Recensioni |
Il margine dell'alba |
04 Febbraio 2011 | ||
di AnnaMaria Bonavoglia Nel panorama spesso desolante dell'editoria italiana (e non), dove conoscenza della lingua italiana, buone trame e perchè no, messaggi intelligenti sono pura utopia, il riuscire a trovare un libro che abbia tutte queste qualità ed altre ancora, è consolante e lascia ben sperare... E' il caso de “Il Margine dell'Alba” di Mariangela Cerrino, edito da Alacran. L'autrice, dal solido background storico e letterario (i suoi romanzi sono stati tradotti con successo anche all'estero) ci regala, con questo libro, una storia forte, epica, di sentimenti, di persone vive e vere. Ambientato negli anni centrali del 1500, il romanzo racconta, sullo sfondo di un' Europa devastata dalle guerre tra Francia e Spagna, della vita e dell'inarrestabile ascesa di Jean Louis Arlaud, che diventerà famoso come capitano Lacazette. Figura storica realmente esistita, come reali sono le storie narrate, che si intrecciano e a cui si affiancano i personaggi 'inventati' dall'autrice, che hanno però la verosimiglianza della storia stessa, e che diventano incarnazione di innumerevoli persone vissute al tempo, la cui unica mancanza fu quella di non avere un cantore che ne narrasse i nomi. E' il caso del migliore amico del capitano Lacazette, Etienne de Villard, simile a questi nella fierezza e nella fedeltà ad un ideale, ma suo opposto nella concezione stessa della vita, della religiosità. E a voler ben guardare la struttura portante del romanzo è proprio lo svilupparsi dell'amicizia tra queste due figure potenti e fiere, nella voglia disperata di non distruggere quest'amicizia nata in gioventù e nella sconsolata ammissione del suo violento e straziante disgregarsi. Ma uno dei fili conduttori del romanzo, rappresentato dalla divisione fondamentale dei due amici, è dato dalle guerre di religione che contrapposero i Valdesi ai Cattolici. Guerra di religione che fu spietata, crudele, inenarrabile e ancora inenarrata totalmente. L'Autrice ha studiato su testi originali e non ha voluto narrare abomini rivoltanti realmente accaduti, limitandosi ad accennarli e nonostante questo, lasciando senza fiato per l'orrore. Il romanzo è quindi un atto di accusa, potente e lucido, contro tutte le guerre che distruggono quanto di buono c'è nell'essere umano e nella sua sfera relazionale, mostra la futilità e la follia di ogni estremismo, della esiziale impronta fanatico religiosa che ha saputo solo far scorrere fiumi di sangue e di dolore, infiniti lutti e divisioni ancora adesso non colmate. Protagonisti muti e dolenti della storia sono i luoghi dove la vicenda si dipana, e sono non onirici, ma vivi, reali, presenti, che l'autrice ci fa letteralmente vedere, respirare, ascoltare, assaporare. Da Oulx a Briançon, da Ceresole d'Alba a Bordeaux, queste terre, scenari di amori impossibili, di pace e di guerra più sanguinosa diventano luoghi dell'anima, del ricordo, del dolore. Lacazette non è un personaggio negativo, ma ha una sua tragica grandezza, paradigma di quanti sono vittime inconsapevoli del proprio potere ed Etienne è a sua volta l'emblema dell'eroe diventato tale suo malgrado, ma una volta assunta questa veste disposto a portarla avanti fino in fondo. A qualsiasi prezzo ed a qualsiasi costo. Un romanzo che lascia letteralmente senza fiato per la bellezza, la potenza, la forza delle parole e dei fatti. Uno squarcio su di un periodo storico che si è voluto nascondere e dimenticare, ma che invece vive ancora e ancora brucia nei ricordi dei discendenti di quanti furono vittime innocenti della follia di quelle guerre. Di tutte le guerre. Per saperne di più sull'autrice il suo sito è: www.mariangelacerrino.it |