Misteri

Enigmi e misteri del Globo di Matelica

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28 Maggio 2020
Il Globo di Matelica
Il Globo di Matelica

Uno straordinario e antichissimo orologio solare


Il Globo o Sfera di Matelica è uno straordinario reperto archeologico rinvenuto nel 1985 durante i lavori di consolidamento delle fondamenta del Palazzo del Governo, nel centro storico di Matelica (MC). Si tratta di una sfera di marmo bianco cristallino, probabilmente proveniente dalla cava di Afrodisias, in Anatolia, oggi Turchia, del diametro di circa 30 cm., sulla quale sono incisi linee, cerchi concentrici, lettere e parole appartenenti all’antico alfabeto greco. Dopo attenti e lunghi studi, è stato dimostrato che il Globo di Matelica è un antichissimo “orologio solare”, un geniale strumento per osservazioni e calcoli astronomici, astrologici e cronologici.

Questo “computer di pietra” è in grado, infatti, di indicare, con buona precisione, le ore del giorno dal sorgere del Sole, il calendario, le date dei Solstizi e degli Equinozi, l’entrata del Sole nelle varie costellazioni dello Zodiaco, la durata del giorno e della notte nelle varie epoche dell’anno ecc. Appartenendo alla categoria di strumenti denominata “quadranti solari” o “meridiane”, il Globo, per poter fornire le indicazioni richieste, deve essere esposto, correttamente, alla luce del Sole, utilizzando il “confine” generato dalla parte illuminata e quella in ombra della Sfera, quando esso interseca i cerchi e le linee incise sulla sua superficie.

Ma la particolarità che contraddistingue questo oggetto dagli altri appartenenti alla categoria, è la sua forma sferico – convessa; infatti, si conosce solo un altro esemplare al mondo di orologio solare sferico, ed è il cosiddetto “Globo di Prosymna”, rinvenuto in Grecia nel 1939, nei pressi delle città di Argo e Micene.  Anche il Globo di Prosymna è stato fatto con lo stesso tipo di marmo bianco proveniente dalla cava di Afrodisas. I due Globi, pur presentando delle evidenti analogie, differiscono però sia per le dimensioni (quello greco è quasi il doppio di quello di Matelica), che per le configurazioni geometriche presenti sulle loro superfici; quindi, si può tranquillamente affermare che il Globo di Matelica è un esemplare unico al mondo!

I “sette sapienti” raffigurati in un mosaico rinvenuto a  Sarsina, intenti a consultare una Sfera
I “sette sapienti” raffigurati in un mosaico rinvenuto a  Sarsina, intenti a consultare una Sfera

Essendo la Terra di forma sferica, oltretutto inclinata sul proprio asse di 23° 30’, il sole nel corso dell’anno non si trova mai alla stessa altezza in tutte le zone della Terra. Per cui questi “orologi solari”, che per “funzionare” necessitano della luce del Sole, per poter fornire dati corretti, devono essere costruiti in modo tale da essere utilizzati solo ad una precisa latitudine.

Il Globo di Matelica è stato calcolato per operare ad una latitudine molto vicina a quella di Matelica che è di 43° 30’, per cui se il Globo fosse portato in Grecia, che si trova a molti gradi di latitudine più a Sud, esso fornirebbe dei risultati completamente sballati. Quindi non si tratta di un cimelio trafugato dalla Grecia, ma è stato ideato e costruito per essere utilizzato proprio a Matelica!

Dallo studio epigrafico delle lettere e parole incise sulla Sfera, è stato calcolato che il Globo dovrebbe avere oltre 2000 anni, e ciò gli conferisce un’importanza storica e scientifica di portata mondiale, in quanto è la prova tangibile dell’alto livello di conoscenze astronomiche e geometriche raggiunto dagli uomini di oltre duemila anni fa!

Qui di seguito ho provato a rispondere a una serie di domande e curiosità che questo straordinario oggetto può suscitare.


Ci sono ancora enigmi e misteri da svelare intorno al Globo di Matelica?

Se, dal punto di vista del funzionamento, sul Globo di Matelica sappiamo in pratica tutto o quasi, restano ancora molti enigmi e misteri, a cominciare proprio dalla sua forma sferica, che certamente non è casuale. E sono proprio questi aspetti che vorrei approfondire in questo articolo. Chi si è occupato, infatti, finora del Globo di Matelica sono stati esperti di gnomonica, che lo hanno analizzato esclusivamente come uno strumento di misurazione astronomica e cronologica, o epigrafisti/archeologi, che invece ne hanno studiato unicamente le lettere e le parole greche incise sul marmo, paragonandolo con altri reperti, anche m olto diversi, rivenuti in antichità. È mancata, quindi, quella "visione d'insieme" dell'oggetto, che probabilmente avrebbe aiutato a comprendere ciò che esso rappresentava in antichità e soprattutto il perché fosse stato costruito con quella forma sferica, così unica nel suo genere.

Il Globo di Prosymna
Il Globo di Prosymna

Personalmente, infatti, sono sempre stato convinto che la forma sferica del Globo di Matelica non sia casuale, ma sia stata volutamente ricercata dal suo ideatore per dare all’oggetto un preciso significato simbolico e filosofico, che andasse ben oltre il semplice e pratico utilizzo dello strumento. In antichità, infatti, vennero costruiti svariati orologi e quadranti solari, aventi le forme più disparate: concava, cilindrica, piana, conica ecc., ma di forma sferica, il tempo ce ne ha restituiti solo due esemplari, il che dimostra che probabilmente di questa forma ne vennero costruiti molto pochi e soprattutto che non fossero oggetti di uso comune. Perché? Anche Il tipo di marmo con cui sono stati realizzati i due globi è infatti molto diverso da quello di Carrara, perché è composto da grossi cristalli, che hanno la particolarità di luccicare se esposti alla luce del sole. Questa proprietà minerale doveva quindi suscitare all’epoca molta suggestione in chi la osservava, ed ammantare la Sfera anche di un suggestivo alone di magia e di mistero e questo contribuiva ad elevare ancora di più la figura di colui che lo aveva ideato e realizzato e che attraverso questa “sfera” era in grado di “vedere” e di “predire” gli avvenimenti con estrema precisione!

Non è un caso, infatti, che i cerchi concentrici, i fori orari e le parole greche indicanti i segni dello Zodiaco siano presenti solo sull’emisfero superiore, per cui il Globo potrebbe funzionare anche solo come semisfera, ma il suo ideatore lo ha volutamente concepito a forma di sfera perché si tratta della forma che da sempre rappresenta la perfezione! Un altro aspetto enigmatico sono anche le dimensioni del Globo di Matelica, che sembrano essere proporzionate, ovviamente su scala ridotta, a quelle della Terra, come se i suoi ideatori avessero voluto rappresentare un “modellino” del nostro pianeta e che quindi fossero già allora consapevoli che la Terra era di forma sferica.

La geometria sferica applicata all’astronomia nel mosaico di Pompei raffigurante l’Accademia Platonica
La geometria sferica applicata all’astronomia nel mosaico di Pompei raffigurante l’Accademia Platonica


Chi erano coloro che hanno ideato e costruito il Globo?

Negli ultimi anni ho cercato di approfondire proprio questo aspetto, che devo ammettere mi ha sempre incuriosito ed affascinato. Ho effettuato quindi delle ricerche, trovando degli interessanti riscontri in vari mosaici, affreschi e bassorilievi di epoca romana, dove vengono raffigurati filosofi, scienziati, astronomi e astrologi antichi, intenti a misurare e a fare deduzioni e calcoli attorno a delle sfere o globi, uno dei quali presenta una straordinaria somiglianza con il Globo di Matelica.

Sul Globo di Prosymna, invece, sono presenti ben 3 diversi quadranti solari, due dei quali peraltro posizionati in modo tale da non poter funzionare alla latitudine del luogo del ritrovamento in Grecia, ma in Egitto e in Medio Oriente. Questo può significare due cose: o che il Globo greco abbia “viaggiato” e sia stato utilizzato in epoche successive in varie parti del mondo antico e in ogni tappa sia stato aggiunto un nuovo quadrante, oppure, e questa è la mia opinione, che in realtà questi “globi” avessero una funzione prettamente “scientifica” e/o “didattica” e che fossero utilizzati esclusivamente in licei e ginnasi antichi, dove veniva insegnata la geometria sferica applicata all’astronomia e che i vari quadranti servissero per spiegare come il tempo potesse essere misurato anche con procedimenti geometrici diversi.


Come si spiega il fatto che gli unici due orologi sferici esistenti al mondo siano stati ritrovati in località così distanti tra loro e soprattutto in una città come Matelica che non ha origini greche?

Secondo lo storico Strabone, nel IV sec. a. C., molti greci siracusani, quindi di stirpe dorica, a causa della tirannia di Dionisio I, furono costretti a scappare e si rifugiarono nel Piceno, fondando la città di Ancona, che infatti deriva il suo nome da “ankon”, che in greco significa “gomito”, a causa del promontorio del monte Conero, che forma una specie di gomito visto dal mare.

Il Globo di Matelica. Confine tra luce e ombra
Il Globo di Matelica. Confine tra luce e ombra

In seguito, essendo i greci dei grandi commercianti e mercanti, alcuni di loro si potrebbero essere trasferiti a Matelica, l’antica “Matilica”, che a quei tempi era già una fiorente città-stato umbra, che intratteneva commerci sia con i greci di Ancona che con le città etrusche dell’Etruria. A dimostrazione di ciò, sono state rinvenute a Matelica delle monete d’argento greche risalenti proprio al IV sec. a.C., come un Tetradramma con l’effige di Alessandro Magno e un Didramma della Tessaglia, fatto questo eccezionale, in quanto non risulta che nelle Marche siano state rinvenute delle monete greche al di fuori di Ancona e Numana. Non si può escludere quindi che nella città fosse stato addirittura realizzato un emporio greco, con gente ellenica che vi risiedeva stabilmente per curare i propri commerci. Quindi non si può escludere che insieme ai mercanti greci si siano rifugiati a Matelica anche studiosi, matematici e astronomi, appartenenti ai circoli pitagorici siracusani, che nel IV sec. a.C. vennero perseguitati dalla tirannia di Dionisio e che questi abbiano poi fondato nella città una scuola dove insegnavano il loro sapere e le loro conoscenze geometriche ed astronomiche.


Questa interessante ricostruzione storica non coincide però con la datazione ufficiale che è stata assegnata al Globo di Matelica, che lo fa risalire al II sec. d.C., quindi in epoca romana, mentre il Globo di Prosymna è stato datato al III sec. a.C.

La datazione assegnata al Globo di Matelica al II sec. d. C. non mi ha mai trovato d’accordo, perché secondo i miei studi esso sarebbe molto più antico e risalirebbe quantomeno al IV o III sec. a.C., quindi alla stessa epoca di quello di Prosymna. Mi è sembrata infatti sempre assurda questa discordanza di datazione con l’altro unico Globo sferico-convesso sin qui rivenuto al mondo e cioè quello di Prosymna, in Grecia, che invece è stato datato al III sec. a.C., in base ad una dedica di una sacerdotessa al tempio di Hera. Ho sempre trovato alquanto singolare ed improbabile che due individui o due scuole di pensiero siano potute arrivare alle medesime conclusioni dal punto di vista astronomico e geometrico, realizzando due globi del tutto simili per forma, funzionamento, ed utilizzando lo stesso tipo di marmo greco cristallino, il tutto a migliaia di chilometri gli uni dagli altri, ma soprattutto in una distanza temporale di 400 anni!

Rilievo con raffigurazione di Parche che leggono un oroscopo
Rilievo con raffigurazione di Parche che leggono un oroscopo

La datazione del Globo di Matelica è stata attribuita analizzando, dal punto di vista epigrafico, le parole greche incise sulla sfera, che poi altro non sono che i nomi delle costellazioni dello Zodiaco.

Una delle mie principali obiezioni deriva dal fatto che non si può escludere che le parole e le lettere greche siano state scritte sul Globo in un’epoca successiva a quella della realizzazione del manufatto. In effetti, se si analizza il reperto dal punto di vista strettamente “funzionale”, le lettere sono solo un “di più” che non aggiunge nulla al funzionamento dell’orologio solare, né alla sua “interpretazione” e “lettura” da parte di esperti ed eruditi di allora, a cui bastava ovviamente osservare dove cadesse il terminatore luce-ombra sui cerchi concentrici o sui forellini per sapere il giorno, il mese e l’ora.

Questa mia ipotesi è rafforzata dal fatto che la fattura e l’estrema precisione con cui sono stati incisi sul marmo i cerchi concentrici e i forellini, non trova altrettanta corrispondenza nella fattura delle lettere e delle parole greche, scritte a mano libera e con caratteri meno incisi rispetto ai cerchi e difatti solo alcune di esse risultano ancora leggibili. La mia ipotesi, quindi, è che il Globo sia stato pensato e realizzato inizialmente per uno scopo “riservato” ai soli esperti o addetti ai lavori (Una scuola? Un tempio?), con incisi solo i cerchi concentrici e le altre linee fondamentali (linea del meridiano e dell’orizzonte), mentre successivamente, forse anche a distanza di secoli, sia stato riutilizzato in una funzione “pubblica”, forse in un’agorà o in un foro, con l’aggiunta delle parole e lettere greche, per una più facile lettura da parte di un osservatore meno erudito.

Il Globo visto dall’alto con i fori orari
Il Globo visto dall’alto con i fori orari

D’altra parte, il sito dove è stato rinvenuto il Globo, ovvero le fondamenta del Palazzo Pretorio, che poggia su una preesistente struttura romana, provvista di bellissimi mosaici tuttora visibili, non è casuale, in quanto secondo gli archeologi ricalca probabilmente il luogo dove anticamente era ubicato il Foro o l’Agorà della Matelica di epoca romana.

Chiaramente, trattandosi di un rinvenimento accidentale e non il risultato di un mirato scavo archeologico, non è stato possibile analizzare la stratigrafia del terreno, che avrebbe potuto invece dare indicazioni sulla datazione del Globo. Come pure non sappiamo se insieme ad esso siano stati trovati altri reperti, magari di dimensioni più piccole e quindi facilmente trafugabili, che avrebbero però potuto aiutarci a comprendere meglio sia la funzionalità dell’orologio solare, ma soprattutto il contesto in cui il Globo era collocato, la sua utilizzazione e, non ultimo, conoscere l’ideatore o gli ideatori di un simile capolavoro di arte e tecnica congiunte!

In conclusione, quindi, il Globo o Sfera di Matelica cela ancora per sé molti enigmi e misteri, che attendono solo la curiosità di qualche ricercatore appassionato per essere svelati.