Megalitismo

La Piramide di Autun

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15 Giugno 2015

La piramide di Autun, in Borgogna (Francia)

Antiche piramidi in Francia


La cittadina d'Autun, in Borgogna, è l'antica Augustodunum, fondata sotto l’impero d'Augusto (27–14 a.C.). Comunemente si suppone che sia stata costruita dai Romani come una città di nuova fondazione, per compensare la distruzione d’una grande città gallica, la vicina Bibracte, antica capitale dei Galli Edui, e ricompensare i Galli che si erano alleati con loro, ma tutta questa ricostruzione non è per nulla sicura. Roma portò aiuti agli Edui, suoi alleati, nel sec. II a.C., mentre Giulio Cesare sconfisse gli Alverni e gli Elvezi nel 58 a.C.
Nei pressi d’Autun, in cima a una collinetta artificiale, si trova una piramide lavorata dalle mani dell’uomo, che è conosciuta con l’espressione più "eufemistica" di "Pietra di Couhard", dal nome del villaggio più vicino.
Desidero però insistere a chiamarla "piramide", perché non ho dubbi che essa lo sia, per diverse sue caratteristiche, più o meno evidenti.
La piramide è datata più o meno ufficialmente (in assenza di riscontri scientifici moderni) al sec. I d.C.

In origine la piramide era alta 33 m, su base rettangolare, con fondazioni massicce e pietre angolari. Anticamente era ricoperta di marmo o calcare bianco. Se ne ha testimonianza sino al sec. XVI, all’epoca di Francesco I. Il rivestimento fu riutilizzato nella vicina chiesetta di Couhard. 


L’Autrice davanti alla piramide di Autun

La collinetta su cui sorge la piramide era un cimitero gallo e poi romano, e vi si trovano parecchie steli funerarie. In basso, verso Est, scende un fiume d’acqua trasparente, alimentato dalla cascata Brisecou (Rompicollo) che cade dai monti vicini. I monti a Sud–Est sono coperti da una fitta foresta, con affioramenti granitici. A Nord ci sono le mura d'Autun. I Romani ed i Galli Edui avevano parecchi interessi comuni e avevano sviluppato intensi accordi commerciali.

Si pensa generalmente che Bibracte sorgesse a 26 km a Sud–Ovest d’Autun, a 800 m d’altitudine, sul monte Beuvray. Era un centro di scambio tra strade commerciali: tutte le derrate necessarie all’Impero Romano, dall’Africa e dall’Oriente, transitavano da queste parti, per andare verso il nord dell’Europa. Un’alleanza commerciale tra Edui e Romani, che permetteva anche di scambiare conoscenze. Sul sito sono stati ritrovati alcuni resti archeologici di un oppidum gallico, ma non la grande città che si sperava, e altri studiosi pensano che Bibracte potesse sorgere altrove.


Un pezzo di granito rosa caduto dalla piramide

Qualcuno pensa che Bibracte si trovasse esattamente nel luogo dell’attuale Autun. Tra questi, Joseph Rosny (1803) e C. Rossigneux (1866). Augusto avrebbe ricostruito una città gallica già esistente e fiorente, romanizzandola. Altri, come Emile Mouney, vorrebbero collocare Bibracte sul Mont Saint Vincent. Secondo Mouney, quello sul Monte Beuvray sarebbe piuttosto il villaggio di Gorgobina, ove Cesare installò una colonia di Galli Boi, deportata dall’Europa Centrale dopo una campagna militare. In ogni caso, la piramide di cui trattiamo si trova in una zona d'antico insediamento celtico. Essa viene datata al sec. I d.C. solo sulla base del presupposto che Augustodunum (Autun) sia stata fondata all’epoca d'Augusto, verso il 15 a.C. Diverse tracce però manifestano una più alta antichità. Ad Autun è stata anche ritrovata un’iscrizione dedicata alla dea Bibracte. La vocazione d'Augustodunum sembrava quella di diventare una seconda Roma, collocata come era nello snodo tra una quindicina di vie importanti, e in una posizione eccellente dal punto di vista militare. Nei pressi di questa piramide è stata ritrovata una medaglia d’oro dedicata al druido Diviziaco, uno dei protagonisti delle vicende galliche all’epoca della guerra di Cesare (54 a.C.). La medaglia recava la scritta: "Gloria Aedorum druidumque", cioè: "Gloria degli Edui e dei Druidi".

Questo però non dimostra né che la piramide fosse a lui dedicata, né che potesse addirittura essere la sua tomba, come qualcuno ha supposto. Non sembra neppure che la grande costruzione o “scultura” abbia camere al proprio interno. Il luogo, tutt’intorno, pullula di tombe e sepolcri, sia galli, sia romani. 


Il disco di Chevroches

Era diffusa l’usanza nel mondo celtico di designare luoghi di sepoltura e di culto, su piccole colline, che erano chiamati Mesomphalos (ombelichi centrali), nei dintorni delle città importanti. Il nome stesso indica l’alto significato simbolico che era attribuito a tali luoghi, nei quali si svolgevano riti che erano destinati a creare un collegamento tra l’uomo e le profondità della terra, riti di guarigione mediante l’acqua.
Il tumulo della piccola piramide d’Autun corrisponde molto bene ad un Mesomphalos, un luogo di assemblee druidiche, nei pressi d’un corso d’acqua cristallino. Tale ipotesi si collega e si appoggia con quella di una stretta corrispondenza tra Bibracte e Augustodunum. Nei pressi d’Autun, tre chilometri a sud di Clamecy, in un sito gallo–romano, è stato trovato nel 2001 "Uno di quegli oggetti di divinazione di cui partano i papiri egiziani", come ha detto nel 2005 un eminente papirologo francese, Patrice Cauderlier. Si tratta del "disco di Chevroches", del diametro di 6 cm, che reca impressi i segni dello zodiaco, i nomi dei mesi egiziani e dei 12 mesi del calendario romano, scritti in greco.

Il conservatore del Museo archeologico di Digione, Christian Vernou, aggiunge: "Non era solo la divinazione ad affondare le proprie radici nelle tradizioni greca ed egizia. Le tracce di questi apporti culturali sono ancora ben visibili nella Gallia romana, nella regione d'Augustodunum (Autun) non lontano da Chevroches. Ancora una prova degli scambi di conoscenze tra l’Egitto, la Grecia, i Romani ed i Celti.


Il “Tempio di Giano” ad Autun

La moda egiziana (egittomania) fu molto diffusa a Roma, contagiò anche Cicerone che – oltre a tenere nella propria villa una grotta artificiale e delle terrazze dedicate a Platone e ad Aristotele – si dedicava ai culti di Iside, ma fu proibita da Augusto dopo la sua vittoria sul rivale Marco Antonio e dopo la fine di Cleopatra. Dunque, se la costruzione della piccola piramide si può inscrivere in questa flusso di “egittomania”, dovremmo collocarla prima del 14 a.C. e forse dopo il 63 a.C., anno del viaggio a Roma di Diviziaco. Noi tuttavia riteniamo che possa essere ancora più antica. Ad ogni modo, la piccola piramide d’Autun ha degli spigoli ben intagliati ed è perfettamente orientata. Prima delle distruzioni recenti, era costruita d’un magnifico granito rosa, simile alle pietre dure in uso in Egitto.

Essa sembra ancora solida, nonostante le molte distruzioni e la perforazione fatta da un prete nel 1649, che ne sfigurò completamente una delle facce, nonostante sia stata privata del rivestimento di belle pietre e sia stata danneggiata dagli scavi di cercatori di tesori.
Un luogo importante, un simbolo di vita. Esistono parecchi elementi per paragonare gli usi religiosi dei Celti e degli Egizi, prima dell’arrivo dei Romani. La concezione celtica della morte era ben differente da quella dei Greci e dei Romani, più simile a quella degli Egizi. Il culto solare era pure simile e il dio Lug può essere assimilano all’egizio Ra. Cesare riferisce con stupore il numero incredibile d'attributi e di titoli dati dai Celti agli Dei, come in Egitto. Il poeta Lucano menziona la triade divina, simile a quella egizia: Esus, Tutatis e Taranis.

Esus, un altare dedicato al quale è stato ritrovato a Parigi, deriva il proprio nome dalla radice ariana  "as", "essere", l’ "Asura" Masda, lo Spirito Saggio dei Persiani, l' "Aesum" umbro et l' "Asa", l’"Essere Divino" degli Scandinavi, simile all'"Asar", "l'Osiride" egiziano. Cesare scrive ancora che i Galli si ritenevano discendenti del Dio Dis, la divinità più importante, Dio del mondo sotterraneo abitato dai morti, simile al Duat egiziano... Che la piramide d'Autun sia il risultato d’un forte legame tra i druidi edui ed i sacerdoti romani e l’Egitto, o che sia ancora più antica, si tratta comunque del segno di un luogo sacro di grande importanza. Non è certamente la “lanterna dei morti” che qualcuno cerca di far credere.


La piramide di Autun in una cartolina d’epoca

Le lanterne dei morti erano piccoli tabernacoli o torricelle vuote, costruite nel sec. XII, che non furono mai di forma piramidale, né ebbero mai la dimensione della piramide d'Autun, sulla quale non si è mai ritrovata alcuna traccia della sede per la lanterna. Inoltre non è cava all’interno, ha spigoli perfettamente dritti e la sua collinetta si trova in un sito un poco incassato, che non le può attribuire la posizione di “faro” che era tipica delle lanterne dei morti. Inoltre, intorno ad Autun ci sono altre importanti tracce celtiche, ed il tempio romano di Giano, che fa pensare ancora una volta ad una ricostruzione in epoca romana di santuari preesistenti.

Credo che occorrerebbe procedere a scavi e analisi serie in questo luogo, da troppo tempo lasciato in abbandono. Non mi meraviglierei che si trovasse sotto la collinetta e sotto la piramide una rete di sotterranei, estesi sino al fiume… un altro punto di congiunzione con le piramidi del sud dell’Egitto. È curioso il fatto che questo luogo, unico in tutta la Francia, sia stato scelto per studi radar satellitari compiuti da un’équipe americana, diretta dal Dr Scott Madry, che scrutava il sottosuolo dal cielo con le tecniche di Remote Sensing, GIS analysis. Non sappiamo però che risultati abbiano ottenuto.


www.gigalresearch.com



Antoine Gigal, scrittrice e ricercatrice, è corrispondente permanente per l’Egitto della rivista francese “L’Egypte”


 

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