Indigenous Peoples

Gayanashagowa: una costituzione ecospirituale

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05 Giugno 2021
Un Wampum rappresentante la Gayanashagowa. I Wampum sono cinture di conchiglie tradizionali e rappresentano un vero e proprio linguaggio simbolico
Un Wampum rappresentante la Gayanashagowa. I Wampum sono cinture di conchiglie tradizionali e rappresentano un vero e proprio linguaggio simbolico

Nella prima parte dell’articolo, abbiamo analizzato il sistema di bilanciamento del potere all’interno della Confederazione delle Sei Nazioni Irochesi. Andiamo ora ad analizzare chi detiene il potere all’interno delle singole nazioni

Seconda parte


Chi detiene il potere?

La risposta ovvia sarebbe i “Chiefs", i “Capi”, ma sarebbe una risposta sbagliata. Ogni Capo, infatti, trae il suo potere dalla Madre del Clan, e questa può toglierglielo in qualsiasi momento - seguendo uno specifico procedimento che comprende tre ammonimenti - qualora venisse meno ai suoi doveri. Ma anche la Madre del Clan non può tenere per sé il titolo (che formalmente possiede): deve nominare qualcuno (che deve essere ratificato dal Clan). E, naturalmente, c'è una terza figura: il “Warchief”, o “Capo della guerra”, che guida l’esercito in tempo di guerra, ma in tempo di pace svolge un ruolo simile al Segretario di Stato nell’ordinamento statunitense, paragonabile al Ministro degli Esteri italiano, ma con più influenza politica. Fondamentalmente controlla qualsiasi violazione della Pace, ogni tentativo di appropriazione del potere e raccoglie gli esposti contro le azioni del Capo da parte dei membri del Clan, in caso abbia agito contro la Pace. Ci sono molti modi nella Gayanashagowa per rimuovere un Capo, ma la gravità del fatto - un capo che viene privato del suo titolo viene denigrato e bandito dalla comunità - è sufficiente per impedire che accada. Quindi, alla fine, chi detiene il potere? Il Clan. Come abbiamo visto, la costituzione sottolinea l'importanza di raggiungere decisioni unanimi, e ogni decisione deve essere presa nell'interesse del Clan, altrimenti le conseguenze, come abbiamo visto, sono disastrose. Sia la Madre del Clan che il Capo non detengono il potere come inteso nella società maggioritaria occidentale: sono leader, figura di autorità, ma non possono imporre le loro decisioni contro il resto del Clan. Anche se tutte le figure di potere dovessero unirsi, per prendere egoisticamente il potere, si troverebbero comunque a vivere ancora in mezzo al loro Clan. Il loro dovere è quello di rappresentare gli interessi e la volontà del Clan, nonché di incarnare la Legge della Pace. Sono membri di spicco della comunità, anche se non hanno alcun vantaggio sociale o materiale rispetto agli altri. Tutti sono incoraggiati a partecipare al processo decisionale, ed è probabile che lo facciano, perché è in ballo il loro stesso futuro. Esiste anche una figura particolare quella del “Pine Tree Chief”, letteralmente "Capo Albero di Pino". (Il Pino rappresenta la Gayanashagowa stessa, la Grande Pace).

L’articolo 35 dice: “Se un uomo della Nazione assiste con abilità speciali o mostra grande interesse per gli affari della Nazione, se si dimostra saggio, onesto e degno di fiducia, i Lord Confederati possono eleggerlo a un seggio con loro e può sedere nel Consiglio confederato. Sarà proclamato un "Pino spuntato per la nazione" e sarà installato come tale alla prossima assemblea per l'insediamento dei Lord. Se mai dovesse fare qualcosa di contrario alle regole della Grande Pace, non potrà essere deposto dal suo incarico - nessuno lo abbatterà - ma da quel momento in poi tutti saranno sordi alla sua voce e ai suoi consigli. Se rinuncerà al suo posto e al suo titolo, nessuno glielo impedirà. Un capo albero di pino non ha l'autorità di nominare un successore né il suo titolo è ereditario.”

In fondo, questo è il tipo di società paritaria che di solito viene descritta dagli antropologi tra le società di cacciatori-raccoglitori: società che sono sempre state considerate primitive. Ma questa non è una società primitiva: ha leggi primarie e secondarie, un sistema legale complesso, dettagliato, funzionante e del tutto ragionevole. Indipendentemente da ciò, sono stati considerati "selvaggi" per secoli. Forse semplicemente non abbiamo (o non avevamo) la chiave per accedere e comprendere queste culture? Forse c'è qualcos’altro che possiamo imparare? Cercheremo di rispondere a queste domande.


Valori, principi fondamentali e ragionevolezza

Non possiamo capire fino in fondo come funziona la Gayanashagowa applicando un approccio legale puramente positivistico. Abbiamo visto alcune delle sue caratteristiche principali, in particolare il processo decisionale, lo abbiamo analizzato, possiamo capire come e perché funziona. Eppure, se dovessimo applicare quel sistema anche solo a un condominio del mondo maggioritario, saremmo fortunati a sopravvivere, figuriamoci a concludere qualcosa. Eppure, la Confederazione irochese vive ancora, dopo avere attraversato secoli nei quali i suoi abitanti sono stati quasi annientati culturalmente e fisicamente. Va notato che questo risultato non è frutto della coercizione, infatti l’articolo 55 afferma chiaramente:

"Ogni cinque anni i Signori Confederati delle Cinque Nazioni e il popolo si riuniranno e si chiederanno l'un l'altro se le loro menti sono ancora nello stesso spirito di unità per la Grande Legge Vincolante e se una delle Cinque Nazioni non si impegna a mantenere la continuità e la fermezza nell'impegno dell'unità, allora la Grande Legge Vincolante si dissolverà”.

Confrontiamolo, ad esempio, con la saga della Brexit e chiediamoci quale dei due sia più razionale. È abbastanza chiaro, quindi, che per esaminare correttamente la Gayanashagowa, dobbiamo prima cercare di comprenderne i principi, la visione del mondo che incarna. Possiamo provare a farlo con l’aiuto di due fonti: la prima è una dichiarazione di Kenneth Deer, rappresentante irochese alle Nazioni Unite, nonché giornalista e attivista.

Sono seduto qui e ho ascoltato tutte le dichiarazioni, e sento di dovermi esprimere per conto del popolo che rappresento.

Siedo qui oggi come cittadino dell’Haudenosaunee o, come viene comunemente chiamato, delle Six Nations, o Confederazione Irochese. L’Haudenosaunee comprende le nazioni Mohawk, Oneida, Onondaga, Cayuga, Seneca e Tuscarora.

Rappresentazione di un Gran Consiglio della Confederazione Irochese. Anche Benjamin Franklin presenziò a diversi di questi incontri
Rappresentazione di un Gran Consiglio della Confederazione Irochese. Anche Benjamin Franklin presenziò a diversi di questi incontri

Abbiamo una lunga storia e una ricca cultura in Nord America. Vediamo la nostra lingua e la nostra cultura in maniera olistica, per includere tutti gli aspetti delle nostre vite, non limitandosi soltanto alle canzoni e alle danze, alle perline e alle piume. La nostra costituzione, conosciuta come la Gayanashagowa o “La Grande Legge della Pace” come è liberamente tradotta, fa parte integrante della nostra cultura. Questa costituzione racchiude la nostra struttura politica, i doveri degli uomini, i doveri delle donne, e il nostro ciclo spirituale insieme a ogni altro aspetto che ne è compreso.

Il nostro popolo possiede i propri racconti sulla creazione oltre alla sua visione del mondo, abbiamo i nostri concetti sul nostro posto all’interno della creazione. Crediamo che la nostra creazione abbia un fine, crediamo di avere un destino da compiere, e di trovarci su questa Terra per raggiungere quel proposito. Lavoriamo al compimento di questo destino ogni giorno della nostra vita.

Uno dei grandi risultati è stato quello di portare le cinque nazioni originali dalla guerra alla pace, per formare l'Haudenosaunee. Abbiamo imparato a sotterrare le nostre armi di guerra sotto l’albero della pace, mettendo da parte l’odio, la rabbia e la sete di vendetta dentro di noi, e ad usare solo buone parole tra di noi per appianare le nostre differenze, con parole che non ci feriscano o offendano a vicenda.

Abbiamo imparato come comportarci con diplomazia e come rispettarci reciprocamente, e così facendo abbiamo creato una federazione di nazioni potente e ben rispettata. Gli Stati Uniti d’America si sono infatti ispirati alla nostra costituzione per la stesura della loro. Ancora oggi noi continuiamo a impugnare questa costituzione. I suoi insegnamenti trascendono ogni tempo e forma d’oppressione. La forza della nostra cultura risiede nelle nostre menti. Ci viene insegnato chi siamo e il perché esistiamo. Crediamo in noi stessi e nel nostro posto nella creazione. Crediamo che il creatore ci abbia messo qui per un proposito, e per una ragione, e siamo qui per portare a compimento questo destino.

Possiamo mantenere la nostra cultura in vita solo attraverso la tutela della nostra educazione, della nostra economia, dei nostri luoghi sacri, delle nostre politiche e di tutte le nostre strutture sociali. Siedo qui per via della nostra cultura, grazie ai protocolli che abbiamo nella nostra società, per via della nostra diplomazia, perché abbiamo stretto trattati, perché abbiamo una nostra visione del mondo ben definita, perché crediamo di avere il diritto di trovarci qui.

Ma il nostro posto non è nell’ultima fila in fondo alla stanza. Crediamo che ogni nazione dovrebbe essere riconosciuta uguale, e quindi sederci fianco a fianco l’uno con l’altro.

Crediamo che la cultura sia la nostra sovranità. E secondo la nostra cultura, crediamo che la sovranità sia cultura e che la cultura sia sovranità.

Dichiarazione di Kenneth Deer, Expert Mechanism on the Rights of Indigenous Peoples. Quinta sessione, 9-13 luglio 2012 Nazioni Unite di Ginevra.”

Possiamo qui vedere i concetti di fondo che portano a una concezione di legge personale: la legge non è un insieme di regole, ma parte della cultura, e quindi dell'identità, delle persone. Questo potrebbe far pensare a una società di tipo teocratico, ma niente sarebbe più lontano dalla verità, e la lettura completa del Gayanashagowa lo dimostrerà. Le società teocratiche sono arbitrarie: al di fuori del loro scopo di attenersi ai dogmi religiosi, la ragionevolezza non è necessaria, e quindi non è presente. Al contrario, la Grande Legge della Pace fa della coerenza interna e della ragionevolezza i suoi punti di forza.

Tommaso D’Aquino, nella sua Summa Theologiae, individuava quattro tipi di legge: la legge eterna, imperscrutabile e propria di Dio, la legge naturale, che è propria di tutte le creature e della natura e che può essere interpretata a mezzo della ragione, la legge divina rivelata nelle scritture e la legge degli uomini.

Rosalba Nattero insieme al Premio Nobel Rigoberta Menchù e Giancarlo Barbadoro, teorico dell’ecospiritualità, in occasione di una Assemblea alle Nazioni Unite di New York in difesa delle tradizioni dei Popoli Indigeni
Rosalba Nattero insieme al Premio Nobel Rigoberta Menchù e Giancarlo Barbadoro, teorico dell’ecospiritualità, in occasione di una Assemblea alle Nazioni Unite di New York in difesa delle tradizioni dei Popoli Indigeni

Nell’accezione comune della giurisprudenza, si tende a definire ‘legge naturale’, un sistema che tende a giustificare l’esistenza di determinate leggi, con principi di natura morale o religiosa. La Gayanashagowa, invece, si può intendere come un tentativo di conciliare le leggi umane, alla legge naturale di Aquino. In altre parole, la Gayanashagowa è ispirata dall’osservazione, dallo studio e dalla comprensione della natura.

In giurisprudenza si intende per ragionevolezza la convergenza tra gli obiettivi che si intendono ottenere, e gli strumenti usati per ottenerli. La ragionevolezza della Gayanashagowa è una delle sue caratteristiche principali, ma per comprenderla fino in fondo è necessario capire quali sono gli obiettivi che si propone di raggiungere. È nella frase di Kenneth Deer "Crediamo che la nostra creazione abbia un fine, crediamo di avere un destino da compiere, e di trovarci su questa Terra per raggiungere quel proposito" che possiamo, credo, trovare una risposta. Scoprendo il destino di cui parla, troveremo gli obiettivi fondamentali della Gayanashagowa. Ho chiesto quale potesse essere questo scopo a Rosalba Nattero, presidente di ONG in stato consultivo con le Nazioni Unite, Ecospirituality Foundation, giornalista e attivista, collaboratrice di lunga data sia del Forum permanente sui Popoli Indigeni, sia dell’Expert Mechanism on the Rights of Indigenous Peoples dell’ ONU. Nattero è autore con Giancarlo Barbadoro del libro “I Popoli Naturali e l’Ecospiritualità”.

Ecco la sua risposta: “Nel rapporto che ho potuto sviluppare con le Six Nation e con i singoli Clan traspare fortissima l’idea della loro missione che consiste nel dare un contributo per un mondo migliore, basato sulla pace, la libertà e la conoscenza. È il concetto dell’Ecospiritualità, ossia una filosofia di vita basata sulla consapevolezza che l’uomo non è il centro dell’universo, non può disporre del pianeta e di tutti gli esseri viventi come fosse il dominatore assoluto. Ciò che lega queste Nazioni, e le lega anche a tutte le altre Nazioni native, è il riferimento a Madre Terra, vista come l’unica vera madre, da cui apprendere e crescere. Madre Terra non è vista solo come il nostro pianeta a cui dobbiamo rispetto, ma anche come depositaria di un grande segreto mistico. Così come devono essere rispettati tutti i suoi figli, a qualsiasi specie appartengano.

Un concetto che esprime benissimo questo detto irochese: <<Quando la terra fu creata con tutti gli esseri viventi l’intenzione del Creatore non era di renderla vivibile solamente agli uomini. Siamo stati messi al mondo assieme ai nostri fratelli e sorelle. Quelli che hanno quattro zampe, quelli che volano e quelli che nuotano. Tutte queste forme di vita, anche il più sottile filo d’erba e il più possente degli alberi, formano con noi una grande famiglia. Tutti siamo fratelli e allo stesso modo importanti su questa terra.>>”

Quindi, riassumendo questa definizione, possiamo estrapolare tre valori fondamentali: pace, conoscenza e libertà. Questi sono racchiusi in una visione del mondo che Nattero ha definito “Ecospiritualità”, e che possiamo semplificare nella sintesi dei concetti di ecosostenibilità e spiritualità.

Se definiamo questi (Pace, Conoscenza, Libertà, Sostenibilità e Spiritualità) come gli obiettivi della Gayanashagowa, allora non possiamo far altro che concordare che si tratta di un documento al più alto livello di ragionevolezza. Rivediamoli:

1) La pace dovrebbe essere auto esplicativa, essendo chiamata "La Grande Legge della Pace", e data la sua longevità. Ne abbiamo parlato nella prima parte dell’articolo; la Gayanashagowa è scritta con il chiaro intento di favorire il dialogo ed evitare conflitti fin nei minimi dettagli (dalla legna usata per accendere il fuoco, per evitare scoppiettii, al fatto che i Capi debbano parlare a bassa voce quando discutono in Consiglio, al comportamento e al carattere necessario per i Capi descritto nell’articolo 24).

2) La Gayanshagowa promuove la conoscenza, attraverso la diffusione e la conservazione del patrimonio culturale degli Haudenosaunee, in particolare la conoscenza della Grande Legge stessa, che viene trasmessa attraverso il linguaggio simbolico delle cinture Wampum.

3) La Confederazione è nata per preservare la Pace, ma anche per mantenere libere le Cinque Nazioni, quindi la libertà è cruciale nella Gayanashagowa. Ci sono poche limitazioni alla libertà personale, purché non minacci la pace e non danneggi la comunità. La democrazia partecipativa, percepita come mezzo di libertà, è il sistema politico della Confederazione irochese.

4) L’ecosostenibilità è espressa chiaramente dal principio della Settima Generazione: “Nel loro processo decisionale, i capi considerano come le decisioni di oggi avranno un impatto sui loro discendenti. Alle nazioni viene insegnato a rispettare il mondo in cui vivono mentre lo prendono in prestito dalle generazioni future. Il principio della Settima Generazione è particolarmente importante in termini di cultura. Mantenere vive pratiche culturali, lingue e cerimonie è essenziale se coloro che verranno devono continuare a praticare la cultura Haudenosaunee”. Anche se la formulazione è diversa, il concetto è chiaramente espresso negli articoli 28 e 57.

5) La spiritualità si esprime attraverso una serie di rituali, che definiscono i momenti più importanti della vita sociale e politica, la nascita e la morte delle persone, e le quattro grandi celebrazioni annuali.


Una statua di Polly Cooper e Shenandoah degli Oneida insieme a George Washington. Gli Irochesi ebbero un ruolo fondamentale nella nascita degli Stati Uniti d’America
Una statua di Polly Cooper e Shenandoah degli Oneida insieme a George Washington. Gli Irochesi ebbero un ruolo fondamentale nella nascita degli Stati Uniti d’America

Legittimità

Per legittimità in giurisprudenza si intende il fondamento di un sistema legale o di potere, ovvero il criterio in base al quale uno stato giustifica – e il popolo accetta – l’esercizio del potere. Nei sistemi legali moderni le leggi derivano la loro legittimità dalla costituzione e dalla legittimazione popolare dei legislatori (le elezioni parlamentari). La legittimità delle costituzioni invece è oggetto di dibattito giurisprudenziale e in ogni caso non esiste una risposta unica per tutti i sistemi. Per gli Stati Uniti, ad esempio, i Padri Fondatori si appellarono ai diritti inalienabili dell’uomo alla libertà e alla ricerca della felicità.

Per quanto riguarda la Gayanashagowa, potremmo dire che la legittimità della costituzione della Confederazione Irochese deriva da una forma di diritto naturale, tenendo conto della precedente ipotesi fatta sulla teoria di Tommaso d'Aquino, e combinandola con l'idea di volontà generale di Rousseau, potremmo giungere a una conclusione. Si potrebbe dunque asserire che la legittimità della Grande Legge della Pace deriva da un insieme di valori, che costituiscono l'intima identità degli Haudenosauneee il loro stesso ruolo nella creazione. Una volontà generale che tende alla legge naturale di Tommaso d'Aquino, nella volontà comune di raggiungere quell’obiettivo. Non sarebbe sbagliato.

Ma non sarebbe nemmeno giusto. Perché catturerebbe solo una mezza verità. La metà superiore, quella che riguarda gli ideali. Ma questa non si reggerebbe senza il fondo, cioè il sistema dei Clan e il processo democratico che governa la Confederazione. C'è una forte legittimità dal basso, più forte che in qualsiasi società occidentale. E questo a causa del principio fondamentale che viene applicato: l'unanimità. Ogni scelta avviene all'unanimità, in modo che non ci sia maggioranza o minoranza, ma un corpo unico e indivisibile: il popolo irochese.

Il pensiero che un solo uomo, finché le sue argomentazioni sono ragionevoli, possa fermare l'intero processo decisionale, è per noi inconcepibile. Che la maggioranza non tenti di zittirlo, ma piuttosto cerchi un compromesso, non rientra nei parametri delle democrazie occidentali, in cui invece della cooperazione si preferisce la conflittualità tra maggioranza e minoranza. Con l’alternanza al potere come unico elemento di bilanciamento.

Il principio di unanimità è abbastanza alieno alla concezione della società maggioritaria e, francamente, sarebbe del tutto inapplicabile anche all’interno di realtà molto più ristrette rispetto a una confederazione di nazioni.

Ho chiesto a Rosalba Nattero come sia possibile questo processo decisionale. Come può funzionare?

La sua risposta: “I Nativi sono persone molto pragmatiche: non sono interessate alla gratificazione personale o a mettersi in mostra, sono concentrate sul raggiungimento di un obiettivo. Si vede nelle assemblee delle Nazioni Unite, dove sono rappresentate migliaia di nazioni native, e si raggiungono risultati altrimenti impensabili, perché c'è uno sforzo comune verso un obiettivo comune. È una dimensione molto diversa rispetto alla conflittualità della società maggioritaria.”

E qui sta la differenza. La dura verità è che anche una bella costituzione (e credo davvero che la Gayanashagowa sia un documento legale magistrale), non può funzionare solo sulla legge positiva (ovvero sulle sole norme, senza principi fondamentali che le sorreggono). Perché, come è stato già detto prima, se dovessimo applicarla a un solo condominio in una società non nativa, ci troveremmo tra le mani solo un gran pasticcio.

C'è una profonda differenza culturale che fa funzionare la Gayanashagowa. Non che sia impossibile per le società non native farlo, ma perché ciò accada è necessario un cambiamento culturale radicale: un Nuovo Rinascimento Ecospirituale, si potrebbe dire.


Conclusioni

Dopo averla analizzata e studiata, la Gayanashagowa rivela molto più di quanto ci si potesse aspettare. È un documento raffinato, prodotto da una cultura e da una società che, lungi dall'essere primitiva, aveva – secoli fa – messo in pratica idee e concetti estremamente avanzati, anche a confronto con la società di oggi.

Naturalmente, il sistema non è pensato per il nostro tipo di società e non è applicabile direttamente, ma potremmo imparare molto dai suoi principi, attingere a concetti sia politici che legali, proprio come hanno fatto i Padri Fondatori.

La Costituzione americana ispirata alla Confederazione delle Six Nations
La Costituzione americana ispirata alla Confederazione delle Six Nations

Questa considerazione apre un altro pensiero provocatorio: ci sono migliaia di queste società, popoli e nazioni, che non sono state comprese e sono state poi classificate come “primitive”. Forse non avevamo le chiavi culturali per capirli? Quanto tempo ci è voluto per capire che quella strana cintura irochese era in realtà un documento legale di questo livello di raffinatezza?

Ancora oggi la Gayanashagowa è davvero apprezzata e compresa per quello che è, oppure viene trascurata come una curiosità storica del folklore?

Ancora una volta ho chiesto a Nattero se gli Irochesi sono un esempio unico, o se ci sono più popoli simili tra i soli nativi americani.

Ecco cosa mi ha detto:

Sicuramente la Confederazione delle Six Nations è la più famosa e la più antica, a cui come si sa si è ispirata anche la Costituzione americana.

Ma esistono altre forme di confederazioni, ad esempio nello Stato del Montana si contano 7 Riserve Indiane unite in una federazione, oltre ad una tribù senza terra, i Little Shell. La Riserva di Flathead, a nord-ovest del Montana, è attualmente occupata da una confederazione di Tribù, nessuna delle quali porta di fatto il nome di Flathead. Alcune riserve portano il nome della tribù che vi risiede: Blackfeet, Crow, Northern Cheyenne, ad esempio.

Esiste anche  la Confederazione dei Blackfeet che è solo una parte di un gruppo tribale più ampio. La Confederazione dei Piedi Neri o Niitsítapi (che significa il "Popolo Originale"; in Lingua Anishinaabe: Anishinaabeg e Quinnipiac: Eansketambawg) è il nome collettivo di tre popoli di Indiani d'America stanziati in parte negli Stati Uniti d'America (Montana) e in parte nel Canada (Alberta), parlanti un unico idioma, la lingua Niitsipussin, di origine algonchina. Il confine politico tracciato dai bianchi non ha modificato la consapevolezza della loro identità e assieme ancora si autodefiniscono Niitsítapi (il "Popolo Originale"), condividono una cultura unica, hanno trattati di mutua difesa e di libero matrimonio.

Abbiamo già parlato nella prima parte dell’articolo del New Earth Circle, comunità autoctona del Piemonte, che impiega strumenti decisionali e costitutivi simili e paragonabili a quelli emersi dall’analisi della Gayanshagowa. Che condivide gli stessi principi e la stessa filosofia di fondo, riassumibile nel concetto di ecospiritualità.

Quante altre Gayanashagowa ci sono là fuori, che attendono pazientemente, con il loro messaggio dal passato? Quel messaggio è una chiave per il futuro? In tempi di "Global Reset", un faro di speranza risiede nelle antiche conoscenze e tradizioni dei popoli nativi della Terra.


Gayanashagowa: la costituzione più antica del mondo - prima parte

 

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