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Il paradosso della civiltà

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17 Aprile 2014

Un libro di Roberto Cazzolla Gatti a metà strada tra un romanzo e un saggio, tra la finzione e l'autobiografia, tra la Natura selvaggia e il mito della civiltà. Un messaggio profondo che invita a riflettere sul ruolo dell'umanità, sulla sua storia e sul suo futuro


“Il paradosso della civiltà” narra le vicende di due personaggi agli antipodi: Tommaso, che nasce e vive a Torino e Mathaar, pigmeo della foresta tropicale del bacino del Congo. L'autore si avvale sapientemente della sua esperienza di biologo ambientale ed evolutivo, che lo ha portato negli anni a vivere in prima persona i luoghi e le culture in cui ci trascina con una scrittura fluida, incalzante e innovativa. Fin dai primissimi capitoli l'autore ci catapulta nelle vite quotidiane dei due protagonisti, seguendoli dalla loro nascita come un romanzo di formazione. Le vite e le vicende di Tommaso e Mathaar si sviluppano in una trama a doppio filo, separati da due mondi opposti, quello “civile” e quello “selvaggio”, ma uniti dal semplice fatto di essere umani. Entrambi figli della stessa Madre Terra, posti di fronte al grande mistero della vita e della morte, le vicende dei due procedono su binari paralleli ma apparentemente separati, fino a giungere ad un incrocio inaspettato, per rivelare loro la più fondamentale delle lezioni.

La narrazione si intreccia a riflessioni filosofiche e morali, come l'appartenenza, la morte, la felicità, in cui emergono le molteplici contraddizioni della civiltà, la fame di dominio sul mondo, la sopraffazione sulla natura e lo sfruttamento dei popoli indigeni. Tra le righe, e molto spesso in maniera esplicita, risultano evidenti gli innumerevoli paradossi che fanno da titolo al libro, conducendo una profonda riflessione sulla civiltà e sull'uomo moderno, cui si contrappone la vita nomade del clan di Mathaar. Le vicende di Tommaso raccontano una società che ha perso quell'antico e armonioso legame con la Natura, in nome della folle rincorsa a falsi miti e falsi dei; civiltà in cui l'individuo si trova intrappolato in ingranaggi produttivi e gabbie mentali che sempre più lo allontanano dalla sua vera identità. Dall'altra parte troviamo i “selvaggi”, un termine che l'autore rivendica in senso positivo, depositari dell'ancestrale condizione dell'uomo, libero da preconcetti e sovrastrutture, che non rinnega il suo essere animale, ma vive in simbiosi con il ritmo atavico della Natura. Popoli forse ridotti in miseria dalle depredazioni subite ad opera dell'occidente, ma che ancora custodiscono le loro antiche tradizioni, la loro identità e una grande lezione da offrire a chiunque si approcci con una mentalità aperta e sgombra da preconcetti.

Il libro offre numerosi spunti di riflessione, senza connotazioni o giudizi moralistici, e al tempo stesso lancia una forte denuncia, un accorato appello in difesa delle popolazioni che ancora oggi sopravvivono e che non rappresentano un reperto archeologico da studiare con curiosità, ma una viva speranza da cui trarre insegnamento. Non tutti i fili della grande trama della vita sono andati distrutti. Qualcosa ancora sopravvive, in questo momento, sotto i nostri occhi. Ma questi ultimi, ciechi alla bellezza, non si accorgono di ciò che l’umanità sta irrimediabilmente perdendo.


Roberto Cazzolla Gatti

Cogliere il “paradosso della civiltà”, significa disporre di una metaforica chiave per coloro che vorranno aprire la porta che divide questi due universi, prima che sia troppo tardi e che i due mondi, che esistono solo all’interno dell’unica Grande Madre creatrice del Tutto, si annullino a vicenda.


Dalla prefazione:

Le civiltà, su cui si fonda il benessere ed il miglioramento delle condizioni di vita di metà del mondo contemporaneo, sono state costruite sulla base delle sofferenze e dello sfruttamento dell’altra metà. Se poi si possa parlare di miglioramento vero, questo non può dirlo l’uomo civile. E non potrà dirlo sino a quando continuerà a distruggere la sua storia, i popoli che la custodiscono ed i territori che la preservano.

Senza questi arcani elementi nessuno è in grado di stabilire verso quale destino l’umanità è diretta. Nessuno può sapere qual è stato il punto di partenza e quale sarà quello di arrivo.

In questo libro non si discrimina tra cosa sia giusto e cosa sbagliato, tra cosa sia buono e cosa sia brutto, qui si parla della storia della Natura e dell’Uomo. Del suo rapporto con gli altri popoli, del suo vivere sulla Terra che l’ha generato e del suo sentirla con orecchie sorde, vederla con occhi ciechi, annusarla con nasi assuefatti. C’è un segreto, un profumo, un colore, un suono che non possono essere percepiti se non con gli occhi di un selvaggio. Tutti questi elementi a noi sconosciuti

erano presenti sin dall’alba dei tempi nelle menti ancora pronte a scoprirli, prima di diventare civili. Essi ci sono ancora, assopiti in attesa di rinascere.


Il paradosso della civiltà
di Roberto Cazzolla Gatti
Adda Editore

 

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