Indigenous Peoples

I Leader spirituali dei Nativi americani difendono San Francisco Peaks

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29 Giugno 2011

La protesta dei Nativi americani per proteggere le montagne sacre di San Francisco Peaks

Dopo Mount Graham, un altro luogo sacro dei Nativi è profanato in Arizona

I proprietari della struttura sciistica Arizona Snowbowl hanno avviato la costruzione di una rete di condotti per acque reflue sulla catena montuosa vulcanica di San Francisco Peaks, considerata luogo sacro da oltre 13 Nazioni indigene. Le ONG locali si sono riunite insieme ad altri enti per affermare il proprio impegno per la tutela delle montagne sacre di San Francisco Peaks ed opporsi all'iniziativa della società, accolta con grandi proteste dai Nativi


Flagstaff, Arizona


Gli enti locali per la giustizia ambientale, i rappresentanti delle tribù e i membri della comunità di Flagstaff si sono riuniti sabato 28 maggio per tenere una conferenza stampa volta a contrastare la minaccia dell’espansione della struttura sciistica Arizona Snowbowl, con la costruzione attualmente in corso di una rete di condotti per acque reflue, finalizzata alla produzione di neve artificiale.

Martedì 25 maggio, la società Snowbowl ha avviato la costruzione di una rete di condotti per acque reflue sulle San Francisco Peaks, vette sacre situate nel nord dell’Arizona.

Ai piedi delle montagne sacre di San Francisco Peaks, il presidente della Nazione Navajo, Ben Shelly, ha affermato: “Dobbiamo fermare questa costruzione.” Il presidente Shelly ha affermato il suo impegno alla tutela delle montagne sacre, sollecitando una maggior tutela per tutti i luoghi sacri. “Serve una legge...servono organizzazioni di maggiore impatto per proteggere queste montagne.”
Kelvin Long, direttore di ECHOES, ha dichiarato: “Proteggeremo le nostre montagne, non permetteremo la costruzione di una struttura per l’innevamento.”


Ben Shelly, presidente della Nazione Navajo

Il presidente della Nazione Navajo, Ben Shelly Howard Shanker, rappresentante legale dell’organizzazione Save the Peaks Coalition e di altri querelanti, ha affermato: “I nativi americani non godono dei diritti garantiti dal primo emendamento in tema di decisioni federali sull’utilizzo del suolo. Il fatto che il nostro governo federale sia complice della profanazione di un luogo sacro, così importante per così tante persone, per il vantaggio economico di pochi eletti, è una vera e propria tragedia. Tutte le persone di coscienza dovrebbero contrastare questo processo, imporsi e dire ‘Fermi tutti, questo non è giusto’.”

“La Snowbowl ha intrapreso i lavori a suo rischio e pericolo; quando il tribunale ci darà ragione dovranno rimuovere i condotti dal suolo. Il governo federale sta facendo tutto il possibile per garantire la stagione sciistica alla Snowbowl mediante il riciclo di reflui fognari. È scientificamente dimostrato che una simile pratica non è affatto sicura”, ha aggiunto Shanker.

Alcuni biologi hanno dimostrato che le acque reflue in questione, acquistate attraverso un contratto stipulato dalle autorità locali di Flagstaff, contengono sostanze nocive, come farmaci e ormoni. Nella sua Dichiarazione di impatto ambientale, il Servizio Forestale statunitense non ha tenuto conto dei rischi per persone e animali in caso di ingestione di acque reflue sotto forma di neve artificiale o di pozze artificiali.

Questo è il punto di partenza della causa intentata dall’organizzazione Save the Peaks Coalition, che ha recentemente presentato ricorso in appello contro la decisione della Corte Distrettuale, che autorizza la Snowbowl a realizzare il proprio progetto.

Thomas Walker, ex delegato del Consiglio Tribale Nazionale dei Navajo, ha affermato: “In tutta la sua storia, la Nazione Navajo si è sempre opposta a qualsiasi forma di costruzione sulle montagne sacre di San Francisco Peaks… queste montagne non saranno profanate.”

Steve Darden, membro della Commissione per i Diritti Umani dei Navajo ed ex membro del Consiglio Municipale di Flagstaff, ha inviato un appello ai giovani: “Stiamo offrendo le nostre preghiere dai nostri Hogan e dalle nostre capanne sudatorie; facciamo affidamento su voi giovani per una presa di posizione.”

Jihan Gearon, membro dell’associazione Indigenous Environmental Network, ha offerto il suo sostegno, unendo il suo impegno per fermare il progetto canadese Tar Sands a quello per contrastare il progetto della Snowbowl. “Il progetto Tar Sands è il più grande progetto industriale a livello mondiale... i condotti si rompono, si verificano perdite, mi sento di affermare che non sono mai sicuri. Non solo noi, ma tutti i cittadini di Flagstaff devono essere messi al corrente di ciò che sta succedendo. Questo progetto di costruzione sulle montagne è un campanello d’allarme”.


La catena montuosa di San Francisco Peaks

Clayson Benally, membro dell’associazione Save the Peaks Coalition e querelante nell’attuale causa contro il Servizio Forestale, ha dichiarato: “I nostri giovani e i nostri figli sono potenzialmente esposti ai rischi che questo progetto comporta. Tutto per il profitto di una società che ha sede al di fuori dei confini della nostra città, che non fa parte della base di contribuenti di Flagstaff. Questa società antepone il profitto economico alla nostra salute, alla salute e al benessere della nostra comunità. Questo è davvero troppo.”

“La Snowbowl ha agito in maniera incauta... cosa credono di poter fare dopo che avremo vinto la causa?”, aggiunge Benally.

Prima della conferenza stampa 40 persone, fra cui Winifred Bessie Jumbo, l’attuale Miss Navajo, si sono riunite in preghiera sulle montagne sacre di San Francisco Peaks. Prima e durante le preghiere, una decina di agenti armati della Contea di Coconino e del Servizio Forestale ha monitorato la riunione e pattugliato l’area.

Per oltre dieci anni, l’associazione di attivisti ambientali Indigenous Nations e i membri delle comunità coinvolte hanno collaborato per proteggere questo luogo sacro e l’area circostante da eventuali rischi per l’ambiente e la salute pubblica, nonché dalla profanazione spirituale.

I piani di costruzione della società Arizona Snowbowl comprendono l’abbattimento di circa 30 ettari di rara vegetazione alpina, habitat di molte specie a rischio, la creazione di nuove piste, skilift e parcheggi e la costruzione di una rete di condotti sotterranei lunga 23,8 km per il trasporto di oltre 680 milioni di litri (a stagione) di acque reflue destinate alla produzione di neve artificiale, con la quale innevare una superficie di 83 ettari.

Le montagne sacre di San Francisco Peaks sono parte integrante e fondamentale della vita di oltre 13 Nazioni indigene.



 

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