Misteri

I misteri della Luna - 1

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30 Maggio 2014

La Luna in una immagine della NASA

Le misteriose anomalie del nostro satellite pongono inquietanti quesiti sulle sue origini e sulla sua storia


Il suo nome greco è Selene e deriva dalla parola Sèlas, “splendore”, mentre Luna ha il significato di  “Luce riflessa”.

Secondo la leggenda Selene è la sorella di Helios, il Sole, e il suo percorso celeste inizia nel momento in cui il fratello tramonta; i due si rincorrono nel cielo giorno dopo giorno.

Gli unici momenti dei loro incontri, sempre secondo il mito, coincidono con le eclissi di Sole tramite oscuramento parziale o completo del disco solare, e con le eclissi di Luna, anche in questo caso totale o parziale, quando la Terra si frappone tra il Sole e la Luna.

Selene è la Dea della Luna e compare raffigurata come una donna molto bella dal viso pallido, dalle lunghe vesti bianche o argentate, con una luna crescente sulla testa e una torcia in mano. A volte è anche rappresentata su una biga tirata da cavalli mentre insegue quella solare.


Luna era già il nome del nostro satellite ed era già oggetto di culto presso le popolazioni italiche, tra gli etruschi, i sabini e gli antichi romani, che la adottarono e in seguito la sostituirono parzialmente con il culto della Dea Diana.

Le due Dee, Luna e Diana, avevano entrambe lo stesso significato, Grande Dea Madre, fecondità, fertilità, abbondanza e ricchezza.

I romani edificarono il Tempio dedicato alla Luna – Diana sul monte Aventino, il colle dove ai primordi della fondazione di Roma, vivevano i plebei o “Pelasgi romani”, Remo che li difendeva e Caco figlio del dio pelasgico del fuoco.

Lo storico e senatore romano Tacito (56 - 120 d.C.) negli Annali attribuì la fondazione del Tempio a Servio Tullio, il sesto re di Roma dell'età regia, di origini umili e amico dei poveri romani che consideravano il Tempio un luogo sacro e di convegno.


La Luna è sempre stata il satellite naturale del nostro pianeta?

In realtà leggendo antichi testi di letteratura e alcuni miti sembra proprio che la Luna non sia sempre stata dove si trova oggi.

Il teologo e scrittore romano Ippolito (170 - 230 d.C.) nella sua opera Philosophumena dal titolo originale Refutatio Omnium Haeresium, scriveva: “Arcadia produsse Pelasgo, di maggiore antichità della Luna”. Dove per Pelasgo venivano intesi i Popoli del Mare o Pelasgi, che si stanziarono nell'Arcadia, regione greca del Peloponneso, quando dovettero fuggire dal disastro del Mar Nero avvenuto attorno al 5600 a.C.

Il poeta greco Pindaro (518 – 438 a.C.) in una delle sue opere dal titolo Arcadia, in particolare nel libro VIII, scriveva: “Portando un bel dono, la Terra fece nascere per primo l'essere umano nell'Arcadia, il Divino Pelasgo, molto prima della Luna”.

Ovidio, poeta romano vissuto dal 43 a.C. al 18 d.C., nella sua opera Dei Fasti, scritta per far conoscere i riti, le festività, le consuetudini e i costumi dei romani, annotava: “la Terra, che fu prima della Luna ebbe il nome dal grande Arcade.”


Selene, la divinità greca associata alla Luna

Il filosofo, fisico e naturalista della Grecia antica Anassagora (496 - 428 a.C.), il primo a studiare le fasi lunari, sosteneva: “la Luna è illuminata dal Sole e contiene abitazioni, fiumi, colli e burroni”. Anche il filosofo e fisico dell'antica Grecia Democrito (460 - 370 a.C.) diceva le stesse cose: “la Luna è un corpo solido, infuocato, contenente in sé pianure e montagne e valloni”. Entrambi asserivano che un tempo la Terra era senza la Luna.

Pure Aristotele (384 - 322 a.C.) filosofo e scienziato greco, svelava che l'Arcadia prima di essere abitata dai greci era popolata dai Pelasgi, e che questi aborigeni si stanziarono nel territorio prima che nel cielo terrestre arrivasse la Luna.

Plutarco (46 – 125 d.C.) scrittore e filosofo greco, nel suo le Questioni Romane parlava degli Arcadi come di un popolo pre-lunare.

La memoria di un mondo pre-lunare è presente anche nella tradizione orale tra gli indiani degli altipiani della cordigliera orientale della Colombia. Secondo la tribù dei Chibchas: “all'inizio dei tempi, la Luna non era nei cieli”.

Hans Schindler Bellamy (1901 – 1982) ricercatore e scrittore viennese, nella sua opera Lune, miti e uomini scriveva di una tribù di nativi colombiani di nome Mozces che parlavano di un tempo prima che la Luna divenisse la compagna della Terra.

Il naturalista Alexander von Humboldt (1769 – 1859) botanico tedesco diceva: “... i pre-ellenici abitanti Pelasgi d'Arcadia si definivano Preseleni, perché si vantavano di essere venuti al mondo prima che la Luna accompagnasse la Terra. Pre-ellenica e pre-lunare erano sinonimi”. E ancora: “Nei tempi più remoti, prima che la Luna accompagnasse la Terra, secondo la mitologia degli indiani Muysca o Mozca, gli abitanti della piana di Bogotà vivevano come barbari, nudi, senza alcuna forma di leggi o di culto religioso”.

Il tedesco Philipp Fauth (1867 – 1941) coltivava un grande interesse per l'astronomia e come  autodidatta osservava con cura e meticolosità il nostro satellite realizzando un atlante della sua faccia visibile. Insieme a Hanns Hörbiger (1860 – 1931) ingegnere austriaco, pubblicò il libro Glazial Kosmologie in cui si legge: “... la Luna è un corpo di metallo minerale coperto con una sfera di ghiaccio …. catturato fuori dallo spazio terrestre dove, probabilmente non molto tempo fa, esisteva come un pianeta indipendente.”


Rupes Recta, la muraglia lunare di 114 km

Sui testi tibetani è trascritto che sul continente perduto di Gondwana visse un popolo che fu civilizzato prima che la Luna iniziasse a splendere nel cielo notturno

L'astrofisica romana Giuliana Conforto nel suo articolo “I misteri della Luna” pubblicato nel luglio del 2009 scriveva: “Un tempo la Terra era senza Luna. Lo affermano Aristotele e Plutarco in Grecia, Apollonio e Ovidio a Roma antica e le loro tesi coincidono con il ritrovamento di simboli nel cortile di una casa a Kalasasaya, vicino Tiahuanaco, in Bolivia. La Luna sarebbe apparsa sul cielo terrestre tra 11.000 e 13.000 anni fa.”

Anche il giornalista e conferenziere David Icke, che si dedica da svariati anni allo studio della storia segreta, nel suo libro Il risveglio del Leone tratta con dovizia di particolari del satellite terrestre e tra le altre cose segnala che: “alcune raffigurazioni babilonesi della Luna che risalgono all'XI secolo a.C. la collocano tra Venere e il Sole”.


Allora da dove viene?

Tutto ciò che riguarda la Luna per gli scienziati è un enigma, iniziando dalla sua formazione. Per tal motivo sono state formulate svariate ipotesi.

La teoria della fissione prevede che la Luna faceva parte del nostro pianeta primordiale fino a quando la forza centrifuga, dovuta alla rotazione su se stessa della Terra, la espulse in orbita staccandola dalla crosta terrestre.

La teoria dell'accrescimento ne ipotizza l'origine dalla stessa nube di polveri e gas che formarono la Terra, come gli altri satelliti naturali dei pianeti del sistema solare; ma in questo caso non è spiegabile l'alto momento angolare o energia di rotazione del sistema Terra – Luna, inoltre le rocce seleniche raccolte dagli astronauti delle missioni Apollo, all'analisi risultano diverse per composizione da quelle terrestri.

Un'altra ipotesi, più accreditata tra gli scienziati, contempla che si è formata a seguito dell'impatto gigante sulla protoTerra di un planetoide grande come Marte chiamato Theia o Orpheus, che provocò il lancio in orbita di materiale che per effetto gravitazionale si agglomerò dando origine al nostro satellite. Questa teoria fu formulata nel 1975 dagli astronomi americani William Hartmann e Donald Davis.

Ma esiste un'altra ipotesi, denominata della cattura, che suppone la nascita della Luna in un'altra parte del sistema solare o addirittura fuori dallo stesso: soltanto dopo aver navigato nel cosmo arrivò nei paraggi del nostro pianeta e fu catturata dall'attrazione gravitazionale che le fece assumere l'attuale orbita geocentrica.

Sotiris Sofias ingegnere e astrofilo greco, nel suo libro I misteri della Luna, crede nell'ipotesi della cattura e analizza alcuni elementi che la confermerebbero.

Uno di questi riguarda il rebus dei numerosi crateri presenti sul suolo lunare.

Siamo portati a pensare che è normale che la Luna sia stata colpita da così tanti meteoriti, eppure se fosse stata sempre il satellite della Terra sarebbe stata almeno in parte protetta, in quanto il nostro pianeta possiede una massa superiore e di conseguenza una maggiore gravità, e perciò è più esposto della Luna alla caduta dei piccoli corpi celesti.


La Terra vista dalla Luna

Per spiegare la presenza dei numerosi crateri Sotiris Sofias analizza le caratteristiche di Mercurio confrontandole con quelle della Luna. La loro struttura fisica è così simile che gli astronomi li definiscono “fratelli gemelli”; entrambi per esempio hanno il suolo ampiamente craterizzato, sono privi di atmosfera e quindi non protetti dall'arrivo dei corpi celesti e hanno infine una simile capacità riflettente delle rocce o albedo: quella della Luna è il 7 per cento mentre quella di Mercurio è il 6 per cento.

Ebbene Mercurio, essendo il pianeta più vicino al Sole, è sottoposto al sistematico schianto di meteoriti che arrivano nei suoi paraggi attratti dalla enorme massa solare e per questo, suppone Sotiris, alla luce di queste affinità, la Luna nel passato potrebbe avere occupato una posizione identica a quella di Mercurio, ma in un altro sistema planetario.

Ma valutando l'indeterminazione della provenienza del nostro satellite, anche un lungo viaggio nel cosmo può averla esposta alla caduta dei corpi celesti, soprattutto considerando che, almeno come ci appare oggi, essa è priva di atmosfera.

Un altro riscontro alla teoria della cattura riguarda l'età della Luna, che sembrerebbe molto più vecchia del nostro pianeta.

Sempre secondo Sotiris la datazione delle rocce prelevate dalle missioni Apollo rappresenta la conferma di questa tesi, in quanto il metodo dell'uranio torio ha calcolato che alcune di esse hanno un'età maggiore dei 4,54 miliardi di anni corrispondenti a quella del nostro pianeta.

La rivista astronomica di Harvard Sky and Telescope scrisse che, durante la Conferenza sulla Luna del 1973, fu riferito di una roccia lunare di ben 5,3 miliardi di anni.

Mentre Sotiris rivela che in alcuni sassi è stato rintracciato un raro isotopo radioattivo di Argon 40, che daterebbe addirittura a 7 miliardi, l'età del nostro satellite.

È stato scoperto inoltre che le pietre lunari contengono anche metalli lavorati, come l'ottone e la mica, particelle di ferro che non arrugginiscono, uranio 236 e nettunio 237, elementi non riscontrabili allo stato libero in natura. L'uranio 236 è una scoria nucleare radioattiva, che rimane presente per lungo tempo nel combustibile nucleare esaurito e nell'uranio riprocessato. Il nettunio 237 è un elemento metallico radioattivo, sottoprodotto dei reattori nucleari e della produzione del plutonio.

Questi materiali rappresentano un vero enigma per gli scienziati terrestri. Quale lavorazione li ha formati?


Crateri lunari

Inoltre le rocce lunari a confronto con quelle terrestri contengono un quantitativo dieci volte superiore di titanio, elemento usato per costruire i jet supersonici, i sottomarini a immersione profonda e i veicoli spaziali.

Harold Clayton Urey, premio Nobel per la chimica nel 1934, asserì di essere terribilmente confuso dalla composizione e dall'alto contenuto di titanio delle rocce lunari.

Stuart Ross Taylor, geochimico e scienziato planetario conosciuto per i suoi studi sulla geologia della Luna, riguardo le pianure lunari coperte da roccia fusa contenente titanio fluido disse: “Chi ha distribuito il titanio in quel modo? Una tecnologia avanzatissima!”

Ma continuando a esaminare le caratteristiche della Luna, anche la conformazione dei crateri è atipica, sono troppo larghi rispetto alla loro profondità; ad esempio Clavius, uno dei più grandi che si trova nella parte meridionale della faccia visibile, di probabile origine meteorica, è esteso 225 chilometri e profondo soltanto 3,5. Perché?

Forse l'energia cinetica prodotta dall'impatto con gli asteroidi non potendo penetrare in profondità viene scaricata sulla larghezza della superficie?

O la densità della materia lunare è maggiore di quella calcolata dagli scienziati, o magari uno scudo, qualcosa di robusto, non permette la penetrazione in profondità oltre la crosta?

A questo va aggiunto anche che la Luna non possiede, come la Terra, come ho già scritto, una atmosfera che la proteggerebbe dai meteoriti che verrebbero erosi dall'attrito con l'aria, e che la sua massa, risultando di densità inferiore a quella terrestre, è meno resistente alla loro caduta.

Giuliana Conforto, nel già citato articolo “I misteri della Luna”, parlando della resistenza della crosta, conferma che questo indizio potrebbe essere la prova della natura metallica e artificiale del satellite terrestre. Aggiunge inoltre che secondo le analisi di laboratorio le rocce risultano magnetizzate, quando è notorio che la Luna non possiede campo magnetico.

Nel 1970 due scienziati membri dell'Accademia Sovietica delle Scienze, Michail Vasin e Alexander Shcherbakov, scrissero della loro teoria dell'Astronave Luna in un articolo dal titolo “La Luna è la creazione di un'intelligenza aliena?”, pubblicato sulle pagine della rivista sovietica Sputnik. I due ricercatori sostenevano che il nostro satellite sarebbe un planetoide cavo realizzato da esseri sconosciuti con una tecnologia di gran lunga superiore a quella umana.

Allo scopo sarebbero stati utilizzati enormi macchinari per fondere le rocce e creare grandi cavità all'interno, facendo fuoriuscire abbondanti colate di lava sulla superficie, formando così un guscio esterno con il deposito delle scorie metalliche della lavorazione e uno scafo interno.


La cavità lunare detta "Anomalia di Lobachevsky"

Infatti, come accennato, la superficie lunare è formata da metalli refrattari meccanicamente resistenti e anti corrosivi come il titanio, il cromo e lo zirconio, come se qualcuno li avesse volutamente collocati sulla crosta con l'intento di proteggere le profondità dagli effetti negativi degli sbalzi di temperatura, delle radiazioni cosmiche e della caduta dei meteoriti. Non casualmente alle analisi le rocce si sono dimostrate cattive conduttrici di calore.

In definitiva la superficie della Luna riveste la stessa funzione della atmosfera e del magnetismo per la Terra.

In quest'ottica la presenza delle rocce pesanti sullo strato esterno della Luna rappresenta un riscontro alla teoria dell'Astronave Luna, in quanto sulla Terra le rocce più antiche e pesanti si trovano a notevole profondità; ad esempio in Groenlandia sono sepolte sotto i ghiacci.

Sotiris Sofias dice anche che: “Un corpo sferico con volume costante e massa più piccola implica automaticamente spazi vuoti all'interno. In altre parole la Luna sarebbe cava!”

In definitiva è oramai chiaro che la Luna dovrebbe essere cava in quanto il nucleo è meno denso rispetto agli strati esterni. In merito Gordon MacDonald, scienziato della NASA, nei primi anni '60 dichiarò: “Sembrerebbe che la Luna sia una sfera più cava che omogenea”.

Lon Hood, capo di un gruppo di ricercatori dell'Università dell'Arizona, affermò: “Sapevamo che il nucleo della Luna era piccolo, ma non così piccolo … Questo consolida ulteriormente l'idea che l'origine della Luna sia unica, differente da quella di qualunque altro corpo, Terra, Venere, Marte o Mercurio”.

Durante la missione Apollo 12 nel novembre del 1969, vennero lasciati sul suolo lunare dei sismometri e poi, intenzionalmente, fu fatto cadere il Modulo Lunare che impattò con la forza di una tonnellata di dinamite: le onde d'urto si susseguirono per ben otto minuti e gli scienziati della NASA dissero che la Luna “risuonò come una campana”.

In una intervista del 1983 l'astronomo Giorgio Buonvino, all'epoca Tecnico dell'Osservatorio Astronomico romano di Monte Mario, commentò la caduta di un satellite russo sul suolo lunare con queste parole: “.. la Luna risuonò come una campana, facendoci pensare che nel suo interno è vuota.”.

L'astronauta dell'Apollo 14 Edgar Mitchell, pur mostrandosi scettico sulla teoria della sfera cava,  ammise però che in considerazione della presenza in superficie dei materiali più pesanti è molto probabile che nell'interno vi siano caverne gigantesche.

Vasin e Shcherbakov scrissero ancora nel loro articolo che per qualche motivo la Luna venne messa in orbita attorno alla Terra.

Eccone una parte pubblicata dalla rivista russa Sputnik e riportata nel testo di David Icke Il risveglio del Leone: “Se si vuole lanciare un satellite artificiale, allora è consigliabile scavarlo internamente. Allo stesso tempo sarebbe ingenuo immaginare che chiunque fosse capace di un progetto spaziale così grandioso si sentirebbe soddisfatto semplicemente con una specie di gigantesco tronco vuoto scagliato su una traiettoria vicina alla Terra.

È più probabile che qui abbiamo a che fare con un'antica nave spaziale, riempita all'interno di carburante per le macchine, materiali e apparecchiature per lavori di riparazione, strumenti di navigazione, dispositivi per l'osservazione e ogni genere di macchinari... in altre parole tutto ciò che serve a rendere questa “caravella dell'Universo” una sorta di Arca di Noè intelligente, forse persino l'abitazione di un'intera civiltà che prevedeva un'esistenza prolungata (migliaia di milioni di anni) e una lunga peregrinazione nello spazio (migliaia di milioni di anni).”


Massi rotolanti ripresi dal Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO)

Sul misterioso strato esterno del suolo Lunare i due scienziati russi aggiungono ancora: “Naturalmente la carena di una nave spaziale di questo tipo dev'essere super resistente, in modo da sopportare i colpi dei meteoriti e le brusche fluttuazioni tra caldo e freddo estremo. Probabilmente la sua corazza è a doppio strato – un'armatura ermetica spessa all'incirca 20 miglia, e l'esterno è un qualche genere di ricopertura più flessibile (uno strato più sottile, in media di tre miglia). In talune aree – dove si trovano “i mari” lunari e “i crateri”, lo strato superiore è piuttosto sottile, in alcuni casi inesistente.”

Quindi come suggerito da Vasin e Shcherbakov lo strato esterno rappresenterebbe una sorta di paraurti planetario dello spessore di circa 20 miglia, in grado di sopportare l'urto dei corpi estranei che potrebbero entrare in contatto con la Luna.

Ma proseguono ancora: “Se si dovesse concepire un materiale per proteggere un gigantesco satellite artificiale dagli effetti sfavorevoli della temperatura, dalle radiazioni cosmiche e dal bombardamento di meteoriti, probabilmente gli esperti si orienterebbero proprio su questi metalli. In tal caso non è forse chiaro perché la roccia lunare sia un cattivo conduttore di calore- un fattore, questo, che stupì molto gli astronauti? Non era proprio ciò a cui puntavano i progettisti di questo super satellite della Terra? Da un punto di vista ingegneristico, questa astronave così antica che noi chiamiamo Luna è stata costruita in modo superbo.”

Anche Sotiris Sofias giunge alla conclusione che la Luna è un satellite artificiale posto da “qualcuno” in orbita attorno alla Terra, a una distanza ben precisa e per i suoi scopi; un'astronave cosmica dotata di giganteschi motori antigravità camuffati da crateri, che egli pensa di aver individuato.


Luna, Terra, Sole

La Luna è grande tanto da poter essere considerata un pianeta, difatti alcuni scienziati considerano  la Terra e la Luna come un sistema binario.

L'equilibrio gravitazionale tra i due corpi celesti è estremamente delicato e bilanciato tra la forza centripeta e quella centrifuga, attrazione e repulsione.

Essa orbita attorno alla Terra alla velocità di oltre 3.200 chilometri orari e insieme alla Terra gira intorno al Sole a circa 107.000 chilometri orari. Mentre tutto il sistema solare corre intorno alla Via Lattea a una media di 828.000 chilometri orari.

Velocità folli per percorrere distanze stratosferiche, mentre noi ignari, viviamo la nostra vita distratti dalle incombenze quotidiane. Magari ogni tanto sarebbe nostra convenienza fermarci per riflettere sulla nostra reale condizione di viandanti dello spazio infinito, insieme al nostro pianeta.

La Luna ruota attorno al suo asse nella stessa direzione di quello terrestre da ovest verso est e la sua rotazione è chiamata sincrona perché coincide con il periodo di rivoluzione attorno alla Terra mostrandogli sempre la stessa faccia, anche se in realtà possiamo vederne fino al cinquantanove per cento perché nel movimento di rotazione essa oscilla.

La coincidenza di questi due moti, rotazione sul proprio asse e rivoluzione intorno al nostro pianeta, determina la durata del giorno lunare corrispondente a 29,5 giorni terrestri, di cui 14,25 di luce e 14,25 di buio.


La faccia nascosta della Luna ripresa dalla sonda Clementine

I ricercatori sono alquanto perplessi sulla strana coincidenza che la Luna rivolge sempre la stessa faccia al nostro pianeta e che la sua orbita traccia un cerchio perfetto.

Scrive Sotiris Sofias, nel già citato libro: “... l'orbita che fu adottata dalla Luna rimane unica nel nostro sistema solare. Quasi a livello eclittico, in orbita sincrona e a grande distanza dal pianeta Terra per ragioni di sicurezza ...”

Dista dalla Terra 406.720 chilometri nell'Apogeo e 356.371 nel Perigeo, con una media di 384.000 chilometri in progressivo allontanamento di circa 3,8 centimetri ogni anno. Fra 800 milioni di anni sarà talmente lontana che il suo diametro apparente non causerà più il fenomeno dell'eclissi totale di Sole.

Come già scritto, la Luna non possiede atmosfera e quindi sulla sua superficie si verificano degli enormi sbalzi termici tra il giorno e la notte: le temperature diurne possono raggiungere i 100°C, mentre quelle notturne i -150°C.

La dimensione equatoriale o diametro della Luna è di 3.476 chilometri, circa un quarto di quello della Terra che è di 12.756 chilometri, inoltre sempre in proporzione al nostro pianeta la densità della materia è di due terzi mentre la forza gravitazionale è di un sesto.

Gli scienziati sottolineano che gli altri pianeti del sistema solare, in relazione alla loro grandezza hanno dei satelliti decisamente più modesti; ad esempio Io, il satellite di Giove, è quaranta volte più piccolo, mentre Titano, il satellite di Saturno, è ventitré volte più piccolo.

In definitiva la Luna è troppo grande per essere il satellite della Terra.

Isaac Asimov, scienziato di origini russe e noto scrittore di fantascienza del XX secolo, disse che secondo tutte le leggi cosmiche la Luna non dovrebbe orbitare attorno alla Terra: “... non possiamo far altro che concludere che la Luna non dovrebbe trovarsi dov'è. Il fatto che ci sia è uno di quei colpi di fortuna troppo notevoli da accettare .... pianeti piccoli come la Terra, con deboli campi gravitazionali, potrebbero benissimo non avere satelliti … in generale, dunque, quando un pianeta ha dei satelliti, questi sono molto più piccoli del pianeta stesso.... nella migliore delle ipotesi si dovrebbe trattare di un mondo di dimensioni ridotte, forse 30 miglia di diametro ...”

Christopher Knight, studioso di scienze del comportamento e di storia delle religioni, e Alan Butler ingegnere esperto di astrologia e astronomia, scrivono nel loro libro Who built the Moon? (Chi ha costruito la Luna?): “La Luna è più grande di quanto dovrebbe essere, apparentemente più vecchia di quanto dovrebbe essere e la sua massa è molto più leggera di quanto dovrebbe essere. Occupa un'orbita improbabile ed è così singolare che tutte le spiegazioni concernenti la sua presenza sono irte di contraddizioni e nessuna di esse potrebbe essere considerata neppur lontanamente inconfutabile.”

Inoltre è alquanto singolare il fenomeno delle eclissi totali, ovvero la sovrapposizione apparente del disco lunare e di quello solare, quando il Sole, la Luna e la Terra sono allineati lungo la “linea dei nodi”, ovvero la retta che congiunge i punti di intersezione dell'orbita della Terra intorno al Sole e l'orbita della Luna attorno alla Terra.

Giuliana Conforto nel suo articolo “I misteri della Luna” sostiene:  “Pur essendo molto più piccola del Sole, le dimensioni apparenti della Luna sono tali da provocare le eclissi totali di Sole. Le sue dimensioni sono anomale; in proporzione ai loro rispettivi pianeti, gli altri satelliti naturali sono tutti molto più piccoli, incapaci di oscurare il Sole, se non in minima parte. Perché il disco lunare è grande esattamente come quello solare? Non è un caso, ma l'indizio di una “realtà” diversa da quella dipinta dall'astronomia e di un'ingerenza “aliena” meno misteriosa di quanto si creda”.

Nel loro libro Knight e Butler rivelano connessioni matematiche tra il Sole, la Luna e la Terra; la Luna è 400 volte più piccola del Sole e durante un'eclissi solare è 400 volte più vicina alla Terra del Sole facendola sembrare delle stesse dimensioni.

Non ci sarebbe l'eclissi di Sole se la Luna fosse più lontana o più vicina alla Terra.

Sempre secondo Knight e Butler un incredibile sincronismo lega il Sole alla Luna. Nel nostro emisfero boreale che si trova a nord dell'equatore, a metà inverno quando il Sole è più basso e più debole, la Luna è al suo punto più alto e brillante, mentre a metà estate avviene il contrario. Negli equinozi tramontano nello stesso punto dell'orizzonte, nei solstizi al punto opposto.

Sono talmente tanti i collegamenti numerici tra la Terra, la Luna e il Sole che Knight e Butler ritengono che la Luna è stata inserita all'interno della relazione Terra – Sole “con la precisione del proverbiale orologiaio svizzero.”

Sostengono ancora i due ricercatori che la Luna, la Terra e il Sole sono codificati nell'unità di misura chiamata “iarda megalitica”. Il primo a scoprirla fu il professore e ingegnere scozzese Alexander Thom che studiando dettagliatamente i Cerchi di Pietra come Stonehenge, e altre strutture megalitiche inglesi e francesi, osservò che in tutti i casi era stata usata la misura standard di 0,829 metri, o 2,72 piedi, che chiamò “iarda megalitica”.


Neil Armstrong dell’Apollo 11, il primo uomo che sbarcò sulla Luna

Knight e Butler scrivono ancora nel loro testo che la Luna, la Terra e il Sole hanno la circonferenza secondo la iarda megalitica: “.. Le strutture megalitiche costruite in Europa Occidentale venivano frequentemente utilizzate per osservare i movimenti del Sole e della Luna, ma com'è possibile che l'unità di misura su cui queste strutture erano basate potesse essere un così meraviglioso tutt'uno con le circonferenze di questi corpi, compresa la Terra?”

Evidentemente è la spettacolare dimostrazione che i costruttori megalitici seguivano la metrica dell'universo, in armonia ed equilibrio con esso!

Parliamo ora delle fasi lunari: secondo la posizione della propria orbita, la Luna è vista dai vari luoghi terrestri da angolazioni diverse, con la sua superficie che può apparire completamente illuminata o Luna piena. Oppure parzialmente illuminata nelle sue diverse fasi: Luna crescente, primo quarto, gibbosa crescente, poi gibbosa calante, ultimo quarto, Luna calante. E infine quando non è illuminata dalla luce solare è chiamata Luna nuova.

La Luna è la causa diretta di numerosi fenomeni sul nostro pianeta.

L'attrazione gravitazionale nel tempo ha rallentato la velocità di rotazione della Terra allungando il giorno fino alle attuali 24 ore.

L'asse terrestre è attualmente inclinato rispetto al piano dell'eclittica di 23 gradi e mezzo e può oscillare al massimo fino a 2 gradi nell'arco di 41 mila anni circa; senza la presenza della Luna lo spostamento potrebbe subire variazioni fino a 90 gradi, provocando dei grossi cambiamenti climatici sul nostro pianeta. In definitiva la sua presenza mantiene l'asse terrestre stabile.

La Luna è la principale causa delle maree che riguardano gli oceani, i mari e i grandi laghi, in quanto la sua attrazione gravitazionale ne solleva le acque anche fino a 10 e 15 metri con frequenza giornaliera. L'isola di Mont Saint Michel in Francia è il luogo più conosciuto al mondo proprio per la rapidità di crescita della marea.

Se la Luna non ci fosse le acque degli oceani sarebbero distribuite in maniera diversa, alcune correnti oceaniche non si sarebbero formate impedendo la regolazione termica della Terra, la formazione delle nubi e la circolazione atmosferica su scala globale verrebbero stravolte.

Infine è scientificamente provato che la luce lunare penetra più profondamente nel terreno rispetto alla luce solare influenzando positivamente la germinazione dei semi delle piante. Difatti i contadini nelle loro pratiche agricole seguono le fasi lunari perché strettamente connesse alla circolazione della linfa nelle piante.

Durante il periodo che intercorre tra la Luna nuova o nera e quella piena, le radici delle piante assorbono il nutrimento del terreno e con la linfa in movimento si sviluppano energeticamente; mentre dal plenilunio alla Luna nuova esse rallentano il ritmo e riposano.

Insomma la Luna ha un ruolo fondamentale per la vita del nostro pianeta, senza di essa sarebbe sicuramente diverso.


1 - continua



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