così la fonte del suo attuale sapere. D’altra parte è indubbio che una moltitudine di scoperte scientifiche fatte finora derivino proprio dalla meticolosa osservazione dei fenomeni naturali.

L’uomo pertanto è sempre stato attratto da ciò che lo circondava, ovvero dalla Natura, saggia insegnante d’ogni sapere: dalla Terra al cielo, dall’infinitesimamente piccolo all’infinitamente grande.

Proseguendo su questo concetto viene allora da chiedersi quale oggetto potrebbe mai esprimere al meglio ciò che rappresenta il macroscopicamente grande in Natura, se non il firmamento stellato.

Il cielo: un soggetto che tanto ha affascinato ed infatuato il genere umano, che per millenni ha cercato la sua spiritualità anche tra le stelle, dando vita alla madre di tutte le scienze, l’Astrologia, praticata e conosciuta dagli antichi detentori del sapere, nelle figure di sacerdoti-astronomi.

Il primo strumento osservativo a disposizione dell’uomo è appunto il suo stesso occhio, anche se, con l’avanzare delle epoche e della tecnica, si iniziarono ad affiancare ad esso anche strumenti di ausilio, come le lenti.

L’osservazione visuale ad occhio nudo, però, ebbe una grande importanza nelle epoche antiche e conobbe un’espansione senza limiti geografici. Ritroviamo infatti i “segni del cielo” in tutte le tracce lasciate dalle più antiche civiltà; basti solo pensare alle Piramidi in Egitto, orientate e molto probabilmente distribuite seguendo un allineamento astronomico, ai calendari Maya, all’iscrizione di Anyang in Cina, la più antica testimonianza di un’eclisse solare, e tantissimi altri esempi presenti sulla Terra. Se ci spostiamo in Europa troviamo strutture megalitiche, che risultano avere allineamenti ai punti cardinali e, probabilmente in modo non casuale, alla posizione del Sole e della Luna in particolari periodi dell’anno, come ad esempio gli equinozi o i solstizi. A tal proposito non si può non citare il cerchio megalitico di Stonehenge che, tra le sue molteplici funzioni, è associabile anche ad un gigantesco “osservatorio” astronomico. Grande fu da sempre l’attenzione rivolta verso quella armonica “danza” di alcuni pochi astri che, come privilegiati, pareva potessero camminare tra le stelle immobili: erano i corpi celesti del Sistema Solare, il Sole, la Luna ed i pianeti.

Fu proprio la loro meticolosa osservazione visuale a renderne comprensibili e dunque prevedibili i moti apparenti all’interno della volta stellata: ecco che veniva a crearsi il più preciso ed imponente strumento di scansione del tempo.

Il tempo, concetto tanto astratto quanto fisico e reale: di esso veniva così sciolta la trama, catturato ed imbrigliato da questo immenso quanto inesauribile “orologio” cosmico.

Ma ben presto il cielo iniziò a scandire anche lo spazio. La fantasia umana infatti propose delle eleganti forme celesti, che venivano così proiettate e disegnate da particolari allineamenti di stelle: ecco nascere le costellazioni, indispensabili riferimenti crono-geografici scritti nel grande libro celeste di mitologia, sia essa di origine europea, araba o cinese. Fu proprio grazie all’orientamento celeste che la navigazione per mare si rese possibile, prima dell’invenzione della bussola; infatti, nel nostro emisfero, la Stella Polare indica sempre il nord, in ogni notte dell’anno.

Con il passare delle epoche ed il progredire dell’umano ingegno, vennero introdotti anche degli strumenti ottici ad affiancare l’occhio nudo, potenziandone esponenzialmente la “profondità” di percezione, ed ampliando così gli orizzonti speculativi verso mondi allora davvero sconosciuti ed ancora censurati da antiche “filosofie” che, da lì a breve, sarebbero divenute obsolete e non più veritiere.

Primo fra tutti fu probabilmente proprio il fisico fiorentino Galileo Galilei che, nel XVII secolo, rivolse un cannocchiale verso il cielo, e non senza risultati: nonostante le modeste dimensioni strumentali egli ebbe modo di scoprire le irregolarità lunari (crateri e “maria”), proprio su una “aristotelica” Luna che doveva essere liscia come una biglia, individuò la grande macchia rossa su Giove e i suoi quattro satelliti principali (chiamati Medicei appunto).

Più avanti fu il fisico britannico Isaac Newton ad intuire un’innovativa variante al telescopio rifrattore, mediante l’utilizzo di specchi, in uno schema ottico a riflessione: nacque così il primo telescopio riflettore Newtoniano, che segnerà una vera e propria rivoluzione nell’osservazione astronomica moderna.

Ma è proprio arrivati a questo punto che è bene fermarsi e tornare con un salto ai tempi nostri, ponendosi così una domanda spontanea, che sarà incipit ed ispirazione per questo viaggio: in che modo si inizia ad osservare il cielo?


Dr. Valerio Vivaldi

DICEMBRE, IL TEMPO DEI DONI DI FETONTE:
DALLE “LACRIME” DEL CIELO ALLA DANZA DEI PIANETI


Geminidi (fonte WEB: www.greenme.it)
Geminidi (fonte WEB: www.greenme.it)

Portale che ci accompagna discretamente all’inverno meteorologico, dicembre segna anche un punto cardine dell’orbita terrestre, il solstizio d’inverno, che avverrà esattamente alle 10 del mattino del 21. La notte del 21 sarà quindi la più lunga dell’anno, preceduta dal giorno più breve.  Qui, l’inclinazione dell’asse terrestre porta il Sole alla declinazione minima nel suo percorso apparente sull’eclittica in cielo durante l’anno.

La lunghezza del periodo buio e soprattutto le temperature basse di questo mese possono scoraggiare parecchio un’eventuale serata osservativa.

Vorrei sottolineare però che i più temerari, al costo di affrontare le gelide nottate sotto zero in montagna, potrebbero essere ripagati da un cielo mozzafiato, molto più buio e secco del cielo estivo, per molte più ore.

Personalmente trovo il cielo invernale molto suggestivo, tenendo presente che in inverno, con le temperature così basse, quando le condizioni atmosferiche sono favorevoli, la nostra volta stellata diventa come una silenziosa e fredda cascata di diamanti, rubini e zaffiri, incastonati in un velluto nero, che brillano di una luce ormai rara e rarefatta, oscurata e prepotentemente violentata dalle luci delle nostre città. Il cielo è sempre più invisibile, e forse vale veramente la pena passare una notte al freddo per ammirare quello che i nostri antichi hanno considerato sacro, e che forse i nostri posteri non vedranno più.

Quest’anno, le gelide notti invernali ci offrono dei meravigliosi doni celesti, come lo sciame meteoritico delle Geminidi, che avrà il suo picco massimo le notti tra il 13 ed il 14, anche se sarà attivo tutto il mese.

Le Geminidi prendono il nome dalla loro “origine celeste apparente”, situata nella costellazione dei Gemelli (Gemini), Questo spettacolo astronomico, che si ripete tutti gli anni a dicembre, accade proprio quando il nostro pianeta attraversa la coda di detriti lasciata dall’asteroide Fetonte (Phaethon), che attraversano la nostra atmosfera dissolvendosi, bruciando e lasciando così la tipica scia luminosa nel cielo. Una meraviglia di rara bellezza, effimeri corpuscoli luminescenti, ci ricordano le nostre origini, in ogni accezione la si voglia considerare.

Perché non sdraiarsi su un prato ad ammirare questo silenzioso spettacolo?

Il cielo dicembrino vede sorgere ad est, pian piano, tutte le costellazioni tipiche del cielo invernale. Di contro, verso ovest, tramontano le costellazioni tipiche del cielo estivo, come il triangolo estivo, formato dalle costellazioni del Cigno, dell’Aquila e della Lira e rappresentato dalle loro rispettive stelle principali Deneb, Altair e Vega e che inizierà a vedersi sempre meno, verso sera ad ovest, lasciando spazio alle costellazioni caratteristiche della stagione fredda, come i Gemelli, Orione, il Leone, la Vergine, che sorgono dall’orizzonte est e dominano la lunga notte fino alle luci del crepuscolo.

Il Toro è una costellazione molto affascinante, il suo occhio rosso, segnato da Aldebaran, si accosta alle “corna” del grande bovino celeste. All’interno della costellazione si trova la nebulosa M1, denominata anche “Granchio”, per la sua forma particolare. Questa nebulosa è quello che rimane di uno dei fenomeni più violenti che si verificano nel cosmo: una supernova. Si tratta di una stella centinaia di volte più massiccia del Sole, che esplodendo, dà origine a queste nebulose. In particolare la super stella, distante circa 6300 anni luce da noi, che originò M1 esplose nel Luglio del 1054, dando origine ad un corpo luminoso che per molto tempo fu il più luminoso del cielo, anche del Sole stesso, rendendosi dunque visibile anche di giorno.

A notte fonda, la sagoma del grande Leone mitologico si staglia ad est, maestosa ed imponente. La sua forma in cielo ricorda molto quella di un ferro da stiro, e si individua molto bene la sua stella principale Regolo.

Questa meravigliosa costellazione custodisce molte belle galassie, purtroppo non accessibili a strumenti piccoli, come binocoli e piccoli telescopi.

La grande costellazione del Leone
La grande costellazione del Leone

Durante il mese saranno visibili diversi pianeti ad occhio nudo. Mercurio, tra le luci del crepuscolo mattutino, sarà visibile ad inizio mese per andare in congiunzione a metà mese e ripresentarsi al crepuscolo serale a fine dicembre. Venere, meravigliosamente luminoso, sarà visibile all’alba, tra le 5 e le 6 del mattino. La prima parte della notte, sarà Marte a dominare: il Pianeta Rosso sarà visibile ad ovest dal crepuscolo in poi. A fare compagnia al nostro “vicino di casa” ci saranno Giove e Saturno, vicinissimi, ancora visibili dopo il crepuscolo.

Proprio i due pianeti più grandi del Sistema Solare saranno i protagonisti di un evento astronomico decisamente raro, una “danza” planetaria che si ripeterà solo nel 2080. Il 21 Dicembre 2020, infatti, avverrà la grande congiunzione, con i due pianeti separati da appena 0.1°, pari ad un quinto della dimensione apparente della Luna piena. Al binocolo i due pianeti saranno molto vicini e sarà un’occasione per chi ha un teleobiettivo fotografare il meraviglioso “quadretto” che si verrà a disegnare in cielo.

Altre congiunzioni avverranno il giorno 23, con la Luna in congiunzione con Marte ed il 27 sempre con la Luna in congiunzione con Aldebaran, stella principale del Toro.

Chi avesse la possibilità di andare in montagna o in luoghi lontani dalle luci cittadine può rendersi conto di quanto il cielo possa sorprendere ogni volta che lo si osserva, che sembra quasi essere sempre la prima. Con i cieli cristallini invernali sarà affascinante passare qualche nottata sotto le stelle, anche solo per sfogliare un po’ le pagine di questo grande libro celeste di mitologia antica e, perché no, magari con un binocolo andare a cercarne i tesori gelosamente custoditi tra le sue stelle.

Infondo…noi tutti veniamo dalle stelle e siamo fatti della loro stessa materia; guardare le stelle è un po' come mettersi in contatto con le nostre più antiche e recondite progenitrici.

(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI GIUGNO


Il cielo di giugno alla mezzanotte del giorno 15
Il cielo di giugno alla mezzanotte del giorno 15

Le calde notti del cielo estivo sono un’ ottima occasione per trascorrere un po’ di tempo sotto le stelle, ad ammirare una delle più misteriose quanto affascinanti manifestazioni della Natura.

Purtroppo l’inquinamento luminoso sta letteralmente cancellando il cielo stellato dalle nostre notti, soprattutto vicino ai grossi centri urbani. Allontanandosi dalle città, il grande spettacolo del firmamento si fa sempre meno evanescente, fino a divenire quasi rumoroso, assordante, raggiungendo luoghi ameni, magari in alta quota. Qui pare quasi di poter toccare le stelle, sentire l’odore della brillante luce che ci pervade, proveniente da questo placido caos cosmico: un cinema che proietta un’armonica sinfonia di luci colorate e un’immensa strada luminosa celeste, la Via Lattea.

E’ proprio la Via Lattea a dominare i cieli estivi, una scia luminosa visibile ad est in prima serata, che attraversa poi tutto il cielo da nord-est a sud, interrotta solo da una netta banda scura, la spaccatura del Cigno.

Nella costellazione del Cigno si trova anche la zona più intensa della Via Lattea, visibile dall’emisfero boreale, ed è compresa tra le stelle Sadr e Albireo, che formano l’asse inferiore di quello che viene chiamato asterismo della Croce del Nord; con un semplice binocolo si possono osservare ricchissimi campi stellari, con varie associazioni di astri minuti e spesso dai colori contrastanti.

La stessa stella Albireo, vista al telescopio, si mostra come una stella doppia formata da uno zaffiro e da un rubino.

La Via Lattea prosegue poi verso sud, dove si trova il rigonfiamento che indica il centro galattico; qua, compresi tra la brillante costellazione dello Scorpione e del Sagittario, si concentra un gran numero di ammassi globulari, alcuni dei quali, come M22, visibili anche con un binocolo.

Il cielo estivo è caratterizzato dall’inconfondibile asterismo del Triangolo estivo, come punto di riferimento per riconoscere le principali costellazioni: il vertice più settentrionale Deneb domina la costellazione del Cigno, Vega, la più brillante, quella della Lira; la più meridionale, Altair, è l’astro principale della costellazione dell’Aquila.

Guardando verso nord si possono individuare le costellazioni circumpolari: l’Orsa Maggiore e Minore, guidata dalla stella Polare, e Cassiopea, con la sua particolare forma a “w” o “m”.

L’estate 2017 vedrà come protagonista indiscusso il pianeta inanellato, il Signore degli Anelli, Saturno, prossimo all’opposizione solare e quindi osservabile per tutta la notte. Dopo l’oscurità sarà visibile ad est, per poi culminare nelle ore centrali della notte, favorendo così l’osservazione telescopica.

Saturno al telescopio è imponente: la sua visione lascia senza fiato. Già con un binocolo o un piccolo telescopio si possono distinguere gli anelli, ma è con un telescopio più potente che saremo in grado di discernere dettagli anche molto fini sul pianeta come sugli anelli: la famosa divisione di Cassini, una separazione scura tra due gruppi di anelli, è infatti ben visibile con un telescopio di media apertura.

Anche Giove sarà visibile dopo il crepuscolo, ma peggiorerà le sue condizioni di oservabilità.

(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI MARZO E APRILE


Il cielo alla mezzanotte del 15 aprile
Il cielo alla mezzanotte del 15 aprile

Il freddo delle lunghe notti invernali lascia pian piano spazio ad un’aria più mite, caratteristica delle nottate di marzo, che velocemente si abbreviano e cedono minuti al dì, fino al giorno 20, quando la notte e il dì s’eguagliano, celebrando così l’equinozio di Primavera.

“Equi noctis”, notte uguale al dì: questo particolare giorno vede sorgere il Sole quasi esattamente ad Est e tramontare quasi esattamente ad Ovest, con il giorno e la notte che dureranno entrambi 12 ore (il “quasi esattamente” è riferito al fatto che l’equinozio non avverrà all’ora né del sorgere né del tramontare del Sole nel nostro cielo).

Nonostante le ore di buio saranno sempre meno, è ancora ben possibile osservare gran parte delle costellazioni del nostro cielo, da quelle ancora autunnali, la sera, fino a quelle estive, a notte fonda.

Le osservazioni marzoline sono particolarmente proficue dal punto di vista degli oggetti celesti osservabili al telescopio, essendo visibili tutti i 110 oggetti del cielo profondo del catalogo di Messier, tra nebulose e galassie, a partire dal primo buio, fino ad arrivare all’alba, “correndo” una vera e propria “maratona” celeste, quella che gli astrofili chiamano “maratona di Messier”.

A tal proposito val la pena scrivere qualche parola su Messier, Charles Messier, astronomo francese che catalogò un centinaio di oggetti celesti non planetari, tra galassie, nebulose ed ammassi stellari, che riuscì ad osservare dall’osservatorio di Parigi. Il più famoso catalogo celeste fu pubblicato nel 1774 e contiene 110 oggetti, numerati da 1 a 110, e siglati tutti dalla lettera “M”.

Marzo chiuderà con la Luna nuova, favorendo le nottate osservative del profondo cielo.

Come un traghettatore verso i tiepidi cieli primaverili, aprile spalanca le porte dell’osservazione del cielo profondo invernale in un orario decisamente più comodo. Costellazioni come il Leone, la Vergine, la Chioma di Berenice, ricchissime di splendide galassie, si rendono infatti ben visibili già dalle prime ore di buio.

Il grande Leone, con la sua caratteristica sagoma a “ferro da stiro”, guidato dalla stella Regolo, domina sui cieli verso sud, seguito dalla Vergine che, con Spica, la sua stella principale, chiude un triangolo con Arturo, la gigante rossa che brilla nella costellazione del Bootes. Tra queste costellazioni si possono scorgere numerose galassie, già con l’ausilio di un telescopio di medio diametro (circa 100-150mm).

Rivolgendo lo sguardo verso nord troveremo sempre le costellazioni circumpolari, come Cassiopea, l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore, facilmente individuabile partendo dalla Stella Polare, che segna proprio l’ultimo dei tre cardini del “manico” del Piccolo Carro, asterisma che fa parte dell’Orsa Maggiore.

Nella seconda parte della notte, verso Est, sarà possibile individuare la brillante stella Vega, tra le più luminose del cielo, e la seconda più luminosa di quello boreale. Questa stella preannuncia l’apparizione in cielo delle costellazioni estive, a partire proprio dalla Lyra, di cui ne è la stella principale.

Nella parte finale della notte il cielo estivo prenderà man mano sempre più campo, andando avanti nei giorni del mese.

I pianeti visibili tra marzo ed aprile vedono ricomparire Mercurio, che dalla fine di marzo riapparirà nei cieli serali ad ovest. Venere sarà in congiunzione solare il 25 marzo, iniziando lentamente il periodo di visibilità mattutino lungo il mese di aprile. Anche il pianeta rosso, Marte, sarà visibile per poco la sera verso ovest.

Differente il caso per Giove, che si appresta all’opposizione solare, in aprile. Il gigante di gas sarà quindi visibile per tutta la notte, offrendo spunti per osservazioni davvero emozionanti. Anche le condizioni osservative di Saturno tenderanno a migliorare nel corso delle prossime settimane.

La fine di marzo vedrà protagonista la piccola falce di Luna crescente, che avvicinerà prima Marte la sera del 30 e poi le Pleiadi ed Aldebaran la sera del 31.

(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI FEBBRAIO


Il cielo del 15 Febbraio alla mezzanotte verso S
Il cielo del 15 Febbraio alla mezzanotte verso S

Le gelide nottate di febbraio possono disincentivare l’idea di passare una notte all’aperto a rimirare il cielo, ma le meraviglie che esso ci riserva sono in grado di ripagare appieno ogni sforzo fatto per esser lì. Respirare il profumo dell’aria pura e cristallina della montagna, magari con un panorama innevato che restituisce parte della luce siderale, donandoci colori evanescenti e uno spettacolo degno della più poetica manifestazione di Gaia. Il vento invernale rende i cieli tersi, secchi e bui, filtrando lievemente la ferma luce degli astri che, attraversando il “vento” inizia una danza che rende tutti questi puntini luminosi come “vivi”, incastonati in un velluto opaco e nero, interrotto solo dall’effimero passaggio di qualche stella cadente.

Il mese di febbraio si apre con la Luna oltre il primo quarto, visibile nei primi giorni come una falce sempre più grande e alta nel cielo occidentale, al crepuscolo, che sarà piena il giorno 11. Proprio la Luna sarà al centro dell’attenzione la notte tra il 10 e l’11, quando avverrà un’eclissi lunare di penombra: l’evento non sarà particolarmente evidente, ma consisterà in un calo della luminosità del nostro satellite.

Febbraio ci offre un firmamento dominato per tutta la notte dalle grandi costellazioni invernali, quali Orione, i Gemelli, l’Auriga, il Cancro, l’Idra, il Leone e la Vergine.

Il Cancro è una piccola e debole costellazione poco evidente, sia per la forma non particolarmente intuitiva, che per la luminosità delle stelle da cui è formata, gelose custodi però di uno dei più preziosi tesori del cielo, l’ammasso aperto M44 detto anche “presepe” o “alveare”. M44 è sicuramente uno degli oggetti più semplici e spettacolari da osservare ad occhio nudo ed è anche uno tra i più antichi ammassi aperti osservati e conosciuti dall’uomo; primo fra tutti fu Galileo, per mezzo del suo telescopio, a risolvere questa “antica nebula” in un oggetto formato da una quarantina di stelle, districandone così il mistero. Chi possiede un buon binocolo o un telescopio può risolvere chiaramente il “presepe” in stelle.

Rivolgendo lo sguardo verso i quadranti nordoccidentali del cielo è possibile individuare un gruppetto di cinque stelle molto luminose che formano una “M” o “W” a seconda dell’orientamento: si tratta della costellazione che rappresenta la leggendaria Regina di Etiopia, moglie di Cefeo, Cassiopea.

Cassiopea è una costellazione circumpolare, ovvero vicino al polo nord celeste e alla stella Polare, pertanto non tramonta mai, a patto di non avere orizzonti montani verso nord. Questa costellazione non contiene oggetti del cielo profondo particolarmente evidenti; tra i più appariscenti possiamo considerare tuttavia l’ammasso aperto M52. Essa si trova in posizione opposta al Grande Carro rispetto alla stella Polare, posizione che ne facilita molto l’individuazione.

Ritornando ad osservare verso sud possiamo incontrare la costellazione dell’Idra, un’altra costellazione che domina i cieli di febbraio che, con la sua grande estensione, risulta essere la più vasta costellazione del cielo. Tra gli oggetti celesti visibili nell’Idra è possibile osservare con facilità l’ammasso aperto M48, al limite della visibilità ad occhio nudo, sotto cieli bui e tersi.

Il mese di febbraio ci offre ancora un’ottima osservabilità di Venere, che tramonta ben quattro ore dopo il Sole, rimanendo dunque ben osservabile la sera in un cielo già buio, perdendo però un’ora di osservabilità verso la fine del mese. L’osservazione telescopica del pianeta non è entusiasmante, data la totale copertura della superficie del pianeta da parte della sua spessissima coltre atmosferica. Venere presenta infatti un’atmosfera densissima, composta principalmente da anidride carbonica (CO2), che ne rende del tutto inosservabile la superficie rocciosa basaltica, il tutto immerso in un effetto serra a valanga, che porta la temperatura superficiale del pianeta oltre i 450° C in ogni punto del globo, costante sia nel giorno che nella notte venusiana. La pressione atmosferica è enorme, pari a 90 atmosfere, paragonabile a quella esercitata da una colonna d’acqua di 900 metri, il che rende particolari anche le eruzioni vulcaniche che avvengono a forma di fungo, come quelle sottomarine terrestri. Ad accompagnare Venere nel suo “viaggio” celeste ci sarà Marte, visibile nel cielo serale dopo il tramonto.

Giove, il gigante del Sistema Solare, sarà ben osservabile quasi tutta la notte, sorgendo sempre prima ed all’incirca dopo la mezzanotte. Il telescopio ci spalanca i cancelli dell’osservazione gioviana, rivelandone i più intimi segreti delle forme che crea la sua dinamica atmosfera, unite all’armonica giostra planetaria animata dal complesso sistema di lune del pianeta.

Febbraio vede piano piano il sorgere sempre più anticipato del “signore degli anelli”, Saturno, che si renderà ben osservabile nella parte finale della notte, fino alle prime luci dell’alba. Al telescopio è un tripudio di dettagli, a partire dagli anelli, che rendono Saturno probabilmente il più bel pianeta del Sistema Solare. L’inclinazione di questi ultimi è nuovamente favorevole alla loro osservazione.

Il mese di febbraio vedrà protagonista la Luna, che si “avvicinerà” apparentemente a diversi astri. Tra il 14 ed il 15 e tra il 15 ed il 16 il nostro satellite sarà in congiunzione con Giove e Spica, la stella principale della Vergine. Poco prima dell’alba del 20 la Luna accompagnerà Saturno e la stella Antares nello Scorpione, mentre la sera del 28 una sottile falce lunare sarà in congiunzione con il pianeta Venere. Per i fortunati fotoamatori possessori di obiettivi fotografici grandangolari, queste manifestazioni celesti sono una ghiotta occasione per catturare l’incanto del firmamento in meravigliose fotografie a grande campo, magari con le Alpi innevate come sfondo, o con un bel mare invernale, elementi naturali che si tingono dei tenui e caldi colori crepuscolari, quasi a voler eludere le rigide temperature che caratterizzano i tramonti invernali.

A tal proposito, la dotazione minima consiste in una macchina fotografica reflex (digitale o analogica) alla quale accoppiare un luminoso obiettivo grandangolare, ad esempio un buon 18 mm di focale, aperto il più possibile, da f 1,2 a f 5,6, montata su un solido treppiede fisso. Utilizzando ISO alti e tempi entro i 30 secondi (per evitare il mosso indotto dalla rotazione della volta celeste), mediante uno scatto flessibile possiamo congelare un istante ed una porzione del cielo al di sopra di noi, esaltando per bene gli astri più luminosi.

Una sorpresa del cielo di questo mese sarà la presenza della cometa 45P/Honda-Mrkos-Pajdusakova, protagonista indiscussa tra le comete del periodo. Sarà osservabile le prime ore del mattino nella costellazione dell’Aquila già con un buon binocolo. La cometa brillerà di magnitudine 8, oltre la visibilità ad occhio nudo.

A tal proposito mi piacerebbe ricordare quanto il cielo ci riservi sempre delle sorprese, meraviglie ancor nascoste e di cui siamo ancora totalmente ignari. Chissà cosa si starà preparando per il futuro…magari qualche cometa ancora ignota, pensate alla Hale-Bopp, comparsa superba nei nostri cieli senza che se ne conoscesse l’esistenza prima.

È solo stando con gli occhi all’insù che possiamo cogliere quell’istante irripetibile, sia esso segnato dal fulgido transito di una meteora, da un out-burst cometario, da una supernova o, più semplicemente, dal luccicare dei tanti puntini luminosi scolpiti in cielo che ora, per un motivo o per un altro, ci sembrano brillare come non mai.

È proprio l’imprevedibile a disegnare quella sfumatura di unicità che rende maggiormente affascinante ed attraente l’osservazione celeste ed ogni notte unica tra le notti.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI GENNAIO


Il cielo del 15 gennaio alla mezzanotte verso S
Il cielo del 15 gennaio alla mezzanotte verso S

Le gelide notti invernali che caratterizzano questo periodo dell’anno, in cui è massima la loro durata, offrono all’osservatore un’ampia finestra di cielo, che spazia da quello autunnale, ancora visibile nelle prime ore della sera, a quello strettamente invernale, visibile nella parte centrale della notte, fino al sorgere ad Est delle prime costellazioni primaverili, poco prima dell’alba. Infatti, dopo le 5 del mattino, fanno capolino sull’orizzonte orientale costellazioni come Ercole, la Lira ed il Cigno, tipiche del cielo primaverile ed estivo.

Le notti di gennaio sono dominate dalla maestosa costellazione dei Gemelli, facilmente individuabile una volta identificate Castore e Polluce, le sue due stelle principali, che brillano molto luminose e relativamente vicine fra loro, il Toro, Orione ed il grande Leone celeste. L’individuazione dei Gemelli è facilitata dalla visione del grande quadrilatero che ne caratterizza la sua parte centrale.

All’interno dei confini della costellazione è possibile osservare un bellissimo ammasso globulare, M35, già visibile con un buon binocolo, ma apprezzabile solo con un telescopio che, se di buona qualità, anche con un diametro dell’obiettivo molto piccolo (90-100mm), è in grado di risolvere le stelle dell’ammasso. Un altro oggetto celeste del cielo profondo visibile nei Gemelli è la nebulosa Eskimo o Clown, catalogata con la sigla NGC 2392, accessibile però solamente a chi possiede un telescopio almeno di 150 mm di apertura e visibile comunque come un dischetto grigio azzurro.

Ad oriente, nelle prime ore della notte, saranno visibili le costellazioni zodiacali del Cancro seguito dal Leone, mentre ad occidente, ormai prossime al tramonto, ci sarà la piccola costellazione dell'Ariete e quella molto più estesa ma non molto appariscente dei Pesci, che potremo individuare più facilmente prendendo a riferimento il grande quadrilatero di Pegaso. Il grande cavallo alato si porta dietro la costellazione di Andromeda, custode dell'omonima galassia. Quasi allo Zenit sarà visibile il Perseo e più ad est l'Auriga, con la sua forma a pentagono e guidato dalla stella Capella, dal latino “capretta”, e riconducibile alla capra Amaltea, che allattò Zeus.

Parlando di cielo è interessante notare come in inverno spesso si verifichino condizioni meteorologiche particolarmente adatte all’osservazione astronomica; non si può non pensare alla limpidezza di tante gelide nottate invernali, caratterizzate da temperature basse e da bassi valori di umidità, che rende l’atmosfera molto più trasparente e meno sensibile alla diffusione della luce delle città (fenomeno dell’inquinamento luminoso). Capita spesso che grandi masse d’aria fredda ed umida scendano dal nord Europa verso le nostre latitudini ma, incontrando la catena alpina, danno origine al fenomeno di Stau e Föhn (o Favonio). Lo Stau si verifica sui versanti settentrionali delle Alpi e provoca copiose precipitazioni, le quali tendono ad abbassare l’umidità della massa d’aria in movimento che, valicate le montagne, diventa estremamente secca e più calda, tanto che, ridiscendendo i versanti meridionali fino a raggiungere la Pianura Padana ed il resto del centro nord italiano, offre un’ottima trasparenza atmosferica, che ci regala paesaggi mozzafiato di giorno e cieli tersi e bui la notte. Un altro fenomeno meteorologico che spesso avviene nel periodo freddo è quello dell’inversione termica, che porta l’aria più fredda a valle e quella più calda e leggera a monte, favorendo il massiccio sviluppo di nebbie e foschie in basso. Queste nebbie basse sono molto favorevoli per chi osserva da zone sufficientemente elevate da esserne al di sopra, poiché oscurano la gran parte delle luci delle città.

 Rappresentazione grafica del fenomeno di Stau e di Föhn (fonte: Meteoweb)
Rappresentazione grafica del fenomeno di Stau e di Föhn (fonte: Meteoweb)

Le sere di gennaio saranno dominate dal pianeta Venere, che si vedrà sempre meglio verso ovest, tramontando oltre 4 ore dopo il Sole. Vicino al terzo astro più luminoso del cielo ci sarà Marte, il pianeta rosso: non sarà un oggetto semplice poiché, pur essendo vicino, è molto piccolo, dunque non è semplice trovare dettagli sul pianeta. Con un telescopio amatoriale però già si riescono ad intravedere le calotte polari ghiacciate e qualche zona chiara e scura sul pianeta, che appare realmente di un rosso che tende all’arancione giallino.

Mercurio, il pianeta più vicino al Sole, sarà ancora visibile al mattino, migliorando la sua osservabilità, dal momento che sorgerà quasi un’ora prima del Sole.

Il Gigante del Sistema Solare, Giove, sarà osservabile dalle prime ore della notte, verso est, dominando i cieli prima dell’alba. Anche Saturno, il pianeta inanellato, sarà visibile al mattino prima del sorgere del Sole, brillando non lontano dalla stella Antares nello Scorpione.

In Astronomia una congiunzione avviene quando si trovano a distanza ravvicinata due o più astri luminosi nel cielo, dando origine ad un fenomeno naturale spesso molto suggestivo e che cattura l’attenzione visiva di chi alza gli occhi al cielo. Bisogna sottolineare, a tal proposito, che le congiunzioni sono il solo frutto della prospettiva tra due o più corpi nello spazio, il che non indica nessun legame fisico tra gli astri in congiunzione. Vediamo di seguito le congiunzioni principali del mese: Luna – Giove, nella seconda parte della notte tra il 18 e il 19 gennaio, Luna – Saturno, la mattina del 24 gennaio, prima del sorgere del Sole, Luna – Venere, la sera del 31 gennaio.

Il fascino e la suggestività che evoca la visione del cielo lacrimante di stelle sono intimamente legati alla parte più emotiva dell’uomo, rendendo lo spettacolo unico ed impagabile agli animi più sensibili verso le bellezze che la Natura ci offre quotidianamente: la silenziosa poesia delle “stelle cadenti”, erranti ed evanescenti corpuscoli luminosi che solcano i cieli nelle più disparate direzioni, lasciando una flebile scia dietro sé, ed un ricordo di un’emozione che è sempre rinnovata, quasi come se si vedessero sempre per la prima ed ultima volta. A riprova di ciò l’anno nuovo si apre quasi subito con uno sciame meteoritico abbastanza importante, quello delle Quadrantidi. Questo sciame prende il nome da una costellazione che oramai non esiste più, il Quadrante Murale, ormai annessa alla costellazione del Bootes (il Bifolco). Le meteore saranno visibili nelle prime notti di gennaio, con il radiante vicino alla costellazione del Bootes, e non saranno troppo disturbate dalla luce della Luna come le Geminidi, che hanno interessato il mese scorso. Per osservare le Quadrantidi bisognerà avere la pazienza di attendere le ultime ore della notte, poco prima del crepuscolo, affinché sorga il radiante nei quadranti orientali del cielo.

Scrivendo e parlando di osservazione del cielo, di fenomeni astronomici che si verificano ciclicamente, come le congiunzioni, le eclissi ed il moto dei pianeti, o fenomeni che si verificano sporadicamente, come i passaggi di comete, le supernove e altri ancora, mi fa riflettere su quanto sia possibile oggigiorno conoscere e prevedere delle infinite “danze” cosmiche e della fenomenologia ad esse correlata: a questo provvede la moderna tecnologia e la conoscenza che da essa deriva, grazie al massiccio utilizzo di strumenti altamente tecnologici e sofisticati, in grado di speculare l’Universo fino ai suoi confini, in termini di spazio e di tempo.

Rifletto su quanto però l’uomo del passato conoscesse del cielo e dei suoi fenomeni, senza l’ausilio della tecnologia come noi la conosciamo, ma con la saggia interpretazione di un’osservazione profonda e sistematica, che diveniva parte della vita stessa degli uomini, fonte inesauribile di apprendimento e di sapere, dalla quale forse noi oggi ci siamo allontanati un po’ troppo.

Alla luce di quanto detto finora, mi sento di invitare chiunque legga queste righe a non vedere il firmamento solo come un grande calendario celeste, seguendo solamente gli avvenimenti più belli che accadono, ma di fermarsi, anche un solo istante, in una notte qualsiasi, in un momento qualsiasi, e di guardare in alto, dovunque, perché non ha importanza la direzione che prende lo sguardo; fatevi guidare solo dall’emozione che il cielo trasmette, un’emozione che è sempre diversa, nuova ogni volta che lo si guarda, cogliendo la vera essenza di quel fondo nero puntinato di luci, guardandoci dentro nel nostro profondo, noi che siamo figli delle stelle, e scoprendo magari che in fondo quello che vediamo dentro di noi non è poi molto diverso da quello che vediamo in cielo.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI DICEMBRE


Il cielo del 15 Dicembre alla mezzanotte verso E-SE
Il cielo del 15 Dicembre alla mezzanotte verso E-SE

Elettosi al pari del Caronte traghettatore, il mese di dicembre ci guida nella transizione stagionale tra l’autunno e l’inverno, sia in termini astronomici che meteorologici.

Quest’anno il solstizio d’inverno avverrà proprio il giorno 21, ovvero quando l’inclinazione dell’asse terrestre sarà tale per cui il Sole si presenterà in cielo con la declinazione minima nel suo percorso apparente sull’eclittica: sarà dunque la notte più lunga dell’anno.

La prima parte del mese vedrà il cielo illuminato da una Luna crescente che, padrona indiscussa della volta celeste, limiterà di molto le possibilità osservative in condizioni di buio totale. D’altra parte la Luna stessa è un soggetto decisamente affascinante: e allora perché non dirigere i nostri sguardi verso la nostra bellissima compagna di viaggio? Con un buon binocolo o un piccolo telescopio il nostro satellite naturale mostra un’infinità di dettagli, sempre diversi da un giorno all’altro, poiché cambia la fase e con essa l’angolo di incidenza della luce solare sulla sua superficie, modificando le ombre ed illuminando parti sempre diverse. Il periodo peggiore per osservare la Luna è infatti quando essa è piena. Viene da chiedersi il perché. Il motivo è legato al fatto che noi osserviamo meglio i particolari man mano aumenta il loro contrasto; l’ombra proiettata di un cratere o di una montagna ne aumenta notevolmente il contrasto. Nella fase di Luna piena la luce solare incidente è perpendicolare alla superficie, dunque non produce ombre, riducendo al minimo il contrasto. Possiamo così dedurre che sia favorevole l’osservazione lunare nei giorni in cui essa cresce o decresce, concentrandoci sempre sul terminale, ovvero quella linea che separa il giorno dalla notte sul disco lunare, per capirci la parte illuminata da quella oscura. Lungo il terminale potremo perderci in un caotico mostrarsi di crateri piccoli, grandi e giganteschi, di montagne e catene montuose, di grandi pianure basaltiche generate da antiche colate laviche, i “mari”. Chi è bravo nell’arte del disegno può cimentarsi nel disegnare i particolari che osserva al telescopio, stando comodamente seduto con l’occhio all’oculare. La tecnica del disegno, oggi snobbata e considerata obsoleta, è in ogni modo molto affascinante e crea quel “qualcosa” di personale in più che spesso nemmeno la fotografia stessa rende. Fotografia che ovviamente può regalare paesaggi lunari mozzafiato, se realizzata con strumenti e tecniche adeguati.

Il cielo che domina le gelide notti di dicembre vede sorgere pian piano tutte le costellazioni tipiche del cielo invernale. Il triangolo estivo, formato dalle costellazioni del Cigno, dell’Aquila e della Lira e rappresentato dalle loro rispettive stelle principali Deneb, Altair e Vega, inizia a vedersi sempre meno, verso sera ad ovest, lasciando spazio alle costellazioni caratteristiche della stagione fredda, come i Gemelli, Orione, il Leone, la Vergine, che sorgono dall’orizzonte est e dominano la lunga notte fino alle luci del crepuscolo.

Il grande Leone è una bella costellazione, enorme, imponente e maestosa nelle gelide notti invernali. La sua forma in cielo ricorda molto quella di un ferro da stiro, e si individua molto bene la sua stella principale Regolo. All’interno di questa costellazione si trovano molte belle galassie, purtroppo non accessibili a strumenti piccoli.

Verso nord invece le costellazioni circumpolari disegneranno sempre il “cerchio” apparente attorno all'Orsa Minore, centrata quasi come un compasso sulla Stella Polare. Ruotando lo sguardo in senso antiorario incontreremo Cassiopea, Cefeo, il Dragone, l'Orsa Maggiore, la Giraffa.

Mercurio raggiungerà la massima elongazione serale il giorno 11, anche se il massimo ritardo nel tramonto del piccolo pianeta si verificherà il giorno 14, quando Mercurio seguirà il tramonto solare di un’ora e 22 minuti. Questi saranno i giorni migliori per tentare di scorgerlo, la sera, sull’orizzonte occidentale, poiché Mercurio si avvicinerà repentinamente al Sole, diventando poi inosservabile.

Di contro, il cielo serale sarà dominato dall’astro più luminoso, Venere, che brilla ad ovest dopo il tramonto: a fine anno Venere tramonterà quasi 4 ore dopo il Sole. Marte sarà ancora osservabile a Sud-Ovest nel corso delle prime ore della notte, un po’ più alto in cielo rispetto a Venere.

I cieli del crepuscolo mattutino invece saranno dominati dal secondo astro più luminoso, Giove, che anticiperà gradualmente il suo sorgere ad oriente, mostrandosi nel cielo ancora scuro per poche ore. Saturno sarà invece inosservabile per tutto il mese, fino a ricomparire a sud est poco prima del crepuscolo diurno. Sarà invece osservabile per la prima parte della notte il lontano gigante gassoso Urano, al limite della visibilità ad occhio nudo. Urano sarà osservabile soltanto con telescopi di media apertura, che potranno mostrare un piccolo disco verde acqua.

La notte del 12 dicembre la Luna, quasi piena, attraverserà la costellazione del Toro, avvicinandosi alla stella Aldebaran e disegnando un bellissimo quadretto con le Pleiadi. Sempre la Luna, nelle ore che precedono l’alba del 22 dicembre, sarà in congiunzione con il pianeta Giove, mentre prima dell’alba del 27 sarà in congiunzione con Saturno.

L’ultimo giorno dell’anno sarà invece caratterizzato da una congiunzione particolarmente interessante, che coinvolgerà Marte e Nettuno: lo spettacolo di fine anno avverrà proprio dalle ore 18:30 alle 21:30.

Questa congiunzione sarà osservabile ad occhio nudo, anche se un binocolo sarà preferibile, data la scarsa luminosità di Nettuno.

Le notti tra il 10 ed il 15 ci saranno segnate dal picco dello sciame meteoritico delle Geminidi, favorito quest’anno dall’assenza in cielo della Luna, che garantirà la giusta oscurità per poter apprezzare le meteore meno luminose. Si tratterà di uno sciame paragonabile a quello delle Perseidi di agosto.

Il cielo invernale, caratterizzato da elementi come il buio e il gelo, appare molto suggestivo e le condizioni atmosferiche spesso favorevoli rendono la volta stellata una silenziosa e gelida cascata di diamanti, rubini e zaffiri, incastonati in un velluto nero, che brillano di una luce sempre più rara e rarefatta, oscurata e prepotentemente violentata dalle luci delle nostre città. Il cielo è sempre più invisibile, forse vale la pena passare una notte al freddo per ammirare quello che i nostri antenati hanno considerato sacro, e che forse i nostri posteri non vedranno mai.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI NOVEMBRE


Il cielo verso EST alla mezzanotte del 15 Novembre
Il cielo verso EST alla mezzanotte del 15 Novembre

L’ingresso nel cuore dell’autunno, passato l’equinozio autunnale, vede il dì cedere sempre più tempo alla notte, favorendo di fatto l’osservazione astronomica, che potrà spaziare dalle costellazioni ancora estive sino a quelle tipiche della stagione invernale. A tal proposito bisogna essere preparati a diverse ore di freddo, quindi abbigliamento tecnico e tè caldo sono sempre ottimi alleati.

E’ straordinario infatti ammirare quanto sia mutevole il cielo: con lo scorrere delle ore infatti, le costellazioni si rincorrono da est verso ovest, trasformando il firmamento celeste in un enorme libro di mitologia che, pagina dopo pagina, ci racconta vicende e miti legati ad antiche culture, che ancora oggi ci affascinano, con quel sottile alone di mistero che le caratterizza.

Subito dopo il tramonto, verso occidente, sarà ancora possibile osservare ancora il Triangolo Estivo, con le costellazioni della Lira, del Cigno e dell’Aquila, ormai prossime al tramonto. Con queste costellazioni salutiamo il cielo estivo, per volgere lo sguardo più verso lo Zenith, dove faranno bella mostra di sé le costellazioni di Pegaso ed Andromeda, con la grande galassia a spirale M31, visibile molto bene ad occhio nudo, come una debole nuvola azzurrina. La grande Galassia di Andromeda è un oggetto celeste molto affascinante, nota sin dai tempi più remoti, tanto che già i Celti ne conoscevano l’esistenza, segnando il suo sorgere equinoziale come riferimento nell’orientamento dei loro antichi osservatori astronomici, i Cromlech. Andromeda è infatti l’oggetto celeste più lontano nello spazio e nel tempo che si possa osservare ad occhio nudo: dista circa 2,6 milioni di anni luce da noi, il che vuol dire che oggi noi la vediamo com’era 2,6 milioni di anni fa, quando è partita da lì la luce che oggi giunge sulla Terra.

Verso sud-est domina la grande costellazione di Orione, con le sue brillanti stelle: la sua sagoma è scolpita nel firmamento con grande maestria, come fosse stata creata da un artista celeste. Rigel, una gigante blu ne segna un lato della veste mentre Betelgeuse, una super-gigante rossa ne segna la sua spalla destra. Nel centro della costellazione si trova la Cintura di Orione, composta da tre stelle blu, Alnitak, Alnilam e Mintaka; dalla cintura “penzola” la Spada di Orione, dove si trova uno degli oggetti celesti più belli ed affascinanti: M42. La grande Nebulosa di Orione infatti è visibile ad occhio nudo, con una tenue nebulosità, ma già con un binocolo regala emozionanti visioni. Con un telescopio medio grande sarà possibile svelarne i più reconditi tesori: il Trapezio di Orione è infatti racchiuso nel cuore di questa enorme nuvola di gas. Questa porzione di cielo ci regala la visione delle tre fasi della vita di una stella: osservare questa nebulosa è infatti come ammirare una gigantesca incubatrice di stelle; qui l’idrogeno inizia a comprimersi, addensandosi in enormi globuli (detti di Bok), che non sono altro che stelle nascenti. Quando la densità e la temperatura dell’idrogeno nel nucleo saranno tali da innescare la fusione atomica, ecco “accendersi” la stella. In queste nebulose sono decine, centinaia le neo stelle in formazione. Vicino ad Orione, nella costellazione del Toro, ecco brillare le Pleiadi, giovanissime stelle ancora avvolte nel loro gas di formazione, sebbene abbiano già qualche milione di anni.

La sera nelle notti novembrine sarà dominata dalla presenza di Venere, un grande “faro” celeste, visibile verso ovest, dove farà capolino anche Mercurio, ancora però troppo vicino al Sole. Insieme ai due pianeti interni ci sarà anche Marte, ancora osservabile circa due ore dopo il tramonto, e Saturno, che si approssima al termine della sua osservabilità serale. L’altro grande “faro” celeste, Giove, sarà invece agli antipodi di Venere, dominando i freddi cieli crepuscolari del mattino, verso oriente.

Le congiunzioni interessanti previste per il mese di Novembre sono essenzialmente due. La prima sarà il giorno 14, quando le Pleiadi saranno “avvicinate” da una meravigliosa Luna piena. Per quanto riguarda la seconda, sarà il giorno 25, dove sarà una Luna quasi nuova ad avvicinare il gigante gassoso Giove.

Ma novembre è il mese più atteso per le piogge meteoritiche. Oltre le Tauridi, che saranno attive con un massimo che sarà compreso tra il 5 ed il 12 del mese, sarà il massimo dell’attività delle Leonidi, tra il 16 ed il 18. Se le prime saranno poco appariscenti (5 meteore per ora) le Leonidi sono ormai note per le famigerate “piogge” meteoritiche, provocate dall’attraversamento dei detriti della coda della cometa Tempel-Tuttle da parte della Terra. Purtroppo quest’anno la Luna prossima al plenilunio disturberà notevolmente questa meraviglia celeste, ma varrà comunque la pena alzare gli occhi al cielo, comodamente sdraiati, perché sarà probabile essere testimoni di passaggi di bolidi, che solitamente hanno una spettacolarità inimmaginabile.

Tornando a parlare della costellazione del Toro, vale la pena di soffermarsi sulla nebulosa M1, detta anche del “Cancro” per la sua forma particolare, ed evidenza di ciò che rimane della morte di una grande stella, deflagrata come super-nova. Questa ciclicità, da nebulosa a stella e di nuovo a nebulosa rappresenta un po’ il riassunto della vita di una stella, che però lascia nell’Universo un’eredità maggiore di quella ricevuta: gli elementi chimici pesanti. Infatti sono proprio le stelle a creare gli elementi chimici più pesanti, fondendo quelli leggeri, a partire dall’idrogeno. Lo stesso carbonio è stato generato da gigantesche stelle ormai esplose: ed il carbonio non è l’elemento chimico che ci caratterizza? Certamente. Questa è un po’ la conferma del fatto che noi siamo realmente “figli delle Stelle”. Pertanto il nostro legame col cielo non è casuale, il nostro volerlo osservare sin dai primordi, il volerlo raggiungere, toccare. Mi piace pensare e ogni tanto ricordarmi che tutti noi siamo fatti di stelle e, così pensando, relativizzare e dare un giusto peso a quello che la quotidianità propone, troppo spesso sopravvalutato da una società che sta fondandosi sempre più su inutili quanto finte necessità.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI OTTOBRE


Il cielo verso EST alla mezzanotte del 15 ottobre
Il cielo verso EST alla mezzanotte del 15 ottobre

Nel mese di ottobre si spalancano i cancelli dell’osservazione del cielo autunnale, anche se nelle prime ore dopo il crepuscolo sarà ancora possibile godere del cielo estivo, verso occidente.

Infatti, non appena spente le ultime luci crepuscolari, avremo appena il tempo di vedere ad occidente il tramonto di costellazioni che hanno caratterizzato il cielo estivo: la brillante luce rossa di Arturo, nel Bootes, sarà accompagnata dalla debole luce delle stelle di Ercole e dal vivido triangolo estivo,  con le costellazioni del Cigno, della Lira e dell’Aquila.

Il triangolo estivo invece sarà visibile ancora per qualche ora, mentre ad Ovest, poco dopo il tramonto del Sole, vedremo per l’ultima volta nel 2016 il Sagittario; a Sud-Ovest ci saranno il Capricorno e l’Acquario, che sono però privi di stelle particolarmente brillanti e non offrono punti di riferimento rilevanti. La costellazione dei Pesci è anch’essa poco appariscente, ma la sua posizione, a Sud di quella di Pegaso, ne facilita il ritrovamento sulla volta celeste.

In tarda notte, verso Est lungo l’eclittica, inizierà a sorgere il Toro, con la rossa Aldebaran e lo spettacolare ammasso aperto delle Pleiadi. Il Toro sarà seguito dai Gemelli, con le due stelle Castore e Polluce.

Sempre ad Est sarà presente il quadrilatero di Pegaso, il grande cavallo alato, legato alla costellazione di Andromeda, gelosa custode dell’oggetto più lontano visibile ad occhio nudo, la Grande Galassia di Andromeda (M31), già nota sin dalle antiche civiltà. Ancora più ad Est è facile identificare la piccola costellazione zodiacale dell’Ariete.

Proseguendo ancora sull’orizzonte nord-orientale, sopra la brillante Capella, a guida della costellazione dell’Auriga, possiamo riconoscere il Perseo, con una forma che ricorda una “Y” rovesciata. Tra il Perseo e Cassiopea è possibile scorgere facilmente il “Doppio Ammasso del Perseo”, ben visibile ad occhio nudo in cieli oscuri e senza Luna, e a dir poco spettacolare con un semplice binocolo. Complessivamente i due ammassi sono costituiti da circa 400 stelle, e distano da noi oltre 7.000 anni luce.

All’inizio di ottobre chi volesse cimentarsi nell’osservazione del piccolo pianeta Mercurio può farlo agevolmente poco prima del crepuscolo mattutino: il pianeta prosegue infatti il proprio periodo di migliore visibilità mattutina, culminato negli ultimi giorni di settembre. Nel corso della prima decade di ottobre Mercurio sorgerà più di un’ora prima del Sole, con buone opportunità per  individuarlo sull’orizzonte ad Est. Successivamente il pianeta si avvicinerà sempre più alla congiunzione con il Sole il giorno 27, diventando così inosservabile.

Venere sarà invece visibile la sera, luminosissima sull’orizzonte occidentale: a fine ottobre Venere tramonta quasi due ore dopo il Sole. Marte sarà osservabile solo la sera verso ovest per pochissime ore, mentre Giove sarà inosservabile. Saturno si potrà intravedere tra Venere e Marte, ma molto basso sull’orizzonte ovest la sera.

In questo mese si verificheranno diverse congiunzioni, che vedranno protagonista la Luna.

Luna-Venere la sera del 3 ottobre: una sottile falce lunare vicina alla brillante Venere, sull’orizzonte occidentale.

Luna-Saturno saranno in congiunzione nelle prime ore della notte del 6 ottobre.

Luna-Marte invece saranno in congiunzione la sera dell'8 ottobre. Sarà proprio l’occasione giusta per osservarla vista la “International Observe the Moon Night” (InOMN) (http://www.lpi.usra.edu/observe_the_moon_night/), ovvero la “Notte della Luna”, in cui tutto il mondo potrà ammirare la congiunzione tra la Luna prossima al Primo Quarto e il pianeta rosso, Marte. Luna-Pleiadi saranno in congiunzione nel corso della notte tra il 18 e il 19 ottobre. Venere-Saturno, dopo il tramonto del Sole del 30 ottobre si potranno osservare vicini, sull’orizzonte occidentale.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI SETTEMBRE


Il cielo di settembre alla mezzanotte del 15 verso sud
Il cielo di settembre alla mezzanotte del 15 verso sud

Il mese di settembre si elegge a ponte nel passaggio tra l'estate e l’autunno, che avverrà il giorno 22, quando la Terra avrà l’inclinazione del suo asse di rotazione tale per cui l’incidenza dei raggi solari rispetto al piano orbitale sarà perpendicolare. In questa particolare situazione il giorno si equivale alla notte, prima che le ore diurne lascino progressivamente posto a quelle notturne.

Le notti più lunghe di settembre ci permettono di contemplare ancora pienamente il cielo estivo, con le sue tre costellazioni del “triangolo estivo”, il Cigno, l’Aquila e la Lira. Verso nord le costellazioni circumpolari continuano il loro giro celeste: in prima serata l’Orsa Maggiore sarà sempre più bassa a nord-ovest a fronte di Cefeo e Cassiopea che saranno ormai già molto alti. La Polare rimane sempre fissa come un faro cosmico a segnalare i dintorni del polo nord celeste. La gigantesca costellazione del Drago, fino al mese scorso allo zenit, in prima serata sarà prossima a scendere verso nord-ovest.

Sotto Cassiopea sarà ben visibile anche ad occhio nudo, sotto cieli particolarmente favorevoli, il famoso Doppio Ammasso Perseo (Xi e Chi Persei), composto da due ammassi aperti e decisamente spettacolare da osservare con uno strumento a largo campo come un binocolo.

Verso occidente sarà ben visibile la costellazione di Ercole, con la sua forma a “vaso”, che contiene un oggetto celeste molto affascinante: M13, un ammasso globulare tra i più belli del cielo. A meridione il Sagittario con la sua caratteristica sagoma a “teiera” lascia progressivamente posto all’Ofiuco, di cui Fhomalaut si erge a faro, solitaria in una regione di cielo quasi priva di stelle luminose. Col passare delle ore verso est si potrà scorgere il grande quadrilatero di Pegaso, celebre cavallo alato che ebbe natali piuttosto singolari, secondo una tradizione che lo vuole figlio di Poseidone, dio del mare, e della Medusa, la quale lo partorì dal suo collo insanguinato dopo la decapitazione subita da Perseo.

Pegaso fu cavalcato da diversi cavalieri, tra cui lo stesso uccisore della madre, che lo utilizzò per difendere Andromeda dal mostro marino, poi Bellerofonte che lo guidò negli scontri vittoriosi contro le Amazzoni e la Chimera. Morto il suo secondo padrone Pegaso volò tra gli dei in cerca finalmente di un po’ di tranquillità, ma le sue imprese non finirono. Infatti, per ordine di Poseidone, dovette punire la catena montuosa dell’Elicona, che si era innalzata troppo, con un forte colpo di zoccolo da dove scaturì una fonte che in suo onore venne chiamata Ippocrene (in greco: fontana del cavallo). Altre sorgenti di ugual fattura zampillano oggi in varie località della Grecia. Fu proprio Zeus che lo portò definitivamente in cielo trasformandolo nell’omonima grande costellazione.

Attaccata a Pegaso si trova la costellazione di Andromeda, dove trova posto l’oggetto più lontano che si possa vedere ad occhio nudo: la grande Galassia di Andromeda, già ben nota sin dall’antichità. Andromeda è una galassia a spirale, come la nostra Via Lattea, solo molto più grande, contiene circa 200 miliardi di stelle, all’incirca il doppio della nostra. Dista da noi poco meno di 3 milioni di anni luce, una distanza enorme, tanto che la luce che vediamo oggi è partita quasi 3 milioni di anni fa. Quando osserviamo questa debole nuvoletta bianca in cielo, stiamo dunque viaggiando anche indietro nel tempo: questo è uno degli aspetti più affascinanti del nostro cielo.

Proseguendo nelle ore, poco prima del crepuscolo, le notti settembrine si spingono a sbirciare nel cielo invernale, dando il sorgere alle costellazioni dell’Auriga, come grande pentagono celeste, guidato dalla stella Spica, del Toro, con la rossa Aldebaran e l’ammasso delle Pleiadi, dei Gemelli, con Castore e Polluce e di Orione, inconfondibile sagoma celeste, capitanata da Betelgeuse e Rigel.

Mercurio sarà ancora inosservabile almeno fino alla fine del mese, quando inizierà a ricomparire nei cieli mattutini; il 29 sarà la mattina più favorevole del mese.

Anche Venere sarà pressoché inosservabile. Marte sarà visibile ancora la sera verso sud-ovest, riducendo progressivamente la sua permanenza in cielo. Giove sarà inosservabile tutto il mese, mentre Saturno sarà vicino a Marte.

Durante il mese di settembre avverranno diverse congiunzioni celesti:

La Luna al primo quarto avvicinerà Saturno la sera dell’8 settembre, più in basso brillerà la stella Antares dello Scorpione. Il giorno 9 sarà la volta di Marte, con un quadretto suggestivo composto da Luna, Marte, Saturno e Antares. La notte tra il 20 ed il 21 sarà la volta di Luna e Pleiadi.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI AGOSTO


Il cielo di Agosto alla mezzanotte del giorno 15, verso sud-ovest
Il cielo di Agosto alla mezzanotte del giorno 15, verso sud-ovest

Le calde notti di agosto iniziano ad offrire molto più tempo di buio rispetto alle notti di giugno e luglio.  Finito il crepuscolo infatti, volgendo lo sguardo verso ovest, sarà ancora visibile la stella Spica della costellazione della Vergine, ormai prossima al tramonto in prima serata: un ultimo saluto delle stelle primaverili. A seguire, ad occidente, anche il Bootes con la luminosa stella Arturo. Verso sud-ovest, si potrà godere ancora della visione dell’inconfondibile sagoma dello Scorpione, guidato dalla sua stella principale Antares, una brillante gigante rossa che in cielo appare molto simile a Marte, da cui il suo nome. Una particolarità di questo periodo è proprio la relativa vicinanza apparente tra Marte ed Antares. Poco lontane troviamo le costellazioni dell’Ofiuco e del Serpente mentre, più alte nel cielo svettano le stelle disposte a “vaso” della costellazione di Ercole: al suo interno si trova uno dei più belli ammassi globulari, M13, visibile già con un binocolo sotto forma di una tenue nuvola biancastra circolare, ma con un telescopio si può apprezzare la sua struttura, capendo infatti che questa nuvola non sia altro che un globo di stelle, molto vecchie, che orbitano attorno alla Via Lattea.

A sud ecco stagliarsi in cielo la costellazione del Sagittario, custode celeste del centro della nostra Galassia, la Via Lattea, un immenso fiume celeste di stelle che attraversa il cielo in tutta la sua magnificenza. Scorrendo la Via Lattea con un binocolo si possono individuare decine di ammassi stellari, di nebulose e centinaia di stelle: stiamo osservando un braccio dell’immensa spirale della nostra Galassia.

Verso est appaiono le stelle del Pegaso, a formare il grande quadrilatero celeste, seguite dalle stelle di Andromeda. Nelle notti buie e senza Luna sarà possibile individuare anche ad occhio nudo il debole bagliore della Galassia di Andromeda (M33), il più lontano oggetto visibile senza strumenti.

Guardando in alto nel cielo, il triangolo estivo, di cui abbiamo già parlato i mesi scorsi, fa bella mostra di sé con le costellazioni dell’Aquila, del Cigno e della Lira, mentre verso nord torreggiano sempre le costellazioni circumpolari, il Dragone, Cefeo, Cassiopea, l’Orsa Maggiore e Minore. L’Orsa Maggiore comincia a declinare verso nord-ovest, mentre si alza sopra l’orizzonte nord-est Cassiopea, seguita da Perseo e dal bellissimo Doppio Ammasso di Perseo, oggetto visibile senza strumenti di grande fascino.

A notte inoltrata, verso nord-est, sorgerà la costellazione del Perseo, che in questo periodo dell’anno ospita il radiante delle Perseidi, sicuramente lo sciame meteoritico più popolare, conosciuto anche col nome “Lacrime di San Lorenzo”. Il picco delle Perseidi quest’anno sarà a cavallo tra il 12 e il 13 agosto. Ma come mai ogni anno in cielo vediamo queste meteoriti o stelle cadenti?

Il motivo di questo affascinante fenomeno celeste è dato dal fatto che la Terra periodicamente attraversi la scia di detriti lasciati dall’antico passaggio di comete; nel caso delle Perseidi si tratta della cometa Swift-Tuttle. Quando la Terra attraversa queste nuvole di detriti, essi vengono attratti dalla gravità terrestre e, penetrando l’atmosfera a velocità supersoniche, si incendiano e si distruggono, dando origine a queste scie infuocate che tanto ci fanno sognare.

Mercurio torna ad essere visibile nel cielo serale, poco dopo il tramonto del Sole, mantenendosi molto basso sull’orizzonte occidentale avvolto tra le luci del crepuscolo. Venere e Giove formeranno con Mercurio un terzetto di pianeti molto vicini tra loro, fino alla suggestiva congiunzione Venere-Giove.

Il pianeta Venere ricomparirà sull’orizzonte in direzione Ovest ancora molto basso in cielo; il 27 agosto sarà protagonista della interessante congiunzione molto ravvicinata con Giove, il quale invece sta terminando il periodo di osservabilità serale. Marte sarà ancora osservabile la sera, ma l’intervallo di tempo a disposizione per osservare il pianeta rosso si ridurrà progressivamente. Sarà comunque spettacolare il triangolo di astri luminosi costituito da Marte, Saturno e la stella Antares, perfettamente allineato il 24 e il 25 agosto, quando si verificheranno le congiunzioni Marte – Antares e Marte – Saturno.

Giove terminerà il lungo periodo di osservabilità serale, scomparendo sull’orizzonte occidentale.

Saturno sarà osservabile esattamente come Marte, con cui si troverà in congiunzione il 25 agosto.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)




IL CIELO DI LUGLIO


ll cielo di Luglio alla mezzanotte del giorno 15
ll cielo di Luglio alla mezzanotte del giorno 15

Il clima mite delle brevi notti estive vede luglio tra i mesi più gettonati per passare qualche nottata sotto la volta stellata. Il crepuscolo tarda a scomparire, tanto che bisognerà attendere il passare delle 23 per poter godere dell’oscurità totale. Vale la pena approfittare del tiepido clima estivo per raggiungere luoghi bui, dove il cielo non sia cancellato dall’inquinamento luminoso dei centri abitati. La montagna è sicuramente uno dei luoghi migliori, ove è possibile unire due meravigliosi scenari naturali: cime e stelle. Le cime montuose paiono ergersi fino a voler toccare questi puntini luminescenti, che discretamente ne illuminano i versanti. Da quassù quasi si può toccare il cielo, apprezzarne i colori ma soprattutto il silenzio, profondo, che come la marea, penetra fragorosamente dentro di noi.

Sopra le nostre teste, ad est comparirà il grande sentiero di stelle, la Via Lattea. Essa dominerà i cieli estivi per quasi tutta la notte, scorrendo tra le costellazioni ed attraversando in toto quella del Cigno.

Proprio nella costellazione del Cigno si trova infatti la zona più intensa della Via Lattea, visibile dall’emisfero boreale, ed è compresa tra le stelle Sadr e Albireo, che formano l’asse inferiore di quello che viene chiamato asterismo della Croce del Nord.

Con l’ausilio di un semplice binocolo si possono facilmente osservare ricchissimi campi stellari, con varie associazioni di astri minuti e spesso dai colori contrastanti.

Albireo, sulla testa del Cigno celeste, se vista al telescopio, si mostra come una stella doppia formata da una stella blu ed una rossa, lo zaffiro ed il rubino.

La Via Lattea prosegue poi verso sud, dove si trova il rigonfiamento che indica il centro galattico; qua, compresi tra la brillante costellazione dello Scorpione e del Sagittario, si concentra un gran numero di ammassi globulari, alcuni dei quali, come M22, visibili anche con un binocolo.

Il cielo estivo è caratterizzato dall’inconfondibile asterismo del Triangolo estivo, come punto di riferimento per riconoscere le principali costellazioni: il vertice più settentrionale Deneb domina la costellazione del Cigno, Vega, la più brillante, quella della Lira, strumento musicale suonato da Orfeo; la più meridionale, Altair, è l’astro principale della costellazione dell’Aquila.

Procedendo da Ovest verso Est, nelle prime ore della sera si farà appena in tempo a scorgere il Leone, con la sua stella alfa Regolo, ormai prossimo al tramonto e seguito dalla Vergine, capitanata da Spica.

Non particolarmente appariscente è la costellazione della Bilancia - unico oggetto inanimato tra i segni zodiacali - mentre inconfondibile è la sagoma dello Scorpione con al centro la rossa Antares.

A Sud - Est possiamo riconoscere il Sagittario, la cui posizione ci indica la direzione del centro della Via Lattea, la nostra Galassia.

Spostandoci poi verso nord si possono individuare le costellazioni circumpolari: l’Orsa Maggiore e Minore, guidata dalla stella Polare, e Cassiopea, con la sua particolare forma a “w” o “m”.

Il giorno 4 luglio la Terra si troverà all’afelio, il punto più lontano dal Sole (circa 152 milioni di kilometri).

Mercurio nella prima parte del mese sarà inosservabile poiché troppo vicino al Sole (congiunzione il 7 luglio). Il 16 luglio sarà in congiunzione con Venere, entrambi bassi sull’orizzonte occidentale immersi nella luce del crepuscolo serale. Il piccolo pianeta sarà visibile meglio da fine mese. Venere sarà visibile nel crepuscolo occidentale, ma l’intervallo di tempo tra il tramonto del Sole e quello del pianeta crescerà molto lentamente, da circa mezz’ora a circa 45 minuti.

Marte sarà ancora alto sull’orizzonte a Sud la sera. Potremo seguire il pianeta rosso per tutta la prima parte della notte mentre scende a Nord Ovest avvicinandosi all’orizzonte.

Giove, passata l’opposizione dei mesi scorsi, ridurrà notevolmente la propria altezza sull’orizzonte ovest rendendo sempre più breve l’intervallo di tempo a disposizione per osservarlo al calare dell’oscurità, prima di vederlo tramontare. Saturno ha fatto il giro di boa con l’opposizione del mese scorso, restando osservabile per gran parte della notte. Sarà sempre bello il quadro dei pianeti la sera, con Marte e Saturno vicini e Giove a precederli.

La Luna sarà nuova ad inizio mese, il giorno 4. Chi volesse conoscere la fase esatta del nostro satellite può guardare su questo link, dove è possibile vedere la Luna esattamente come apparirà in cielo http://aa.usno.navy.mil/imagery/moon.

Proprio la Luna sarà partecipe delle congiunzioni del mese, che vedono il nostro satellite avvicinarsi apparentemente ad altri oggetti.

Luna-Pleiadi: prima dell’alba del 1° luglio, guardando sull’orizzonte ad Est, si potrà osservare la falce di Luna calante sorgere accompagnata dall’ammasso stellare delle Pleiadi, nella costellazione del Toro.

Luna-Giove: il 9 luglio sull’orizzonte occidentale nelle prime ore della notte è facile individuare Giove che accompagna la Luna crescente verso il tramonto. I due corpi celesti si trovano nella costellazione del Leone, vicino al limite con la Vergine.

Luna-Marte: il 14 luglio la Luna, già oltre il Primo Quarto, incontra Marte nella costellazione della Bilancia.

Luna-Saturno: nelle notti successive alla congiunzione Luna – Marte la Luna si avvicina (il 15 luglio) e poi supera Saturno (il giorno 16). Il cielo verso Sud, presenta quindi ancora una volta la suggestiva configurazione con la Luna, i due pianeti – Marte nella Bilancia e Saturno nell’Ofiuco – e la stella Antares, la più luminosa della costellazione dello Scorpione.

Luna-Pleiadi: nelle ore che precedono il sorgere del Sole del 28 luglio si ripete ad Est una situazione simile a quella osservata il primo giorno del mese, con la Luna calante che fa il suo ingresso nella costellazione del Toro, dove si riconoscono la stella Aldebaran e l’ammasso stellare delle Pleiadi.

Il mese di luglio non offrirà l’osservazione di particolari comete note.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI GIUGNO


Il cielo verso Sud alla mezzanotte del 15 Giugno
Il cielo verso Sud alla mezzanotte del 15 Giugno

Giugno ci spalanca la porta del passaggio tra la primavera e l'estate: il giorno 21 alle ore 00.34 (TU + 2 h) si verificherà infatti il solstizio d’estate. In quello che si può considerare il giorno più lungo dell'anno, il Sole sorgerà alle 5:36 e tramonterà alle 20:51. La Terra, in questo punto dell’orbita, raggiungerà di fatto la massima inclinazione del suo asse di rotazione, rivolgendo il nostro emisfero (quello boreale) verso il Sole. Il solstizio d'estate, oltre che segnare il giorno più lungo dell'anno e la notte più breve, è anche molto importante sin dall'antichità. Moltissime strutture megalitiche hanno infatti come riferimento proprio la posizione del Sole nei solstizi, dove raggiunge l'elevazione massima (solstizio estivo) e minima (solstizio invernale) in cielo. Inoltre, in questo mese, la Luna Piena coinciderà proprio con il giorno del Solstizio d'Estate, coincidenza astronomica che non accadeva dal 1967.

Dal giorno 22 le giornate inizieranno così ad accorciarsi, mantenendo invariato l'equilibrio dell’armonica danza astronomica che i pianeti con i loro satelliti eseguono attorno al Sole.

Il giorno 11 Mercurio avvicinerà le Pleiadi, evento che si può tentare di osservare ad oriente vicino alla costellazione del Toro, insieme all'ammasso stellare, quando saranno già apparse le prime luci dell'alba. La sera dello stesso giorno la Luna, prossima al Primo Quarto, sarà in congiunzione con il pianeta Giove, nella costellazione del Leone.

Il 17 giugno invece sarà la volta di Marte, che verrà avvicinato dalla Luna, formando un bellissimo triangolo con Antares, la stella alfa dello Scorpione: il quadro verrà completato con Saturno vicino.

Proprio quest’ultimo sarà protagonista dell’ultima congiunzione del mese, la notte tra il 18 ed il 19, quando si troverà molto vicino alla Luna, sempre incastonato nel quartetto di astri della notte precedente, con una Luna quasi piena.

Nel cielo di giugno non vi è quasi oramai più traccia delle costellazioni invernali, ad eccezione dei Gemelli e dell’Auriga che, subito dopo il tramonto, ci mostrano ancora le loro stelle principali, Capella e la coppia formata da Castore e Polluce, ancora visibili a Nord-Ovest, prima che vengano inghiottite dalle luci all’orizzonte. Rivolgendo lo sguardo verso Sud potremo scorgere le costellazioni primaverili: il Leone, che ogni giorno che passa volge sempre più verso l’orizzonte Ovest, il Boote, la Vergine e la Bilancia. Ad Est rispetto al Boote c'è la Corona Boreale, con la brillante stella Gemma, che rievoca la pietra più preziosa di un diadema. Ad Est della Bilancia sarà possibile imbattersi nel grande arco celeste che disegna le chele dello Scorpione, con la gigante rossa Antares a rappresentarne la stella principale. Partendo dalla Corona Borealis e andando verso Est, arriviamo alla costellazione dell’Ercole, nel quale anche con un binocolo si può osservare il meraviglioso ammasso globulare M13. Con un telescopio sarà possibile separare le stelle di M13 e capirne la struttura.

Verso oriente tre stelle brillanti formano il grande triangolo estivo, attraversato dalla tenue nebulosità della Via Lattea; l’asterismo è formato da tre costellazioni: la Lira con la brillante stella Vega, il Cigno di cui si riconosce bene la coda rappresentata dalla stella Deneb e l’Aquila con la stella Altair. Le stelle del triangolo estivo ci accompagneranno per tutta l’estate; vale davvero la pena osservare con un telescopio la stella che rappresenta il capo del Cigno, Albireo, che è una bellissima doppia, formata da un rubino e da uno zaffiro celesti, e, nella Lira, la nebulosa planetaria M57.

Il piccolo pianeta Mercurio sarà visibile nel cielo orientale al mattino prima dell’alba. Venere sarà inosservabile a causa della congiunzione con il Sole il 6 giugno.

Marte, raggiunta l'opposizione del 22 maggio, sarà ancora molto luminoso ed osservabile in condizioni ideali per quasi tutta la notte. Nel corso delle prime ore della notte lo si potrà osservare verso Sud, culminante, per poi scendere verso sud Ovest nelle ore che precedono l'alba.

Il gigante del Sistema Solare, Giove, sarà ancora l'astro più luminoso del cielo di questo mese, anche se con il passare dei giorni sarà sempre meno il tempo a disposizione per osservarlo.

Saturno, in opposizione questo mese, rimarrà ben visibile per tutta la notte, con condizioni di osservabilità ottimali e simili a quelle di Marte, con il quale forma un triangolo allungato con ai vertici i due pianeti e la stella Antares dello Scorpione.

Con l'avanzare della stagione calda le notti si fanno sì più brevi, ma anche più tiepide: sarà quindi molto piacevole passare qualche nottata sotto le stelle, anche solo per sfogliare un po’ le pagine di questo grande libro celeste di mitologia antica e, perché no, magari con un binocolo andare a cercarne i tesori gelosamente custoditi tra le sue stelle.

Il cielo è purtroppo sempre più invisibile, forse vale veramente la pena passare una notte al fresco per ammirare quello che i nostri antenati hanno considerato sacro, e che forse i nostri posteri non vedranno mai.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)




IL CIELO DI MAGGIO


Il cielo di Maggio alla mezzanotte del giorno 15, guardando verso Sud
Il cielo di Maggio alla mezzanotte del giorno 15, guardando verso Sud

Le prime tiepide notti del mese di Maggio offrono all’osservatore celeste la visione di costellazioni ancora invernali, durante la prima parte della notte, e costellazioni tipiche del cielo estivo nella seconda parte della notte.

A parlarci ancora di inverno ci sono le meravigliose costellazioni del Leone, della Vergine e del Cancro che dopo le 23, quando il cielo sarà completamente buio, saranno ancora visibili verso occidente e, nelle prime ore della sera, ormai basse sull'orizzonte occidentale, ci sarà ancora il tempo per ammirare alcune delle costellazioni che sono state protagoniste dei cieli invernali, in particolare l'Auriga, i Gemelli e, un po' più in alto, la debole costellazione del Cancro. In contrapposizione, a tarda serata, vedremo invece sorgere in successione a Sud-Est la Bilancia, lo Scorpione, l'Ofiuco e il Sagittario e le costellazioni del triangolo estivo, il Cigno, la Lira e l’Aquila, contraddistinte dalle loro rispettive stelle principali, Deneb, Vega ed Altair. Alta nel cielo sarà visibile  il rubino  Arturo,  una stella gigante rossa molto luminosa, nella costellazione del Bifolco o Bootes, costellazione mitologicamente legata al limitrofo asterisma del Grande Carro (nella costellazione dell’Orsa Maggiore), le cui sette stelle rappresentavano agli occhi degli antichi Greci e Romani i sette buoi, i septem triones, guidati appunto dal Bifolco. Tra le due Orse, sinuosa come un serpente, troviamo ancora la lunga costellazione del Dragone, mentre al centro del triangolo formato da Orsa Maggiore, Leone e Bootes, sarà possibile riconoscere le piccole costellazioni dei Cani da Caccia e della Chioma di Berenice. Sopra l'Ofiuco possiamo riconoscere la Corona Boreale e la costellazione di Ercole.

Mercurio questo mese sarà  il pianeta protagonista dell’evento astronomico più importante dell’anno: un transito davanti al Sole.  Il 9 maggio, appena dopo le 13, infatti il piccolo pianeta interno apparirà come un minuscolo neo sul disco solare. Bisogna sottolineare che non si può osservare il Sole né ad occhio nudo, né con occhiali, lastre, vetri da saldatore e via dicendo. Anche se sembra innocua l’osservazione solare con filtri artigianali, le radiazioni possono danneggiare la retina anche in modo permanente.  Per osservare questo bellissimo fenomeno celeste ci si deve avvalere di filtri opportuni, come ad esempio i fogli di Astrosolar, o Mylar. Per seguire il transito segnalo un calcolatore di posizione grafico online: http://fram.interfree.it/Trans_Merc_2016/T_Merc_2016.htm. Nei giorni successivi Mercurio si allontana piuttosto rapidamente dal Sole per poi ricomparire nel cielo crepuscolare al mattino presto. Si può tentare l’osservazione a fine mese, quando sorge quasi un’ora prima del Sole e compare molto basso sull’orizzonte orientale tra le luci dell’alba. Per quanto riguarda l’altro pianeta interno, Venere,  si può ormai considerare terminato il periodo di osservabilità, essendo imminente la congiunzione con il Sole.

Marte sarà sicuramente il secondo protagonista planetario del mese. Il pianeta rosso infatti sarà prossimo all’opposizione il 22 maggio, rimanendo quindi visibile per tutta la notte, sorgendo a Sud-Est in concomitanza con il tramonto del Sole. Al calare dell’oscurità Giove sarà visibile culminante, verso Sud. Infatti  nel corso delle prime ore della notte lo si potrà osservare agevolmente a Sud-Ovest.  Saturno invece sarà ben osservabile tutta la notte, Infatti, poche settimane dopo il pianeta rosso, anche il pianeta inanellato raggiungerà l’opposizione solare.

Le congiunzioni del mese di maggio saranno sostanzialmente tre:  Luna – Giove, la sera del 15 maggio, Luna – Marte, tra il 21 e il 22 maggio e Luna – Saturno,  il 22 maggio.

Il giorno 6, favorita anche dal novilunio, ci sarà la massima attività delle meteore Eta Aquaridi.  La Terra attraverserà la tenue nuvola di detriti lasciati dalla cometa di Halley. Questi detriti, bruciando nell’atmosfera, daranno luogo a queste meravigliose “lacrime” celesti.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)




IL CIELO DI MARZO ED APRILE


Il cielo di mezzanotte del 15 aprile
Il cielo di mezzanotte del 15 aprile

Sul volgere della fine dei mesi invernali i cieli primaverili ci aprono le porte dell’osservazione del profondo cielo invernale, anticipando la sua comparsa ad un orario decisamente più comodo.

Dopo il trascorso equinozio di primavera, avvenuto il 20 marzo, le notti iniziano a divenire sempre più brevi rispetto al giorno: “equi noctis” vuol dire infatti notte uguale al dì. In questo particolare giorno si può vedere sorgere il Sole quasi esattamente ad Est e tramontare quasi esattamente ad Ovest, con il giorno e la notte che dureranno entrambi 12 ore (il “quasi esattamente” è riferito al fatto che l’equinozio non avverrà all’ora né del sorgere né del tramontare del Sole nel nostro cielo).

Nonostante le ore di buio saranno sempre meno, sarà ancora ben possibile osservare gran parte delle costellazioni del nostro cielo, da quelle ancora autunnali, la sera, fino a quelle estive, a notte fonda.

Caratteristica di questo periodo è la possibilità di osservare al telescopio tutti i 110 oggetti del cielo profondo del catalogo di Messier, tra cui nebulose e galassie, a partire dal primo buio, fino ad arrivare all’alba, “correndo” una vera e propria “maratona” celeste che gli astrofili chiamano “maratona di Messier”.

In aprile costellazioni come il Leone, la Vergine, la Chioma di Berenice, ricchissime di splendide galassie, si rendono infatti ben visibili già dalle prime ore di buio.

Le notti primaverili sono dominate dal maestoso Leone, visibile ad Est già dalla sera. La grande costellazione zodiacale raffigura il mitico Leone Nemeo, ucciso da Ercole in una delle sue fatiche e posto da Zeus in cielo, che si fa custode di alcuni tra i più preziosi tesori celesti visibili dal nostro emisfero, tra cui alcuni ammassi di galassie, le luminose M65 e M66, M95 e M96, e molte altre. La costellazione è capitanata dalla stella principale, il “piccolo re”, Regolo, una stupenda stella azzurra.

Il mese di aprile inizia con la Luna che si appresta a divenire nuova il giorno 7, favorendo così eventuali pianificazioni per osservazioni di cielo profondo; il giorno 22 sarà luna piena.

Il più piccolo dei pianeti, Mercurio, in questo mese si presenterà nelle migliori condizioni di osservabilità dell’anno in corso. Sarà facilmente visibile la sera sull’orizzonte occidentale, dove tramonterà quasi un’ora e 50 minuti dopo il Sole. Il giorno migliore per osservare il pianeta è il 18 aprile, quando Mercurio raggiungerà la massima elongazione serale.

Venere invece giungerà praticamente al termine del lungo periodo di osservabilità mattutina, prima del sorgere del Sole. All’inizio del mese si potrà però ancora tentare di scorgere Venere estremamente basso sull’orizzonte orientale al crepuscolo diurno, ma ormai l’intervallo di tempo tra il sorgere del pianeta e il sorgere del Sole sarà ridotto a meno di mezz’ora. Con il passare dei giorni le luci dell’alba renderanno impossibile l’individuazione del pianeta, che lascerà così la costellazione dell’Acquario il 2 aprile e nel corso del mese attraverserà completamente i Pesci, con un breve passaggio nella costellazione della Balena dall’11 al 14 aprile.

Marte, il pianeta rosso, anticiperà l’orario del proprio sorgere e si appresterà a tornare visibile nel cielo della sera. A fine mese si potrà infatti già tentare di individuarlo basso sull’orizzonte orientale attorno alle ore 23, dove rimarrà agevolmente osservabile per il resto della notte. Il 3 aprile passerà dalla costellazione dello Scorpione all’Ofiuco, ma nel corso del mese invertirà il moto tornando alla costellazione dello Scorpione, che raggiungerà il 30 aprile.

Giove, il gigante del Sistema Solare, dopo l’opposizione del mese scorso sarà il più luminoso astro del cielo di questo mese, data l’inosservabilità di Venere. Giove sarà visibile per quasi tutta la notte ed al calare dell’oscurità sarà già alto in cielo a Sud-Est, culminando a Sud in tarda serata, per poi scendere verso l’orizzonte occidentale dove tramonterà all’apparire delle prime luci dell’alba.

Questo mese sarà interessante, per gli appassionati delle osservazioni planetarie, seguire il transito di due lune gioviane, Io ed Europa, e delle loro ombre sul disco di Giove la sera del 1° aprile. Per osservare il fenomeno sarà però indispensabile l’utilizzo di un telescopio.

L’ultimo pianeta facilmente individuabile in cielo ad occhio nudo è Saturno. Le condizioni di osservabilità del pianeta inanellato saranno molto simili a quelle di Marte, dato che la gran parte del mese entrambi i pianeti si troveranno nella costellazione dell’Ofiuco, formando un suggestivo triangolo con la stella Antares dello Scorpione. Saturno sarà leggermente più basso in cielo rispetto a Marte e rispetto a quest’ultimo sorgerà circa mezzora più tardi.

Le congiunzioni di questo mese saranno: Luna–Venere il 6 alle 05:00, Luna–Giove il 17 alle 21:30, Luna–Marte il 25 alle 00:30, Luna–Saturno il 26 alle 00:30.

In questo periodo non ci saranno particolari sciami meteoritici e l’unica cometa che potrebbe essere interessante in aprile sarà la P/252 Linear. Si tratta di una cometa periodica, scoperta nel 2000 e inizialmente scambiata per un asteroide.

Dopo il transito al perielio di metà marzo, tra il 21 e il 22 dello stesso mese è transitata a poco più di cinque milioni di chilometri dalla Terra. Per tentare di osservare la cometa servirà un buon binocolo, cercandola poco prima dell’alba, al confine tra il Serpente e l’Ofiuco. Il giorno 6 passerà a meno di un grado dal globulare M 14.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI FEBBRAIO


Il cielo del 15 Febbraio alla mezzanotte, verso Sud
Il cielo del 15 Febbraio alla mezzanotte, verso Sud

Questo mese si apre con un quintetto tutto particolare da osservare: si tratta dei pianeti che ci stanno facendo compagnia nelle albe degli ultimi giorni: Venere, Saturno, Marte e Giove, che saranno visibili ancora fino a metà mese allineati prima dell’alba.

Vediamo pianeta per pianeta nel dettaglio.

Mercurio, il più vicino al Sole degli 8 pianeti sarà ben visibile all’inizio del mese, quando si verificheranno condizioni abbastanza favorevoli per individuare il pianeta al crepuscolo mattutino. Mercurio sorge infatti quasi un’ora e mezza prima del Sole e si trova quindi basso sull’orizzonte orientale tra le prime luci dell’alba. Nelle settimane successive la visibilità del pianeta sarà sempre più ridotta, fino a sorgere solo mezz’ora prima dell’astro diurno negli ultimi giorni di febbraio, rendendo Mercurio di fatto inosservabile.

Venere ad inizio mese sorgerà meno di 2 ore prima del Sole, peggiorando la sua visibilità nelle settimane successive.      Il pianeta rosso invece sarà osservabile sempre più a lungo, anticipando sempre più l’orario del suo sorgere, fino a comparire ad oriente già intorno all’una di notte.

Giove, il pianeta gigante, si appresta all’opposizione solare, il miglior periodo di osservabilità: sorgerà infatti al tramontare del Sole e tramonterà al suo sorgere, rimanendo in cielo tutta la notte.

Saturno sarà invece osservabile a Sud-Est poco prima dell’alba.

Il mese di Febbraio vedrà protagonista la Luna, coinvolta in numerose congiunzioni con i pianeti:

Luna - Marte: alba del 1 Febbraio.

Luna – Saturno: alba del 3 Febbraio.

Luna - Venere - Mercurio : alba del 6 Febbraio.

Luna – Pleiadi: Luna al Primo Quarto il 15 febbraio attraverserà il Toro, passando vicina ad Aldebaran e le Pleiadi (M 45).

Luna - Giove: notte tra 23 e 24 Febbraio.

Luna - Marte: alba del 29 Febbraio.

Nelle solitamente gelide notti di Febbraio il firmamento è dominato tutta la notte dalle grandi costellazioni invernali, quali Orione, i Gemelli, l’Auriga, il Cancro, l’Idra, il Leone e la Vergine. Questo inverno mite probabilmente favorirà numerose nottate di osservazione, date le temperature miti anche in quota, per il periodo.

 I cinque pianeti allineati durante le albe di Febbraio
I cinque pianeti allineati durante le albe di Febbraio

Rivolgendo lo sguardo verso i quadranti nordoccidentali del cielo è possibile individuare un gruppetto di cinque stelle molto luminose che formano una “M” o “W” a seconda dell’orientamento: si tratta della costellazione che rappresenta la leggendaria Regina di Etiopia, moglie di Cefeo, Cassiopea.

Cassiopea è una costellazione circumpolare, ovvero vicino al polo nord celeste e alla stella Polare, pertanto non tramonta mai, a patto di non avere orizzonti montani verso nord. Questa costellazione non contiene oggetti del cielo profondo particolarmente evidenti; tra i più appariscenti possiamo considerare tuttavia l’ammasso aperto M52. Essa si trova in posizione opposta al Grande Carro rispetto alla stella Polare, posizione che ne facilita molto l’individuazione.

Il Cancro è una piccola e debole costellazione, poco evidente sia per la forma, non particolarmente intuitiva, che per la luminosità delle stelle da cui è formata, che custodiscono però uno dei più preziosi tesori del cielo, l’ammasso aperto M44, detto anche “presepe” o “alveare”.

M44 è sicuramente uno degli oggetti più semplici e spettacolari da osservare ad occhio nudo ed è anche uno tra i più antichi ammassi aperti osservati e conosciuti dall’uomo; primo fra tutti fu Galileo, per mezzo del suo telescopio, a risolvere questa “antica nebula” in un oggetto formato da una quarantina di stelle, districandone così il mistero.

Chi possiede un buon binocolo o un telescopio può risolvere chiaramente il “presepe” in stelle.

Ritornando ad osservare verso sud possiamo incontrare la costellazione dell’Idra, un’altra costellazione che domina i cieli di Febbraio e, con la sua grande estensione, risulta essere la più vasta costellazione del cielo. Tra gli oggetti celesti visibili nell’Idra è possibile osservare con facilità l’ammasso aperto M48, al limite della visibilità ad occhio nudo, sotto cieli bui e tersi.

Nel corso di tutto il mese sarà ben visibile la cometa C/2013 US10 Catalina, che sarà circumpolare, non tramontando mai.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI GENNAIO


Cielo del 15 Gennaio alla mezzanotte, verso Sud
Cielo del 15 Gennaio alla mezzanotte, verso Sud

L’apertura del nuovo anno vede la nostra Terra raggiungere, il giorno 2, il punto più vicino al Sole, noto con il termine di perielio. Dal 2 gennaio l’orbita terrestre porterà il nostro pianeta ad allontanarsi sistematicamente dal Sole, in contrapposizione con l’inclinazione dell’asse terrestre, che invece tende ad allungare le giornate nell’emisfero boreale, dopo il solstizio invernale del 22 dicembre.

Il primo mese dell’anno si apre subito in grande, regalandoci una pioggia meteoritica dallo sciame delle Quadrantidi. Tuttavia la vera protagonista del mese sarà la cometa Catalina, purtroppo appena sotto la visibilità ad occhio nudo (sesta magnitudine), osservabile però già con l’ausilio di un buon binocolo. Il 17 gennaio la cometa raggiungerà infatti il massimo avvicinamento alla Terra, passando a circa 108 milioni di chilometri.

Il cielo del crepuscolo mattutino sarà dominato dal “faro” celeste Venere, che brillerà luminosissimo peggiorando però la sua osservabilità nel corso del mese. A precedere Venere ci sarà il gigante gassoso Giove, che sorgerà sempre prima con lo scorrere dei giorni, fino a comparire all’orizzonte orientale a fine mese già alle prime ore della notte. A chiudere il terzetto dei pianeti visibili a notte fonda sarà Marte, il pianeta rosso, visibile nella seconda parte della notte verso sud-est. In contrapposizione a questi pianeti troviamo Mercurio, visibile invece al crepuscolo serale verso ovest, insieme a Saturno, ormai poco osservabile.

Questo mese sarà abbastanza ricco di congiunzioni. Le prime ore della notte del 7, poco prima dell’alba, sarà visibile una congiunzione tra Luna, Venere e Saturno. La mattina del 9 Venere e Saturno saranno molto vicini, ad appena 5’ di separazione, circa un sesto del diametro lunare. Il giorno 19 sarà la volta di Luna e Pleiadi, molto suggestiva, in quanto la Luna attraverserà la costellazione del Toro, trovandosi apparentemente vicina all’ammasso aperto delle Pleiadi. Il giorno 27 alle 22 circa la Luna sarà in congiunzione con Giove.

Le lunghe e fredde nottate invernali lasciano molte ore a chi vuole contemplare il grande libro di mitologia scritto in cielo che, proprio pagina dopo pagina scorre, mostrandoci sempre costellazioni nuove, e nascondendone altre. Ormai il cielo estivo non è più osservabile, ma quello autunnale dà ancora molto tempo per poterlo ammirare.

Le costellazioni del Toro e di Orione domineranno la prima parte della notte, insieme a Gemelli, Auriga e Perseo e Pegaso, che porta con sé Andromeda e la sua grande Galassia M33.

La costellazione dei Gemelli sarà ben identificabile a partire dalle due stelle principali, Castore e Polluce, che formano il lato minore più corto del grande trapezio celeste.

La seconda parte della notte sarà dominata dalle costellazioni del Cancro, del Cane Minore e del Leone, il “grande ferro da stiro”, con la luminosissima stella Regolo. Nelle ultime ore di oscurità faranno capolino ad est il Bootes e la grande costellazione della Vergine, guidata dalla stella Spica, che ospita al suo interno Venere e Marte.

(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI DICEMBRE


Cielo del 15 Dicembre alla mezzanotte
Cielo del 15 Dicembre alla mezzanotte

Il mese di Dicembre è la porta verso l’inverno meteorologico, solitamente il 1° Dicembre, ed astronomico, che per l’anno corrente sarà circa alle ore 04:45 del giorno 22, quando avverrà il solstizio d’inverno, ovvero il punto dell’orbita terrestre dove l’inclinazione del suo asse porta il Sole alla declinazione minima nel suo percorso apparente durante l’anno sull’eclittica.

A cavallo tra il 22 ed il 23 si potrà dunque assistere alla notte più lunga dell’anno, seguita dal giorno in cui il Sole segna nel cielo l’arco apparente più piccolo dell’anno, transitando alla minima altezza sull’orizzonte.

Le lunghe notti dicembrine offrono il massimo tempo fruibile per l’osservazione notturna, accompagnata di contro da temperature tipicamente molto rigide, soprattutto nelle zone montane, dove non sarà difficile osservare anche con temperature negative. Chi possiede un telescopio deve considerare un certo periodo di “acclimatamento” della parte ottica, in cui si stabilizzi la colonna d’aria interna (nel caso dei riflettori) e la dilatazione termica in generale delle parti metalliche (tubo ottico, celle, supporti lenti). Per questo motivo sarebbe opportuno montare il telescopio qualche ora prima dell’inizio delle osservazioni, soprattutto se l’obiettivo della serata è l’alta risoluzione (pianeti, stelle doppie…), molto suscettibile a queste perturbazioni termiche.

M1 nel Toro. Fonte NASA
M1 nel Toro. Fonte NASA

Spesso però le temperature rigide garantiscono bassi livelli di umidità, soprattutto in montagna, quando si crea lo strato umido e nebbioso in pianura, regalandoci cieli particolarmente cristallini.

Le costellazioni visibili nel corso della notte saranno molte, a partire dal cielo estivo, ormai prossimo al tramonto subito dopo il crepuscolo, fino al cielo invernale, che dominerà gran parte della notte, fino all’alba.

Il triangolo estivo, formato dalle costellazioni del Cigno, dell’Aquila e della Lira e rappresentato dalle loro rispettive stelle principali Deneb, Altair e Vega, inizierà quindi a vedersi sempre meno, verso sera ad ovest, lasciando spazio alle costellazioni caratteristiche della stagione fredda, come il Toro, Orione,  i Gemelli, il Leone, la Vergine, che sorgono dall’orizzonte est e dominano la lunga notte fino alle luci del crepuscolo. Il Toro è una costellazione molto affascinante, il suo occhio rosso, segnato da Aldebaran, si accosta alle “corna” del grande animale celeste. All’interno della costellazione si trova la nebulosa M1, denominata anche “Granchio”, per la sua forma particolare. Questa nebulosa è quello che rimane di uno dei fenomeni più violenti che si verificano nel cosmo: una supernova. Si tratta di una stella centinaia di volte più massiccia del Sole, che esplodendo, dà origine a queste nebulose. In particolare la super stella, distante circa 6300 anni luce da noi, che originò M1 esplose nel Luglio del 1054, dando origine ad un corpo luminoso che per molto tempo fu il più luminoso del cielo, anche del Sole stesso, rendendosi dunque visibile anche di giorno.

Il grande Leone è una superba costellazione, che interessa una grande porzione di cielo, nella quale si staglia imponente e maestosa, nelle gelide notti invernali: la sua forma in cielo ricorda molto quella di un ferro da stiro, e si individua molto bene la sua stella principale Regolo. All’interno di questa costellazione si trovano molte belle galassie, purtroppo non accessibili a strumenti piccoli, come i binocoli; è dunque necessario l’utilizzo di piccoli telescopi.

Al crepuscolo serale, guardando verso ovest, sarà possibile individuare il piccolo pianeta Mercurio, sempre molto elusivo: la fine del mese sarà uno dei migliori periodi di osservabilità.

Nel cielo mattutino invece , sarà visibile il terzetto di pianeti: Venere, Marte e Giove: prima dell’alba infatti i tre pianeti saranno visibili allineati, con Marte quasi a “metà strada” tra Venere e Giove, che invece sarà più in alto e quindi più osservabile. Purtroppo Saturno, il pianeta inanellato,  non sarà osservabile in Dicembre.

Occultazione lunare di Aldebaran
Occultazione lunare di Aldebaran

La notte del 23 la Luna occulterà Aldebaran, la stella principale del Toro. Si tratterà di un’eclissi in piena regola, ma non riguardante il Sole: la Luna infatti eclisserà la stella rossa Aldebaran, nascondendola alla vista per circa un’ora. Alle 19:05 ci sarà il primo contatto, alle 20:08 l’uscita della stella dal disco lunare. Chi avesse un piccolo telescopio o un binocolo, può seguire questo evento interessante, certo non come un’eclissi di Sole, ma con un fascino particolare. Si potrà vedere la zona in ombra della Luna far “sparire” dietro sé la gigante rossa del Toro, che riapparirà dopo un’ ora dal brillante bordo illuminato del nostro satellite.

Il cielo invernale in generale è molto affascinante, ricco di galassie (Leone, Vergine) e nebulose.

Nella notte tra il 13 ed il 14 ci sarà il picco delle Geminidi, favorito dalla quasi assenza della Luna, che sarà crescente poco dopo la fase nuova. La possibilità di vedere una vera e propria pioggia di meteore è dunque buona, c’è solo da sperare nel cielo terso.

Il mese di Dicembre è caratterizzato anche dal passaggio di una promettente cometa, Catalina, che ha già sviluppato due lunghe code quasi in opposizione tra loro. La sua magnitudine la renderà visibile teoricamente ad occhio nudo, ma è necessario uno strumento astronomico (almeno un buon binocolo) per poterla osservare: chi avesse l’attrezzatura corretta per astrofotografia può cimentarsi nella sua “cattura” fotografica.

Sebbene le basse temperature non siano molto favorevoli, il fascino e l’emozione che ci regalano queste migliaia di gemme colorate e luminescenti, che si stagliano sul fondo nero di un immenso spazio, vale davvero qualche ora di freddo!


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI NOVEMBRE


Il cielo verso EST  alla mezzanotte del 15 Novembre
Il cielo verso EST alla mezzanotte del 15 Novembre


Con il progredire dell’autunno le notti divengono sempre più lunghe e buie, offrendoci la possibilità di spaziare tra le costellazioni estive, autunnali ed invernali.

Dunque, attrezzati con un abbigliamento da montagna, un buon atlante celeste e se possibile un binocolo o telescopio, siamo pronti per immergerci in una lunga notte di osservazione, segnata solo dallo scorrere delle stelle.

E’ straordinario infatti ammirare la mutevolezza del cielo allo scorrere delle ore: le costellazioni si rincorrono da est verso ovest, trasformando il firmamento in un enorme libro di mitologia che, pagina dopo pagina, ci racconta vicende e miti legati ad antiche culture, che ancora oggi ci affascinano, con quel sottile alone di mistero che le caratterizza.

Poco dopo il crepuscolo, sarà possibile osservare ancora il Triangolo Estivo, con le costellazioni della Lira, del Cigno e dell’Aquila, ormai prossime al tramonto. Con queste costellazioni salutiamo il cielo estivo, per volgere lo sguardo più verso lo zenith, dove faranno bella mostra di sé le costellazioni di Pegaso ed Andromeda, con la grande galassia a spirale M31, visibile molto bene ad occhio nudo, come una debole nuvola azzurrina.

A sud-est domina Orione, con le sue brillanti stelle: la sua sagoma è scolpita nel firmamento con grande maestria. Rigel, una gigante blu ne segna un lato della veste mentre Betelgeuse, una super-gigante rossa ne segna la sua spalla destra. Nel centro della costellazione si trova la Cintura di Orione, composta da tre stelle blu, Alnitak, Alnilam e Mintaka; dalla cintura “penzola” la Spada di Orione, dove si trova uno degli oggetti celesti più belli ed affascinanti: M42. La grande Nebulosa di Orione infatti è visibile ad occhio nudo, con una tenue nebulosità, ma già con un binocolo regala emozionanti visioni. Con un telescopio medio grande sarà possibile svelarne i più reconditi tesori: il Trapezio di Orione è infatti racchiuso nel cuore di questa enorme nuvola di gas.
Nebulosa di Orione. Foto dell'autore realizzata con telescopio Newton 200mm /f6
Nebulosa di Orione. Foto dell'autore realizzata con telescopio Newton 200mm /f6

Questa porzione di cielo ci regala la visione delle tre fasi della vita di una stella: osservare questa nebulosa è infatti come ammirare una gigantesca incubatrice di stelle; qui l’idrogeno inizia a comprimersi, addensandosi in enormi globuli (detti di Bok), che non sono altro che stelle nascenti. Quando la densità e la temperatura dell’idrogeno nel nucleo saranno tale da innescare la fusione atomica, ecco “accendersi” la stella. In queste nebulose sono decine, centinaia le neo stelle in formazione.

Vicino ad Orione, nella costellazione del Toro, ecco brillare le Pleiadi, giovanissime stelle ancora avvolte nel loro gas di formazione, sebbene abbiano già qualche milione di anni.

Ancora nel Toro è presente una nebulosa, M1, detta anche del Cancro per la sua forma particolare, che testimonia invece la morte di una grande stella, deflagrata come super-nova.

Questa ciclicità, da nebulosa a stella e di nuovo a nebulosa rappresenta un po’ il riassunto della vita di una stella, che però lascia nell’Universo un’eredità maggiore di quella ricevuta: gli elementi chimici pesanti. Infatti sono proprio le stelle a creare gli elementi chimici più pesanti, fondendo quelli leggeri, a partire dall’idrogeno. Lo stesso carbonio è stato generato da gigantesche stelle ormai esplose: ma il carbonio non è l’elemento chimico che ci caratterizza? Certamente, ed è una conferma al fatto che noi siamo realmente “figli delle Stelle”. Pertanto il nostro legame col cielo non è casuale, il volerlo osservare sin dai primordi, il volerlo raggiungere, toccare. Mi piace pensare e ogni tanto ricordarmi che siamo fatti di stelle, anche per relativizzare e dare un giusto peso a quello che la quotidianità propone, troppo spesso sopravvalutato.

Se resisteremo al freddo delle notti novembrine, lo spettacolo alle prime ore del giorno, poco prima dell’alba, sarà davvero unico. Giove, Venere e Marte disegnano un triangolo nel cielo mattutino, brillando come gioielli tra le costellazioni invernali, che si affacciano ad Est, come a voler ricordare l’imminente arrivo della stagione fredda.

Nelle notti tra il 16 ed il 18 Novembre ci sarà uno degli spettacoli celesti più belli, una pioggia di meteore: le Leonidi infatti sono lo sciame meteorico più attivo del cielo, raggiungendo anche le 20 meteore al minuto. L’osservazione sarà favorita dall’assenza delle Luna quando il radiante sarà visibile, ma bisognerà attendere le prime ore del giorno 17, verso Est, nella costellazione del Leone.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI OTTOBRE


Il cielo verso EST alla mezzanotte del 15 Ottobre
Il cielo verso EST alla mezzanotte del 15 Ottobre

Il mese di Ottobre apre i cancelli all’osservazione del cielo autunnale, tuttavia, nelle prime ore della notte, dopo il crepuscolo, sarà ancora possibile godere del cielo estivo, ad occidente. La brillante luce rossa di Arturo, nel Bootes, sarà accompagnata dalla debole luce delle stelle di Ercole e dal vivido triangolo estivo,  con le costellazioni del Cigno, della Lira e dell’Aquila.

Ad Ovest, poco dopo il tramonto del Sole, vedremo per l’ultima volta per quest’anno il Sagittario; a Sud – Ovest ci saranno il Capricorno e l’Acquario, che sono però privi di stelle particolarmente brillanti e non offrono punti di riferimento rilevanti. La costellazione dei Pesci è anch’essa poco appariscente, ma la sua posizione, a Sud di quella di Pegaso, ne facilita il ritrovamento sulla volta celeste.

In tarda notte, verso Est lungo l’eclittica, inizierà a sorgere il Toro, con la rossa Aldebaran e lo spettacolare ammasso aperto delle Pleiadi. Il Toro sarà seguito dai Gemelli, con le due stelle Castore e Polluce.

Sempre ad Est sarà presente il quadrilatero di Pegaso, il grande cavallo alato, legato alla costellazione di Andromeda, gelosa custode dell’oggetto più lontano visibile ad occhio nudo, la Grande Galassia di Andromeda (M31), già nota sin dalle antiche civiltà.

Il mese di Ottobre vede ricomparire diversi pianeti nel cielo: il piccolo, e vicinissimo al Sole, Mercurio sarà visibile all’alba verso Est, dopo il 15 del mese, sorgendo quasi un’ora e mezza prima della nostra stella.

Venere, il pianeta più luminoso, sarà protagonista di un periodo di eccezionale visibilità mattutina. La sua osservabilità crescerà sensibilmente per tutto il mese, fino a raggiungere il massimo all’inizio del prossimo mese di Novembre, quando sorgerà quasi 4 ore prima del Sole.

Come Venere anche Marte migliorerà l’osservabilità nel corso del mese. Il pianeta rosso si trova nella costellazione del Leone, ma un po’ più in basso sull’orizzonte orientale, dove lo si potrà osservare prima del sorgere del Sole.

Galassia di Andreomeda (Fonte: www.notiziedalcosmo.it)
Galassia di Andreomeda (Fonte: www.notiziedalcosmo.it)

Il gigante del Sistema Solare, Giove, completerà il quadro di pianeti visibili al mattino; dopo la congiunzione solare, il grande pianeta tornerà ad essere protagonista del cielo col passare dei giorni.

In questo mese saranno visibili diverse congiunzioni molto spettacolari.

La Luna sarà protagonista di alcune congiunzioni celesti: con Venere nelle prime ore dell’ 8 ottobre la falce di Luna calante, entrando nella costellazione del Leone, ancora con Venere, Marte e Giove il giorno seguente, il 9 ottobre. Il giorno 11 ottobre la Luna, una falce sempre più sottile ormai prossima alla fase di Luna Nuova, avendo completato l’attraversamento della costellazione del Leone, superati Venere, Marte e Giove, si avvicinerà a Mercurio.

Il 16 ottobre, la falce di Luna, adesso crescente, sarà visibile alla sera poco dopo il tramonto del Sole, nella costellazione dello Scorpione, in congiunzione con Saturno.

Una splendida congiunzione sarà quella tra Marte e Giove, molto stretta (meno di mezzo grado di distanza angolare) e si verificherà il 17 ottobre. Possiamo osservarla prima del sorgere del Sole nella costellazione del Leone, dove poco più in alto brillerà Venere.

Il 26 ottobre sarà la volta dell’incontro ravvicinato tra i due pianeti più luminosi, Venere e Giove, che si incontreranno nella costellazione del Leone.

Venere, Marte e Giove prima dell’alba del 28 ottobre appariranno sull’orizzonte orientale allineati, ancora nella costellazione del Leone, disposti in questo ordine: dall’alto in basso, Giove, Venere e Marte.

Luna e Pleiadi : il 29 ottobre il disco della Luna si troverà nella costellazione del Toro: in questa occasione la Luna non sarà molto vicina alle Pleiadi, ma sarà molto affascinante seguire l’occultazione di Aldebaran, la stella più luminosa della costellazione del Toro.

La Luna nel suo percorso incrocerà la posizione della stella Aldebaran, della costellazione del Toro tra le 23:40 e le 00:47, nascondendola alla vista. Con un binocolo o un piccolo telescopio sarà possibile seguire l’evento, vedendo letteralmente sparire la stella rossa dietro il disco lunare, come in una sorta di eclissi stellare.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI SETTEMBRE


Il cielo verso EST alla mezzanotte del 15 Settembre
Il cielo verso EST alla mezzanotte del 15 Settembre

Il mese di Settembre, come un Caronte traghettatore, ci accompagna nel passaggio tra l'estate e l’autunno: il giorno 23 infatti la Terra annullerà l’inclinazione del suo asse di rotazione, dando luogo a quel fenomeno noto come equinozio di autunno, ove il giorno si equivale alla notte, prima che le ore diurne lascino progressivamente posto a quelle notturne.

Le notti di Settembre ci permettono di contemplare in pieno il cielo estivo, con le costellazioni del “triangolo estivo”, Cigno, Aquila e Lira. Ad ovest sarà ben visibile la costellazione di Ercole, con la sua forma a “vaso”, che contiene un oggetto celeste molto affascinante: M13, un ammasso globulare tra i più belli del cielo. A sud il Sagittario con la sua caratteristica sagoma a “teiera” lascia progressivamente posto all’Ofiuco, di cui Fhomalaut si erge a faro, solitaria in una regione di cielo quasi priva di stelle luminose.

Col passare delle ore verso est si potrà scorgere il grande quadrilatero di Pegaso, il mitico cavallo alato, che porta con sé Andromeda. Proprio in quest’ultima costellazione trova posto l’oggetto più lontano che si possa vedere ad occhio nudo: la grande Galassia di Andromeda, già ben nota sin dall’antichità. Andromeda è una galassia a spirale, come la nostra Via Lattea, solo molto più grande, contiene circa 200 miliardi di stelle, all’incirca il doppio della nostra. Dista da noi poco meno di 3 milioni di anni luce, una distanza enorme, tanto che la luce che vediamo oggi è partita quasi 3 milioni di anni fa. Quando osserviamo questa debole nuvoletta bianca in cielo, stiamo dunque viaggiando anche indietro nel tempo: questo è uno degli aspetti più affascinanti del nostro cielo.

Proseguendo nelle ore, poco prima del crepuscolo, le notti settembrine si spingono a sbirciare nel cielo invernale, dando il sorgere alle costellazioni dell’Auriga, come grande pentagono celeste, guidato dalla stella Spica, del Toro, con la rossa Aldebaran e l’ammasso delle Pleiadi, dei Gemelli, con Castore e Polluce e di Orione, inconfondibile sagoma celeste, capitanata da Betelgeuse e Rigel.

Questo mese ha anche in serbo una rara sorpresa astronomica, un’eclissi di Luna, ben visibile dall’Italia, a tarda notte, con la totalità verso le 4:00, fino all’alba del 28.

Insieme alla rossa Luna eclissata, potremo scorgere Venere, alle prime ore della notte, che migliorerà la sua visibilità nel corso del mese, come Marte e Giove mentre Saturno non sarà visibile: siamo in un periodo non favorevole all’osservazione planetaria.

Per chi volesse cimentarsi con un piccolo telescopio, Urano sarà visibile tutta la notte, pur rimanendo pressoché impossibile da individuare ad occhio nudo.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI AGOSTO


Il cielo di Agosto alla mezzanotte del giorno 15
Il cielo di Agosto alla mezzanotte del giorno 15

Il solstizio estivo è ormai sufficientemente lontano per poter apprezzare il graduale ma continuo accorciamento delle ore diurne, a favore di un allungamento del periodo buio notturno. Dopo le ultime luci crepuscolari, volgendo lo sguardo verso sud, ecco apparire la costellazione del Sagittario, geloso custode celeste del centro della nostra galassia, la Via Lattea che, come un immenso fiume celeste di stelle, attraversa il cielo in tutta la sua magnificenza.

Costellazione del Cigno
Costellazione del Cigno

Più verso ovest si potrà godere ancora della visione dell’inconfondibile sagoma dello Scorpione, guidato dalla sua stella principale, Antares, brillante gigante rossa, che in cielo appare molto simile a Marte, da cui il suo nome.

Scorrendo la Via Lattea con un binocolo si possono individuare decine di ammassi stellari, di nebulose e centinaia di stelle: stiamo osservando un braccio dell’immensa spirale della nostra Galassia.

Guardando in alto nel cielo, il triangolo estivo, di cui abbiamo già parlato i mesi scorsi, fa bella mostra di sé con le costellazioni dell’Aquila, del Cigno e della Lira. Verso nord torreggiano sempre le costellazioni circumpolari, il Dragone, Cefeo, Cassiopea, l’Orsa Maggiore e Minore. Ad ovest sarà possibile individuare una non semplicissima costellazione, Ercole, che ricorda un vaso da fiori, al cui interno si trova uno dei più belli ammassi globulari: M13. Con un binocolo esso appare come una tenue nuvola biancastra circolare, ma con un telescopio si può apprezzare la sua struttura, capendo infatti che questa nuvola non sia altro che un globo di stelle, molto vecchie, che orbitano attorno alla Via Lattea.

A notte inoltrata, verso est, sorgerà la costellazione del Perseo, che in questo periodo dell’anno ospita il radiante delle Perseidi, sicuramente lo sciame meteoritico più popolare, conosciuto anche col nome “Lacrime di S.Lorenzo”. Il picco delle Perseidi quest’ anno sarà a cavallo tra il 12 e il 13 Agosto.

La pioggia di Perseidi. (copyright: www.perseidi.it)
La pioggia di Perseidi (copyright: www.perseidi.it)

Ma come mai ogni anno in cielo vediamo queste meteoriti o stelle cadenti?

Il motivo di questo affascinante fenomeno celeste è dato dal fatto che la Terra periodicamente attraversi la scia di detriti lasciati dall’antico passaggio di comete; nel caso delle Perseidi si tratta della cometa Swift-Tuttle. Quando la Terra attraversa queste nuvole di detriti, essi vengono attratti dalla gravità terrestre e, penetrando l’atmosfera a velocità super soniche, si incendiano e si distruggono, dando origine a queste scie infuocate che tanto ci fanno sognare.

In questo mese l’unico pianeta osservabile subito dopo il tramonto è Saturno, il pianeta inanellato, che al telescopio rivela tutta la sua bellezza. Venere sarà visibile verso fine mese alle prime ore dell’alba, circa un’ora e mezza prima del sorgere del Sole. Gli altri pianeti saranno ancora apparentemente troppo vicini al Sole per un’osservazione prolungata.

Tra il 7 e l’8 la Luna sarà in congiunzione con le Pleiadi, formando un triangolo con la bellissima stella Aldebaran.

Il 13 sarà la volta di Marte che, poco prima dell’alba, sarà vicinissimo ad una sottile falce di Luna calante.

Il 16, verso sera, la Luna accompagnerà Mercurio al tramonto, verso occidente, anche se non sarà semplice scorgere il piccolo pianeta immerso nella luce crepuscolare.

Il 22 si potrà ammirare il nostro satellite vicino a Saturno, nella costellazione della Bilancia.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI LUGLIO


Il cielo di Luglio alla mezzanotte del giorno 15
Il cielo di Luglio alla mezzanotte del giorno 15

Le calde notti di Luglio sono un’ottima occasione per trascorrere un po’ di tempo sotto le Stelle, ad ammirare una delle più misteriose quanto affascinanti manifestazioni della Natura. Purtroppo l’inquinamento luminoso sta letteralmente cancellando il cielo stellato dalle nostre notti, soprattutto vicino ai grossi centri urbani. Allontanandosi dalle città, il grande spettacolo del firmamento si fa sempre meno evanescente, fino a divenire quasi rumoroso, assordante, raggiungendo luoghi ameni, magari in alta quota. Qui pare quasi di poter toccare le stelle, sentire l’odore della brillante luce che ci pervade, proveniente da questo placido caos cosmico: un cinema che proietta un’armonica sinfonia di luci colorate e di un’immensa strada luminosa celeste, la Via Lattea.
E’ proprio la Via Lattea a dominare i cieli estivi, una scia luminosa visibile ad est in prima serata, che attraversa poi tutto il cielo da nord-est a sud, interrotta solo da una netta banda scura, la spaccatura del Cigno.
Nella costellazione del Cigno si trova anche la zona più intensa della Via Lattea, visibile dall’emisfero boreale, ed è compresa tra le stelle Sadr e Albireo, che formano l’asse inferiore di quello che viene chiamato asterismo della Croce del Nord; con un semplice binocolo si possono osservare ricchissimi campi stellari, con varie associazioni di astri minuti e spesso dai colori contrastanti.

La Via Lattea in montagna (FONTE: www.newtonjournal.com)
La Via Lattea in montagna (fonte: www.newtonjournal.com)

La stessa stella Albireo, vista al telescopio, si mostra come una stella doppia formata da uno zaffiro e da un rubino.
La Via Lattea prosegue poi verso sud, dove si trova il rigonfiamento che indica il centro galattico; qua, compresi tra la brillante costellazione dello Scorpione e del Sagittario, si concentra un gran numero di ammassi globulari, alcuni dei quali, come M22, visibili anche con un binocolo.
Il cielo estivo è caratterizzato dall’inconfondibile asterismo del Triangolo estivo, come punto di riferimento per riconoscere le principali costellazioni: il vertice più settentrionale Deneb domina la costellazione del Cigno, Vega, la più brillante, quella della Lira; la più meridionale, Altair, è l’astro principale della costellazione dell’Aquila.
Guardando verso nord si possono individuare le costellazioni circumpolari: l’Orsa Maggiore e Minore, guidata dalla stella Polare, e Cassiopea, con la sua particolare forma a “w” o “m”.
L’osservabilità dei pianeti non è particolarmente interessante in questo periodo.
Venere sarà sempre visibile la sera, ma sempre per meno tempo, dopo il calare del Sole.
Il giorno 2 sarà in strettissima congiunzione con Giove, al quale rimarrà apparentemente vicino anche per i giorni successivi.
L’unico pianeta ben osservabile per la prima parte della notte è Saturno, culminante a sud appena fa buio. Il pianeta inanellato è sempre un oggetto celeste emozionante, soprattutto al telescopio.
Durante il mese di Luglio ci saranno diverse congiunzioni:
Giove-Venere: 1-2 luglio, la congiunzione più spettacolare dell'anno. I due pianeti più luminosi, Venere e Giove, si incontrano nella costellazione del Leone.
Luna-Pleiadi: poco prima del sorgere del Sole, l’11 Luglio, la falce di Luna calante sorgerà ad Est, accompagnata dall'ammasso stellare aperto delle Pleiadi, nella costellazione del Toro.
Luna-Giove - Venere: dopo il tramonto del Sole, il 18 Luglio si potranno scorgere i due pianeti vicini alla sottilissima falce di Luna crescente.
Luna-Saturno: la notte del 26 luglio la Luna, nella costellazione della Bilancia, sarà molto vicina al pianeta inanellato.
 

(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)




IL CIELO DI GIUGNO


Il cielo verso Sud alla mezzanotte del 15 Giugno.
Il cielo verso Sud alla mezzanotte del 15 Giugno.

Il mese di Giugno ci traghetta nel passaggio tra la primavera e l'estate: il giorno 21 infatti la Terra raggiungerà la massima inclinazione del suo asse di rotazione, rivolgendo il nostro emisfero (quello boreale) verso il Sole. Il solstizio d'estate, oltre che segnare il giorno più lungo dell'anno e la notte più breve, è anche molto importante sin dall'antichità. Moltissime strutture megalitiche hanno infatti come riferimento proprio la posizione del Sole nei solstizi, dove raggiunge l'elevazione massima (solstizio estivo) e minima (solstizio invernale) in cielo.

La costellazione della Corona Boreale
La costellazione della Corona Boreale

Dal giorno 22 le giornate inizieranno così ad accorciarsi, mantenendo invariato l'equilibrio dell’armonica danza astronomica che i pianeti con i loro satelliti eseguono attorno al Sole.

Il primo del mese, subito dopo il calare del Sole, sarà possibile osservare una spettacolare congiunzione tra la Luna, Saturno e Venere, che si troveranno ad una distanza apparente in cielo molto piccola: chi volesse può cimentarsi nella fotografia di questi tre astri luminosissimi vicini.

Nel cielo di giugno non vi è oramai più traccia delle costellazioni invernali, ad eccezione dei Gemelli e dell’Auriga che, subito dopo il tramonto, ci mostrano ancora le loro stelle principali, Capella e la coppia formata da Castore e Polluce, ancora visibili a Nord-Ovest, prima che vengano inghiottite dalle luci all’orizzonte. Rivolgendo lo sguardo verso Sud potremo scorgere le costellazioni primaverili: il Leone, che ogni giorno che passa volge sempre più verso l’orizzonte Ovest, il Boote, la Vergine e la Bilancia. Ad Est rispetto al Boote c'è la Corona Boreale, con la brillante stella Gemma, che rievoca la pietra più preziosa di un diadema. Ad Est della Bilancia sarà possibile imbattersi nel grande arco celeste che disegna le chele dello Scorpione, con la gigante rossa Antares a rappresentarne la stella principale. Partendo dalla Corona Borealis e andando verso Est, arriviamo alla costellazione dell’Ercole, nel quale anche con un binocolo si può osservare il meraviglioso ammasso globulare M13. Con un telescopio sarà possibile separare le stelle di M13 e capirne la struttura.

La costellazione di Pegaso
La costellazione di Pegaso

Verso oriente tre stelle brillanti formano il grande triangolo estivo, attraversato dalla tenue nebulosità della Via Lattea; l’asterismo è formato da tre costellazioni: la Lira con la brillante stella Vega, il Cigno di cui si riconosce bene la coda rappresentata dalla stella Deneb e l’Aquila con la stella Altair. Le stelle del triangolo estivo ci accompagneranno per tutta l’estate; vale davvero la pena osservare con un telescopio la stella che rappresenta il capo del Cigno, Albireo, che è una bellissima doppia, formata da un rubino e da uno zaffiro celesti, e, nella Lira, la nebulosa planetaria M57.

Con l'avanzare della stagione calda le notti si fanno sì più brevi, ma anche più tiepide: sarà quindi molto piacevole passare qualche nottata sotto le stelle, anche solo per sfogliare un po’ le pagine di questo grande libro celeste di mitologia antica e, perché no, magari con un binocolo andare a cercarne i tesori gelosamente custoditi tra le sue stelle. Chi avesse la possibilità di andare in montagna o in luoghi lontani dalle luci cittadine può rendersi conto di quanto il cielo possa sorprendere ogni volta che lo si osserva, che sembra quasi essere sempre la prima. In fondo noi tutti veniamo dalle stelle e siamo fatti della loro stessa materia; guardare le stelle è un po' come mettersi in contatto con le nostre più antiche e recondite progenitrici.



(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)





IL CIELO DI MAGGIO


Il cielo di Maggio alla mezzanotte del giorno 15, guardando verso Sud
Il cielo di Maggio alla mezzanotte del giorno 15, guardando verso Sud

Il mese di Maggio, con le prime notti più tiepide, offre a chi ne avrà l’occasione di godere della visione di costellazioni ancora invernali, durante la prima parte della notte, e costellazioni tipiche del cielo estivo nella seconda parte della notte.

Ultime testimoni del cielo invernale sono le costellazioni del Leone, della Vergine e del Cancro che dopo le 23, quando il cielo sarà completamente buio, saranno ancora visibili verso occidente, contrapponendosi al sorgere nel cielo orientale delle costellazioni del triangolo estivo, il Cigno, la Lira e l’Aquila, contraddistinte dalle loro rispettive stelle principali, Deneb, Vega ed Altair. Alta nel cielo sarà visibile  il rubino  Arturo,  una stella gigante rossa molto luminosa, nella costellazione del Bifolco o Bootes, costellazione mitologicamente legata al limitrofo asterisma del Grande Carro (nella costellazione dell’Orsa Maggiore), le cui sette stelle rappresentavano agli occhi degli antichi Greci e Romani i sette buoi, i septem triones, guidati appunto dal Bifolco.

Il pianeta Venere (NASA)
Il pianeta Venere (NASA)

Questo mese il protagonista assoluto sarà Saturno, che si troverà in opposizione rispetto al Sole il giorno 23, rimanendo visibile per tutta la notte, passando ben alto nel cielo.

Il pianeta inanellato al telescopio regala emozioni uniche: già un piccolo telescopio sarà in grado di rivelare gli anelli, grandi diverse volte la nostra Terra. Con un telescopio medio (150mm di diametro) e ingrandimenti nell’ordine dei 100x-150x sarà possibile distinguere all’interno degli anelli la famosa “divisione di Cassini” e altre sottostrutture di divisione tra gli anelli, oltre che particolari dell’atmosfera di Saturno.

Il giorno 5 ci sarà la massima attività delle meteore Eta Aquaridi, con una Luna purtroppo quasi piena, che disturberà la visione di queste effimere “lacrime” celesti. Molto interessanti saranno le due comete “C / 2014 PanSTARRS Q1” e “19P / Borrelly” che, nel corso del mese,  si potrebbero rendere visibili anche al binocolo.

Il piccolo pianeta Mercurio, nei primi giorni del mese, arriva al culmine del periodo di migliore osservabilità serale per il 2015. Il maggior ritardo del tramonto di Mercurio si verifica la sera del 6 maggio quando il pianeta tramonta un’ora e 56 minuti dopo il Sole. La sera successiva, il giorno 7, viene raggiunta la massima elongazione serale, con una distanza angolare di 21° 11’ dal Sole.

Come per Mercurio, il pianeta Venere, nel corso dei primi giorni del mese, sarà nel periodo di migliore osservabilità per l’anno in corso. Il giorno 8 Venere infatti tramonterà 3 ore e 41 minuti dopo il Sole. C’è quindi molto tempo a disposizione per ammirare l’astro più luminoso della sera.

Questi due pianeti, al telescopio si rivelano come delle falci lunari, in fase: la causa di questo fenomeno è la loro posizione interna nel Sistema Solare, rispetto alla Terra.



(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium” )





IL CIELO DI APRILE


Il cielo verso Sud, alla mezzanotte del 15 di Aprile
Il cielo verso Sud, alla mezzanotte del 15 di Aprile

Primo mese post-equinoziale, Aprile ci regala ancora ampie vedute sul profondo cielo invernale, almeno nella prima parte della notte. Costellazioni come il Leone, la Vergine e la Chioma di Berenice, gelose custodi di splendide galassie, aprono i loro preziosi scrigni già dalle prime ore di buio.

Il grande Leone, con la sua caratteristica sagoma a “ferro da stiro”, guidato dalla stella Regolo,  domina sui cieli verso sud, seguito dalla Vergine che, con Spica, la sua stella principale, chiude un triangolo con Arturo, la gigante rossa che brilla nella costellazione del Bootes. Tra queste costellazioni si possono scorgere numerose galassie, già con l’ausilio di un telescopio di medio diametro (circa 100-150mm).


Costellazione del Leone, con raffigurazione mitologica

Rivolgendo lo sguardo verso nord troveremo sempre le costellazioni circumpolari, come Cassiopea, l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore, facilmente individuabile partendo dalla Stella Polare, che segna proprio l’ultimo dei tre cardini del “manico” del Piccolo Carro, asterisma che fa parte dell’Orsa Maggiore.

Nella seconda parte della notte, verso Est, sarà possibile individuare la brillante stella Vega, tra le più luminose del cielo, e la seconda più luminosa di quello boreale. Questa stella preannuncia l’apparizione in cielo delle costellazioni estive, a partire proprio dalla Lyra, di cui ne è la stella principale.

Nella parte finale della notte il cielo estivo prenderà man mano sempre più campo, andando avanti nei giorni del mese.

Nell’ultima decade di Aprile farà bella mostra di se nel cielo serale, verso Ovest, il pianeta Mercurio; esso apparirà come una brillante stellina nel chiarore crepuscolare, tramontando quasi due ore dopo il Sole.

Un altro grande spettacolo sarà garantito da Venere, che tra la fine di Aprile e l’inizio di Maggio, entrerà nel periodo di migliore osservabilità serale del 2015. All’inizio di Aprile Venere tramonterà oltre 3 ore dopo il Sole, ed alla fine del mese dopo oltre 3 ore e mezza.

Verso la fine del mese potremo assistere ad uno spettacolo celeste sempre molto affascinante, le piogge di meteore: protagoniste questo mese saranno proprio le Lyridi, che nella tarda notte del 22 Aprile raggiungeranno il picco di attività, con una Luna già tramontata da ore e quindi con il cielo buio.

Al calare dell’oscurità, verso Sud, sarà visibile il “gigante” del Sistema Solare, Giove, brillantissimo nel cielo. Al telescopio esso mostra numerosi dettagli, come la grande Macchia Rossa, le bande atmosferiche equatoriali e i suoi quattro satelliti principali, Io, Europa, Ganimede e Callisto, peraltro già visibili con un semplice binocolo.

Nella seconda parte della notte si potrà cercare il pianeta inanellato Saturno, che sorgerà sempre prima nel cielo orientale. Saturno è probabilmente il più bel pianeta del Sistema Solare, circondato da imponenti anelli e da quasi 30 lune, di cui però è possibile scorgere, con strumenti amatoriali, solamente Titano, la maggiore delle lune. Titano si presentò alla sonda Cassini (NASA), in orbita dal 2004 attorno a Saturno, come un piccolo pianeta color giallo ocra, circondato da una densa atmosfera composta principalmente da metano ed etano, che periodicamente piovono letteralmente sulla superficie del satellite, generando immensi laghi di gas liquido, un po’ come avviene sulla Terra con il ciclo dell’acqua. Titano è sicuramente uno dei corpi celesti rocciosi più interessanti del nostro Sistema Solare, poiché presenta caratteristiche molto simili a quelle che doveva avere la Terra primordiale, prima che si sviluppasse la vita. Proprio la massiccia presenza di molecole organiche (metano ed etano) sono un indizio che potrebbe far entrare Titano nei possibili mondi dove cercare la vita, anche solo a livello batterico, che sarebbe già uno straordinario passo avanti nell’affascinante ricerca di vita extraterrestre.



(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium” )





IL CIELO DI MAGGIO



Il cielo di Maggio alla mezzanotte del giorno 15, guardando verso Sud

Dopo un Aprile meteorologicamente poco favorevole all’osservazione del cielo, anche il mese di Maggio non inizia certamente nel modo migliore.

Considerazioni meteorologiche a parte, il protagonista indiscusso di questo mese è Saturno, di cui si celebra il trecentesimo anniversario del suo scopritore, Gian Domenico Cassini. L’astronomo ligure trovò i suoi natali nel paese di Perinaldo (IM) nel 1625 e dedicò la sua vita allo studio e all’osservazione sistematica del pianeta inanellato, di cui scoprì la morfologia anulare dell’anello, precedentemente osservato da Galileo, che tuttavia non riuscì a comprenderne la forma, a causa dei limiti strumentali imposti dal suo cannocchiale. Servendosi di un grande telescopio, invece, Cassini poté anche calcolare le variazioni dell’inclinazione dell’asse di Saturno, osservando come gli anelli variassero di inclinazione durante una il lunghissimo tragitto orbitale del pianeta. L’astronomo ligure scoprì anche Dione, Giapeto, Teti e Rea, quattro satelliti di Saturno, oltre che alla più grande divisione tra gli anelli, che porta il suo stesso nome.

Il giorno 26 Maggio si celebrano i 300 anni dalla scomparsa di Cassini, e saranno numerosissimi in tutta Italia le iniziative che vedranno con il naso all’insù centinaia di appassionati e non, con al centro della scena l’osservazione di Saturno (per maggiori dettagli sulle diverse iniziative organizzate in Italia visitare il sito web “www.occhisusaturno.it”).

Il pianeta inanellato sarà ben visibile tutto il mese per gran parte della notte, vicino alla stella Spica, “spaccando” l’asterisma che disegna nel cielo i tratti della costellazione della Vergine: il giorno 8 sarà interessante osservare il suo satellite naturale più grande, Titano, che sarà alla massima distanza dal pianeta.


Saturno (cortesia NASA-Hubble Space Telescope)

Venere sarà ben visibile ancora per questo mese, quando si avvicinerà lentamente al Sole, diminuendo nel corso dei giorni la durata della sua presenza sull’orizzonte occidentale al tramonto.

Mercurio sarà visibile appena prima dell’alba, nel cielo orientale, avvicinandosi molto rapidamente al Sole e rendendosi pertanto sempre meno osservabile.

Ancora ben osservabile, Marte rimane in cielo per gran parte della notte, solcando il firmamento proiettandosi tra le stelle del Leone, vicino a Regolo. Purtroppo il diametro apparente del pianeta rosso sarà piuttosto ridotto, rendendo accessibile la visione dei dettagli superficiali solo a telescopi di medio diametro.

Giove risulta ormai inosservabile, portandosi alla congiunzione solare il giorno 13, nella costellazione dei Pesci.

Chi volesse cimentarsi all’individuazione di Urano, con l’ausilio di un buon binocolo, può cercarlo nel cielo orientale, poco prima dell’alba, tenendo conto però che brilla di magnitudine 5.9, al limite teorico dell’osservabilità ad occhio nudo, ma sotto un cielo perfettamente buio e terso e con la vista allenata all’osservazione celeste.

Il giorno 20 Maggio ci sarà un’eclissi anulare di Sole, purtroppo non visibile dall’Europa, in quanto l’ombra della Luna sarà proiettata sull’oceano Pacifico. L’eclissi anulare di Sole è molto particolare, ed è la testimonianza della leggera ellitticità dell’orbita lunare, che porta il nostro satellite naturale ad essere ciclicamente più vicino alla Terra (perigeo) e più lontano (apogeo); quando la Luna si trova all’apogeo il suo diametro apparente è più piccolo e un’eventuale eclissi totale di Sole sarà appunto anulare, non riuscendo a coprire l’intero disco solare.

Il giorno 21 la Luna sarà nuova, per poi trovarsi il giorno 28 in triangolazione con Marte e Regolo (Leone), formando un bel quadretto nel cielo serale, ottimo soggetto fotografico, magari abbinato a paesaggi particolarmente suggestivi.

Chi in questo mese avrà occasione di passare una serata sotto un cielo stellato, potrà godere della visione di costellazioni ancora invernali, nella prima parte della notte, e costellazioni tipiche del cielo estivo nella seconda parte della notte. Dopo le 23, quando il cielo sarà completamente buio, saranno visibili le costellazioni del Leone, della Vergine e del Cancro verso Ovest, testimoni del tramonto del cielo invernale, mentre verso Est si potranno ammirare le costellazioni del triangolo estivo, il Cigno, la Lira e l’Aquila, contraddistinte delle loro rispettive stelle principali, Deneb, Vega ed Altair: il triangolo estivo è molto semplice da individuare, poiché è segnato in cielo da queste tre luminosissime stelle, inconfondibili. Alta nel cielo sarà visibile Arturo,  una stella gigante rossa molto luminosa, brillante rubino gelosamente custodito dal Bifolco o, nel suo nome latino, Bootes, costellazione mitologicamente legata al limitrofo asterisma del Grande Carro (nella costellazione dell’Orsa Maggiore), le cui sette stelle rappresentavano agli occhi degli antichi Greci e Romani i sette buoi, i septem triones, guidati appunto dal Bifolco.


La costellazione del Bootes

Il Bootes è una costellazione a forma di aquilone e, pur essendo di dimensioni notevoli, non contiene oggetti visibili con strumenti amatoriali.

Seppure le notti inizino ad essere piuttosto corte, man mano ci si avvicina al solstizio d’estate, l’osservazione celeste risulta più gradevole, con le temperature molto più miti, che rendono più accessibili siti anche montani che d’inverno si presentano in condizioni troppo proibitive, dando così l’opportunità a chi volesse osservare le bellezze del nostro firmamento di cercare luoghi bui e silenziosi, ove perdersi nel luccichio di tanti puntini luminosi, tremolanti, distratti magari dal passaggio improvviso di una meteora e accompagnati dal canto del vento, che ben si armonizza con il silenzioso spettacolo celeste.



(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium” )





IL CIELO DI APRILE



Il cielo del 15 Aprile alla mezzanotte verso S

Traghettatore verso i tiepidi cieli primaverili, Aprile spalanca le porte dell’osservazione del cielo profondo invernale in un orario decisamente più comodo. Costellazioni come il Leone, la Vergine, la Chioma di Berenice, ricchissime di splendide galassie, si rendono infatti ben visibili già dalle prime ore di buio. Dopo un Marzo dominato dall’alta pressione atmosferica, che ci ha regalato moltissime notti serene, ricchissime di pianeti ed oggetti del cielo profondo, anche il mese di Aprile si apre tutto sommato in buone condizioni meteorologiche, ad eccezione forse dei primi giorni. L’osservabilità dei pianeti è ottima, vista la presenza di tutti e cinque i pianeti visibili ad occhio nudo.

Venere sta attraversando il periodo di miglior visibilità, che raggiungerà il giorno 11, mostrandosi come un astro luminosissimo nel cielo occidentale la sera, che non può fare a meno di attrarre la nostra attenzione, anche solo per un fugace sguardo: viene naturale intuire il perché, nel passato mitologico, sia stata attribuita proprio a questo splendido astro la rappresentanza della dea della bellezza e dell’amore.

I primi giorni del mese Venere sarà protagonista di uno spettacolo astronomico degno di tal appellativo, poiché transiterà, tra il giorno 2 ed il giorno 4, all’interno dell’ammasso aperto delle Pleiadi, nella costellazione del Toro.

Oltre a Venere, l’altro pianeta interno rispetto alla Terra è Mercurio, che raggiungerà la massima elongazione ovest (la massima distanza dal Sole in cielo verso ovest) il 18 del mese, rendendosi visibile ad Est nelle prime ore del mattino, appena prima dell’alba. L’osservazione del piccolo pianeta sarà in ogni modo non semplice, vista la vicinanza al Sole, che inesorabilmente ne sacrifica la sua già evanescente luminosità.

Due pianeti che domineranno le nottate di Aprile sono Marte e Saturno, ormai prossimo all’opposizione solare.

Il Pianeta Rosso, ospite nella costellazione del Leone, regala sempre delle emozioni al telescopio, mostrando il suo color ruggine, interrotto solo dal flebile pallore delle calotte polari ghiacciate e da aree decisamente più scure sulla superficie pianeta: chi volesse cimentarsi nella ricerca di dettagli superficiali al telescopio può tentare la sera del 5 Aprile ad osservare la zona del “Syrtis Major”, una regione scura a forma di “V”, una delle caratteristiche superficiali marziane più evidenti.

Saturno, il pianeta inanellato, offre certamente il più grande spettacolo dell’osservazione planetaria telescopica, grazie soprattutto al suo sviluppatissimo sistema di anelli, che mostra una serie di particolari, come le divisioni di Cassini ed Henke, che separano i diversi anelli che circondano il pianeta. Anche il disco del gigante gassoso presenta delle caratteristiche interessanti da osservare, come ad esempio le bande atmosferiche, tra il marrone chiaro ed il beige. Saturno sarà in opposizione al Sole il giorno 15 e brillerà di una luce beige vicino alla stella bianca Spica, nella costellazione della Vergine.

Per il “re” del Sistema Solare, Giove, la visibilità è oramai ridottissima, trovandosi apparentemente molto vicino al Sole, col quale si appresta a raggiungere la congiunzione. Giove sarà comunque visibile nel cielo serale verso ovest, come un astro luminoso, ma la visione telescopica sarà inutile, poiché il pianeta si troverà nella zona più turbolenta della nostra atmosfera: in queste condizioni i delicatissimi dettagli gioviani vengono vanificati dall’incessante disturbo delle masse d’aria a pochi gradi sopra l’orizzonte.

Il 3 Aprile la Terra si troverà esattamente ad una UA (unità astronomica) di distanza dal Sole, che corrisponde a 149.598.000 di kilometri: questa unità di misura esprime la distanza media tra Terra e Sole e viene utilizzata principalmente nel Sistema Solare, per esprimere le distanze interplanetarie, essendo le distanze in kilometri numericamente troppo lunghe e quelle in anni luce troppo grandi in scala per le distanze interne del Sistema Solare.

Il giorno 6 sarà possibile osservare la Luna Piena appena vicino alla stella Spica, nella Vergine, e Saturno.

Il giorno 13 Venere si troverà tra gli ammassi aperti del Toro più affascinanti ed evidenti, le Pleiadi e le Iadi; la stessa sera si potrà osservare, con l’ausilio di un buon binocolo, la cometa Garradd transitare tra le stelle dell’Orsa Maggiore Thalita Borealis e Thalita Australis.

Dopo qualche mese di inattività ecco tornare uno sciame di meteore, quello delle Lyridi, che vedrà il suo picco di intensità nella notte tra il 21 ed il 22. Essendo la Lira una costellazione tipicamente estiva, sarà necessario attendere la seconda parte della notte, quando si renderà visibile nel cielo orientale.

Nel mese di Aprile la Luna, nella sua incessante danza attorno alla Terra, sarà protagonista di alcune congiunzioni astronomiche, sempre molto affascinanti, ed alla portata di tutti, essendo ben visibili ad occhio nudo. Il giorno 22 sarà una sottilissima falce lunare ad “avvicinare” Giove, poco dopo il tramonto, per poi “avvicinare” le Pleiadi nel giorno successivo. Il 25 sarà invece la volta di Venere, che brillerà vicino alla Luna, in una congiunzione abbastanza stretta.

Chi possiede un telescopio può affrontare l’osservazione dell’occultazione da parte della Luna di una stella nel Toro, la Zeta Tauri, che scomparirà dietro il lembo lunare scuro verso le 22:30.



(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium” )






IL CIELO DI MARZO



Il cielo del 15 Marzo alla mezzanotte verso S

Il freddo delle lunghe notti invernali lascia pian piano spazio ad un’aria più mite, caratteristica delle nottate di Marzo, che velocemente si abbreviano e cedono minuti al dì, fino al giorno 20, alle ore 5:14 del mattino, quando la notte e il dì s’eguaglieranno, celebrando così l’equinozio di Primavera.

Equi noctis”, notte uguale al dì: questo particolare giorno vede sorgere il Sole quasi esattamente ad Est e tramontare quasi esattamente ad Ovest, con il giorno e la notte che dureranno entrambi 12 ore (il “quasi esattamente” è riferito al fatto che l’equinozio non avverrà all’ora ne del sorgere ne del tramontare del Sole nel nostro cielo).

Nonostante le ore di buio saranno sempre meno, è ancora ben possibile osservare gran parte delle costellazioni del nostro cielo, da quelle ancora autunnali, la sera, fino a quelle estive, a notte fonda.

Le osservazioni marzoline sono particolarmente proficue dal punto di vista degli oggetti celesti osservabili al telescopio, essendo visibili tutti i 110 oggetti del cielo profondo del catalogo di Messier, tra nebulose e galassie, a partire dal primo buio, fino ad arrivare all’alba, “correndo” una vera e propria “maratona” celeste, quella che gli astrofili chiamano “maratona di Messier”.

A tal proposito val la pena scrivere qualche parola su Messier, Charles Messier, astronomo francese che catalogò un centinaio di oggetti celesti non planetari, tra galassie, nebulose ed ammassi stellari, che riuscì ad osservare dall’osservatorio di Parigi. Il più famoso catalogo celeste fu pubblicato nel 1774 e contiene 110 oggetti, numerati da 1 a 110, e siglati tutti dalla lettera “M”.

Quest’anno Marzo regala agli osservatori celesti un’occasione molto particolare, da unire ai 110 oggetti di Messier: la visibilità dei cinque pianeti osservabili anche ad occhio nudo, ovvero Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno.

Il giorno 3 infatti si avrà l’opposizione di Marte, che sarà dunque nel suo miglior periodo osservativo, sia in termini di permanenza nella notte, che in termini di altezza apparente nel cielo e dimensioni angolari. Proprio in questo mese, nel giorno 5, Marte e la Terra quasi si affiancano nel loro inesauribile danzare lungo le loro orbite, raggiungendo distanze minime tra loro; essendo la Terra interna rispetto al pianeta rosso è comprensibile come prospetticamente Marte sia agli antipodi celesti rispetto al Sole, dando luogo così al fenomeno dell’opposizione.

Immagine 1- Opposizione Terra-Marte (http://serviastro.am.ub.edu)

Al telescopio Marte risulta ben visibile, non particolarmente grande, ma il colore rosso lo rende molto affascinante. I possessori di uno strumento ottico mediamente grande possono cimentarsi nella “risoluzione” di dettagli marziani degni di nota, come le calotte polari e le zone più scure e chiare sul globo marziano. Sebbene si verifichi raramente, è possibile scorgere sul pianeta le famigerate tempeste di sabbia, causate dai forti venti che alzano le sabbie dei deserti che ricoprono la quasi totalità della superficie planetaria; queste tempeste spesso avvolgono l’intero pianeta, rendendosi così ben osservabili anche da Terra.

Il giorno 5 Mercurio raggiungerà la sua massima elongazione EST, trovandosi a circa 18° di separazione angolare dal Sole, divenendo osservabile appena dopo il crepuscolo nel cielo occidentale. L’osservazione del più piccolo pianeta del Sistema Solare non è particolarmente interessante dal punto di vista telescopico; Mercurio, come Venere, si presenta con una falce più o meno grande di fase, essendo un pianeta interno rispetto alla Terra.

Il giorno 7 sarà la Luna ad accompagnare Marte in una congiunzione non troppo appariscente, ma degna di qualche scatto, e sicuramente di qualche sguardo. Una congiunzione certamente più spettacolare vedrà come protagonisti i due pianeti più luminosi del cielo, Venere e Giove, che nei giorni 12 e 13 brilleranno a meno di 2° tra loro nel cielo occidentale, verso sera. In realtà questa congiunzione sarà seguibile giorno dopo giorno già da queste sere, potendo così notare l’avvicinamento costante e progressivo dei due astri, che sarà minimo proprio tra il 12 ed il 13 Marzo, dove si potrà notare anche la differenza di colore tra i due pianeti: Venere brilla infatti di una luce più bianca, mentre Giove si presenta più giallino.

Il gigante del Sistema Solare purtroppo riduce notevolmente la sua osservabilità, che sarà sempre meno favorita dal progressivo avvicinamento apparente al Sole.

Per Giove che si appresta alla congiunzione col Sole, c’è Saturno che invece ne è uscito da tempo, e migliora notevolmente la sua osservabilità, presentandosi nel firmamento già dopo le 21:30, rendendosi così ben osservabile già dalla tarda nottata, fino alle prime ore del mattino.

Per gli appassionati di comete ricordo che è sempre visibile la cometa C/2009 P1 Garrad, che avrà una magnitudine attorno a 7,2 e transiterà il giorno 16 vicino alla stella Giausar, di magnitudine 3,8, nella costellazione del Dragone, rendendo così più facile la sua individuazione al binocolo o al telescopio.

Le notti di Marzo sono dominate dal Leone, visibile ad Est già da sera. La grande costellazione zodiacale raffigura il mitico Leone nemeo, ucciso da Ercole in una delle sue fatiche e posto da Zeus i cielo, che si fa custode di alcuni tra i più preziosi tesori celesti visibili dal nostro emisfero, tra cui alcuni ammassi di galassie, le luminose M65 ed M66, M95 e M96, e molte altre. La costellazione è capitanata dalla stella principale, il “piccolo re”, Regolo, una stupenda stella azzurra.

Il giorno 22 la Luna sarà nuova, favorendo l’osservazione astronomica nei dieci giorni attorno al novilunio.

La sfida per Marzo è proprio la maratona di Messier, durissima prova di abilità osservativa telescopica, di ottima conoscenza del cielo, di una buona confidenza nell’uso delle carte celesti e degli atlanti. Maratona o no, abbiamo a disposizione un mese strepitoso per qualunque campo osservativo, da galassie ad ammassi globulari, dai pianeti alla Luna, fino alle congiunzioni.



(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium” )





IL CIELO DI FEBBRAIO



Il cielo del 15 Febbraio alla mezzanotte verso S
Le nevicate dei giorni scorsi possono disincentivare ulteriormente l’idea di passare una notte all’aperto a rimirare il cielo, ma le meraviglie che esso ci riserva ripagano appieno ogni sforzo fatto per essere lì.
Il mese si apre con la Luna crescente, poco oltre il primo quarto, che sarà visibile nei primi giorni come una falce sempre più grande e alta nel cielo occidentale, al crepuscolo, che si presenterà così con un suggestivo quadretto di astri luminosi, allineati prospetticamente, i cui protagonisti saranno, assieme alla Luna, i due pianeti più luminosi del cielo, Venere e Giove: la sera del giorno 3 sarà curioso osservare i tre astri a distanze quasi uguali tra loro.
Per i fortunati fotoamatori possessori di obiettivi fotografici grandangolari, queste manifestazioni celesti sono una ghiotta occasione per catturare l’incanto del firmamento in meravigliose fotografie a grande campo, magari con le Alpi innevate come sfondo, o con un bel mare invernale, elementi naturali che si tingono dei tenui e caldi colori crepuscolari, quasi a voler eludere le rigide temperature che caratterizzano i tramonti invernali.
A tal proposito, la dotazione minima consiste in una macchina fotografica reflex (digitale o analogica) alla quale accoppiare un luminoso obiettivo grandangolare, ad esempio un buon 18mm di focale, aperto il più possibile, da f 1,2 a f 5,6, montata su un solido treppiede fisso. Utilizzando ISO alti e tempi entro i 30 secondi (per evitare il mosso indotto dalla rotazione della volta celeste), mediante uno scatto flessibile possiamo congelare un istante ed una porzione del cielo al di sopra di noi, esaltando per bene gli astri più luminosi.

Immagine 1 – Luna, Giove e Venere al crepuscolo del giorno 3 Febbraio 2012
In queste fredde notti di Febbraio il firmamento è dominato tutta la notte dalle grandi costellazioni invernali, quali Orione, i Gemelli, l’Auriga, il Cancro, l’Idra, il Leone e la Vergine.
Il Cancro è una piccola e debole costellazione, poco evidente sia per la forma, non particolarmente intuitiva, che per la luminosità delle stelle da cui è formata, che custodiscono però uno dei più preziosi tesori del cielo, l’ammasso aperto M44, detto anche “presepe” o “alveare”.
M44 è sicuramente uno degli oggetti più semplici e spettacolari da osservare ad occhio nudo ed è anche uno tra i più antichi ammassi aperti osservati e conosciuti dall’uomo; primo fra tutti fu Galileo, per mezzo del suo telescopio, a risolvere questa “antica nebula” in un oggetto formato da una quarantina di stelle, districandone così il mistero.
Chi possiede un buon binocolo o un telescopio può risolvere chiaramente il “presepe” in stelle.
Rivolgendo lo sguardo verso i quadranti nordoccidentali del cielo è possibile individuare un gruppetto di cinque stelle molto luminose che formano una “M” o “W” a seconda dell’orientamento: si tratta della costellazione che rappresenta la leggendaria Regina di Etiopia, moglie di Cefeo, Cassiopea.
Cassiopea è una costellazione circumpolare, ovvero vicino al polo nord celeste e alla stella Polare, pertanto non tramonta mai, a patto di non avere orizzonti montani verso nord. Questa costellazione non contiene oggetti del cielo profondo particolarmente evidenti; tra i più appariscenti possiamo considerare tuttavia l’ammasso aperto M52.

Immagine 2 – Cassiopea
Essa si trova in posizione opposta al Grande Carro rispetto alla stella Polare, posizione che ne facilita molto l’individuazione.
Ritornando ad osservare verso sud possiamo incontrare la costellazione dell’Idra, un’altra costellazione che domina i cieli di Febbraio e, con la sua grande estensione, risulta essere la più vasta costellazione del cielo. Tra gli oggetti celesti visibili nell’Idra è possibile osservare con facilità l’ammasso aperto M48, al limite della visibilità ad occhio nudo, sotto cieli bui e tersi.
Il mese di Febbraio ci offre la miglior osservabilità di Venere, in massima elongazione est, che tramonta ben quattro ore dopo il Sole, rimanendo dunque ben osservabile la sera in un cielo già buio. L’osservazione telescopica del pianeta non è entusiasmante, data la totale copertura della superficie del pianeta da parte della sua spessissima coltre atmosferica. Venere presenta infatti un’atmosfera densissima, composta principalmente da anidride carbonica (CO2), che ne rende del tutto inosservabile la superficie rocciosa basaltica, il tutto immerso in un effetto serra a valanga, che porta la temperatura superficiale del pianeta oltre i 450° C in ogni punto del globo, costante sia nel giorno che nella notte venusiana. La pressione atmosferica è enorme, pari a 90 atmosfere, paragonabile a quella esercitata da una colonna d’acqua di 900 metri, il che rende particolari anche le eruzioni vulcaniche che avvengono a forma di fungo, come quelle sottomarine terrestri.

Immagine 3 – Il pianeta Venere (NASA)
Un pianeta che invece mostra perfettamente la sua purpurea superficie desertica è Marte, che si avvicina all’opposizione con il Sole, che avverrà i primi di Marzo, e che renderà il Pianeta Rosso osservabile per quasi tutta la notte, migliorando le condizioni con il passare dei giorni.
Giove, il gigante del Sistema Solare, è ancora ben osservabile in serata, ma le condizioni osservative risulteranno in netto peggioramento nel corso del mese. Il telescopio ci spalanca i cancelli dell’osservazione gioviana, rivelandone i più intimi segreti delle forme che crea la sua dinamica atmosfera, unite all’armonica giostra planetaria animata dal complesso sistema di lune del pianeta.
Febbraio vede piano piano sorgere sempre prima, durante la notte, il “signore degli anelli”, Saturno, che si rende ben osservabile nella seconda parte della notte. Al telescopio è un tripudio di dettagli, a partire dagli anelli, che rendono Saturno probabilmente il più bel pianeta del Sistema Solare. L’inclinazione di questi ultimi è nuovamente favorevole alla loro osservazione.
La notte tra il 09 e il 10 la Luna sarà visibile in congiunzione con Marte, nella costellazione del Leone, per poi avvicinarsi a Saturno nella notte tra il 12 ed il 13, questa volta nella Vergine.
Il giorno 25, in serata, ci sarà una spettacolare congiunzione tra Luna e Venere, luminosissimi nel cielo crepuscolare occidentale; il giorno seguente il nostro satellite si avvicinerà anche a Giove.
Per chi si volesse cimentare nell’osservazione di oggetti sporadici è possibile tentare l’individuazione della cometa C/2009 P1 Garradd, non visibile ad occhio nudo, ma ben visibile al telescopio e con un buon binocolo. La sua posizione nel corso del mese si sposterà dalla costellazione dell’Ercole a quella del Dragone, in una zona del cielo circumpolare, che la rende visibile tutta la notte, anche se conviene osservarla all’alba, quando sarà molto alta in cielo.

Immagine 4 – Percorso della cometa Garradd (cortesia www.uai.it)

Per chi volesse osservare la cometa cercandola con le coordinate, riporto qui il sito di riferimento per la posizione esatta calcolata: “Minor Planet Center” (http://scully.cfa.harvard.edu/cgi-bin/returnprepeph.cgi?d=c&o=CK09P010).
Bisogna ricordare che il cielo ci riserva sempre delle sorprese, delle meraviglie ancor nascoste, di cui siamo ora totalmente ignari.
E’ solo stando con gli occhi all’insù che possiamo cogliere quell’istante irripetibile, sia esso segnato dal fulgido transito di una meteora, da un burst cometario, da una supernova o, più semplicemente, dal luccicare dei tanti puntini luminosi scolpiti in cielo, che ora, per un motivo o per un altro, ci sembrano brillare come non mai.
E’ proprio l’imprevedibile a disegnare quella sfumatura di unicità che rende maggiormente affascinante ed attraente l’osservazione celeste.

(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium” )





IL CIELO DI GENNAIO



Il cielo del 15 Gennaio alla mezzanotte verso S

Le gelide notti invernali, che caratterizzano questo periodo dell’anno, in cui è massima la loro durata, offrono all’osservatore un’ampia finestra di cielo, che spazia da quello autunnale, ancora visibile nelle prime ore della sera, a quello strettamente invernale, visibile nella parte centrale della notte, fino al sorgere ad Est delle prime costellazioni primaverili, poco prima dell’alba. Infatti, dopo le 5 del mattino, fanno capolino sull’orizzonte orientale costellazioni come Ercole, la Lira ed il Cigno, tipiche del cielo primaverile ed estivo.

Le prime sere del mese vedranno come protagonista la Luna, che ad inizio mese sarà al primo quarto, per essere piena il giorno 9.

Il 2 di Gennaio sarà molto interessante osservare la congiunzione abbastanza stretta tra il nostro satellite naturale ed il “gigante” del Sistema Solare, Giove: i due corpi infatti si troveranno a 4,8° di distanza tra loro. In Astronomia una congiunzione avviene quando si trovano a distanza ravvicinata due o più astri luminosi nel cielo, dando origine ad un fenomeno naturale spesso molto suggestivo e che cattura l’attenzione visiva di chi alza gli occhi al cielo. Bisogna sottolineare, a tal proposito, che le congiunzioni sono il solo frutto della prospettiva tra due o più corpi nello spazio, il che non indica nessun legame fisico tra gli astri in congiunzione.

Il fascino e la suggestività che evoca la visione del cielo lacrimante di stelle sono intimamente legati alla parte più emotiva dell’uomo, rendendo lo spettacolo unico ed impagabile agli animi più sensibili verso le bellezze che la Natura ci offre quotidianamente: la silenziosa poesia delle “stelle cadenti”, erranti ed evanescenti corpuscoli luminosi che solcano i cieli nelle più disparate direzioni, lasciando una flebile scia dietro sé, ed un ricordo di un’emozione che è sempre rinnovata, quasi come se si vedessero sempre per la prima ed ultima volta. A riprova di ciò l’anno nuovo si apre quasi subito con uno sciame meteoritico abbastanza importante, quello delle Quadrantidi. Questo sciame prende il nome da una costellazione che oramai non esiste più, il Quadrante Murale, ormai annessa alla costellazione del Bootes (il Bifolco). Le meteore saranno visibili nella seconda parte della notte tra il 3 ed il 4 Gennaio, con il radiante vicino alla costellazione del Bootes, e non saranno troppo disturbate dalla luce della Luna come le Geminidi, che hanno interessato il mese scorso. Per osservare le Quadrantidi bisognerà avere la pazienza di attendere le ultime ore della notte, poco prima del crepuscolo, affinché sorga il radiante nei quadranti orientali del cielo.

Parlando di cielo è interessante notare come in inverno spesso si verifichino condizioni meteorologiche particolarmente adatte all’osservazione astronomica; non si può non pensare alla limpidezza di tante gelide nottate invernali, caratterizzate da temperature basse e da bassi valori di umidità, che rende l’atmosfera molto più trasparente e meno sensibile alla diffusione della luce delle città (fenomeno dell’inquinamento luminoso). Capita spesso che grandi masse d’aria fredda ed umida scendano dal nord Europa verso le nostre latitudini ma, incontrando la catena alpina, danno origine al fenomeno di Stau e Föhn (o Favonio). Lo Stau si verifica sui versanti settentrionali delle Alpi e provoca copiose precipitazioni, le quali tendono ad abbassare l’umidità della massa d’aria in movimento che, valicate le montagne, diventa estremamente secca e più calda, tanto che, ridiscendendo i versanti meridionali fino a raggiungere la Pianura Padana ed il resto del centro nord italiano, offre un’ottima trasparenza atmosferica, che ci regala paesaggi mozzafiato di giorno e cieli tersi e bui la notte.


Immagine 1 – Rappresentazione di Stau e Föhn

Un altro fenomeno meteorologico che spesso avviene nel periodo freddo è quello dell’inversione termica, che porta l’aria più fredda a valle e quella più calda e leggera a monte, favorendo il massiccio sviluppo di nebbie e foschie in basso. Queste nebbie basse sono molto favorevoli per chi osserva da zone sufficientemente elevate da esserne al di sopra, poiché oscurano la gran parte delle luci delle città.

Il giorno 4, alle ore 3:02, la Terra si troverà al perielio, ovvero nel punto della sua orbita in cui si trova più vicina al Sole, a 0,938 Unità Astronomiche, che corrispondono a circa 147 milioni di chilometri.

Le notti di Gennaio sono dominate dalla maestosa costellazione dei Gemelli, facilmente individuabile una volta identificate Castore e Polluce, le sue due stelle principali, che brillano molto luminose e relativamente vicine fra loro, il Toro, Orione ed il Leone. L’individuazione dei Gemelli è facilitata dalla visione del grande quadrilatero che ne caratterizza la sua parte centrale.

All’interno dei confini della costellazione è possibile osservare un bellissimo ammasso globulare, M35, già visibile con un buon binocolo, ma apprezzabile solo con un telescopio che, se di buona qualità, anche con un diametro dell’obiettivo molto piccolo (90-100mm), è in grado di risolvere le stelle dell’ammasso. Un altro oggetto celeste del cielo profondo visibile nei Gemelli è la nebulosa Eskimo o Clown, catalogata con la sigla NGC 2392, accessibile però solamente a chi possiede un telescopio almeno di 150 mm di apertura e visibile comunque come un dischetto grigio azzurro.


Immagine 2 – La costellazione dei Gemelli

Le sere di Gennaio saranno dominate dal pianeta Giove, che si vedrà sempre meno, tramontando via via prima, col passare dei giorni. Sarà sempre interessante osservare i suoi 4 satelliti “galileiani” (Io, Europa, Ganimede e Callisto) ed i particolari della sua atmosfera.

Marte sarà un oggetto molto interessante da osservare, giacché migliorerà nel corso del mese la sua osservabilità, come Saturno, che però sarà ancora troppo basso per essere osservato in modo ottimale. Il pianeta rosso non è un oggetto semplice poiché, pur essendo vicino, è molto piccolo, dunque non è semplice trovare dettagli sul pianeta. Con un telescopio amatoriale però già si riescono ad intravedere le calotte polari ghiacciate e qualche zona chiara e scura sul pianeta, che appare realmente di un rosso che tende all’arancione giallino.

Mercurio, il pianeta più vicino al Sole, sarà ancora visibile al mattino, ma si avvicinerà sempre più al Sole, mentre per chi si vuole cimentare nell’osservazione di Venere il periodo è assolutamente ottimale, dato che il pianeta sarà ben visibile dopo il tramonto, ancora abbastanza alto in cielo.

Nella notte tra il 13 ed il 14 saranno in congiunzione la Luna e Marte, vicino al Leone; le prime ore del mattino del giorno 16 sarà Saturno ad essere in congiunzione con la Luna.

Uno spettacolo molto suggestivo sarà offerto dalla congiunzione tra Venere e la Luna, che avverrà la sera del 26, ad Ovest, con Venere luminosissimo vicino ad una sottile falce di Luna crescente.

Scrivendo e parlando di osservazione del cielo, di fenomeni astronomici che si verificano ciclicamente, come le congiunzioni, le eclissi ed il moto dei pianeti, o fenomeni che si verificano sporadicamente, come i passaggi di comete, le supernove e altri ancora, mi fa riflettere su quanto sia possibile oggigiorno conoscere e prevedere delle infinite “danze” cosmiche e della fenomenologia ad esse correlata: a questo provvede la moderna tecnologia e la conoscenza che da essa deriva, grazie al massiccio utilizzo di strumenti altamente tecnologici e sofisticati, in grado di speculare l’Universo fino ai suoi confini, in termini di spazio e di tempo.

Rifletto su quanto però l’uomo del passato conoscesse del cielo e dei suoi fenomeni, senza l’ausilio della tecnologia come noi la conosciamo, ma con la saggia interpretazione di un’osservazione profonda e sistematica, che diveniva parte della vita stessa degli uomini, fonte inesauribile di apprendimento e di sapere, dalla quale forse noi oggi ci siamo allontanati un po’ troppo.

Alla luce di quanto detto finora, mi sento di invitare chiunque legga queste righe a non vedere il firmamento solo come un grande calendario celeste, seguendo solamente gli avvenimenti più belli che accadono, ma di fermarsi, anche un solo istante, in una notte qualsiasi, in un momento qualsiasi, e di guardare in alto, dovunque, perché non ha importanza la direzione che prende lo sguardo; fatevi guidare solo dall’emozione che il cielo trasmette, un’emozione che è sempre diversa, nuova ogni volta che lo si guarda, cogliendo la vera essenza di quel fondo nero puntinato di luci, guardandoci dentro nel nostro profondo, noi che siamo figli delle stelle, e scoprendo magari che in fondo quello che vediamo dentro di noi non è poi molto diverso da quello che vediamo in cielo.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium” - Immagine 1 tratta da meteo-bourgogne.com)





IL CIELO DI DICEMBRE



Il cielo del 15 Dicembre alla mezzanotte verso E-SE

Dicembre mese che, come un Caronte traghettatore, ci guida alla transizione stagionale tra l’autunno e l’inverno.

Quest’anno, proprio il giorno 22, alle ore 5:30 del mattino, avverrà il solstizio d’inverno, ovvero il punto dell’orbita terrestre dove l’inclinazione del suo asse porta il Sole alla declinazione minima nel suo percorso apparente durante l’anno sull’eclittica.

A cavallo tra il 21 ed il 22 si potrà dunque assistere alla notte più lunga dell’anno, preceduta dal giorno in cui il Sole segna nel cielo l’arco apparente più piccolo dell’anno, transitando alla minima altezza sull’orizzonte.

Parlando di solstizio vale la pena spendere due parole sull’antica osservazione di questo fenomeno celeste in Europa, ad esempio citando il sito di Stonehenge, dove ancora oggi viene celebrato il rituale dei solstizi, cui il sito megalitico pare essere in stretta relazione geometrica.


Immagine 1 – Il sito megalitico di Stonehenge nel solstizio invernale

Torniamo ai nostri cieli notturni e immaginiamo di organizzare una serata osservativa i primi giorni del mese. Ci accorgeremo subito che il cielo sarà illuminato dalla Luna che, padrona indiscussa della volta celeste, limiterà di molto le possibilità osservative in condizioni di buio totale. D’altra parte la Luna stessa è un soggetto decisamente affascinante: e allora perché non dirigere i nostri sguardi verso la nostra bellissima compagna di viaggio? Con un buon binocolo o un piccolo telescopio il nostro satellite naturale mostra un’infinità di dettagli, sempre diversi da un giorno all’altro, poiché cambia la fase e con essa l’angolo di incidenza della luce solare sulla sua superficie, modificando le ombre ed illuminando parti sempre diverse. Il periodo peggiore per osservare la Luna è infatti quando essa è piena. Viene da chiedersi il perché. Il motivo è legato al fatto che noi osserviamo meglio i particolari man mano aumenta il loro contrasto; l’ombra proiettata di un cratere o di una montagna ne aumenta notevolmente il contrasto. Nella fase di Luna piena la luce solare incidente è perpendicolare alla superficie, dunque non produce ombre, riducendo al minimo il contrasto. Possiamo così dedurre che sia favorevole l’osservazione lunare nei giorni in cui essa cresce o decresce, concentrandoci sempre sul terminale, ovvero quella linea che separa il giorno dalla notte sul disco lunare, per capirci la parte illuminata da quella oscura. Lungo il terminale potremo perderci in un caotico mostrarsi di crateri piccoli, grandi e giganteschi, di montagne e catene montuose, di grandi pianure basaltiche generate da antiche colate laviche, i “mari”.

Chi è bravo nell’arte del disegno può cimentarsi nel disegnare i particolari che osserva al telescopio, stando comodamente seduto con l’occhio all’oculare. La tecnica del disegno, oggi snobbata e considerata obsoleta, è in ogni modo molto affascinante e crea quel “qualcosa” di personale in più che spesso nemmeno la fotografia stessa rende. Fotografia che ovviamente può regalare paesaggi lunari mozzafiato, se realizzata con strumenti e tecniche adeguati.

Il giorno 10 si verificherà un’eclissi totale di Luna, purtroppo non visibile dall’Europa; sarà visibile dall’oceano Pacifico e dall’Asia. Non è da escludere di poter assistere alla parte finale dell’eclissi appena la Luna sarà visibile in cielo dall’Italia, verso le 16:45 ora locale.

Il cielo in cui la Luna si sposterà in Dicembre è un cielo che vede sorgere pian piano tutte le costellazioni tipiche del cielo invernale. Il triangolo estivo, formato dalle costellazioni del Cigno, dell’Aquila e della Lira e rappresentato dalle loro rispettive stelle principali Deneb, Altair e Vega, inizia a vedersi sempre meno, verso sera ad ovest, lasciando spazio alle costellazioni caratteristiche della stagione fredda, come i Gemelli, Orione, il Leone, la Vergine, che sorgono dall’orizzonte est e dominano la lunga notte fino alle luci del crepuscolo.

Il grande Leone è una bella costellazione, enorme, imponente e maestosa nelle gelide notti invernali. La sua forma in cielo ricorda molto quella di un ferro da stiro, e si individua molto bene la sua stella principale Regolo.


Immagine 2 – La costellazione del Leone con Marte

All’interno di questa costellazione si trovano molte belle galassie, purtroppo non accessibili a strumenti piccoli, ma la stellina rossa che sarà visibile sotto la pancia del Leone sarà invece osservabile anche con piccoli telescopi, trattandosi realmente non di una stella ma del Pianeta Rosso, Marte, che in questo periodo dell’anno si trova appunto in questa costellazione e durante tutto Dicembre migliorerà sempre di più le condizioni osservative, anticipando il suo sorgere giorno dopo giorno.

Se abbiamo a disposizione un binocolo o un piccolo telescopio, possiamo cimentarci nell’osservazione sistematica di Luna e Giove, per gran parte del mese, dato che il pianeta gigante, l’astro più luminoso in cielo dopo Venere, è ancora ben visibile, sebbene l’intervallo di osservabilità sia destinato a diminuire nel progredire dei giorni. Possiamo trovare Giove a Sud già nelle prime ore della notte, nel suo punto di culminazione, per poi abbassarsi verso Sud-Ovest nelle ore successive.

Verso la fine del mese sarà ben osservabile Mercurio, che dal 21 Dicembre sorgerà con quasi 2 ore di anticipo sul Sole, raggiungendo una distanza angolare di quasi 22° da quest’ultimo e rendendosi dunque ben osservabile prima dell’alba.

Al contrario Venere sarà osservabile dopo il tramonto per poco tempo nel cielo scuro, ma la situazione migliorerà nell’arco del mese, portando il pianeta più luminoso del cielo ad una distanza temporale di 2 ore e mezza dal Sole.    Venere sarà in congiunzione con la Luna il giorno 27 Dicembre, creando una suggestiva immagine da immortalare in qualche fotogramma.

Un altro bellissimo pianeta che a fine mese sarà già ben osservabile è Saturno, il “signore degli anelli”. Il meraviglioso gigante inanellato si potrà scorgere a notte fonda, verso le prime ore del mattino già alto nel cielo verso sud-est, non lontano dalla stella Spica, nella costellazione della Vergine. Con un piccolo telescopio possiamo già individuare la struttura dell’anello, ben contrastata sul disco del pianeta. E’ però con strumenti mediamente grandi (nell’ordine dei 15-20 cm di diametro) che emergono una serie di particolari che rendono Saturno il pianeta più affascinante del cielo. All’oculare si può scorgere così la famigerata divisione di Cassini, un “cerchio” scuro che divide in due l’anello (in realtà diviso in centinaia di anelli), scoperta dall’astronomo ligure Giandomenico Cassini, di Perinaldo (IM), che per primo scoprì la natura anulare degli anelli che erano stati osservati in precedenza da Galileo, che, per i forti limiti strumentali, aveva supposto fossero due lune di Saturno. Il giorno 20 Saturno sarà in congiunzione con la Luna: potrebbe essere interessante catturare i due astri in fotografia.

Un pianeta al limite dell’osservabilità al binocolo e, per i più allenati, anche ad occhio nudo (sotto cieli perfettamente bui) è Urano, che sarà ben alto nella prima parte della notte ad inizio mese, peggiorando la sua osservabilità nel corso di Dicembre.

La notte tra il 13 ed il 14 ci sarà il picco dello sciame meteoritico delle Geminidi, purtroppo vanificato dalla ingombrante presenza in cielo della Luna quasi piena, pertanto presente per tutta la durata della notte.

La lunghezza del periodo buio e soprattutto le temperature basse di questo mese possono scoraggiare parecchio un’eventuale serata osservativa. Vorrei sottolineare però che i più temerari, al costo di affrontare le gelide nottate sotto zero in montagna, potrebbero essere ripagati da un cielo mozzafiato, molto più buio e secco del cielo estivo, per molte più ore. Personalmente trovo il cielo invernale molto suggestivo, tenendo presente che in inverno, con le temperature così basse, quando le condizioni atmosferiche sono favorevoli, la nostra volta stellata diventa come una silenziosa e fredda cascata di diamanti, rubini e zaffiri, incastonati in un velluto nero, che brillano di una luce ormai rara e rarefatta, oscurata e prepotentemente violentata dalle luci delle nostre città. Il cielo è sempre più invisibile, forse vale la pena passare una notte al freddo per ammirare quello che i nostri avi hanno considerato sacro, e che forse i nostri posteri non vedranno mai.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium” - Immagine 1 fonte: www.astronomia.com)






IL CIELO DI NOVEMBRE


Dopo la breve introduzione alla storia dell’osservazione, proviamo allora ad uscire all’aperto, o a guardare fuori dalla finestra di casa, rivolgendo anche noi lo sguardo verso l’alto: sicuramente chi abita fuori dai centri abitati e lontano da luci fastidiose avrà la possibilità di vedere al meglio il cielo stellato.

Avere la possibilità di recarsi in zone buie è certamente un grosso vantaggio a favore di una buona e coinvolgente osservazione celeste; due fondamentali elementi, oltre alla trasparenza del cielo, sono la visuale disponibile, ovvero l’orizzonte unito alla porzione di cielo visibile, e il maggior buio possibile. E’ davvero impressionante infatti quanto la luce possa letteralmente cancellare il delicatissimo firmamento stellato.


Il cielo autunnale

Immaginiamo allora di essere in un luogo buio, lontani dalle città, sotto un cielo completamente stellato visibile sopra di noi: come ci orientiamo?

Il primo passo da fare è trovare il riferimento più importante della volta celeste, la stella Polare, che ne indica all’incirca il polo nord. Proprio per la quasi coincidenza della stella Polare col polo nord celeste (punto in cui si proietta l’asse di rotazione apparente della volta celeste nel cielo boreale) essa risulta sempre ferma nella stessa posizione: se la osserviamo durante tutta la notte, e in tutte le notti dell’anno, non la vedremo mai spostarsi, mentre il resto delle stelle le ruoterà attorno in senso antiorario, disegnando archi sempre più lunghi mano a mano ci si allontana da essa, avvicinandosi all’equatore celeste.

Ma come si trova la Polare? Esiste una tecnica molto efficace per arrivare alla nostra stella Polare, dal momento che purtroppo non è un astro molto appariscente nel cielo, ma bisogna armarsi anche di un po’ di fantasia. Si deve individuare dapprima il “grande carro”, una porzione della costellazione dell’Orsa Maggiore e, una volta inquadrato, si deve immaginare come se fosse un pentolino col manico. Ora congiungiamo le due stelle di destra del rettangolo del pentolino e, fatto ciò, immaginiamo di accendere un fuoco al di sotto del nostro pentolino; se seguiamo il percorso del vapore che sale, lungo l’asse che unisce le due stelle di cui sopra, circa cinque volte la loro distanza, arriviamo proprio sulla Polare (immagine 1). Ecco che abbiamo fissato il primo punto cardine del firmamento.


Immagine 1 – Metodo di individuazione della Stella Polare

Un buon binocolo è sicuramente il miglior strumento per iniziare a conoscere il cielo, prima di passare al telescopio, regalandone un’immagine stereoscopica e naturale, quasi intuitiva e sempre emozionante, tanto che, anche con un telescopio a disposizione, è sempre un piacere immenso perdersi nel grande campo di un binocolo.

Una calda giacca a vento, una sdraio, un buon binocolo, un tavolino con luce rossa e un valido atlante celeste sono gli ingredienti essenziali per iniziare il nostro viaggio tra le stelle.

Se orientiamo il nostro sguardo verso sud, di questi periodi, possiamo osservare una costellazione tra le più maestose ed affascinanti del cielo, Orione. Costellazione tipica del cielo autunnale-invernale, nel mese di Novembre sorge in prima serata e domina tutta la notte. A formare la figura del leggendario cacciatore sono numerose stelle, tutte molto appariscenti, ma delle quali due sono particolarmente brillanti: Betelgeuse, sulla sua spalla sinistra, è una stella super gigante rossa, luminosissimo rubino celeste, e Rigel, una gigante blu, splende incontrastata di una luce azzurro chiaro. Con l’ausilio di un buon atlante del cielo possiamo facilmente individuare il tesoro più prezioso che Orione custodisce: M42, la grande nebulosa di Orione, una gigantesca nuvola di gas (idrogeno principalmente) e polveri, dove nascono stelle nuove. M42 si trova nella spada di Orione, ed è già individuabile ad occhio nudo, come una nuvoletta chiara sfocata; con un buon binocolo si ha già un’immagine mozzafiato di questo oggetto celeste, tra i più belli del nostro cielo.

Non lontano da Orione, in questo periodo dell’anno, possiamo individuare un astro molto luminoso, alto verso sud: si tratta del pianeta Giove. Il gigante del Sistema Solare, transitando nell’Ariete, si rende visibile per gran parte della notte, brillando come l’astro più luminoso del cielo. Al binocolo Giove mostra i suoi quattro satelliti naturali, Io, Europa, Ganimede e Callisto, visibili come minuscole stelline vicine al pianeta, che si presenta come un grosso punto luminoso di colore biancastro. Al telescopio Giove si mostra in tutta la sua bellezza, in un tripudio di dettagli superficiali che richiede intere nottate di osservazione per vederli tutti; la grande macchia rossa, un uragano grande due volte la Terra, si rende visibile, come tutti i festoni e le bande della sua densa atmosfera.

Il giorno 14 Novembre è il miglior momento per tentare l’osservazione di Mercurio, anche al binocolo, che sarà visibile come una stellina nelle luci del tramonto.

Per quanto riguarda gli altri pianeti possiamo tentare l’osservazione di Venere poco dopo il tramonto, visibile come un astro luminosissimo verso ovest, che presenta la tipica “falce” della fase dei pianeti interni (Mercurio e Venere), se visto al binocolo. Sono visibili anche Urano e Nettuno, ma non ad occhio nudo, e risultano comunque scarsamente interessanti anche con piccoli telescopi.


Giove al telescopio - Foto di Valerio Vivaldi

Spostandoci nel Toro avremo la possibilità di individuare le Pleiadi, un ammasso aperto di stelle, facilmente visibili ad occhio nudo ed emozionanti al binocolo, data la loro luminosità fortemente tendente all’azzurro. Le Pleiadi sono stelle molto giovani e, viste in un binocolo o telescopio, si mostrano ancora attorniate dal gas che le ha generate, ben visibile attorno a Merope, come una chiara nebulosità diffusa.

Un altro oggetto che merita la nostra attenzione è sicuramente la galassia di Andromeda, M31, che è anche l’oggetto più lontano visibile ad occhio nudo, distante 2,2 milioni di anni luce, ma solo sotto i cieli bui di alta montagna. Andromeda si presenta al binocolo come un batuffolo nebuloso azzurrino, ben definito, dalle dimensioni apparenti doppie rispetto al disco lunare. E’ solo con un telescopio però che riusciamo a vederne i dettagli, le polveri scure su di essa e l’estensione della zona periferica della spirale. Sono ben visibili anche le due galassie ellittiche satellite, M32 e M110.

Tra gli eventi più importanti di Novembre ci sono le Leonidi, uno sciame meteoritico molto attivo negli ultimi anni, capace di dare spettacolo. Si tratta di una pioggia di meteoriti che provengono da un punto apparente del cielo, detto radiante, che in questo caso si trova nella costellazione del Leone. Esse sono previste con un picco massimo nella notte tra il 17 ed il 18 Novembre, che potrebbe regalarci emozionanti visioni di molti meteoriti.

Da sottolineare il 19 Novembre quando, poco prima dell’alba, potremo scorgere la falce sottile della Luna calante vicina al pianeta Marte e alla stella Regolo. Un’altra bella congiunzione avverrà il giorno 26 Novembre, quando saranno molto vicini Mercurio, Venere e la Luna, immersi nelle luci del tramonto.


(Elaborazioni immagini di Valerio Vivaldi mediante software “Stellarium”)




 

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