Scienze di Madre Terra

I Cristalli, questi sconosciuti

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24 Gennaio 2013

I cristalli nella storia sono sempre stati legati a poteri misteriosi e ad affascinanti leggende

Le pietre preziose e i cristalli nascondono molti segreti e forse anche proprietà terapeutiche, ma l’attuale conservatorismo delle idee ci impedisce di approfondire l’argomento


Le pietre preziose sono conosciute soprattutto per le loro qualità estetiche. Eppure sono molti ormai coloro che hanno intuito e sono rimasti affascinati o incuriositi dagli aspetti insoliti che le gemme nascondono e che si rivelano molte volte sotto forma di leggende, credenze e superstizioni, legate ad antiche tradizioni.

I cristalli, per la loro forma e struttura, hanno innegabilmente un posto di rilievo nella storia dell’uomo. Questi prodotti naturali suscitano da sempre un particolare interesse: numerosi ritrovamenti testimoniano come le gemme fossero conosciute sin dai primordi della storia umana e rivestite di particolari significati.

Presso gli antichi egizi ad esempio era d'uso farne amuleti protettivi in vita e nell'aldilà, nell'antica Grecia invece o presso i romani i cristalli erano usati per sortilegi magici, non sempre a sfondo benevolo.

Oggigiorno l'approccio con le gemme è per lo più di tipo scientifico e commerciale. Le proprietà sconosciute vengono trattate o a livello di superstizione o indagate in sordina, da privati ricercatori appassionati del settore, tra lo scetticismo dell’attuale conservatorismo delle idee che attribuisce poca credibilità al tema perché influenzato dai pregiudizi degli ambienti scientifici.

L’unico aiuto che possiamo avere per affrontare una ricerca sulle proprietà dei cristalli è la chiave interpretativa che ci forniscono i Popoli naturali, quelle culture native che hanno mantenuto le loro tradizioni e la loro scienza nonostante le colonizzazioni e l’opera di disintegrazione compiuta dalle grandi religioni. Popoli che nonostante siano relegati nel ruolo di culture primitive, vengono depredati delle loro conoscenze tradizionali da parte della società maggioritaria.


Cristalli di quarzo jalino, detto cristallo di rocca

I Popoli naturali sono depositari di antichissime conoscenze scientifiche che scaturiscono dal pragmatismo nell’affrontare la ricerca sull’universo che ci circonda. Il loro massimo riferimento è la Natura: nel Gran Libro della Natura traggono le conoscenze e i metodi di indagine sui prodotti di Madre Terra. Dal contatto con queste culture si possono trarre preziosi insegnamenti per approfondire le proprietà nascoste dei cristalli e delle gemme.

Nella nostra epoca si è indagato molto sulle proprietà fisiche dei cristalli e sulle loro origini, oltre che sulla loro classificazione in classi e tipologie. Il loro fascino spinge gli appassionati a dedicarsi alla ricerca, allo scambio ed al collezionismo. Altri ne fanno invece una questione puramente commerciale.

Ma l’interesse che questi pezzettini di pianeta suscitano non si ferma qui. In determinate occasioni è costume sociale regalare gemme montate su anelli, orecchini, collane e questa usanza testimonia come esse assumano ancora oggi un significato particolarmente simbolico nelle vicende umane.

Bisogna inoltre aggiungere che anche la scelta delle gemme non è mai casuale: è soggetta al gusto personale o all’evento che ne determina l’acquisto.

Nel corso dei secoli fattori culturali, sociali, economici hanno determinato l’importanza delle gemme nella storia. Ma al di là delle mode delle specifiche epoche storiche, che cosa si cela dietro il fascino misterioso che queste pietre esercitano su di noi? Quali fattori hanno determinato la loro importanza nel corso dei secoli, tanto da venirne tramandato l’uso a mezzo di leggende e superstizioni legate ad antiche culture e tradizioni sparse su tutto il pianeta?

Sono molti gli interrogativi che i cristalli possono suscitare e a cui è difficile dare una risposta.


Le 22 pietre dell’Hatmar, la via spirituale degli antichi druidi legata alle gemme

Molti sono anche gli uomini, e non solo le donne, che rimangono affascinati e coinvolti dallo strano potere che le pietre preziose sembrano esercitare. La storia è intrisa di aneddoti sull’uso superstizioso delle gemme da parte di personaggi illustri.

Purtroppo non esiste, nella cultura attuale, una memoria storica che abbia conservato dati precisi sull’uso delle proprietà sconosciute dei cristalli, da cui poter attingere per le ricerche.

Ma se è difficile reperire dati storici sull'argomento, più facile è invece venire a contatto con superstizioni, leggende e credenze popolari. Ogni cultura è ricca di aneddoti e credenze in cui si fa riferimento alle pietre preziose o ai cristalli, e il folklore popolare ci tramanda storie e leggende che riflettono antiche sapienze in cui i cristalli sono protagonisti.

Esistono storie molto suggestive sulle gemme, come ad esempio la leggenda irlandese di Aimitis (nome gaelico che significa ametista) che narra di una principessa che era angustiata dal suo potere di far innamorare tutti gli uomini che la guardavano, fino a perdere la ragione. Anche il principe che essa amava segretamente non era immune da tale malia, ed Aimitis se ne disperava perché lo avrebbe voluto forte e saggio. Ma una maga venne in suo aiuto consegnandole una pietra viola e lucente che avrebbe compiuto il miracolo. E così fu: a contatto con la bella pietra il principe rinsavì e diventò l'uomo forte e saggio che lei desiderava al suo fianco. La pietra era naturalmente l'ametista.

Secondo la leggenda, l'ametista fu conosciuta come la pietra che preserva dall'ubriachezza di ogni genere: dall'ebbrezza provocata dal troppo vino, a quella dell'amore.

Numerose sono le leggende riferite alle proprietà malefiche del diamante o del berillo. Se per alcune fonti il diamante ha virtù terapeutiche come guarire dalla pazzia o da malattie incurabili, per altre è considerato un potentissimo veleno: si dice che Benvenuto Cellini rischiò di morire per un sortilegio a base di diamante, ma fu salvato dal fatto che gli aspiranti assassini, per sbaglio, usarono del berillo.


“L'Antico Libro delle Gemme” di Rosalba Nattero, edito da Keltia

Una gemma particolarmente legata a leggende e detti popolari è l'ambra, molto usata in gioielleria e rinomata per il suo fascino discreto, pur non facendo parte della categoria delle "pietre preziose".

Tra le leggende legate all'ambra, una di queste propone un'interessante versione sulle sue origini: lega infatti la scoperta di questa pietra al Piemonte.

Ci riferiamo alle rivelazioni di Plinio il Vecchio (23-78 d.C.), naturalista dell'antica Roma che tra le sue numerose opere scrisse un trattato in 37 volumi conosciuto come la "Naturalis Historia". Plinio dedica il suo trentasettesimo volume interamente alle proprietà delle gemme e dei cristalli, facendosi così precursore di una materia, la gemmologia, che nella storia contemporanea fu introdotta solo nel secolo scorso. Plinio il Vecchio, per sua ammissione, traeva le sue conoscenze dal contatto con i sacerdoti dei Celti, i druidi dell’epoca.

Nel suo esauriente trattato, una vera miniera per gli storici e i gemmologi, Plinio parla soprattutto degli aspetti meno noti delle gemme, oggi decisamente in disuso: l'aspetto terapeutico, il loro possibile uso magico e le loro origini leggendarie. Temi che la Scienza ufficiale considera “pseudoscienze” a cui non attribuisce dati attendibili, ma come non esserne incuriositi? Approfondendo l'argomento ci si trova di fronte a delle sorprese, come la leggenda legata all’ambra.

Scrive Plinio: "Dicono i Greci che le sorelle di Fetonte, piangendo lui morto di saetta nel cielo, si convertirono in alberi chiamati oppii, i quali per le loro lagrime gettano ogni anno elettro, ciobra, appresso il fiume Eridano, che noi chiamiamo Po; e dicono assai poeti, ch’è chiamato elettro perché il sole si domanda Elettore; e i primi, come io stimo, che dissero questa favola, furono Eschilo, Filosseno, Nicandro, Euripide e Satiro".

Il mito ellenico riferito all'ambra viene trattato anche da Ovidio nel libro II delle Metamorfosi.

La leggenda citata da Plinio si riferisce al mito di Fetonte, figlio del Sole, eroe della mitologia greca che secondo la leggenda più s'impadronì del carro del padre ma, non sapendo guidare i cavalli, si avvicinò tanto alla Terra che l'avrebbe bruciata senza l'intervento di Zeus, il quale, colpendolo con il fulmine, lo fece precipitare nell'Eridano (l'attuale Po).


L’ambra nelle tradizioni elleniche e in quelle del Piemonte è stata associata al mito di Fetonte

Il mito di Fetonte è stato interpretato in molti modi tra cui una versione diffusa è quella che vede nella leggenda un'allegoria riferita alla caduta di un corpo celeste sulla Terra avvenuta migliaia di anni fa. Secondo questa versione il corpo sarebbe precipitato proprio in Torino, e precisamente nel punto d'incontro tra il Po e la Dora.

Questa leggenda viene interpretata in altro modo dalle “Famiglie celtiche” che ancora oggi sono prosecutrici dell’antica tradizione celtica in Piemonte. Secondo queste, Fetonte non sarebbe “caduto” ma “disceso” sulla Terra, nelle valli piemontesi, e questa precisazione sta ad indicare una precisa scelta da parte del dio che voleva portare un messaggio o una conoscenza agli uomini della civiltà di allora, in epoche ancestrali.

Scrive ancora Plinio: "... ed è manifesta la cagione della favola, la quale vuole ch'è nasca in Po; perché ancora oggi le donne contadine oltre il Po usano portare l'ambra in collane per ornamento, e ne fanno ancora medicina, perché credono che essa guarisca le senici e gli stranguglioni (laringiti e tonsilliti - NdA), i quali per rispetto di varie sorti d'acqua, che sono in quel paese, offendono la gola e la carne vicina".

Ma Plinio non è la sola fonte storica a citare le qualità curative dell'ambra: secondo Callistrato, il famoso oratore ateniese, la gemma è utile a tutte le età contro le affezioni linfatiche, sia che la si indossi, sia che si beva l'acqua in cui ha bollito. Sempre secondo questo autore, il "chryselectrum", una qualità di ambra da lui stesso così denominata, avente la proprietà di accendersi rapidamente appena la si avvicina al fuoco, attaccato al collo avrebbe la proprietà di guarire dalla febbre; mescolato con il miele rosato eliminerebbe il mal d'orecchio, ridotto in polvere è consigliato per i dolori di stomaco.

Che l'ambra sia una gemma particolare lo dimostra la sua stessa natura. Conosciuta in gemmologia come "succino" e definita come "minerale organico amorfo", l'ambra è uno dei pochi minerali organici usati come gemma. Composta da resina fossile, proviene soprattutto da foreste conifere che, da sessanta a settanta milioni di anni fa, nell'era terziaria, prosperarono sulle coste del Mar Baltico. Rinvenuta perlopiù sulle coste e sulle rive dei fiumi, l'ambra è oggi conosciuta e apprezzata soprattutto come gemma.


Cristalli di ametista, la pietra che secondo le leggende preserva dall’ubriachezza e dalle dipendenze

Antichissimo è il suo uso nella storia. A Palmnicken e a Schwarzort (Germania) sono stati rinvenuti i resti di imponenti industrie per la lavorazione dell'ambra che risalgono al neolitico; già nel paleolitico superiore, questo materiale aveva un ampio mercato di diffusione in tutta Europa e sulle rive orientali del Mediterraneo.

Circa undicimila anni fa l'ambra era impiegata non soltanto per gioielli e oggetti ornamentali ma anche per la cura di malattie come l'asma o i reumatismi.

A Zeus, Dio del cielo della mitologia greca, padre degli Dei e degli uomini, veniva consacrata l'ambra gialla. Nei templi olimpici, Zeus veniva incensato con i fumi di questa resina ed i popoli veneravano amuleti intagliati dall'ambra considerandoli porta-fortuna. In Oriente ancora oggi ed in particolar modo in Cina e in Giappone l'ambra è apprezzata come incenso e viene bruciata in onore degli Dei e degli avi.

Secondo la filosofia dei Celti, l'ambra indica la fiducia nella via intrapresa, necessaria per progredire, nonchè la fiducia in se stessi e negli altri, per vivere in armonia. Ma mette anche in guardia verso il pericolo di dipendenza dagli istinti e dalle situazioni che possono indurre alla superstizione. I druidi usavano l’ambra come rimedio contro le malattie dello stomaco e della gola.

Certo è difficile dare credito a credenze oggi ormai in disuso, così come è difficile scartarle a priori. Leggende come quella citata da Plinio il Vecchio ci lasciano oggi divertiti e scettici. Ma se osserviamo l'influenza che le gemme hanno su di noi, il fascino sottile e gli atteggiamenti non sempre razionali che queste stesse riescono a suscitare, forse possiamo intuire come dietro l'apparenza i cristalli e le pietre preziose possano nascondere una storia misteriosa e affascinante.

Purtroppo a causa della distruzione delle antiche culture precristiane ad opera delle persecuzioni religiose, queste conoscenze rimangono relegate nel folklore, senza la possibilità di attingere a preziose indicazioni terapeutiche e intuitive.

Tuttavia i cristalli continuano ad accompagnare la nostra storia aspettando discretamente di poter manifestare le loro proprietà, conservando i loro segreti per chi li sa interpretare e stimolando in modo discreto la nostra fantasia e la nostra curiosità.